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Fase 4: la valutazione di quest'anno è la progettazione dell'anno prossimo

2. STUDIO DI CASO: LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO FA.RE SOSTEGNO

2.7. Fase 4: la valutazione di quest'anno è la progettazione dell'anno prossimo

Per questo paragrafo si è nuovamente presa in prestito una dichiarazione di Patton, che esprime l'utilità e l'utilizzazione del processo di valutazione, che sta nell'essere base propedeutica per la progettazione futura. L'assemblea, infatti, si è composta di due fasi, la prima, già analizzata, della restituzione e della valutazione; e la seconda della progettazione. Gli elementi necessari per la ri- progettazione sono stati recuperati in parte dalle interviste e in parte elaborati appositamente dall'assemblea in quella stessa sera.

L'ultima parte dell'intervista, si ricordi, conteneva proprio delle domande di prospettiva, che invitavano i soggetti a immaginare gli sviluppi futuri del progetto e del gruppo. Le risposte sono state elaborate e quindi sistematizzate in una tabella che è stata proposta e spiegata durante questa fase dell'assemblea dalla ricercatrice25.

Per tutte le famiglie del gruppo Fa.Re è condivisa l'aspettativa che il gruppo si allarghi, per tre ordini di motivi: c'è bisogno dell'adesione di nuove persone per poter accogliere nuove famiglie da sostenere, "un gruppo più grande da poter aiutare più persone ... più avanti si va a più ce ne sarà bisogno" (membro n.6; 31/01/2012); per arricchire il gruppo stesso di nuove idee, menti, esperienze e vitalità "quando si comincia a girare con i soliti rimane un po' fermo" (membro n.2; 26/01/2012); per applicare il senso stesso del gruppo che "se non cresce abbiamo perso la battaglia. L'obbiettivo è questo aiutare la persona e far crescere il gruppo, ma se non cresce, non ho raggiunto l'obiettivo" (membro n.6; 31/01/2012). Alcuni hanno ribadito l'importanza di puntare sulla contaminazione del territorio comunale con le finalità di questo progetto, "me lo immagino con una capacità di coinvolgere di più il territorio, non può essere una cosa che si chiude, che si autogratifica con questi piccoli successi" (membro n.9; 03/02/2012), ma c'è anche chi continua a sostenere la difficoltà, se non quasi l'impossibilità, di incidere personalmente e come gruppo sull'andamento della comunità, in quanto "il mondo gira anche senza di noi"(membro n.5; 31/01/2012) e "siamo tutti delle piccole isole: ci conosciamo, abbiamo dei contattti, dei rapporti di vicianto e di buona educazione, però poi vedo che siamo tutti sono rpesi dalle loro cose" (membro n.3; 27/01/2012).

Una diversa visione che ha diviso i membri del gruppo riguarda il ruolo futuro che potrebbero assumere gli educatori: mentre una parte ha sostenuto la necessità dell'aiuto costante e dell'animazione degli operatori, "ci vorrà sempre qualcuno che faccia da filtro" (membro n.2; 26/0172012), l'altra ha cominciato ad avvertire come reale l'eventualità di un affrancamento "so

che gli educatori ci chiederanno di camminare con le nostre gambe e quello sarà un momento molto importante" (membro n.5; 31/01/2012), "penso che comunque anche noi dovremmo cercare il modo se non ci fosse più (la presenza degli educatori), di ampliare un po' la rete, di consolidare, anche perché adesso è abbastanza ai primi passi" (membro n.7; 02/02/2012).

Le prime due categorie di risposte, l'allargamento del gruppo e la promozione esterna, sono maturate con l'evolversi del gruppo, mentre l'ultima, il ruolo degli educatori, era già presente, si ricordi, già nella prima fase del progetto, quella di aggancio: era una delle garanzie richieste dalle persone inizialmente contattate. E' ritornata nuovamente in fase di valutazione ed è stata inserita come un'eventuale debolezza del progetto anche in questa fase di ri-progettazione.

