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Penna, inchiostro bruno, acquerello, carta bianca. 220 x 300 mm.

Sul recto annotazioni numeriche lungo il perimetro; angolo superiore destro a matita «Biblio Comunale».

Stato di conservazione. Il foglio è conservato in una busta apposita all’interno della cartella n. 13,

rimanendo cosı̀ maggiormente protetto rispetto ad altri fogli. Agli angoli sono presenti dei fori da punta metallica. La superficie cartacea, soprattutto lungo il margine superiore, è segnata da alcune piccole macchie giallo-brune.

Provenienza: eredi Bortolan (1898).

Inv. 7243

Bibliografia: Bailo, 1898; A. Degli Azzoni Avogadro, 1954; A. Campagner, 1980; Pavanello, 1983; C.

Limentani Virdis, S. Fasolato, 1999.

Il presente è un bozzetto per il dipinto Angelo Giustinian Provveditore della Repubblica di Venezia si oppone alle pretese di Napoleone Bonaparte. Treviso 2 maggio 1797 dell’artista trevigiana Rosa Bortolan (1817-1892), oggi di proprietà della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana di Treviso. Fortunatamente - se si tiene conto della scarsità d’informazioni riguardo al nucleo del quale fa parte - sulla provenienza di questo disegno si hanno notizie abbastanza chiare. Lo studio della Limentani Virdis (1999) infatti, ha apportato alcune novità in merito alla storia del foglio, riprodotto per la prima volta da Degli Azzoni Avogadro nel 1954. Come la studiosa riporta, secondo Luigi Bailo, all’epoca il foglio in questione faceva parte di una coppia di bozzetti preparatori per l’opera pittorica.

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Entrambi i disegni furono presentati all’Esposizione Storica trevigiana del Risorgimento Nazionale tenutasi a Treviso nel 1898. Lo testimonia Bailo nel numero straordinario del Bollettino del Museo Trivigiano, redatto proprio in occasione dell’esposizione. Nella sezione riguardante le Rappresentazioni storiche, infatti, citando il dipinto, l’abate si riferisce anche ai due bozzetti: «Il provveditore Gen. Anzolo Zustinian cede la spada al Generale Bonaparte protestando pel diritto della Repubblica Veneta. - Dipinto di Rosa Bortolan, trivigiana, eseguito di commissione di alcuni cittadini, per azioni, e toccato in sorte al Sig. Ernesto Zoccoletti, che gentilmente il concesse per l’esposizione. Si vedono anche i due schizzi del quadro stesso; e si può leggere la storia del fatto come dal Giustiniano è esposta nel suo dispaccio da Treviso al Senato» (Bailo, 1898, pp. 18-19, par. 383). Dopo la mostra il nostro disegno e il suo irreperibile “gemello” non furono riscossi dai proprietari, rimanendo cosı̀ presso l’istituzione. Ben ventisei anni dopo, però, il lascito non era ancora stato ufficializzato tanto che, in una lettera del 1924, menzionata sempre dalla Limentani, Bailo chiede conferma dell’effettiva donazione alle ormai ex proprietarie, Elisabetta e Luigia Bortolan, nipoti dell’artista. Questa lettera sottintende un’ulteriore informazione: nel ’24, entrambi i bozzetti erano custoditi ancora presso il Museo cittadino. Si può dedurre quindi che la coppia sopravvisse alla Grande Guerra e ai rimaneggiamenti dei depositi che essa comportò. La perdita del secondo foglio è da imputare invece a spostamenti successivi ed è collocabile nel trentennio che separa la testimonianza di Bailo dalla pubblicazione di Degli Azzoni Avogadro (1954), probabilmente durante il secondo conflitto mondiale, anche se forse tuttora si trova solamente fuori posto in uno dei vari depositi comunali.

Il soggetto rappresentato è ispirato ad una vicenda cruciale della storia trevigiana, ovvero l’incontro tra Napoleone Buonaparte e l’allora Provveditore Straordinario di Treviso, Angelo Giustinian. L’episodio ebbe luogo il 2 maggio 1797 presso la cittadina «Locanda all’Imperatore». Durante il colloquio Giustinian tentò invano di ribellarsi alle pretese francesi; all’incontro era presente anche il Podestà di Treviso Angelo Barbaro che nel dipinto, come nel disegno, rappresenta il terzo personaggio chiave della composizione. La corrispondenza tra bozzetto e dipinto è riscontrabile soprattutto nel trio centrale e ciò, sempre come conclude la studiosa, dimostra che l’artista ebbe «fin dall’inizio le idee molto chiare sul significato patriottico che voleva dare all’opera» (Limentani Virdis, 1999, p. 57). La Limentani non si sofferma ad analizzare l’aspetto tecnico del foglio. Ciò è forse giustificato dalla mancanza di un organico nucleo di disegni che permetta il raffronto stilistico. Le opere su carta rintracciate infatti sono assai poche. Se si esclude l’opera

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trevigiana, nella monografia le sono ricondotti un Amore dormiente (Padova, Museo Civico) - copia fedele di un’incisione del Gandolfi - e alcuni studi attestati negli Atti della I. R. Accademia, ma purtroppo dispersi. E# possibile comunque spendere qualche parola sull’argomento. Il disegno appare di rapida esecuzione. La penna e le acquerellature denotano una padronanza della tecnica, probabilmente impiegata già altre volte nel fissare le composizioni. E# interessante notare come la Bortolan abbia definito inizialmente il contenitore scenico, per inserire poi - sono evidenti le linee costruttive al di sotto delle figure - i protagonisti della vicenda. Come afferma la Limentani Virdis, l’artista «servendosi di regole prospettiche, costruisce con precisione le pareti della stanza per poi disporvi i personaggi come gli attori di un dramma teatrale» (Limentani Virdis, 1999, p. 57). E in fondo, per la sconfitta comunità trevigiana, si trattò proprio di un dramma.

A conclusione, dal punto di vista conservativo, il foglio si presenta in buone condizioni, grazie anche ad una busta protettiva. Gli angoli presentano dei fori da punta metallica, probabilmente realizzati per l’esposizione del 1898. Sul foglio sono presenti alcune piccole macchie che fortunatamente non interferiscono con la lettura dell’immagine. Data l’importanza del disegno in rapporto all’opera pittorica, ma ancor più in riferimento alla produzione generale della Bortolan, è auspicabile che il foglio, cosı̀ come altri della raccolta, trovi al più presto una più degna sistemazione nell’ampio contesto delle raccolte civiche trevigiane.

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GIOVANNI BATTISTA DALLA LIBERA

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