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OSPEDALI PER ACUTI.

MODALITA DI ACCESSO E CARATTERISTICHE DELLA DEGENZA

5. FASE PILOTA.

Il progetto sarà monitorato per circa un anno. La raccolta dati è affidata al coordinatore infermieristico in collaborazione con il Responsabile della Posizione Organizzativa con presentazione dei dati ad un tavolo di lavoro al quale partecipano : la dirigenza aziendale, il dirigente infermieristico, la dirigenza medica, il responsabile delle posizioni organizzative e il coordinatore infermieristico.

Gli indicatori di riferimento per il monitoraggio dei risultati saranno: INDICATORI DI PROCESSO:

ü n. di persone formate sul modello care management / totale degli infermieri; INDICATORI DI ESITO:

ü n. dei reingressi in pronto soccorso a 30 giorni/pazienti dimessi dall’ UDI, ü n. dei reingressi in pronto soccorso a 30 giorni/ totale dei pazienti dimessi che

62 CONCLUSIONI.

Durante la stesura di questa tesi vicino ai risultati fortemente positivi che le UDI esistenti nella Regione Marche e nella Regione Lazio hanno prodotto, è nata una forte resistenza ad opera dell’ Ordine dei Medici.

L’Ordine dei medici di Perugia ha fatto ricorso al TAR ritenendo che il modello organizzativo dell’ Unità gestita dagli infermieri debba essere “radicalmente ripensato” al fine di dare vita a “dannose confusioni, commistioni o improprie surroghe” tra le competenze del medico e quelle infermieristiche. L’IPASVI di Perugia si è subito difeso dichiarando essere il ricorso un “ricorso anacronistico perché il modello organizzativo

definisce chiaramente i diversi ambiti di autonomia, di competenza e di responsabilità professionale e attraverso un’ appropriata presa in carico delle persone con i loro problemi assistenziali, gestisce le diverse problematiche assistenziali assicurando efficacia, sicurezza e appropriatezza degli interventi grazie a personale altamente preparato”. Giovedì 10 Novembre 2016 il Tar ha depositato la sentenza accogliendo il

ricorso presentato dai sindacati dei medici. Si è ritenuto che “il piano regionale non preveda l’ UDI, e che quindi la sua istituzione con delibera del direttore generale dell’ Azienda ospedaliera risulti essere illegittima”. Da qui la decisione di annullare la delibera della giunta regionale n.1084 del 2015 e sottolineare che il modello organizzativo “non

appare coerente con il quadro normativo di riferimento, preordinato, anche nell’ assetto organizzativo, alla tutela del diritto alla salute dell’ individuo/paziente, che richiede l’ intervento coordinato del medico e dell’ infermiere”. Anche nella Regione Lazio la

situazione è analoga, con i sindacati dei Medici che ostacolano l’UDI dichiarando che la base fondamentale dei processi di cura sono di esclusiva competenza medica ed che quindi solo e soltanto il medico che può occuparsi della definizione diagnostica e prognostica e delle conseguenti prescrizioni e indicazioni terapeutiche.

L’UDI (Unità di Degenza Infermieristica) nasce per rispondere a diversi bisogni tra cui il bisogno di un’ assistenza continuativa per i pazienti post acuti che non hanno la capacità o la possibilità di rientrare nelle loro realtà subito dopo la dimissione e il bisogno di “liberare” sempre prima il posto letto con conseguente alleggerimento del Pronto Soccorso.

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Nei decreti che deliberano l’UDI si leggono parole come “appropriatezza assistenziale ed organizzativa”, “sviluppo di modelli assistenziali innovativi” e “integrazione” senza perdere di vista la centralità del cittadino nel processo di cura. Non si legge nei vari decreti che attivare un’UDI debba diventare una guerra tra medici e infermieri. Nei decreti è dichiarato chiaramente che la tutela clinica del paziente è affidata ai Medici di riferimento i quali “valutano le condizioni di eleggibilità dei pazienti prima dell’ammissione nell’UDI; assicurano l’ assistenza medica in base al piano terapeutico-assistenziale individuale, e per finire, dispongono la dimissione dell’ utente a conclusione del ricovero.

Quindi al professionista medico che trova non professionalmente consono essere informato dall’infermiere sulle condizioni di salute del paziente, vorremmo far osservare, che solo il rapporto di collaborazione e di fiducia tra “professionisti” rende possibile erogare un’ assistenza qualitativamente alta.

L’augurio che possiamo fare alla sanità di oggi, con le problematiche di efficienza che l’affligge, è quella che faccia diventare realtà le UDI diventando parte integrante delle Aziende Sanitarie per il bene del cittadino e per la riconoscenza della professionalità e la preparazione dei professionisti Infermieri.

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RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare in primis la mia relatrice, nonché Coordinatrice ed amica Claudia Calderini la quale, oltre al prezioso aiuto nella stesura di questa tesi, mi ha supportato ed incoraggiato ad intraprendere questa strada.

Ringrazio poi tutta la mia numerosa famiglia che mi ha permesso con il suo prezioso aiuto di potermi assentare da casa tutto il tempo necessario aiutandomi nella gestione dei miei piccoli ometti.

Ringrazio il mio compagno Daniele che mi ha supportato e sopportato in questo percorso. Ed infine ringrazio le mie compagne di avventura Bruna, Tiziana e Valentina per i numerosi lavori di gruppo affrontati insieme e per le numerose risate. Tra le mie compagne di avventura devo ringraziare separatamente la mia amica e collega Giancarla che senza di lei questo traguardo non l’ avrei raggiunto sopraffatta a volte dalla stanchezza e dall’ insicurezza: Grazie per avermi sempre sostenuta e coinvolta.

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ALLEGATI 1

SCALA DI VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA VITA