ORGANIZZAZIONE E PRODUZIONE DI UNA MOSTRA
2.2 IDEA: APPROVAZIONE E SVILUPPO
2.2.1 PARTE GENERALE
Questa fase, come le altre che andremo ad analizzare, mette in evidenza come l'organizzazione e la produzione di una mostra siano da considerarsi un’operazione complessa. Per ognuna di queste il responsabile è il Capo Progetto, ruolo che può essere rivestito dal Direttore e/o dal Responsabile di Sede. Questo stadio, frutto di numerose e fattive riunioni, si raggiunge attraverso il lavoro sinergico di numerosi professionisti (componenti il comitato scientifico, direttore museale, manager culturale, curatore, progettista ed allestitore) ognuno esperto e specializzato nel proprio campo e con una specifica mansione all’interno del progetto.
Questo primo gradino della lungo iter che ci porterà alla realizzazione dell'evento, è il più importante, in quanto sarà sia alla base di tutto il lavoro che si svolgerà da questo
momento in poi, sia perché quest'idea attirerà e farà ricordare qualcosa al visitatore99.
Quindi: “Quale messaggio vogliamo trasmettere? Qual è il modo migliore per farlo?
Quali sono i requisiti tecnici per la messa in scena dei prodotti che vogliamo esibire?”100
da queste domande deve iniziare il cammino della macchina progettuale.
Il messaggio che si vuole trasmettere può essere di natura differente, ovvero culturale, scientifica, divulgativa; a proporlo possono essere sia figure professionali facenti parte dell’organico del museo, quali il Comitato Scientifico o il Direttore stesso del museo, il quale ha anche il compito di valutare e approvare la richiesta se questa viene avanzata da terzi, sia da agenti esterni al museo quali: colleghi di altri enti, altre istituzioni,
freelance o curatori, questi ultimi non necessariamente sono legati a realtà museali.
Il Comitato Scientifico, come enunciato nel Decreto Ministeriale che riguarda l’"Organizzazione e funzionamento dei Musei Statali", ha diverse funzioni quali: “consultiva del direttore sulle questioni di carattere scientifico nell’ambito di attività
99
“IDEA – la chiave dei miei progetti è quella di avere un'idea importante, che io cerco sempre di tirar
fuori, rendere evidente. Serve per attirare l'attenzione e far ricordare qualcosa al visitatore, […].” Marco Vaudetti, Simona Canepa, Stefania Musso, Esporre allestire vendere: exhibit e retail design, Milanofiori Assago, Wolters Kluwer, 2014, p. 114.
100
“What message do you want to get across? How best to do it? And what are the technical requirements for staging the products you want to exhibit?” John Allwood, Bryan Montgomery, Exhibition planning and design: a guide for exhibitors, designers and contractors, Londra, B. T. Batsford, 1989, p. 26.
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dell’istituto; formulare proposte al Direttore e al Comitato di amministrazione; supporta il Direttore, sotto il profilo scientifico, nella predisposizione del programma annuale e pluriennale di attività del museo; verifica e approva, d’intesa con il Consiglio di amministrazione, le politiche di prestito e pianificazione delle mostre; valuta e approva i progetti editoriali del museo; si esprime sullo statuto del museo e sulle modifiche statutarie, nonché su ogni altra questione gli venga sottoposta dal direttore del
museo.”101
Oltre a queste attività appena elencate, il Comitato Scientifico ha l’incarico di diffondere i risultati conseguiti nelle attività di ricerca scientifica e di svolgere la funzione di rappresentanza finalizzata alla valorizzazione dell’immagine dell’Istituto. Una volta definito il fil rouge della mostra, sarà compito del curatore definire “il punto di vista col quale si intendono presentare le opere, nonché le connessioni ed i rapporti che si ipotizzano fra queste. In altre parole è il curatore a porre gli obiettivi concettuali che dovranno essere raggiunti con la mostra, attraverso l'indicazione e la scelta dei
contenuti.”102
Una volta completata questa fase, entrano in gioco altre due figure professionali che a volte possono coincidere: quella del progettista e quella dell'allestitore. Il primo ha essenzialmente due compiti da espletare: tradurre le idee del curatore e far in modo che l'argomento scelto per l'esposizione giunga in modo chiaro al visitatore, lavoro che prevede un rapporto costante con il curatore. Per raggiungere questo obiettivo grande importanza verrà attribuita alla “componente percettivo-intuitiva […] mediante l'adozione di cromatismi, immagini suggestive, ambientazioni che rimandano al significato di quanto esposto, fino al supporto di testi adeguati alla ricerca di efficacia
comunicativa, nell'ovvio rispetto della correttezza delle informazioni.”103 Non solo
questi elementi ci permettono di trasmettere in modo efficace ed efficiente il messaggio della mostra, ma anche l'illuminazione e la struttura del percorso giocano un ruolo notevole.
