• Non ci sono risultati.

Luglio 2016 su “Quotidiano Sanità” un articolo intitolato “Perugia Unità di degenza infermieristica:i numeri di un progetto riuscito” riporta i dati che emergono

OSPEDALI PER ACUTI.

Il 25 Luglio 2016 su “Quotidiano Sanità” un articolo intitolato “Perugia Unità di degenza infermieristica:i numeri di un progetto riuscito” riporta i dati che emergono

dopo un anno di sperimentazione che sono assolutamente positivi ed incoraggianti. L’UDI, in un anno, ha accolto 533 pazienti con una degenza media di 6,8 giorni per i quali, nel 53% dei casi, è seguito l’ invio a domicilio, mentre il 35% è stato poi accolto da strutture residenziali territoriali ed il rimanente 12% è stato rinviato alle strutture ospedaliere per il riacutizzarsi della condizione clinica.

Altre realtà viventi e funzionanti le ritroviamo nel Lazio inaugurate nel 2014, tre Unità di Degenza Infermieristica: una è ubicata all’ ospedale Pertini con 10 posti letto, la seconda si trova all’ ospedale Regina Margherita con 8 posti letto e la terza la troviamo all’ ospedale Umberto I con 18 posti letto. La regione Lazio ha decretato la nascita di questo nuovo modello organizzativo tramite il Decreto del Commissario ad Acta 12 Novembre 2014, n. U00370 “Linee di indirizzo regionali: Unità di Degenza Infermieristica – Modello Organizzativo”. Questo documento considera che tra gli obiettivi assegnati ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Regionali vi siano previste misure di rimodulazione dell’assistenza su base funzionale dei posti letto mediante un’ organizzazione per aree assistenziali per differente intensità di cura al fine di assicurare una risposta appropriata ed efficiente in funzione del bisogno assistenziale dei pazienti oltre che a ridurre i tempi di degenza in ospedale.

53

Le Unità di Degenza Infermieristica diventano quindi un obiettivo del Piano Sanitario Regionale 2010-2012 del Lazio.

In Veneto, all’ospedale Alto Vicentino, troviamo un progetto che è il primo nel suo genere e cioè la Degenza a Integrazione Didattica a gestione infermieristica. Questa degenza è costituita da 10 posti letto ed è caratterizzata dal fatto di avere un’ assistenza infermieristica integrata con il Corso di Laurea in Infermieristica.

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP), non presenta un reparto di Low Care. Per i pazienti che necessitano di un’ ulteriore periodo di ricovero low care, in attesa di poter tornare al proprio domicilio, l’ AOUP ha stretto una convenzione con l’ospedale di Comunità di Navacchio. Questa struttura consta di 27 posti letto di cui alcuni sono convenzionati con l’ azienda. I pazienti che possono afferire a tale struttura possono rimanervi soltanto 7 giorni e devono essere affetti solo da alcune patologie specifiche elencate nella convenzione n° 404 del 23 Aprile 2015.

I pazienti che possono usufruire di questo proseguimento di degenza devono essere residenti nell’ ambito territoriale dell’ azienda USL di Pisa e con patologie tra cui: Cirrosi (che necessita di terapia ancora da controllare, necessita di un controllo dell’ ascite, etc) stroke (in fase di stabilizzazione dopo sepsi, episodio di tromboembolismo, episodio aritmico, controllo della disfagia, controllo della terapia della fibrillazione) emorragia gastroenterica stabilizzata ( controllo della terapia marziale, proseguimento e svezzamento dalla nutrizione clinica, in attesa di qualsiasi esame strumentale di controllo), patologie oncologiche (controllo della neutropenia-piastrinopenia, controllo della terapia del dolore, controllo della terapia della sepsi, controllo della nutrizione clinica, controllo della terapia per un’ anemia), scompenso cardiaco (controllo terapia, controllo rx torace, controllo funzione renale,..), malattie respiratorie come BPCO riacutizzata (controllo terapia, proseguimento ossigenoterapia, controllo EGA), insufficienza respiratoria cronica da varia causa in fase di stabilità.

Dal 2015 nell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana è nata la “Dicharge Room” ossia la Camera delle Dimissioni.

54

Questa struttura è ubicata all’ edificio 31 ed è parte integrante della struttura “Medicina d’ Urgenza e Pronto Soccorso”. Nella Dicharge Room vengono accolti pazienti già dimessi in attesa di fare rientro al proprio domicilio. L’uso di tale area è finalizzato ad accelerare i tempi di liberazione dei posti letto dei reparti vicini in modo da renderli prontamente disponibili per nuovi ricoveri. I pazienti trovano un ambiente con poltrone e letti, sono disponibili riviste e televisione, una sala per il pranzo e la sorveglianza è garantita da personale OSS e infermieristico.

3.

COSTRUZIONE DEL PERCORSO IDEALE.

In letteratura non troviamo niente inerente all’ argomento delle Unità di Degenza Infermieristica, ma solo eseguendo una ricerca su PubMed con diverse parole chiave come “Chronicity”, “Country Hospital”, “Intermediate Care”, “ Nurse Led Clinics” e “Skilled-Led Clinics” si trovano diversi articoli che non raccontano un vero percorso esistente ideale bensì mettono in evidenza risultati di indagini a diverso titolo su esperienze organizzative a gestione infermieristica.

ü “The contribution of Skilled Nursing Facilities to hospotal’s readmission rate”. Rahamon M., Mc Hugh, Gozalo PL, Ackerly DC, Mar V. 2016 May 18.

