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2. Come Impostare la NIV?

2.1. BiPAP

3.3.11. Età e Genere

Per quanto riguarda le variabili Genere e Età, queste sono state valutate sia singolarmente che correlate tra di loro, oltre ad indagare la relazione riscontrata tra la variabile Età e quella Durata della Degenza.

La valutazione della sola variabile Genere ha fornito i seguenti risultati: - 25 maschi;

- 35 femmine;

- successo NIV maggiore nelle femmine: 88,57% contro 84% ;

- fallimento NIV maggiore nei maschi: 16% contro 11,43% ;

- età media maggiore nelle femmine: 78,17 anni contro 77,28 anni.

Il gruppo delle femmine è risultato numericamente maggiore, con un’età media superiore, ma con esiti della NIV migliori: tuttavia, l’analisi statistica univariata con il Test del Chi-Quadro per variabili indipendenti (con IC al 95% ) ha fornito indici X2 0,26 e p 0,61,

dunque non significativi per p < 0,5.

Per la variabile Età, invece, i valori ottenuti sono stati di: - µ 77,80 anni;

- M 80 anni.

Rispetto ad analisi presenti in letteratura, l’età media di questo studio ha identificato per lo più una popolazione adulta-anziana, laddove per definizione old corrisponde ad età ≥ 65 anni, very old se ≥ 75 anni, mentre con il termine elderly si vogliono includono entrambe le categorie. Questa popolazione sempre più rappresentativa, anche nelle UTI, presenta una serie di peculiarità già sottolineate in alcuni lavori, come nella review di Piroddi et al. pubblicata nel 2016 da Geriatrics Gerontology, in cui viene valutata la Ventilazione Meccanica Non-Invasiva nei pazienti elderly, proponendo una gestione meno invasiva per quei pazienti considerati very old. Nei pazienti con età ≥ 65 anni, infatti, veniva riportata una maggior incidenza di complicanze durante la Ventilazione Meccanica e di mortalità intra-ospedaliera, una maggior severità di comorbidità associate, ed un maggior rischio

di sviluppare complicanze a rischio vitale. L’obiettivo dello studio era quello di dimostrare come la NIV possa essere una più che valida opzione terapeutica anche in questi pazienti, evitando una IOT de novo. 19

Nello studio clinico condotto in DEA, inoltre, è stata considerata la possibile correlazione tra le variabili Età e Durata della Degenza, supponendo che i pazienti elderly, in quanto più “complessi”, fossero anche quelli che permanevano più a lungo in regime di ricovero per BPCO Riacutizzata. Con i risultati ottenuti, riportati mediante Istogramma a barre verticali per la variabile Età con una retta di regressione lineare per la variabile Degenza (Fig. 3.32), si è visto che, a fronte di durata media di Degenza pari a 9,77 giorni, la retta di regressione di tale variabile ha mostrato un andamento in crescendo verso le frequenze di Età ≥ 75 anni, ovvero verso la fascia geriatrica.

Figura 3.32 Correlazione tra Durata Degenza e Età

Questo dato ha fatto ipotizzare che la variabile Età potesse essere correlata con la durata della degenza e che, quindi, potesse essere uno dei fattori predittivi dell’efficacia o meno della NIV: non essendo stata tuttavia riscontrata alcuna significatività statistica a riguardo, con una curva ROC sottendente una AUC di 0,221 (Fig. 3.33), non si può

affermare che per i pazienti very old ci sia da aspettarsi una più alta probabilità di fallimento della NIV.

Figura 3.33 Curva ROC per Età

Il mancato riscontro di significatività statistica potrebbe comunque essere giustificato dalla già citata complessità di questi pazienti.

In primis, dobbiamo considerare le alterazioni nella risposta ai farmaci che caratterizzata le età più avanzate, e che correlano con una riduzione della funzionalità renale da para- fisiologica a francamente patologica. Dal punto di vista farmacocinetico risultano essere alterate tutte le fasi, con: alterata velocità d’assorbimento, aumento di massa grassa ed acqua corporea a discapito della massa magra, riduzione dell’albumina sierica, riduzione della capacità epatica di catalizzare reazioni metaboliche di ossido-riduzione; dal punto di vista farmacodinamico, si riscontrano una maggiore sensibilità d’interazione recettoriale per alcuni farmaci (tra cui analgesici e sedativo-ipnotici). Tali modifiche sono da mettersi in relazione ad una generale riduzione della capacità omoestatica che, oltre ad alterare il metabolismo dei farmaci, comprometti anche i meccanismi compensatori di tipo cardio-vascolare e metabolico, nonché i processi di termoregolazione e le funzioni cognitivo-comportamentali. Nello specifico dei farmaci sedativi-ipnotici ed analgesici,

poi, c’è da segnalare che di molte Benzodiazepine vengono ad aumentare emivita e volume di distribuzione, e ne consegue un aumento d’effetto, come anche l’effetto respiratorio degli Oppioidi. 20

Quanto alla NIV, non solo il settaggio dei parametri potrebbe necessitare di correzioni in base all’età, ma anche il significato clinico della metodica assume diverse connotazioni: nei pazienti geriatrici, infatti, nonostante un ordine di tipo DNI, può essere considerata la NIV come terapia palliativa atta a ridurre il distress respiratorio che può inficiare notevolmente sulla qualità di vita di pazienti in stato di fine-vita (compresi i pazienti oncologici), quindi come “ultima risorsa” in pazienti che stanno morendo per insufficienza respiratoria. Dal momento che la NIV può ridurre anche eventuali sintomi ansioso-depressivi e dolorosi, utilizzarla in pazienti anziani con BPCO avanzata può migliorare la loro qualità di vita, e risulta essere una scelta più adeguata rispetto alla IOT in quanto: consente una miglior gestione del paziente al di fuori delle UTI riducendone mortalità e frequenza d’accesso, riduce dispnea e tachipnea nel paziente con BPCO, consente di parlare e mangiare riducendo così il rischio di malnutrizione e delirium.

Quindi, se è vero che i pazienti elderly si caratterizzano per una serie di peculiarità ascrivibili ai concetti generali di fragilità e complessità, e che in questo studio sono stati quelli che più a lungo sono permasti in M.U., allora potrebbe essere utile valutarne una gestione affidata a Unità ultraspecialistiche di Terapia Sub-Intensiva Geriatrica.

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