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L’interprete Dalla sua professione alla sua messa in gioco

2.2 L’evento comunicativo: la conferenza

Si può pensare alla conferenza come un fenomeno complesso schematicamente rappresentabile come un triangolo dai vertici dominanti da tre “c”, le iniziali delle sue principali componenti: che cos’è, chi vi partecipa e come funziona.126

Che cos’è. La conferenza si configura come un evento comunicativo in quanto si tratta di un’interazione umana che implica intenzionalità e agentività tra i partecipanti, chiamati agenti, ossia: emittenti e riceventi, che veicolano significati e scopi con mezzi linguistici e non. Data la sua natura altamente specializzata, altrettanto specializzato sarà il codice linguistico utilizzato (tecnico, giuridico, medico…), ma non solo, il linguaggio sarà altresì consono alla situazione e al contesto comunicativo. Detto ciò, è chiaro che l’interprete deve avere tale consapevolezza e deve, dunque, avere una certa flessibilità e sensibilità linguistica. Inoltre, deve assumere e rispettare alcune regole comportamentali. È evidente, quindi, che la conferenza non è un incontro fortuito o, addirittura, improvvisato, ma è un’attività precedentemente organizzata attraverso norme che definiscono lo svolgimento dei lavori, la programmazione, l’argomento da illustrare e la lingua da adoperare. Una definizione della conferenza è stata data anche da Goffman, il quale definisce la conferenza come una “istituzionalizzata e prolungata presa del diritto di parole in cui un parlante comunica le sue idee su un tema, idee che costituiscono quello che si può chiamare il suo testo”.127 Questa definizione, però, potrebbe condurci a riflettere in modo sbagliato. Tale affermazione potrebbe far credere che si tratti di un evento in cui l’oratore riporti un monologo al suo pubblico, seguito poi da un altro oratore che compie il suo monologo e così via, senza che i vari parlanti tengano contro gli uni degli altri. Ovviamente non è così: infatti, con “evento comunicativo” si sottintende un concetto di

126 RUSSO Mariachiara, “La conferenza come evento comunicativo”, in Caterina Falbo, Mariachiara Russo

e Francesco Straniero Sergio (a cura di), Interpretazione simultanea e consecutiva: Problemi teorici e me-

todologie didattiche, op. cit., p. 89. 127 Ivi, p. 92.

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interazione tra i partecipanti o, comunque, uno scambio. Da un punto di vista pragmatico, la conferenza è solo un mezzo attraverso il quale un relatore comunica delle informazioni a dei riceventi. Ovviamente, la conferenza è qualcosa di più della semplice trasmissione di informazioni o di un testo: è un “fatto che lega il testo all’occasione”128 ed è per questo che vi si partecipa. Quando è presente l’interprete, il suo ruolo è quello di “facilitare la comunicazione tra gli altri attori, non certo quello di ostacolare la conversazione: per questo motivo si configura come un partecipante non protagonista”.129

Di seguito analizzeremo quali sono i fattori che entrano in gioco nello specifico evento comunicativo rappresentato da una conferenza.

Chi vi partecipa. I principali partecipanti della conferenza sono cinque: l’iniziatore del processo, il committente, il relatore o conferenziere, l’interprete e il pubblico. In realtà, vi è un sesto partecipante definito rituale,130 in quanto non presente fisicamente: si tratta del patrocinatore e/o sponsor che, grazie ai suoi finanziamenti, rende possibile la realizzazione e l’organizzazione dell’incontro. L’iniziatore del processo, in linee generali, è un ente pubblico o privato che gestisce in modo diretto l’organizzazione e la pianificazione dell’evento. Spesso, però, l’iniziatore del processo delega il lavoro a una terza persona, la quale comunemente è un membro dell’associazione. Il committente è proprio la persona delegata dall’iniziatore del processo. Quest’ultimo può essere un Paese membro di un organismo internazionale istituzionale, professionale o di categoria che ha ricevuto l’incarico di organizzare la conferenza. Questi può assolvere questo compito direttamente oppure a suo volta può delegare il suo segretario o, più frequentemente, commissiona l’incarico ad un ente organizzatrice esterna: la Professional Conference Organizer.131 Il relatore è colui che espone oralmente le sue riflessioni sul tema del convegno. L’interprete è il professionista che elabora il testo orale prodotto in una certa

128 Ivi, p. 94. 129 Ivi, p. 102. 130 Ivi, p. 94.

131 La Professional Conference Organizer (PCO) è l’organizzatore professionale di conferenze e designa

agenzie e studi specializzati in servizi di interpretazione, traduzione, ma anche logistica alberghiera e co- municazione. È un settore esperto di convegni e si occupa di tutto ciò che concerne una conferenza, quali ad esempio: affitto della sala, l’ingaggio dell’interprete, sistemazione in albergo e il viaggio dei relatori, il programma e gli atti congressuali.

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LP per consentire al pubblico che parla una lingua diversa (LA) la comprensione dell’intenzione comunicativa del relatore. Egli non svolge solo il ruolo di mediatore linguistico, ma anche quello di mediatore culturale; è un partecipante attivo non protagonista essenziale ai fini dell’interazione.

L’interprete di conferenza assicura il servizio di traduzione nell’ambito di incontri, convegni o conferenze, di natura per esempio politica, giuridica, economica, finanziaria, scientifica, culturale o religiosa, per istituzioni nazionali, europee, internazionali o in ambito privato. L’interprete di conferenza opera attraverso le modalità di interpretazione simultanea, consecutiva, chuchotage e traduzione a vista.132

Il pubblico, infine, varia a seconda del tipo di conferenza. Può essere costituito da esperti e operatori del mestiere, ma anche da non esperti del settore, persone incuriosite dell’argomento.

Come funziona. Solitamente, all’interno di una conferenza il relatore presenta le proprie considerazioni sull’argomento trattato al pubblico, senza troppe interruzioni, sotto forma di un monologo. Fanno eccezione le sessioni di domande e risposte. Basandosi sullo studio del linguaggio come “azione”, l’evento linguistico, il monologo, viene articolato in tre livelli: “l’atto locutorio (atto del dire), l’atto illocutorio (il fare nel dire) e l’atto perlocutorio (le conseguenze o l’influenza che l’atto del dire provoca)”.133 Tale ripartizione è essenziale per avvalorare l’idea che l’interprete non è un semplice mezzo di decodificazione linguistica. Al contrario, senza il suo operato non esisterebbe comunicazione. È bene, quindi, chiarire che

l’interprete deve essere un facilitatore della comunicazione nella misura del possibile affinché la conferenza […] non si limiti a essere un rituale sociale fine a se stesso, ma assolva veramente il suo scopo.134

132 ASSOINTERPRETI, Il ruolo dell’interprete. URL: https://www.assointerpreti.it/servizi/il-ruolo-dellin-

terprete/ (consultato il 29/09/2019).

133 RUSSO Mariachiara, “La conferenza come evento comunicativo”, in Caterina Falbo, Mariachiara Russo

e Francesco Straniero Sergio (a cura di), Interpretazione simultanea e consecutiva: Problemi teorici e me-

todologie didattiche, op. cit., p. 97. 134 Ivi, p. 102.

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