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10 ͣ STANZA: SALA DEGLI SCUDIER

2.14 EVENTI COLLATERAL

2.14.1 PARTE GENERALE

Gli eventi collaterali che si svolgono nello stesso periodo di apertura della mostra fanno sì che essa possa ricevere più visibilità e permettono inoltre la creazione di una rete di contatti tra il territorio, la mostra e il pubblico. La natura di questi eventi può essere molteplice, si può passare da una visita ad un luogo significativo inerente la mostra o una visita guidata fuori dall’orario di normale apertura del museo, a visite guidate studiate su misura per i più piccoli, a cui generalmente si accompagnano anche delle attività da svolgere in laboratorio, a eventi mondani quali cene o concerti che si possono svolgere nella medesima location dell'esposizione o a conferenze. In questi ultimi tre casi gli addetti alla progettazione della mostra, previa una programmazione dettagliata dell'evento, avranno come compito quello di contattare gli sponsor ed i fornitori dei servizi.

2.14.2 FOCUS SULLA MOSTRA

Gli eventi collaterali programmati per questa mostra erano stati molteplici. Tutti, oltre ad essere già stati resi noti contemporaneamente all’annuncio della mostra, erano stati nuovamente pubblicizzati un mese prima dal loro svolgimento attraverso i social

network, i volantini e i manifesti. Tutti coloro che erano interessati a partecipare

avevano potuto prenotare on line l’avvenimento specifico scelto, inviando una richiesta all’indirizzo e-mail del sito MUVE.

Una prima iniziativa aveva permesso la visita guidata serale della mostra. Le visite erano state organizzate a cadenza mensile, per un toltale di cinque appuntamenti, ed erano a numero chiuso, con un minimo di venti partecipanti ed un massimo di trenta. Qualora non si fosse raggiunto il numero minimo previsto di adesioni, l’evento sarebbe stato cancellato. Si era pensato di offrire questa opportunità ad un numero limitato di visitatori in modo che il fruitore potesse avere la tranquillità necessaria per visitare la mostra.

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Un’altra occasione che il museo aveva proposto ai propri visitatori erano state delle giornate in cui si poteva accedere alla mostra usufruendo di un biglietto d’ingresso a prezzo ridotto. Le giornate erano state in totale nove, due appuntamenti per ogni mese da marzo a giugno e una nel mese di luglio. In questo caso non erano previste limitazioni al numero dei visitatori, se non nel caso in cui l’afflusso fosse stato tale da contravvenire alle norme di sicurezza del museo.

Erano state anche proposte delle conferenze, almeno due, sulla tematica della mostra con la partecipazione di esperti, studiosi e componenti del comitato scientifico che ne avevano curato la preparazione. Il numero massimo dei partecipanti era stato determinato dalla capienza della sala scelta per l’evento. Anche in questo caso se non si fosse raggiunto un numero minimo di adesioni, l’evento sarebbe stato cancellato.

Inoltre, nei mesi estivi, erano state organizzate, a pagamento, alcune cene nella Terrazza dei Limoni di Palazzo Ducale a cui era seguita la visita alla mostra. In totale le serate organizzate erano state tre, due nel mese di giugno e una nel mese di luglio. All’evento avevano potuto partecipare un massimo di trenta persone ed avrebbe avuto luogo solo nel caso che si fosse raggiunto un numero minimo di partecipanti di venti persone. Oltre a questi eventi il museo, attraverso i social network, quali Facebook e Instagram, aveva creato dei concorsi mensili che avevano permesso a cinque persone, attraverso un estrazione a sorte, di vincere biglietti gratuiti per l’ingresso alla mostra. Per partecipare al concorso chi era interessato doveva: 1. cliccare il “mi piace” alla pagina del museo, 2. scrivere un commento alla foto, scelta per l’evento, mettendo l'hashtag #P&R (ad ogni persona sarebbe stato assegnato un numero progressivo); 3. condividere sulla propria pagina personale l’evento. Entro una settimana dalla scadenza stabilita erano stati estratti i cinque numeri e i vincitori avvisati dal museo tramite un messaggio privato. Tale iniziativa aveva fatto sì che l’evento fosse conosciuto e che attirasse l’interesse di molti.

Erano stati pensati e proposti anche eventi rivolti alle famiglie; tale scelta oltre che cercare di avvicinare i più piccoli al mondo dell’arte ed in particolare a questi due grandi artisti, era stata presa in considerazione in quanto risultava in linea con il pensiero del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Per le famiglie composte da due adulti e almeno un ragazzo (dai 6 ai 14 anni) si era proposto un biglietto ridotto per tutti i componenti, inoltre per i bambini d’età compresa tra i 6 e gli

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11 anni si erano offerti dei laboratori gratuiti. Se l’offerta del biglietto ridotto era valida per tutti i giorni dell’apertura della mostra, i laboratori, che erano disponibili in lingua italiana ed inglese, si svolgevano solo durante il fine settimana. L’attività didattica prevedeva una visita della mostra, durante la quale ci si soffermava solo su alcune opere, e successivamente prevedeva, in una sala dedicata, l’approfondimento tramite dei giochi di quanto visto.

Ad ogni bambino veniva consegnato all’interno del laboratorio un libretto di poche pagine sulla mostra, non un libro di lettura, ma un piccolo fascicolo che stimolasse la loro curiosità e verificasse il loro spirito di osservazione, un modo divertente per favorire l’interesse verso il mondo dell’arte: un libretto di giochi. Semplici cruciverba, disegni in bianco e nero da colorare, differenze da individuare tramite confronto, puzzle dei quadri da ricostruire, associazioni tra artista e dipinto, indizi per associare opera e sala di esposizione ed infine una guida per realizzare, una volta a casa, un semplice segnalibro a ricordo della mostra. Lo scopo era quello di avvicinare i bambini all’arte o solo anche interessarli a guardare le opere esposte, non solo vederle, e quindi prestare attenzione. La scelta di un supporto cartaceo, un libretto da poter, una volta esaurite le proposte di gioco inserite, sfogliare, risfogliare, ritagliare o anche momentaneamente accantonare per poi, si spera, essere ripreso, era stato preferito a postazioni multimediali sia per motivi, come abbiamo già riferito, puramente logistici legati alla caratteristica di edificio storico della sede, sia per la precisa volontà di lasciare al piccolo visitatore un segno tangibile e “personale” dell’esperienza vissuta.

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