• Non ci sono risultati.

L'evoluzione dell'esametro dall'età ellenistica a quella bizantina

A. Grammatica e lessico

XIII. Particelle e congiunzioni

1. L'evoluzione dell'esametro dall'età ellenistica a quella bizantina

È necessario un breve excursus sull'evoluzione dell'esametro per poter meglio inquadrare lo stile metrico di Eudocia. Nel tempo la distinzione tra vocali lunghe e brevi cominciò a venire meno, e questo comportò un cambiamento nella tecnica compositiva dell'esametro, e in particolare l'accento delle parole venne utilizzato come supporto del ritmo del verso. Questo processo, che per i testi non letterari e non colti ha origine già in età ellenistica, vede in Nonno il suo massimo esponente: il poeta di Panopoli controllava l'accento di parola sia a fine verso che prima della cesura centrale, e questo controllo era associato a delle restrizioni riguardanti la fine di parola in altre sedi del verso e la collocazione nel verso di parole con una determinata struttura (ad esempio parole spondiachehe e

monosillabi).136 Nonno sviluppa alcuni tratti già riscontrabili nell'esametro

callimacheo e ne inserisce altri, di cui una parte era già presente in alcuni poeti di età imperiale. A partire dall'età alessandrina le regole per comporre l'esametro si irrigidiscono progressivamente. Un seguace di questo stile metrico è Dionisio Periegeta, che tuttavia non riflette il rigore callimacheo: come osserva anche M. Whitby, con il 65% di cesure femminili e il 10% di versi spondiacii è infatti più vicino ad Apollonio Rodio (67% e 8%) che a Callimaco (74% e 7%); fa ampio uso della cesura bucolica, ma – a differenza di Callimaco e Nonno – non rispetta sempre la legge di Naeke.137

Altri due esempi di poesia imperiale sono quelli di Oppiano, l'autore degli

Halieutica e del cosiddetto Pseudo-Oppiano, autore dei Cynegetica. Il primo

mostra chiari rapporti con lo stile alessandrino, a differenza del secondo: nel primo caso la frequenza della cesura femminile è 73% e i versi spondiacii sono l'8%, mentre nel secondo rispettivamente del 55% e dell'11% (relativamente al I libro).138 I Cynegetica inoltre non contengono una grande percentuale di cesure

bucoliche e oltretutto i monosillabi finali non sono limitati ai versi con questo tipo di cesura. La legge di Naeke e il ponte di Hermann vengono più volte violati.139

Un poeta epico che va sicuramente ricordato tra Omero e Nonno è Quinto Smirneo, del III secolo. I quattordici libri dei Posthomerica segnano un ulteriore passo in avanti verso lo stile metrico di Nonno.140 Quinto infatti limita

136Whitby 1994, 99.

137Whitby 1994, 105. Per un approfondimento sulla metrica di questo autore si veda anche Lightfoot 2014, 60-75: «Dionysius produces a refined effect. He shares trends (restrictions on elision; overall drift to greater 'dactylicity'; increased use of feminine and bucolic caesurae) and certain mannerisms (the spondeiazon; the tetracolon, especially in its 'narrative' form) with Hellenistic poetry, but eschewing specifically Callimachean mannerisms (Naeke's Law; spondaic third foot combined with bucolic diaeresis; Bulloch's law), and in some respects is poised closer to Homer than some of his Hellenistic models (the number of dactyls and spondees per line closer to Homer than the most dactyl-prone Alexandrians; similarly for overall numbers of spondees in first, second, and to some extent third feet)» (Lightfoot 2014, 75).

138Whitby 1994,108 e 136 n. 90.

139Whitby 1994, 108. In C. I la frequenza della dieresi bucolica è del 45%, più bassa di quella omerica (47%). La violazione della legge del monosillabo finale avviene in 3 casi su 4 (Whitby 1994, 137 n. 95, che riporta anche le violazioni della legge di Naeke e del ponte di Hermann). 140Whitby 1994, 114. Per un approfondimento si veda Vian 1959, 212-249.

ulteriormente l'uso degli spondei e in particolare i versi con tre di essi. Vi è una netta preferenza per la cesura femminile (81%) e la clausola spondiacaa o monosillabica prima della cesura pentemimere viene evitata.141 La II legge di

Meyer viene rispettata più che in Nonno, ma meno che in Oppiano e Callimaco.142

Anche l'analisi dello stile metrico di Trifiodoro è importante per comprendere l'evoluzione della poesia epica prima di Nonno.143 Secondo gli studi di Wifstrand,

