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3.1 I fondi strutturali e di investimento europei nella Regione Piemonte: cifre ed organizzazione

FESR CAMPIONAMENTO AGGIUNTIVO

A fronte di tali risultati, l’attività svolta dall’AdA della Regione Piemonte con il supporto dell’assistenza tecnica non si è limitata all’individuazione delle irregolarità connesse alla violazione della normativa in tema di appalti, ma ha messo in atto procedure di sensibilizzazione e corsi di formazione verso l’Autorità di Gestione (la quale si occupa del controllo di primo livello) al fine di potenziare la conoscenza dei rischi legati agli appalti pubblici, e permettere loro di riconoscerli e segnalarli in maniera efficace e tempestiva. Inoltre, se l’irregolarità sugli appalti viene già identificata dal controllo di primo livello è possibile porre dei rimedi in corso d’opera ed evitare che si protragga fino alla conclusione del progetto.

L’iter della procedura di formazione e sensibilizzazione è stato diviso in più attività. La prima è stata quella di definire una base dati in cui le irregolarità identificate

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nel corso dei controlli vengono connesse alle relative fasi della procedura di affidamento di appalti pubblici. Lo scopo di tale attività è quello di fornire un memorandum sintetico dei possibili rischi riscontrabili nei diversi step procedurali. Successivamente, si è provveduto ad indicare in maniera esemplificativa i possibili segnali di avvertimento di rischio di frode e corruzione, rintracciabili nelle attività svolte dal personale impiegato nella procedura di appalto dalla progettazione all’esecuzione. Infine, sono stati esposte possibili misure migliorative in materia di anticorruzione che riguardano sia azioni concrete nelle diverse fasi di gara, sia azioni di prevenzione proposte dalla Commissione Europea e atteggiamenti etici al fine di sensibilizzare il personale incaricato nella gestione e controllo dei fondi europei.

Al fine di affrontare con successo il problema della frode, la Commissione invita l'autorità di gestione a sviluppare un approccio strutturato nella lotta alla frode. Il ciclo di lotta alla frode include quattro elementi principali: la prevenzione, l'individuazione, la rettifica e l'azione giudiziaria.

I meccanismi di prevenzione sono incentrati sulla riduzione delle possibilità che una frode venga commessa, grazie all'attuazione di un solido sistema di controllo interno, affiancato da una valutazione dei rischi di frode proattiva. Tuttavia, anche attività di ampio respiro nell'ambito della formazione e della sensibilizzazione e lo sviluppo di una cultura "etica" possono essere utili per contrastare eventuali "giustificazioni" a sostegno del comportamento fraudolento.

▪ Cultura etica. Lo sviluppo di una cultura di opposizione alla frode è essenziale sia in quanto elemento dissuasivo per i potenziali truffatori sia per rafforzare l'impegno del personale nella lotta contro la frode. Tale cultura può essere sviluppata combinando specifiche strutture e politiche antifrode, nonché con la messa in atto di diversi meccanismi e comportamenti generali: dichiarazione d'intenti; impostazione data dai livelli più alti; comunicazione orale e/o scritta dai più alti livelli dell'AG sulle aspettative in merito a personale e beneficiari, da cui ci si attendono le più elevate; norme standard di comportamento etico codice di condotta , relativo ad aspetti quali conflitti di interessi, politica in materia di regali e ospitalità, etc. In sintesi, il personale deve rispettare i principi dell'integrità, dell'obiettività, dell'affidabilità e dell'onestà.

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▪ Assegnazione delle responsabilità. Nell'ambito delle amministrazioni pubbliche dovrebbe esserci una chiara assegnazione delle responsabilità riguardante l'istituzione di sistemi di gestione e controllo conformi ai requisiti dell'UE e la verifica dell'efficacia del funzionamento di tali sistemi per la prevenzione, l'individuazione e la rettifica delle frodi. Una tale impostazione è necessaria per garantire che tutte le persone coinvolte siano perfettamente a conoscenza delle rispettive responsabilità e dei rispettivi obblighi nonché per comunicare, sia a livello interno che esterno, nei confronti di tutti i potenziali beneficiari, che l'organizzazione adotta un approccio coordinato nella lotta alla frode.

