prospettiva, la necessità di un criterio di classificazione capace di combinare l’aspetto “esterno” dei corpora, basato sulla disposizione delle omelie, con quello “interno” derivato dalle collazioni. In quella che Fedwick chiama la famiglia “d” confluiscono sostanzialmente i criteri esterni del tipo D di Rudberg (disposizione delle omelie in tre o quattro gruppi) e quelli interni del gruppo D dell’ultimo Rouillard. Scrive Fedwick a questo proposito:
88
I volumi che direttamente interessano la questione della tradizione manoscritta delle Omelie di Basilio sono il vol I e il vol II/1, pubblicati rispettivamente nel 1993 e nel 1996, e sono quelli che normalmente citiamo in queste pagine.
89 Fedwick 1996, 11-‐‑125. 90 Fedwick 1996, 1-‐‑10. 91 Fedwick 1996, 3-‐‑7.
44
Benché non vi sia un criterio esterno per raggruppare i circa 222 (sic!) manoscritti che contengono le omelie di Basilio, un indizio particolare della forma più arcaica può essere tratto dalla sistemazione o disposizione delle Homiliae in Psalmos. I manoscritti elencati da Rudberg nella famiglia “d” presentano una disposizione in cui Ps1 apre il
corpus ma non è seguito dalle altre omelie dello stesso tipo. Queste omelie
sono invece distribuite in tre o quattro posizioni diverse. (…) È proprio la posizione di queste omelie in un manoscritto a costituire uno dei criteri per il discernimento dello stadio più antico nella formazione di un corpus omiletico basiliano. Questo criterio esterno sarebbe di per sé insufficiente se non fosse corroborato da prove interne. Ma il testo dei mss sopra menzionati è il migliore92. (…) Oggi non esistono mss. in cui si trovi
questa disposizione, ma questa ricostruzione è supportata dai migliori mss. del gruppo e quindi può essere accettata come un’ipotesi plausibile93.
In questa tradizione le Homiliae in Psalmos sono distribuite in tre o quattro gruppi. Ad aprire l’intera raccolta è Ps1, separata dalle altre omelie sui Salmi da una o tre omelie (normalmente, Attende, Destruam, Divites). Nel secondo gruppo, le ultime tre omelie sono di norma seguite da Ps14a e
Ps14b. Il gruppo successivo è costituito dalle ultime 4 omelie (36-‐‑39, un
blocco), e il quarto da Ps 7, Ps 28, Ps29, Ps 32, Ps 44, Ps 45, Ps 48. Come si vedrà dall’analisi dei singoli manoscritti, in quasi ogni corpus si incontrano delle eccezioni. Perciò, nello studio delle singole collezioni, non insisterei troppo su quali numeri sono assegnati a particolari Homiliae in Psalmos – questo non è molto importante – ma occorre piuttosto verificare se siano o no raggruppate insieme, normalmente all’inizio, come nel corpus “u”, o se invece siano disperse in blocchi separati, secondo l’ordine sopra descritto94.
Come si vede, Fedwick si limita qui a presentare una concisa sintesi degli studi precedenti. Più avanti insiste su due argomenti di arcaicità della famiglia “d” che pure non sono nuovi ma che Rudberg e Rouillard avevano sottolineato meno recisamente:
Un altro indizio della presenza o di traccia di una disposizione primitiva è la posizione della seconda omelia sul digiuno (Iei 2) che viene anteposta alla prima (Iei 1). Inoltre, l’esclusione in molti casi delle omelie spurie Ps
92
Questa affermazione laconica si basa verosimilmente sugli ultimi articoli di Rouillard.
93
Cfr. Rouillard 1984-‐‑85. 94
45
28b e Ps 37 dalla collezione è un indice della forma più arcaica di un corpus
omiletico basiliano95.
Ma l’insistenza di Fedwick sulle caratteristiche esterne dei corpora appartenenti a questa famiglia non deve trarre in inganno. Altrove, seppure più brevemente, egli sottolinea che «il criterio esterno non sarebbe decisivo se non fosse per il testo96». E più avanti, laddove riporta
l’elenco dei 22 manoscritti da lui inclusi nella famiglia “d”, ritorna sullo stesso concetto:
I seguenti 22 manoscritti rispecchiano il criterio non solo delle evidenze esterne (disposizione delle omelie) ma anche quello delle evidenze interne. In altre parole, essi sono strettamente correlati fra loro soprattutto dal punto di vista testuale97.
Infatti, a ben guardare, non tutti i manoscritti da lui indicati come esempi della famiglia “d” riportano una disposizione delle omelie in più blocchi. Ad esempio, il manoscritto da noi designato con la sigla D, cioè il Vat. gr. 2053, classificato da Fedwick con la sigla h85 e da lui stesso accuratamente descritto98, benché contenga un testo molto prossimo alla
famiglia “d” – ciò che risulta comprovato anche dalla nostra collazione dell’Homilia in Ps. 45, che rivela per questo testo una strettissima parentela con il nostro A, il Chisian. 47, ritenuto da Fedwick uno dei tre manoscritti più rappresentativi della famiglia99 – non presenta alcuna
delle caratteristiche “esterne” della famiglia “d”: esso riporta le Homiliae in Psalmos in un unico blocco; non trascrive la prima omelia sul digiuno (Iei1), rendendo impossibile verificare la sua posizione rispetto alla seconda (Iei2); copia le due omelie spurie sui Salmi 28b e 37. Lo stesso stesso dicasi per il nostro W (h144100, Coislin. 230), e per il nostro F (h
95
Fedwick 1996, 5. Nostra traduzione dall’inglese. 96
Fedwick 1996, 6. Nostra traduzione dall’inglese. 97
Fedwick 1996, 6. Nostra traduzione dall’inglese. 98
Fedwick 1996, 52-‐‑53. 99
Fedwick 1996, 7. Gli altri due sono, secondo Fedwick: h59 (Ottob. gr. 80), da noi non collazionato, e h158 (Paris. gr. 498, il nostro Φ)
100
Fedwick 1996, 83-‐‑84. In questo manoscritto Iei 1 viene prima di Iei 2 e le Homiliae in Psalmos sono copiate in un blocco unico all’inizio del codice.
46
142101, Coislin. 49): per questi testimoni è il solo criterio “interno” della
parentela “testuale” ad assegnarli alla famiglia “d”; al contrario, altri manoscritti, come il nostro Φ (h158102, Paris. gr. 498), il nostro G (h141103,
Coslin. 48) e il nostro B (h90104, Med. Laur. 8), oltre alle evidenze interne
presentano effettivamente la disposizione in quattro blocchi così come descritta dallo studioso canadese.
A conclusione della sua presentazione della famiglia “d”, Fedwick ritiene di poter affermare che:
un esame accurato del testo di questa famiglia indica che h58105 (il nostro
A, ndr), h 59106 e h158107 (il nostro Φ, ndr), sono i manoscritti più
rappresentativi del gruppo. Quanto a eccellenza del testo e ordine primitivo, essi sono seguiti da vicino da h90108 (il nostro B, ndr), h132109 e
h107110. 111