• Non ci sono risultati.

II. Critica dell’ordine patriarcale e formazione del soggetto

II.5. Un’etica del limite

In nessun luogo della sua opera la Wollstonecraft fa conces- sioni ad una visione atomistica del soggetto. La nozione di un soggetto razionale e distaccato è in qualche misura per lei persino inconcepibile: l’autonomia razionale è infatti acquisi- ta attraverso il coinvolgimento con una realtà in continuo mutamento53, che non può non mutare colui che entra in contatto con essa54. È l’esperienza del mondo che crea un soggetto capace di agire autonomo e razionale. La morale non si apprende memorizzando asserzioni dogmatiche, co- me vorrebbero coloro che – scrive la Wollstonecraft – han- no sempre “guardato freddamente l’umanità attraverso la mediazione dei libri”55, si diventa più umani nella misura in cui si discende tra la comune umanità, e si sperimenta “l’ambizione, l’amore, la speranza e la paura”56.

––––––––––

52 J. S. Mill, L’asservimento delle donne, in H. Taylor e J. S. Mill, Sull’eguaglianza e

l’emancipazione femminile, a c. di Nadia Urbinati, Torino, Einaudi, 2001, p. 127.

53 Cfr. M. Wollstonecraft, A Vindication of the Rights of Woman, cit., p. 183. 54 Cfr. G. Person, Liberal Feminism: Individuality and Oppositions in Wollstonecraft

and Mill, “Political Studies”, 50 (2002), pp. 794-810.

55 Cfr. M. Wollstonecraft, A Vindication of the Rights of Woman, cit., p. 185. 56 Ivi, p. 187.

62

È attraverso l’esperienza del mondo, possibile solo grazie alla libertà, che il soggetto diviene proprietario della propria persona e quindi responsabile di sé e delle proprie scelte, ov- vero libero dalla necessità di fare qualcosa senza il proprio consenso57. La Wollstonecraft considera la virtù una conqui- sta alla quale si giunge passando attraverso l’esperienza dell’errore, del male e della lotta con le proprie passioni. Il soggetto morale si forma attraverso una lenta educazione dei sentimenti e della ragione, che inizia – anche qui riprenden- do un’intuizione rousseauiana che aveva avuto qualche anti- cipazione in Locke – nella primissima età. Il soggetto non nasce già tutto fatto e completo: giunge alla maturità attra- verso un lento processo.

Già nel suo Original Stories, from Real Life, with Conversations, Calculated to Regulate the Affections and Form the Mind to Truth and Goodness (1788), la Wollstonecraft sembra ritenere che il miglior metodo educativo sia costituito dalla pedagogia nega- tiva rousseuaiana estesa indifferentemente ad entrambi i ses- si, ovvero da una pedagogia fondata più sul valore dell’esempio che dell’insegnamento, perché “l’esempio si ri- volge direttamente ai sensi, che sono la via d’ingresso princi- pale per arrivare al cuore”.

Sia nella Vindication of the Rights of Men sia nella successiva Vindication of the Rights of Woman non si cessa di insistere sul fatto che sentimento e ragione, bello e sublime, femminile e maschile non devono procedere separatamente58. Solo dalla ––––––––––

57 L. Brace, ‘Not Empire, but Equality’: Mary Wollstonecraft, the Carriage State and

the Sexual Contract, “The Journal of Political Philosophy”, VIII, 4 (2000), pp. 433-

455, in particolare sul concetto di “self-ownership”, pp. 440-443.

58 Sul rapporto tra sentimento, immaginazione e ragione nella filosofia mo-

rale della Wollstonecraft, v., in particolare: S. Khin Zaw, The Reasonable Heart:

Mary’s Wollstonecraft’s View of the Relationship Between Reason and Feeling in Morality, Moral Psychology and Moral Development, “Hypatia”, 13, 1 (1998), pp. 78-117 e C. V.

combinazione di emozioni, sentimenti, immaginazione e ra- gione deriva la virtù di un soggetto morale completo. Non può esserci né conoscenza né comprensione umana se ci si pone di fronte al mondo in puro atteggiamento di distacco contemplativo:

Il mondo – si legge in The Rights of Woman – non può essere visto da uno spettatore impassibile; è necessa- rio mischiarsi nella folla, e sentire come sentono gli uomini, prima di poter giudicare i loro sentimenti. In altre parole, se intendiamo vivere nel mondo per di- venire, crescendo, più saggi e migliori, e non sempli- cemente per godere le cose buone della vita, si deve arrivare a conoscere gli altri nello stesso tempo in cui si giunge a conoscere se stessi – una conoscenza ac- quisita in qualsiasi altro modo rende solo più duro il cuore e più perplessa la nostra mente.