▪ Formazione e sensibilizzazione. La strategia globale di gestione dei rischi dell'organizzazione può e dovrebbe includere programmi formali di formazione e di sensibilizzazione. Tutto il personale dovrebbe ricevere una formazione sugli aspetti teorici e pratici, che permetterebbe, da un lato, di sensibilizzare alla cultura di lotta alla frode e, dall'altro, di fornire loro sostegno nell'individuazione e nella risposta a presunti casi di frode.

▪ Sistemi di controllo interno. La più forte difesa nei confronti della frode potenziale è un sistema di controllo interno ben definito e correttamente attuato, in cui i controlli si incentrino effettivamente sulla riduzione dei rischi individuati. Le verifiche di gestione devono essere approfondite e i controlli sul posto associati devono basarsi sul rischio ed avere una portata appropriata. ▪ Sviluppare una mentalità appropriata. L’ultima ma la più forte “arma” contro la

lotta alla corruzione, ai rischi di frode e ai comportamenti illeciti è lo sviluppo di una mentalità appropriata in tutte le persone coinvolte nell'attuazione di un ciclo di finanziamenti dei fondi strutturali. Essi svolgono un ruolo importante nell'individuazione delle attività potenzialmente fraudolente e nella definizione delle misure del caso; a tal fine, è necessario coltivare una mentalità appropriata basata sull’onesta e l’etica professionale e favorire un sano livello di scetticismo e una sensibilizzazione aggiornata ai possibili campanelli d'allarme di una frode potenziale.

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Conclusioni

Come si è visto nel corso del presente lavoro i fondi strutturali e di investimento europei rappresentano un forte strumento di attuazione delle politiche comunitarie. È ovvio che in presenza di risorse così ingenti sia necessario un altrettanto forte meccanismo di controllo volto a garantire che le risorse siano distribuite giustamente e, conseguentemente, a “condannare” chi elude le regole.

Il risultato dell’audit rappresenta un indicatore affidabile dell’integrità del sistema e dei processi di un’organizzazione e la sua capacità di perseguire gli obiettivi definiti. Sia chiaro che lo scopo ultimo non è quello di andare a caccia di errori quanto piuttosto quello di individuare aree di miglioramento ed esempi di buona prassi.

Quanto all’Autorità di Audit della Regione Piemonte è possibile affermare che essa si presenta come una struttura efficace, dove le valutazioni espresse dalla Commissione Europea contribuiscono a delinearla come una realtà tendenzialmente positiva. Ovvio che il miglioramento continuo è uno di quei principi che deve essere costantemente preso in considerazione perché, come in qualsiasi contesto, è sempre possibile trovare delle inefficienze, degli errori o delle “falle” da sanare, a maggior ragione quando viene presa in considerazione la componente umana. Gli standard internazionali di connotazione e di prestazione dell’Internal Auditing esordiscono con affermazioni molto generali: “l’attività di internal audit nel suo insieme deve possedere o dotarsi delle conoscenze, capacità e altre competenze necessarie all’esercizio delle proprie responsabilità” e “gli internal auditor devono possedere le conoscenze, capacità e altre competenze necessarie all’adempimento delle loro responsabilità individuali”. Più precisamente viene specificato che essi devono possedere conoscenze sufficienti per valutare i rischi di frode e il modo con cui l’organizzazione li gestisce e una sufficiente conoscenza dei rischi e dei controlli chiave dell’IT nonché degli strumenti informatici di supporto all’attività di audit per svolgere gli incarichi assegnati”. Negli standard viene anche richiamato il concetto di formazione continua: “gli internal auditor devono migliorare le conoscenze, capacità e altre competenze attraverso un aggiornamento professionale continuo”. Nella realtà non ci si deve sorprendere del fatto di trovarsi con personale che appare piuttosto distante dal profilo dell’auditor, vuoi per esperienze di

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lavoro, per formazione o per interessi culturali. Per colmare i frequenti gap di competenza occorre, dunque, valorizzare la formazione: non si può pensare, a fronte anche dei repentini cambiamenti normativi, che ogni singola risorsa sia già istruita. Inoltre, oltre alla preparazione professionale c’è bisogno anche di una maggiore coordinazione e cooperazione.

