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LUIGI BORRO

24. Faldone «Luigi Borro»

Soggetti, tecniche e dimensioni varie.

Sul recto della cartella al centro del piatto etichetta «Borro Luigi/schizzi, abbozzi, disegni»; nell'angolo destro «BIBLIOTECA COMUNALE TREVISO Ms 1560». All'interno, su cartelle e fogli, numerose iscrizioni ed elenchi riepilogativi.

Consistenza del faldone:

Album A _ 112 disegni Cartella B _ 22 disegni Cartella C _ 14 disegni Cartella D _ 62 disegni Cartella E _ 41 disegni Cartella F _ 68 disegni Cartella G _ 21 disegni Cartella H _ 26 disegni Cartella I _ 53 disegni N. totale disegni _ 419

Stato di conservazione. La cartellina di cartone ha consentito il mantenimento in buono stato di

larga parte dei disegni. L'intervento eseguito dalla dott.ssa Salvador ha permesso di attenuare eventuali interferenze e migliorare le condizioni conservative per un campione di venticinque disegni.

Ms. 1560

Causa il ritardo con il quale si è posto in giusta luce l’operato dell’artista, non è ancora stata pubblicata nessuna ricerca mirata alla specifica analisi del corpus. Se si escludono i contributi di Boito ed alcuni altri interventi1, la prima monografia incentrata sulla figura dello scultore risale solo al 1955; sviluppata da un precedente scritto di Nino Barbantini2, grazie alla curatela di Mazzotti e Tonello, l’opera fornisce una prima proposta di catalogo

1

Cfr. Bibliografia in N. Barbantini, Lo scultore Luigi Borro, a cura di G. Mazzotti, A. Tonello, Treviso, 1955.

2

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delle opere di Borro, tra le quali compaiono già alcuni dei disegni del nucleo trevigiano. Successivamente solo gli eventi legati alla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia hanno portato alla pubblicazione di alcuni studi: taluni disegni infatti sono stati proposti al pubblico in occasione della mostra All’alba dell’unità, tenutasi presso il Museo di Santa Caterina di Treviso nel 20113, mentre di altri si è occupata Cristina Beltrami nel suo saggio per il catalogo dell’esposizione padovana sulla scultura commemorativa di soggetto risorgimentale4. In entrambi i casi l’interesse si è concentrato soprattutto sulla produzione dei progetti per i monumenti dedicati a Daniele Manin (1866-1874), a Vittorio Emanuele II (1878) e a Giuseppe Garibaldi (1882). Il contributo più aggiornato è stato offerto senz’altro dalla mostra Risorgimento a Treviso del 2012. Per la prima volta la raccolta è stata considerata nella sua interezza anche se solo in termini conservativi. La relazione tecnica stilata da Loretta Salvador5, seppur soffermandosi giustamente sul campione restaurato, riporta utili informazioni di carattere generale. Nonostante l’inventariazione come manoscritto (ms. 1560), il faldone è costituito da una cartella rigida contenente un album 27 x 24 cm e otto cartelline in robusta carta da registro. Il quaderno raccoglie 112 schizzi di piccole dimensioni, mentre le cartelline racchiudono ciascuna dai 14 ai 68 disegni di vario formato, per un totale complessivo di 419 unità. Le varie sezioni sono corredate da un elenco a macchina nel quale vengono indicati tecnica e dimensioni degli esemplari contenuti. Ciascun raccoglitore è contraddistinto da una lettera, dalla A (album) alla I, mentre i disegni al loro interno seguono di volta in volta una numerazione progressiva. Come è stato gentilmente suggerito dal dott. Perino, il contrassegno alfanumerico a matita rossa presente su ogni foglio fu apportato dal bibliotecario Luigi Sorelli, successore dell’abate Bailo. I disegni qui proposti non presentano tale annotazione, pertanto è da ritenere che essi non abbiano mai fatto parte del faldone “Luigi Borro”; a

3

All’alba dell’unità. Il quarantotto di Luigi Bailo, Musei Civici di Treviso, catalogo mostra (Treviso, 19

marzo - 3 aprile 2011). 4

C. Beltrami, I monumenti che hanno fatto gli italiani in «Scolpire gli eroi. La scultura al servizio della memoria», a cura di C. Beltrami, G. C. F. Villa, Milano, 2011; catalogo della mostra tenuta a Padova presso il Salone del Palazzo della Regione (20 aprile - 26 giugno 2011).

5

L. F. Salvador, Il recupero del fondo cartaceo civico “Luigi Borro”in occasione della mostra: relazione

tecnica di restauro conservativo di 25 disegni in «Risorgimento a Treviso. Opere e testimonianze

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supportalo l’iscrizione sul già citato progetto per il monumento dedicato a Cavour (inv. 11139), lasciato da Antonio Pavan al Museo Civico nel 18896 e confluito cosı̀ nelle raccolte della biblioteca molto prima di alcuni esemplari del faldone7. Si ritiene che quest’ultimo sia il risultato finale di una serie progressiva di acquisti e donazioni, voluta probabilmente da Luigi Bailo per costituire un corpus omogeneo di studi e schizzi dello scultore trevigiano. Fu probabilmente lo stesso Sorelli, sotto la guida di Bailo, l’esecutore materiale dell’effettiva formazione della cartella, che andrebbe cosı̀ a collocarsi tra la seconda metà degli anni ’20 – va ricordato che l’album fu acquistato solo nel 1925! - e la morte dell’abate (1932). All’epoca dell’intervento di Sorelli lo studio per il monumento Cavour non fu visionato e per questa ragione involontariamente escluso, cosı̀ come deve essere accaduto per i disegni presentati in questo catalogo. Come si vedrà meglio nelle singole schede elencate di seguito, l’analisi diretta della raccolta ha permesso di riscontrare analogie, in alcuni casi indiscutibili, tra i disegni del faldone e alcuni fogli sciolti del Fondo Iconografico. E# stato possibile riconoscere quattro come di sicura mano dello scultore ed ipotizzare l’attribuzione per altri sei. Sono schizzi e bozzetti vari, in generale non accomunati né da soggetto, né da tecnica, e ciò rafforza l’ipotesi di una loro esclusione di natura puramente fortuita.

6 A tal proposito si veda la trascrizione in nota nel paragrafo 1.3, «Provenienza: dubbi e ipotesi», di questa tesi, p. 24, nota 31.

7

Le annotazioni presenti su alcuni esemplari del faldone testimoniano acquisti effettuati tra il 1922 e il 1923. Un esempio è fornito dall’iscrizione apposta da Luigi Bailo sulla cartellina H: «Disegni/di Luigi Borro/Monumento/Daniele Manin/ terzo (o quarto) acquisto/Dicembre 1922».

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