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Feral cats: programmi di TNR e Spay-day

La castrazione di un soggetto criptorchide

2.2.7 Feral cats: programmi di TNR e Spay-day

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significa sia ovarioisterectomia che orchiectomia, anche se il più delle volte è usato per indicare la castrazione (Appel & Hart, 2004).

I feral cats sono gatti non socializzati con l’uomo e terrorizzati da esso, perciò mordono e graffiano, e il metodo più sicuro per manipolarli è farlo attraverso una gabbia. Le trappole sono a prova di fuga, e un anestetico iniettabile può essere facilmente somministrato attraverso le maglie della gabbia: la trappola non dovrebbe essere aperta finché il gatto non è in decubito, e, allo stesso modo, il gatto va rimesso nella gabbia prima che si sia svegliato. Chi lavora con i feral cats, inoltre, dovrebbe aver fatto la profilassi antirabbica (Appel & Hart, 2004).

Gli anestetici iniettabili sono quindi da preferirsi, perché possono essere somministrati al gatto lasciandolo all’interno della gabbia: si può usare ad esempio il TKX, ovvero un cocktail di tiletamina e zolazepam (Telazol®, Zoletil®) ricostituito con ketamina e xylazina anziché con l’acqua (Williams et al., 2002). Sono sufficienti piccoli volumi ( 0,25 ml per gatti adulti di taglia media, 0.15 per i gattini) e la somministrazione “intracat” viene fatta attraverso le maglie della trappola, così da non dover manipolare il gatto finché è sveglio. L’effetto insorge generalmente in 3-5 minuti, il vomito è infrequente e quest’anestesia generale è adeguata per le chirurgie addominali. I principali effetti collaterali del TKX sono l’ipotermia, il prolungato tempo di risveglio e una scarsa analgesia post-operatoria: i gatti generalmente tornano in decubito sternale dopo due ore, ma frequentemente non smaltiscono totalmente l’effetto dell’anestesia fino al mattino successivo. Per ottenere un risveglio più rapido si possono usare dosi ridotte di TKX per immobilizzare l’animale, seguite da un’anestesia gassosa in maschera per ottenere l’adeguato piano anestesiologico. La xilazina del cocktail può essere antagonizzata con la somministrazione intravenosa di yohimbina, ottenendo un recupero più rapido.

Da uno studio (Williams et al., 2002) condotto su più di 15000 feral emerge che il TKX ha un buon livello di sicurezza: è stata riscontrata una mortalità totale dello 0.35% (0.23% se riferita alle sole cause ascrivibili con certezza all’anestesia), valore intermedio rispetto a quelli presenti in letteratura e riferiti a normali cliniche, e quindi accettabile, considerando che il cocktail viene somministrato ad animali che non si prestano a una visita pre-operatoria e di cui spesso non si ha anamnesi, nonchè che i feral sono spesso parassitati e defedati.

Un altro cocktail spesso usato nei feral cats è l’ MKB, a base di medetomidina, ketamina e buprenorfina (Cistola et al., 2002). I vantaggi dell’ MKB sul TKX sono una

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miglior ossigenazione e una miglior pressione sanguigna, nonché un rapido risveglio dopo la somministrazione dell’atipamezolo e una buona analgesia, tuttavia in alcuni gatti causa una marcata ipertermia ed una scadente qualità del risveglio.

La cavità addominale può essere raggiunta dalla linea alba o dal fianco (Dorn, 1975; Krzaczynski, 1974): l’approccio dal fianco riduce il rischio di eviscerazione se dopo il rilascio insorge una qualche complicazione incisionale. La ferita chirurgica sul fianco può essere inoltre facilmente monitorata dai caretakers. Questa tecnica è ottima per i gattini, mentre per le gatte gravide è da preferirsi l’approccio sul piano mediano.

É opportuno eseguire adeguate marcature auricolari, quali l’ear-tipping o l’ear-notching per consentire di identificare lo status di spayed/neutered a distanza: l’obbiettivo è creare un’alterazione della silhouette del padiglione auricolare univoca, che non possa essere confusa con alterazioni indotte da traumi, come la perdita di parte dell’orecchio per assideramento, che lasciano ferite dai margini irregolari. L’ear-tipping è da preferirsi all’ear-notching, perché quest’ultimo può essere confuso con lesioni del padiglione dovute a lotte, assideramento, acariasi (Appel & Hart, 2004). L’ear-tipping è l’unico metodo pienamente affidabile, ed è riconosciuto a livello internazionale (Cuffle et al., 1983). Per eseguirlo, si mette una pinza emostatica attorno al centimetro distale del padiglione auricolare, quindi si procede con il tagliare la punta con un paio di forbici stando aderenti alla pinza. Le forbici sono da preferirsi alla lama del bisturi, perché danno un’emorragia di minore entità. Se l’ear-tipping è eseguito prima della chirurgia, la pinza emostatica deve essere lasciata in situ finché il gatto non viene ricollocato nella gabbia (Appel & Hart, 2004).

Se possibile, in aggiunta all’ear-tipping, sarebbe opportuno tatuare la sigla OVH o il simbolo di “female” in prossimità dell’incisione cutanea eseguita per la celotomia; in alternativa si può distribuire l’inchiostro lungo la ferita chirurgica, così da rendere la cicatrice più evidente: la marcatura evita di sottoporre nuovamente una gatta già sterilizzata ad una celotomia, perché l’inchiostro diviene ben evidente una volta che il pelo è stato tosato. Un altro sistema per indicare l’appartenenza ad uno status, è il microchip. Se si prende in considerazione l’uso del tatuaggio, però, bisogna tenere presente che tutta l’attrezzatura va sterilizzata prima di passare da un gatto all’altro, per evitare la trasmissione di “blood infectious disease” e che questa operazione può essere complicata ragionando in un sistema high volume (Appel & Hart, 2004).

Tutti i gatti sterilizzati prima di essere rilasciati dovrebbero almeno stare una notte in degenza nella loro gabbia collocata in un posto caldo, in modo da poter essere

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monitorati fino al risveglio. I gatti che non si sono completamente ripresi dall’effetto dell’anestesia non andrebbero liberati il giorno successivo alla chirurgia, aspettando il loro completo recupero (Appel & Hart, 2004).

2.3 Shelter Medicine e opportunità didattiche: il modello americano