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A. Grammatica e lessico

IX. Le preposizioni

La preposizione ἀντί viene generalmente utilizzata col genitivo col significato di “invece di” (cfr. v. 2.253 ἀντὶ δ' ἀληθείης).95

2. Ἀπό

La preposizione ἀπό viene sempre utilizzata col genitivo. Forma per lo più il complemento di moto da luogo (1.270 ἀπὸ στομάτων), ma anche il complemento di tempo ('a partire da', 'da', cfr. 1.251 ἀπ' αὐτῆς τῆσδέ κεν ἠοῦς).96

Al v. 1.326 (ἀφ' ἡμέων ἔκτοθ') l'uso della preposizione ἀπό è pleonastico. Al v. 1.272 si legge ἀμπνεύσασα ἀπὸ κλόνου: la costruzione del verbo ἀναπνέω + ἀπό + genitivo è meno diffusa rispetto allo stesso verbo associato al genitivo semplice (cfr. LSJ s.v.). La costruzione si trova a partire dall'età imperiale: cfr. ad es. App. BC 2.1.6 (οὕτω μὲν ἡ πόλις ἀνέπνευσεν ἀπὸ τοῦ δέους).

93 Per l'omissione dell'accusativo si veda Mitsakis 1967, 90.

94 Alcune preposizioni, come ad esempio αμφί, non vengono più utilizzate da Eudocia (si veda a questo proposito anche Mitsakis 1967, 101).

95 Per questo significato di ἀντί cfr. Moulton – Turner 1963, 258.

3. Διά

La preposizione διά viene utilizzata col genitivo per esprimere il complemento di mezzo.97

4. Εἰς

Questa preposizione viene utilizzata con l'accusativo per lo più per indicare il luogo, ossia sia il complemento di stato in luogo (es. 1.296 βιοτὴν ἐς ἐκείνην) che quello di moto a luogo (es. 1.354 σεπτὴν εἰς ἄγυριν).98 Viene utilizzato anche per

formare il complemento di fine (cfr. 2.107 εἰς οἶτον). Altri usi sono: al v. 2.41 εἰς ἔτος ha il valore di complemento di limitazione e al v. 1.307 ἐς κρατερὰς τὰς ἐμὰς δυνάμεις indica l'oggetto del giuramento. Un altro utilizzo particolare è ἐς οὔνομα al v. 1.7: per dire 'in nome di qualcuno' veniva più facilmente utilizzata l'espressione ἐκ τοῦ τινος ονόματος, oppure più raramente ἐπὶ τῷ ὀνόματί τινος, mentre la forma εἰς τὸ ὄνομα col genitivo della persona non è attestata prima dell'età ellenistica e in papiri (in cui è termine tecnico del gergo commerciale). Nei LXX e nel Nuovo Testamento diviene poi molto comune la forma ἐν (τῷ) ὀνόματι (“nel nome di Dio”: ἐν τῷ ὀνόματι κυρίου).99 Il linguaggio di Eudocia si

avvicina qui quindi più a quello tecnico e prosastico che a quello letterario. Infine, al v. 2.52 (ἐς ἱππόβοτον θαλερὸν... κατὰ Ἄργος) una delle due espressioni risulta pleonastica: secondo C. Bevegni, κατὰ Ἄργος sarebbe una prassi compositiva ad

abundantiam per completare l'esametro.100

97 Anche in Nonno l'accostamento di questa preposizione con il genitivo è quello più frequente (e non quello con l'accusativo) (cfr. Keydell 1959, 63*).

98 Per l'uso di εἰς con valore di stato in luogo, e quindi come equivalente di ἐν, cfr. Moulton – Turner 1963, 254: «Etymologically these two prepositions are related. And at this period, from c. 150 B.C., εἰς is used instead of ἐν in a local sense, for the distinction between motion and rest becomes obscured in Hell. Greek […]. In the Koine εἰς and ἐν are freely interchanged, until in MGr εἰς has abosrbed ἐν completely, consistently with the disappearance of the dat. However, under Hebraic influence ἐν appears almost twice as often as εἰς in NT. And confusion between the two prepositions has already begun, εἰς often appearing for ἐν and more rarely ἐν for εἰς». Per una considerazione più generale sulle funzioni e sull'uso di questa preposizione, cfr. sempre Moulton – Turner 1963, 266-267.

99 Per un approfondimento sulla storia del termine ὄνομα si veda GLNT, vol. III, s. v., coll. 681- 790.

5. Ἐκ

Questa preposizione viene utilizzata col genitivo per esprimere il complemento di origine (1.357 ἐκ γραφικῶν βίβλων), di moto da luogo (2.36 ἐκ κρατερῶν βασιλείων) e il complemento di causa (2.244 ἐκ τοῦ)101. Il significato primario è

comunque quello di moto da luogo.

6. Ἐν

Questa preposizione viene utilizzata col dativo per lo più per indicare stato in luogo (cfr. 1.261 ἐν παραδεισιάδος δαπέδῳ), ma può indicare anche il complemento di tempo determinato (1.331 τῇδε... ἐν νυκτί). Assume inoltre un valore strumentale (1.348 ἐν ἐμοῖς... στομάτεσσι) ed esprime il complemento partitivo (v. 2.221 ἐν ἀνθρώποισιν).102

7. Ἐπί

Questa preposizione viene utilizzata col genitivo per formare il complemento di moto a luogo (es. 1.300 ἐπὶ βήματος).