L'assistente sociale immaginando il futuro del progetto, si è soffermato su tre elementi di sviluppo: uno riguarda il gruppo e il suo allargamento; un'altro le famiglie accolte, che possano riuscire a prendere consapevolezza delle problematiche e a trovare delle strategie risolutive valorizzando gli strumenti interni alla famiglia e alla comunità, e infine l'ultimo che concerne il progetto, perché "diventi un po' un prototipo per sviluppare altri progetti che vedano il cittadino coinvolto in prima persona, anche in altri settori, altri ambiti, per creare senso di appartenenza, caratterizzato dalla solidarietà".

Gli educatori hanno descritto degli scenari futuri sul gruppo, per quanto riguarda le famiglie sostenitrici e le famiglie accolte, e su loro stessi. Nel primo caso, hanno auspicato che la dimensione dei due gruppi si ampli, e che il gruppo Fa.Re "abbia un'autonomia di scelta fattiva rispetto a cosa fare e cosa non fare, molto più di quello che ha adesso, anche l'autonomia di non lavorare più con i servizi sociali, potenzialmente" (educatore 2; 13/02/2012) Gli educatori hanno pensato anche che il gruppo potrà diventare una risorsa per il territorio, rispondendo ad altri bisogni, o necessità, anche con modalità diverse dal sostegno "mi aspetto che da questo gruppo nascano altri servizi o altri progetti correlati sempre all'interno delle politiche di comunità o al gruppo Fa.Re. sostegno" (educatore 1; 13/02/2012).

Nel secondo caso, hanno riflettuto sul loro ruolo giocato all'interno del progetto e del gruppo Fa.Re, sostenendo che inevitabilmente dovrà modellarsi sulla situazione "il nostro ruolo che cambia ma non sparisce, non perché abbiamo bisogno di continuare a lavorare, ma perché non deve essere un progetto necessariamente analogo ad altri in tutto e per tutto. Non è questo l'obiettivo, perché non è questo il patto che abbiamo fatto con loro" (coordinatore; 13/02/2012) e molto dipenderà da come il gruppo si andrà definendo "penso che possa succedere qualsiasi cosa, uno dei possibili scenari è che questo gruppo, lo stesso o allargato, avrà la voglia, la necessità, il

bisogno, o chissà cos'altro, per aprire ad altro, più legato al territorio piuttosto che a tematizzare altri temi oltre quelli legati alla famiglia" (coordinatore; 13/02/2012).

I partecipanti hanno, allora, lavorato individualmente sulla base della griglia presentata, con questa consegna: "a partire da ciò che è emerso rispetto al futuro, quali sono secondo te, i punti di convergenza delle tre visioni e quali le dimensioni sulle quali investire?"

Ogni partecipante è stato dotato di più post it di due colori diversi su cui indicare le due diverse risposte; a turno ognuno si è alzato per leggere il proprio post it e apporlo sul cartellone in corrispondenza della parte "convergenza" o "investimento". Con questo esercizio di analisi, i presenti si sono concentrati nell'individuazione dei nodi tematici del progetto, che andranno ad aggiungersi agli altri elementi valutativi per la ri-progettazione.

La prima parte della consegna, i punti di convergenza, è stata necessaria per fissare l'attenzione su ciò che è emerso comune fra tutti; la seconda parte, le dimensioni da investire, è stata invece il risultato di una percezione e valutazione soggettiva. Il passaggio successivo, quello dell'influenzamento reciproco tra le varie posizioni, avverrà appunto in un secondo momento, perché necessita di ulteriore tempo.

Tra i punti in comune nelle visioni future sono stati evidenziati: • allargamento del gruppo, inteso come numero di componenti • maggiore autonomia mantenendo la presenza degli educatori

• allargamento degli orizzonti del gruppo, con la formazione e inventando nuove modalità • contaminazione del territorio e di altri settori (sempre nella modalità dell'integrazione tra

enti-cittadini)

Le dimensioni su cui investire si possono riassumere e accorpare in queste categorie:

• promozione verso l'esterno: il gruppo per accogliere e per rinnovarsi deve farsi conoscere nel territorio;

• consolidamento: delle prassi maturate e continua formazione personale e di gruppo, in vista di una maggiore autonomia, proseguire nella collaborazione tra isituzioni e volontariato da vedere come risorsa per la comunità;

• novità da sviluppare: trovare altre modalità oltre al sostegno, che coinvolgano anche altre associazioni per contaminare il territorio con la cultura della solidarietà;