Obiettivo di questo articolo è di capire se le strutture infermieristiche post ricovero sono realmente importanti per la non riammissione nei primi 30 giorni post dimissione. La conclusione è che le strutture infermieristiche sono un forte aiuto per gli ospedali per la non riammissione dei pazienti entro i 30 giorni successivi alla dimissione;

ü “A nurse-Led Clinics brings a range of benefits”. Autore sconosciuto, 2016 Giugno.

In questo articolo si richiamano i tanti benefici e il tanto aiuto che questi ambulatori infermieristici fanno per i pazienti. Sono il primo punto di accesso e i primi contatti che i pazienti hanno con il personale sanitario.

ü “The italian plan of the cronicity: where is the internist?”. F. Fiammingo, A. Pierciaccante; 2016 Oct 29.

55

Questo studio italiano riprende il piano delle cronicità edito nel 2015 riproponendo l’ importanza del paziente al centro, della creazione di percorsi assistenziali dedicati ed individuali e della strategia dell’ Empowerment del paziente.

ü “Is a Skilled Nursing Facility’s rehospitalization rate a valid quality measure?”. Rahman M, Grabowski DC, Mar V, Norton EC; 2016 Dec.

Questo studia che dimostra che ci sono delle vere differenze tra i pazienti che dopo il ricovero entrano in strutture infermieristiche e pazienti che invece non vi vengono ammessi. Ci sono delle vere differenze e non vi sono dati artefatti.

4. COSTRUZIONE DEL PERCORSO DI RIFERIMENTO.

L’ Unità di degenza Infermieristica è una realtà in cui la figura principale è quella dell’ infermiere, che si occupa dell’ assistenza del paziente continuativamente durante la giornata, e che, insieme al proprio coordinatore infermieristico, si occupa della creazione e della attuazione dei vari piani assistenziali.

Il nuovo modello assicura maggiore efficacia delle prestazioni, migliore qualità dell’assistenza, risultati clinici più appropriati secondo il principi della continuità e dell’ umanizzazione delle cure e soprattutto un valido strumento per l’ ottimizzazione delle risorse ospedaliere con la conseguente riduzione dei costi. L’UDI nasce come una sperimentazione organizzativa e si occupa della gestione dei pazienti in fase post acuta, provenienti di norma da altre unità operative a carattere prevalentemente internistico, che hanno terminato l’inquadramento diagnostico. Hanno un piano terapeutico definito e condizioni cliniche stabili, ma necessitano di assistenza prevalentemente infermieristica finalizzata al completamento del percorso assistenziale in attesa della presa in carico al proprio domicilio, nell’ assistenza domiciliare integrata dei Servizi Territoriali o nelle Strutture Residenziali.

56

Gli obiettivi ideali che si intendono perseguire con la realizzazione dell’ Unità saranno: ü Garantire il mantenimento di un’adeguata qualità dell’assistenza alla persona

favorendo il recupero dell’autonomia del paziente, in un’ottica di restituzione al domicilio, o di ricorso a forme residenziali territoriali;

ü Migliorare l’utilizzo dei posti letto dell’area medica liberando risorse per l’accoglimento e la gestione di nuovi casi “acuti” , garantendo sempre il mantenimento della “presa in carico” e della continuità assistenziale;

ü Ottimizzare la degenza media e l’appropriatezza dei ricoveri riducendo il fenomeno dei “letti aggiunti”;

ü Favorire l’integrazione tra strutture ospedaliere e territoriali nonché lo sviluppo e la condivisione di percorsi assistenziali con particolare riferimento alle dimissioni protette al fine di assicurare la continuità assistenziale;

ü Favorire un’appropriata gestione del ricovero ospedaliero fornendo un’alternativa di cura e assistenza per pazienti post acuti o per soggetti con patologie cronico- degenerative in fase di riacutizzazione;

ü Ridurre giornate di degenza ospedaliera inappropriate, attraverso il monitoraggio dello stato clinico generale dei pazienti con patologie cronico-degenerative e consolidando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto ospedaliero per acuti, prevenire le complicanze e favorire il recupero dell’autonomia, in un’ottica di rientro a domicilio, o di ricorso a forme assistenziali territoriali e residenziali; ü Limitare gli accessi a carattere definitivo in strutture residenziali, legati

all’insorgenza di difficoltà familiari e sociali o alle difficoltà di gestione delle mutate condizioni fisiche e funzionali dell’ anziano dopo un’ evenienza acuta; ü Favorire l’integrazione tra strutture ospedaliere e territoriali e la condivisione di

risorse umane e tecnologiche al fine di assicurare la continuità assistenziale. La struttura afferisce funzionalmente al Dipartimento delle Professioni Sanitarie.

57

L’equipe assistenziale è formata da un Coordinatore Infermieristico, Infermieri e Operatori Socio Sanitari che erogano assistenza continua nelle 24h; inoltre possono intervenire, in base alle necessità assistenziali, altre figure professionali (medici, fisioterapisti, assistenti sociali, dietista..).

Nella prima fase sperimentale il responsabile di Posizione Organizzativa individuato dal Dirigente di Dipartimenti delle Professioni Sanitarie ha la responsabilità connessa alla gestione del corretto utilizzo dei posti letto; ha l’ obiettivo della promozione dell’ efficacia assistenziale ed è responsabile del corretto turn over dei pazienti, compreso il rinvio a domicilio o presso Strutture Territoriali, nel rispetto dei protocolli organizzativi individuati. La responsabilità del piano assistenziali è del coordinatore infermieristico e dell’ equipe infermieristica dell’ UDI.