Trifiodoro rappresenta un'eccezione sia rispetto alle tendenze delle metrica in età tardoantica, sia soprattutto alle regole di Nonno, in particolare a quelle concernenti l'accento di parola.144 Da diversi punti di vista questo autore può

comunque essere considerato come un precursore di Nonno.145 M. Whitby osserva

che, se Quinto anticipa alcune caratteristiche della metrica di Nonno, da questo punto di vista Trifiodoro è più vicino agli alessandrini: la sua preferenze per la cesura femminile è leggermente meno marcata che in Quinto (78% vs. 81%), ma soprattutto i suoi versi sono più spondiacii rispetto a quest'ultimo, ammettendo tre spondei con maggiore frequenza, anche se il quinto piede è raramente spondiaco.146 Egli ammette 17 forme esametriche e il 25,47% dei suoi versi sono

olodattilici.147 Vi sono solo due violazioni della II legge di Meyer;148 tuttavia da

altri punti di vista Trifiodoro dimostra una maggiore libertà rispetto a Nonno, sia nella collocazione dei monosillabi che per quanto riguarda la violazione di leggi metriche, ma soprattutto per il fatto che non dimostra alcuna attenzione per gli accenti di parola.149

Da questo breve riepilogo della metrica a partire dall'età ellenistica emerge dunque che lo stile di Nonno discende da una lunga evoluzione: tuttavia nessuno

141Wifstrand 1933, 35-36 e 44-48, Whitby 1994, 114 e Miguélez Cavero 2008, 107.

142Whitby 1994, 114 e 141 n. 141: la II legge di Meyer viene violata nel 4% dei casi (mentre in Nonno nel 5%, a questo proposito cfr. Magnelli 2014, 271).

143Whitby 1994, 118. 144Wifstrand 1933, 75. 145Whitby 1994, 119. 146Whitby 1994, 119 e 145 n. 195. 147Miguélez Cavero 2008, 107. 148Wifstrand 1933, 73.

149Wifstrand 1933, 62 e Whitby 1994, 146 n. 199. Al v. 54 viene violato il ponte di Hermann (ma si tratta di un caso di stretta imitazione omerica) e altre volte la legge di Naeke (vv. 5, 52, 148, 408, 461, 640) (Miguélez Cavero 2008, 89).

prima di questo poeta era stato in grado di comporre esametri in base a regole tanto rigide e codificate.150

La metrica nonniana applica con estremo rigore le regole osservate già da Callimaco e riformula l'esametro adattandolo alla pronuncia dell'epoca, che non distingue più le sillabe lunghe dalle brevi e sostituisce l'accento d'intensità con quello di parola.151 I versi di Nonno prevedono innanzitutto la predominanza del

dattilo: l'autore utilizza solo nove forme dell'esametro (in Callimaco erano venti), esclude lo spondeo in quinta posizione, i versi con tre, quattro e cinque spondei e la successione di due spondei consecutivi (a patto che fra di essi non vi sia la cesura pentemimere).152 Il verso presenta inoltre sempre una cesura centrale, per lo

più trocaica; la cesura pentemimere deve essere accompagnata dall'eftemimere o dalla bucolica.153 Per quanto riguarda l'accento di parola, il verso di Nonno

termina con una sillaba contenente una vocale lunga, con accento indifferentemente sull'ultima o sulla penultima sillaba; se invece il verso termina con una sillaba breve, l'accento si trova necessariamente sulla penultima, tranne nei casi in cui la clausola sia costituita da δέ, γάρ, μέν o αὐτός. Dinanzi a una cesura pentemimere l'accento della parola si trova generalmente sulla penultima sillaba.154 Infine, per quanto riguarda la prosodia, Nonno è molto rigido per quanto

riguarda l'allungamento per posizione;155 la correptio Attica viene sempre evitata

tranne che per quelle parole che non potrebbero altrimenti entrare nell'esametro (come ad esempio Ἀφροδίτη), così come lo iato; anche l'elisione è molto rara e la si osserva solo per le parole invariabili.156

Le regole metriche di Nonno verranno successivamente adottate da altri poeti della tarda antichità.157 L'ultimo poeta 'classico' di Bisanzio a comporre esametri

sarà Giorgio di Pisidia, che si atterrà in buona parte allo stile nonniano, arrivando

150Whitby 1994, 122-123.

151Si veda Keydell 1959, 35*-42* e Vian 1976, L. 152Vian 1976, L.

153Vian 1976, LI.

154Vian 1976, LIII, per cui cfr. anche LIV. 155Si veda Vian 1976, LIV-LV.

156Vian 1976, LV. Per un approfondimento dell'esametro nonniano si veda anche Magnelli 2016. 157Ad esempio, per Paolo Silenziario si veda De Stefani 2011, XXXIII-XXXVIII.

a irrigidire ulteriormente gli schemi accentuativi del verso, a riprova della percezione ritmica dell'esametro dei bizantini del VII secolo.158

In età bizantina cambierà poi la tecnica metrica e i versi verranno composti in base al numero di sillabe e non in base alla quantità vocalica.159