Con il dativo esprime il complemento di stato in luogo (2.81 ἐπὶ χθονὶ τῇδέ), la direzione (2.108 ἐπ' ἀνθρώποισιν) e il complemento di causa (2.387 ἐπὶ τοῖσιν, ἐπὶ τυτθοῖς).

Con l'accusativo invece forma il complemento di moto a luogo (es. 1.269 ἐπὶ εὐχωλήν) e il complemento di tempo continuato (2.311 ἕπτ' ἐπὶ ἑβδομάδας), ma anche in modo anomalo, nel caso di 2.217 (ἐπὶ γαίην), stato in luogo.103 Al v.

1.219 (ἐπί τε δράκοντα κατέκτας) l'uso della preposizione invece è pleonastico.104 8. Κατά

Questa preposizione si accompagna al genitivo per esprimere il vantaggio (2.319 καθ' ἡμείων) o rapporto ostile (2.458 κατ' ἐμεῖο). Al v. 1.287 (ἐμῶν μενέων κατὰ πάντων) il verbo ὄμνυμι (sottinteso) viene utilizzato con κατά + genitivo per

101Per l'uso di ἐκ in senso causale cfr. Moulton – Turner 1963, 260 e Mitsakis 1967, 107.

102Per la funzione strumentale di questa preposizione – la cui origine può essere ricondotta a influenze semitiche – cfr. Mitsakis 1967, 111. Più in generale si veda anche Moulton – Turner 1963, 260-265.

103Ludwich in apparato difende però il testo tradito (proponendo comunque anche la lezione γαιῃ) (Ludwich 1897, 62).

significare “giurare su qualcosa”, costruzione che è in genere propria della prosa (cfr. LSJ s.v., III).

Con l'accusativo indica il complemento di tempo determinato (1.211 μεσσατίην κατὰ νύκτα), il complemento di moto (2.72 κατὰ ἅψεα), di stato in luogo (2.104 κατὰ νῶτα) e la relazione (2.114 κατ' ἔριν).105

9. Μετά

Questa preposizione si accompagna al genitivo formando il complemento di compagnia (1.251 μετὰ σεῖο) e quello di modo (2.370 μεθ' ἡσυχίης).106

Con l'accusativo indica il complemento di tempo (1.246 μετὰ ἕκτον... ἦμαρ).107 10. Παρά

La preposizione παρά viene utilizzata col genitivo per esprimere la provenienza (2.42 παρ' ἀνδρῶν ἱεροφαντῶν) e col dativo per indicare lo stato in luogo (2.281 πὰρ γὰρ τῇδε).108

11. Περί

Questa preposizione con l'accusativo indica il luogo (2.48 ἀκιδνότερον περὶ σῶμα).109

12. Πρός

La preposizione πρός utilizzata con l'accusativo indica moto a luogo (2.37 ποτὶ χθόνα).110

13. Σύν

Questa preposizione viene utilizzata col dativo per esprimere il complemento di compagnia (1.261 Bevegni).111

14. Ὑπό

Questa preposizione si accompagna al genitivo per indicare il complemento di

105Su questa preposizione si veda Moulton – Turner 1963, 268. 106Per il complemento di compagnia si veda anche Mitsakis 1967, 115. 107Per questa preposizione cfr. Moulton – Turner 1963, 268-269. 108Cfr. Moulton – Turner 1963, 272-273.

109Nel NT questa preposizione invece è molto più comune con il genitivo (Moulton – Turner 1963, 269-270).

110La preposizione viene utilizzata pochissimo da Eudocia, ma il fatto di usarla con l'accusativo è in accordo con le tendenze dell'epoca (cfr. Moulton – Turner 1963, 273-274).

causa (1.294 ἀλιτροσύνης ὑπὸ λυγρῆς), il complemento d'agente (2.110 ὑπὸ δαίμονος) e di causa efficiente (2.317 εὐχῶν ὕπο).112

15. Preposizioni improprie

Le preposizioni improprie che vengono utilizzate sono εἵνεκα + genitivo per esprimere il complemento di causa (1.232 εἵνεκ' ἀγηνορίης), χάριν + genitivo per indicare il complemento di causa (1.183 σεῦ γὰρ χάριν), uso di ἄχρι + genitivo per indicare complemento di moto a luogo (2.58 Ἤλιδος ἄχρι), uso di ἕως + genitivo per formare complemento di moto a luogo figurato (2.80 εἵως ἠπεδανῆς ἀπάτης)113, ἄτερ + genitivo per indicare il complemento di privazione (2.133 ἄτερ

σπλάγχνοιο).114

Vi sono delle anomalie nell'uso delle preposizioni improprie: al v. 1.244 si ha νίκης ἔντοσθε: dal contesto si evince che il significato deve essere “per la vittoria”, ma l'uso di ἔντοσθε, che significa 'dall'interno', 'dentro', è anomalo. Al v. 1.398 (σεπτῆς ἅμα μυστιπολείης) l'uso della preposizione ἅμα con il genitivo è anomalo e la stessa cosa avviene al v. 2.91 (ἅμ' ἀντιθέων).115 Questo utilizzo

anomalo di ἅμα è da ricondursi al progressivo indebolimento del dativo, di cui prendono il posto altri casi, come qui il genitivo. Infine a 2.294 (ζαβόροιο λέοντος ὁμῶς) come afferma Ludwich, ὁμῶς + genitivo, per quanto insolito, risulta accettabile.116