Detto questo, si intende chiudere il presente lavoro con i risultati che sono stati perseguiti nel corso di circa venti anni di Programmazione Europea nella Regione Piemonte grazie all’utilizzo dei fondi strutturali, a testimonianza del fatto di quanto si possa fare con il giusto impiego delle risorse pubbliche:

“Investimenti sulla ricerca, sull’intelligenza, sull’innovazione e la riqualificazione del patrimonio industriale, storico e artistico del territorio hanno trasformato il Piemonte in eccellenza europea. Oltre 40 mila progetti finanziati, una media di 4 e mezzo al giorno, per tre miliardi e 726 milioni di euro di investimenti pubblici, che hanno indotto quasi il triplo di ricaduta economica sul territorio: questi dati sintetizzano la radicale trasformazione sul territorio e sull’economia compiuta negli ultimi venticinque anni di sviluppo in Piemonte, grazie ai Fondi europei. Nuovi interventi e piani di riconversione hanno riqualificato il patrimonio storico e artistico, valorizzando attrattive turistiche e dando impulso alla ricerca e all’innovazione. Un volano che ha anche permesso di mitigare i riflessi delle crisi congiunturali che si sono succedute a partire dagli Anni Novanta e di innescare una diversificazione del tessuto produttivo basato sulla valorizzazione delle vocazioni territoriali delle diverse aree del Piemonte”.

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APPENDICE 1 – Irregolarità Programmazione 2007-2013 POR FESR – POR FSE

CAMPIONAMENTO FSE - 2009 N. Codice Operazione Spesa Certificata Irregolarità rilevata Motivo irregolarità rilevata Tipologia di errore 1 1986 61.440,00 € 0,00 € - - 1 5043 14.300,00 € 0,00 € - - 1 2730 13.000,00 € 151,25 € errore materiale nella rendicontazione delle spese casuale 1 6848 14.083,33 € 0,00 € - - 1 1710 96.000,00 € 0,00 € - - 1 1715 50.400,00 € 0,00 € - - 1 2398 66.240,00 € 0,00 € - - 1 3276 62.607,62 € 0,00 € - - 1 2656 96.000,00 € 0,00 € - - 1 943 94.150,04 € 0,00 € - - 1 1268 94.149,88 € 0,00 € - - 1 2079 32.700,00 € 0,00 € - - 1 2454 44.400,00 € 0,00 € - - 1 2658 32.700,00 € 0,00 € - - 1 1809 26.880,00 € 0,00 € - - 1 11464 51.200,00 € 0,00 € - - 1 2401 72.004,00 € 0,00 € - - 1 5348 95.999,82 € 0,00 € - - 1 2758 79.999,74 € 0,00 € - - 1 1008 92.999,77 € 0,00 € - - 1 2032 48.960,00 € 0,00 € - - 1 1390 58.366,34 € 0,00 € - - 1 2028 96.000,00 € 0,00 € - - 1 2497 24.000,00 € 0,00 € - - 1 3015 49.680,00 € 0,00 € - - 1 1934 102.400,00 € 0,00 € - - 1 2791 71.197,21 € 0,00 € - - 1 856 76.808,48 € 0,00 € - - 1 1898 66.003,96 € 0,00 € - - 1 16375 626.779,51 € 0,00 € - - 1 1981 88.320,00 € 0,00 € - - 1 785 93.000,00 € 0,00 € - - 1 1767 46.784,34 € 0,00 € - - 1 1823 67.200,00 € 982,90 € errore materiale di rendicontazione del compenso orario casuale 1 16474 3.373.955,78 € 0,00 € - - 1 3471 66.240,00 € 0,00 € - -