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Fattori fonologici: onomatopee e aspetti ritmic

Commento traduttologico

5. Identificazione e categorizzazione dei fattori di specificità del prototesto

5.1. Fattori linguistic

5.1.1. Fattori fonologici: onomatopee e aspetti ritmic

5.1.1.1. Onomatopee

Rientrano nella categoria dei fattori fonologici tutti i fattori che riguardano il suono della parola e i suoi aspetti ritmici. Il testo di partenza affianca, infatti, alla funzione espressiva anche una sfumatura espressiva in cui la lingua è usata anche per il valore evocativo dei suoi suoni.

This is language designed to please the senses, firstly through its actual or imagined sound, and secondly through its metaphors. The rhythm, balance and contrasts of sentences, clauses and words also play their part. The sound- effects consist of onomatopoeia, alliteration, assonance, rhyme, metre, intonation, stress- some of these play a part in most types of texts.19 (Newmark, 1988: 42).

La lingua cinese a livello fonologico fa spesso ricorso a onomatopee, cioè "l'imitazione acustica di un oggetto o di un'azione attraverso il significante" (Luperini, Cataldi, Marchiani, & Marchese, 2001: 150), considerando questa figura retorica come un "formal aesthetic marker" (Ma, 2009: 656), (indicatore estetico formale) che rende il testo più esteticamente gradevole.

The transference of aesthetic values can be dealt with from two aspects, i.e., formal aesthetic markers and non- formal aesthetic markers. Formal markers are perceptible aesthetic features, which can be identified by salient formal features such as choice of words, syntactical structures and textual construction, etc.20 (Ma, 2009: 656). Nei confronti dell'onomatopea la lingua d'arrivo si pone, però, su una posizione completamente differente: si tratta di una figura retorica usata soprattutto in poesia o nel fu metto e che si può incontrare solo di rado nei testi di prosa. Per questo motivo le numerose onomatopee presenti nel testo di partenza solo di rado sono state tradotte con equivalenti onomatopee della lingua d'arrivo,

che le differenze interlinguistiche costituiscono la fonte principale di difficoltà traduttive."

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"Questa è una lingua creata per il piacere dei sensi, in primo luogo grazie al suo suono effettivo o immaginato e in secondo luogo grazie all'uso di metafore. Anche il ritmo, l'equilibrio e il contrasto tra periodi, frasi e parole giocano l a loro parte. Il suono e i suoi effetti quali onomatopee, allitterazioni, assonanze, rime, metrica, intonazione, enfasi, giocano in alcuni casi un ruolo importante in quasi tutti i tipi di testi."

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"Si può affrontare il trasferimento dei valori estetici sotto due diversi aspetti, cioè gli indicatori estetici formali e gli indicatori estetici non formali. Gli indicatori formali sono caratteristiche estetiche percepibili che si identificano con caratteristiche salienti quali la scelta delle parole, la struttura sintattica, costruzioni testuali, ecc."

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mentre nella maggior parte dei caso si sono scelte parti del discorso autonome di origine onomatopeica21.

Capitolo ottavo Lónglóng 隆隆 Tuono

Hāhā 哈哈 (Ridere) forte

Huālālā 哗啦啦 Con uno schianto

Xīxī 嘻嘻 Ghignando

Wēngwēng 嗡嗡 Ronzio

Capitolo nono Duōduosuōsuo 哆哆嗦嗦 Con voce tremula,

tremante Wūyè 呜咽 Singhiozzava Pādā 啪哒 Ticchettavano Yīyā 咿呀 Scricchiolava Gége 格格 Sghignazzare Sīsī 咝咝 Sibilare Zhīzhīwúwú 吱吱唔唔 Lamentarsi

Sùsù 簌簌 Con un suono flebile

Capitolo decimo Dāngdāng 当当 Scampanellio

Nánnán 喃喃 Mormorare Huòhuò 嚯嚯 Crepitare Gēgē 咯咯 (Risata) sussurrata Zīzī niūniū 吱吱扭扭 Scricchiolare Gūgū 咕咕 Scricchiolava Huālā 哗啦 Ticchettare 21

Si noti come nella lingua italiana le onomatopee non si presentano sempre come "sequenza fonica che tende a riprodurre o a evocare un suono naturale" (Serianni & Castelvecchi, 1997: 567) ma assumono spesso la forma di parti del discorso autonome come nomi o verbi.

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Gāgā 嘎嘎 Sforzando la gola

Hēngheng 哼哼 Grugnire o

mormorare

Chīchī 吃吃 Con voce dolce

Hōnghōng 轰轰 Frusciare

Capitolo undicesimo Páoxiào 咆哮 Ruggire

Cācā 嚓嚓 Scricchiolare

Wúwú 唔唔 Lamento

Yāoyāo 吆吆 Ululato

Pūtōng 扑通 Con un tonfo

Shēnyín 呻吟 Gemito

Capitolo dodicesimo Shāshā 沙沙 Frusciare

Solo in tre casi all'interno del testo si è deciso di operare diversamente. Il primo è rappresentato dall'onomatopea inserita all'interno di un dialogo nell'ottavo capitolo. Anche nella lingua d'arrivo, in cui non si fa largo uso di onomatopee, si può spesso incontrare questa figura retorica all'interno di discorsi diretti, e proprio per questo motivo si è deciso di rendere l'onomatopea 呜 wū,che ricorda il rombo dei motori, con l'equivalente italiano "brum". La frase wū, wūwū, fēijī lái le, fēijī lái jiē rén

shàng běijīng le 呜——呜呜——飞机来了,飞机来接人上北京了 è stata quindi tradotta con

"Brum, brum brum, è arrivato l'aereo! È arrivato l'aereo a portare la gente a Pechino!".