Il secondo, l'allestitore, darà formalmente vita a tutto il lavoro fin qui progettato, avvalendosi della cooperazione del progettista.
101
DM 23/12/2014, "Organizzazione e funzionamento dei Musei Statali", articolo 12 “Comitato scientifico”.
102
Massimo Malagugini; prefazione di Luciano Grossi Bianchi, Allestire per comunicare: spazi
divulgativi e spazi persuasivi, Milano, F. Angeli, 2008, p. 78.
103
Massimo Malagugini; prefazione di Luciano Grossi Bianchi, Allestire per comunicare: spazi
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L'allestimento, dunque, sarà “l'articolazione ultima del processo produttivo di una mostra, quello in cui tutte le diverse componenti linguistiche dell'esposizione devono trovare una sintesi spaziale, e quindi come la sua forma sia determinata dal tema, dall'ordinamento, dalle caratteristiche della sede, dal tempo, dal budget, da quella che si propone come immagine globale della mostra e all'interno di tutto questo in ultimo, ma
non con minore rilievo, dalle scelte progettuali.”104
In conclusione si può affermare che “il valore scientifico e innovativo dell’iniziativa”105
gioca un ruolo fondamentale in quanto, senza di esso “le mostre possono risultare negative quando vengono allestite senza alcun principio ispiratore o programmate
esclusivamente in funzione del potenziale successo di pubblico […].”106
2.2.2 FOCUS SULLA MOSTRA
L’idea di questa mostra, a carattere artistico divulgativo, era nata dall’intenzione di rendere manifesti ad un vasto pubblico, attraverso documenti e confronti tra opere, i recenti studi che hanno coinvolto il rapporto tra due grandi artisti, Raffaello e Perugino. Lo scopo era quello di valorizzare i continui studi che si effettuano nel mondo dell’arte, rendere omaggio a due grandi artisti del rinascimento italiano e offrire ai visitatori l’occasione di poter fruire molte opere di diversa provenienza, sia nazionale che internazionale, in un'unica sede.
I risultati che si auspicavano per questa mostra erano:
˗ Raggiungere una risonanza mediatica tale da rendere la mostra itinerante, ˗ Richiamare un grande afflusso di visitatori,
˗ Creare collaborazioni internazionali con enti esterni coinvolti per garantire ulteriori cooperazioni nell’ottica anche di esposizioni future.
Di questo progetto si era anche presentata un’analisi SWOT, per mostrare che i punti di debolezze (Weaknesses) e le minacce (Threats), qualità dannose all’ottenimento degli obiettivi, erano minori rispetto ai punti di forza (Strengths) e alle opportunità (Opportunities), qualità utili al raggiungimento degli obiettivi.
104
Achille Castiglioni ... [et al.], prefazione Fredi Drugman, a cura di Mario Mastropietro, Progettare
mostre: dieci lezioni di allestimento, Milano, Edizioni Lybra Immagine, 1993, pp. 106-107.
105
Federica Pirani, Che cos'è una mostra d'arte, Roma, Carocci, 2010, p. 67.
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