Già dai mesi immediatamente successivi il picco di Luglio 2008, il prezzo del petrolio ha cominciato a scendere in maniera evidente. Complice fu la crisi economica che a Settembre di quello stesso anno, colpì improvvisamente tutta l’economia mondiale, causando i danni di cui ormai ne abbiamo conosciuto e subito le conseguenze.
La recessione economica ha portato a un rallentamento drastico dell’economia che inevitabilmente si è risolto in una diminuzione dell’attività produttiva e conseguentemente in un calo della domanda di petrolio negli stati emergenti.
Dato il basso livello di produzione petrolifera di cui gli stati mediorientali stavo soffrendo, un calo della domanda ha portato a un riequilibrio dei livelli e a un drastico calo dei prezzi stratosferici che aveva caratterizzato il panorama estivo. A dicembre 2008 si raggiunse un nuovo picco, stavolta negativo, sfiorando un minimo di 32$ a barile a distanza di soli sei mesi.
Oltre al rallentamento economico si è assistito all’uscita delle maggiori operazioni di speculazione che avevano caratterizzato il periodo straordinario.
I prezzi del petrolio e della benzina si sono poi stabilizzati entro l'agosto 2009 e in generale rimasti in un ampio range di trading tra i 70 $ e i 120 $ fino a novembre 2014. Il secondo caso prevede l’ipotesi di una negoziazione nel mercato da parte di un raffinatore, in questo caso straordinario, che quindi si riassume nell’acquisto di prodotti derivati e vendita di petrolio greggio.
Supponiamo che l’imprenditore decide di svolgere la compravendita in data 16 Dicembre 2008 per vendere un futures di Febbraio di petrolio greggio e acquistare un
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futures di Marzo di benzina. Il raffinatore prevede che il prezzo del petrolio continui a
scendere a causa della stagnazione dell’economia globale. In questo caso è preoccupato da una diminuzione del prezzo del greggio e quindi da un’espansione del suo crack
spread.
A ragion di ciò, decide nella stessa data di acquistare un’opzione call che gli permette di comprare alla scadenza il nuovo crack spread al prezzo che più gli conviene.
Alla data di negoziazione i prezzi settle dei futures e i relativi margini sono i seguenti:
Data Prezzo benzina (gall) Prezzo greggio (bbl) Crack Spread
16 Dicembre 1.12 $ 46.70 $ 0.34 $
16 Gennaio 1.311 $ 35.38 $ 19.68 $
La riduzione del prezzo del petrolio e l’eccezionale aumento del prezzo della benzina, che viene spiegato dall’alta volatilità di quest’ultima data dai diversi fattori che influenzano i due prodotti nonostante la forte correlazione, è effettivamente avvenuta. L’idea di acquistare la call si è rivelata quindi la mossa corretta, anche in questo caso, l’effettivo beneficio derivante dallo strumento si valuta in base al tipo che ha acquistato. Essendo il primo crack spread molto basso, lo strike price sarà in linea con esso e quindi si presenterà molto basso rispetto a quelli che esamineremo. Dato che la prospettiva è un aumento del margine, il raffinatore acquista la call per essere sicuro di poter comprare alla scadenza tale margine al prezzo fissato dalla call, inferiore rispetto al prezzo di mercato che ha ipotizzato.
Essendo l’opzione opposta al caso precedente, tutti i ragionamenti sono invertiti.
La scelta che muove l’acquisto di un’opzione piuttosto che un’altra è guidata lo stesso dall’ammontare del prezzo che si troverebbe a dover pagare. L’alternanza degli strike è a intervalli di 0.25$.
107 La funzione di Matlab è stata fatta partire con un tasso risk free dello 0.04% al 16 Dicembre 2016, giorno dell’inizio della transazione.
La relazione è negativa ma la pendenza è sempre decrescente. Questo perché essendo una call, all’aumentare dello strike l’opzione diventa sempre meno conveniente, perché porta il raffinatore ad acquistare il crack spread a un prezzo fissato a un livello superiore se dovesse essere esercitata. Un prezzo superiore per una call meno conveniente si traduce in un prezzo inferiore che non potrà mai essere minore di zero, ecco perché è decrescente ma non nulla.
Anche qui, la convenienza dello strike dipende dalla copertura ottenuta, che si rivela sempre nella stessa equazione:
= % 4 − ,, − < > 4% 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 Prezzo Strike
Prezzo
16,8 17 17,2 17,4 17,6 17,8 18 18,2 18,4 18,6 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 Copertura StrikeCopertura
108 Anche tra queste due variabili c’è una relazione negativa e sempre con pendenza crescente derivante dal fatto che l’equazione di determinazione della copertura è funzione solo del prezzo elaborato con Matlab, in quanto il new crack spread è una costate.
A un basso strike corrisponde un prezzo alto dell’opzione perché è più conveniente per il raffinatore che all’esercizio può acquistare a un basso prezzo anche se questo vuol dire pagare un premio più alto che andrà perduto in caso di non esercizio. La copertura nel caso analizzato sarà alta perché il nuovo crack spread si è rilevato molto maggiore, quindi l’investimento di un premio più alto in un’opzione con uno strike basso si è rivelata la mossa adatta.
Un alto strike vuol dire un prezzo basso ma che diminuisce in maniera decrescente proprio perché poco conveniente per l’operatore. Questo porta a una copertura in discesa dovuto al fatto che con il nuovo crack spread, esercita sempre l’opzione ma comincia a guadagnare più tardi perché esercita un prezzo più alto.
Anche in questo caso la scelta strategica dipende unicamente dalle caratteristiche dell’impresa in questione, se e quanto è disposta a rischiare. Se non è disposta a rischiare prenderà un’opzione con uno strike che gli consente una maggiore copertura. Uno strike di 1$ gli attribuisce una copertura di 18.01$ a fronte di un premio di 0.67$. Uno strike di 2$ invece permette una copertura di 17.31$ a un prezzo di 0.37$ che dovrebbero compensare i guadagni persi dall’aumento dello strike.
Il crack spread in questo caso è balzato in avanti in maniera straordinaria, ma era facile prevedere questo aumento perché non si sarebbe potuto protrarre a questi livelli, presto ci sarebbe stato un momento di assesto della situazione.