La seconda eccezione alla regola generale è invece giustificata dalla diversa posizione occupata dall'onomatopea all'interno del discorso: la frase nel nono capitolo zuǐlǐ tūtūtūtū

mófǎngzhe qiāngshēng 嘴里突突突突模仿着枪声 è stata tradotta con "copiavano il bang bang

degli spari". In tutti i casi precedentemente citati le onomatopee sono trasformate in forme verbali o si trovano in posizione di determinante verbale seguite dalla particella de 地 e hanno lo scopo di descrivere con maggior precisione l'azione espressa dal verbo che precedono. In questo caso

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usato per aggiungere colore alla scena narrata. Per questo motivo si è deciso quindi di tradurre l'onomatopea (peraltro molto meno comune di quelle elencate e ormai quasi lessicalizzate) con un'onomatopea italiana, cioè "bang bang."

L'ultima eccezione è l'onomatopea pēng 砰 che l'autore stesso riporta enfaticamente tra virgolette nel testo di partenza. Anche in questo caso l'onomatopea non funge da determinante verbale ed è anzi un'importante dettaglio della sequenza descrittiva in cui è inserito. Per questo motivo si è deciso di inserire un'onomatopea italiana e la traduzione ritenuta più appropriata per la frase nà biānpào jiù zài tā shēnqián "pēng" yīshēng zhàkāi le 那鞭炮就在他身前“砰”一声炸开了 è stata "questo esplose con un "bang" davanti a lui."

In un unico caso, invece, l'onomatopea è stata del tutto eliminata: si tratta dell'onomatopea

gūlùlù 骨碌碌 che in cinese ricorda il suono di oggetti che rotolano. Questa figura onomatopeica è

stata ormai quasi lessicalizzata ed è spesso usata anche in normali descrizioni, come in questo caso, in cui però è usata per descrivere gli occhi di una persona. Nella lingua d'arrivo sarebbe stato impossibile usare un'onomatopea in un simile contesto senza avere un effetto ridicolo, del tutto contrario alle intenzioni del testo di partenza, si è quindi deciso di eliminare la figura retorica. La frase yī shuāng yǎnjing bùshí gūlùlù zhuǎndòng zhe 一双眼睛不时骨碌碌转动着 è stata quindi tradotta semplicemente con "roteava gli occhi."

5.1.1.2. Aspetti ritmici

Un'altra interessante declinazione dei fattori fonologici sono gli aspetti ritmici, cioè la musicalità trasmessa da organizzazioni della frase o costruzioni sintattiche particolari. Ricordando che A Lai ha iniziato la carriera letteraria come poeta, è giusto dare la dovuta importanza anche a eventuali aspetti ritmici presenti nel testo. Ad esempio, nell'undicesimo capitolo si legge un discorso indiretto libero che segue un ritmo quasi poetico:

Kāimén!

Kāimén! Kāimén!

Kāimén, kāimén, kāimén!

Kāimén, kāimén, kāimén, kāikāikāikāimén!

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开门,开门,开门!

开门,开门,开门,开开开开门! Tradotto in italiano con:

"Aprite la porta!

Aprite la porta! Aprite la porta!

Aprite la porta, aprite la porta, aprite la porta!

Aprite la porta, aprite la porta, aprite la porta, aprite aprite aprite aprite la porta!"

Questa sequenza verbo-oggetto grazie a due soli suoni ripetuti riesce a rappresentare a livello sia fonologico sia grafico un climax ascendente. Nel testo cinese il ritmo è scandito da vari dettagli: innanzitutto è fondamentale l'alternanza di due toni diversi (primo su kāi 开 e secondo su mén 门), cui si aggiunge la punteggiatura che segnala l'allungarsi progressivo della sequenza. Come in uno spartito, le pause forti, cioè i punti esclamativi, segnano la fine della battuta, mentre le pause brevi, indicate dalle virgole, segnalano la crescente velocità e da un'unica frase minima si accelera a ripetere per quattro volte lo stesso verbo come un trillo finale che porta al vertice della tensione.

In questo passaggio è fondamentale conservare il ritmo e gli aspetti fonici del testo di partenza, ma nella traduzione da una lingua tonale come il cinese a una lingua europea è inevitabile incontrare difficoltà insormontabili. Proprio per la natura stessa della lingua d'arrivo non è stato quindi possibile conservare il ritmo dato dall'alternanza di toni, ma si è cercato di ricreare lo stesso climax ascendente, mantenendo sia la punteggiatura sia la struttura verbo-oggetto. In italiano sarebbe forse più naturale in un simile contesto dire semplicemente "aprite" lasciando il complemento oggetto sottinteso, questa traduzione avrebbe reso però impraticabile l'alternanza di parole diverse. Si è deciso quindi di sacrificare la consuetudine d'uso della lingua d'arrivo per ricreare il ritmo della lingua di partenza.

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