Mi si può obiettare che una conoscenza acquisita co- sì è spesso pagata a caro prezzo. Posso solo rispon- dere che dubito fortemente che si possa acquisire una benché minima conoscenza senza pena e fatica

[…]59.

La maturità della ragione non può scindersi dalla maturità affettiva; e quest’ultima dipende in modo cruciale dal rappor- to con i genitori, dall’amore parentale, dal primo contatto che il bambino ha col mondo. Sembra sussistere, nella rifles- sione della Wollstonecraft, una continuità sottile tra la cura che si riceve da piccoli e la capacità di amare. Insistente, in- fatti, nelle sue pagine, è la denuncia del ruolo negativo che genitori freddi e distanti, incapaci di trasmettere il loro amo- re, possono avere sulla vita futura dei loro figli. Non c’è dubbio, del resto, che la riforma morale dei costumi che ella ––––––––––

Philosophers. Genre and the Boundaries of Philosophy, Boulder (Colorado), Westview

Press, 2003, pp. 81-122.

64

propone sia avanzata mettendo in luce in primo luogo come ciò potrebbe contribuire a creare delle madri e dei padri mi- gliori: madri razionali torneranno ad allattare i propri figli al seno – come aveva suggerito tra gli altri Rousseau –, e si de- dicheranno alla loro educazione piuttosto che pensare sol- tanto a rimanere al passo con la moda e a rincorrere i diver- timenti mondani; padri più responsabili avranno costumi sessuali più casti e una maggiore attenzione per la famiglia.

In quanto soggetti autonomi, autodiretti e indipendenti sia gli uomini che le donne saranno capaci di contrarre i propri bisogni, poiché non si dà indipendenza senza la capa- cità di rinunciare. Scrive la Wollstonecraft:

Da molto tempo considero l’indipendenza una gran- de benedizione (blessing) della vita, e la base di ogni virtù. Garantirò sempre la mia indipendenza attra- verso la contrazione dei miei bisogni, dovessi anche

vivere su una landa desolata60.

In Original Stories from Real Life; with Conversations calculated to Regulate the Affections and Form the Mind to Truth and Goodness lo stesso concetto era stato espresso ponendo un’enfasi an- cora più forte sul nesso tra etica del limite e solidarietà: “Oeconomy and self-denial are necessary in every station, to enable us to be generous, and to act conformably to the rules of justice”61.

Nel momento in cui propone un unico e identico model- lo morale per l’uomo e per la donna, la Wollstonecraft non fa propria un’immagine atomistica del soggetto, anzi essa prende decisamente le distanze dall’antropologia hobbesiana ––––––––––

60 M. Wollstonecraft, A Vindication of the Rights of Woman, cit., p. 65.

61 M. Wollstonecraft, Original Stories from Real Life; with Conversations calculated to

Regulate the Affections and Form the Mind to Truth and Goodness, in Id., Works, vol. VI,

fondata sull’illimitatezza del desiderio. La capacità di rinun- ciare consente al soggetto di procrastinare il soddisfacimento dei desideri non solo in vista di progetti fondati sulla ragione, ma anche di compiti che gli/le consentano di essere social- mente utile. Non si può essere generosi se non si ha nulla da dare; e uomini e donne non saranno mai disponibili alla soli- darietà se non saranno capaci di porre un limite ai propri de- sideri, di individuare ciò di cui veramente non possono fare a meno, pena la perdita del loro sé autentico, se in altre parole non sapranno distinguere, rousseauianamente, i veri dai falsi bisogni62.

––––––––––

62 Sul modello di individualismo rousseauiano quale alternativa al modello

III. Da Tocqueville a Catharine Beecher: