Si vede che uno scossone sul GDP italiano la Germania impiega 8 periodi a tornare alla normalità, ovvero la funzione tende asintoticamente a zero. Per l’Italia la situazione tende alla normalità, ma solo dopo 10 periodi. La differenza è dovuta al fatto che i fondamentali economici del nostro paese sono peggiori di quelli tedeschi, per cui il nostro PIL dovrà sopportare tempi più lunghi per vedere un effettivo miglioramento.
Interessante è la reazione del PIL tedesco ad un suo stesso shock. Dal grafico in basso a destra si mostra che esso è in grado di riprendersi velocemente, per l’Italia invece (grafico in alto a sinistra) la normalità ci sarà solo dopo 8 periodi. I controlli svolti con il test LM e le radice inverse mostrano che i dati sono incorrelati. Di seguito si riportano gli output.
Figura 68: Radici inverse
Gli autovalori sono interno al cerchio unitario di raggio pari a 1. Figura 69: LM test Si rispetta anche la condizione di omoschedasticità dei dati. Questo tipo di analisi viene svolta con il test ARCH e si riporta
l’output di Gretl. Figura 70: ARCH test
4.4.3 Sample 2002:1‐2013:1
L’idea di effettuare questo modello VAR sul sotto‐campione dal 2002 al 2013 nasce dal fatto che si vuole mostrare l’effetto dell’entrata nella zona Euro per i due paesi.
Figura 71: Sample 2002:1‐2013:1
L’idea migliore sarebbe stata quella di inserire un modello basato sui due GDP per comprendere meglio la diversità di risposta agli shock dei due paesi alla crisi del 2008. Questo tipo di modello purtroppo non è realizzabile su un periodo breve, servirebbero variabili più frequenti.
Nonostante questo problema, si è deciso di procedere con un modello che partisse dall’ingresso dell’Euro nella vita dei cittadini europei. Si analizzeranno ancora una volta i PIL dei due paesi, tra i fondatori dell’Unione, e sottoposti all’autorità della BCE e della sua politica monetaria.
Si evidenzia una relazione inversa tra il PIL italiano e quello tedesco ritardato. Sembra che se il PIL tedesco decresce, denotando una sorta di crisi, il PIL italiano ne guadagni un pochino nel futuro. Come già ricordato il GDP italiano riesce a tornare alla normalità dopo diversi anni, in questo caso prima rispetto a al GDP tedesco. Probabilmente la normalità risulta essere così difficile da raggiungere perché tra il 2002 e il 2013 la Germania ha investito molte risorse nel miglioramento del paese per cui quando si verifica uno shock, i tempi di reazione si allungano essendo le risorse investite in altri settori.
Figura 72: Risposte agli shock.
Figura 73: Radici inverse Figura 74: Test LM Gli output qui sopra dimostrano che i residui non sono autocorrelati. Gli autovalori stanno tutti nel cerchio unitario. Si effettua il test di ARCH per vedere se esiste o meno eteroschedasticità dei dati. Figura 75: Test ARCH
Questo test permette si forma di due ipotesi:
H0: assenza di eteroschedasticità, ossia
i dati sono tra loro omoschedastici. H1: presenza di eteroschedasticità e di
effetti ARCH.
Nel caso valutato, essendo il p‐value superiore al valore critico del 5% si è consapevoli che non esistono dati eteroschedastici.
Se si guardano le due regressioni svolte di nota che nel complesso questo modello presenta i valore di AIC migliori, ovvero più bassi rispetto a quelli dell’intero sample. Purtroppo la significatività di alcuni dati è andata persa. 4.4.4 Sample 1991:4‐2001:4
Per curiosità si effettua lo stesso modello ma sul sample mancante, ovvero dal 1991:4 al 2001:4.
Figura 76: Sample 1991:4‐2001:4
Le relazioni tra i PIL dei due paesi evidenziano che quello italiano ha una forte significatività in quello tedesco. In particolare se si analizzano i grafici di impulso – risposta si nota che: • Il PIL italiano impiega più di 10 periodi per tornare alla normalità dopo uno shock sul GDP tedesco; • Il PIL tedesco torna alla normalità anch’esso dopo circa 10 periodi. La spiegazione di questo fenomeno è data dal fatto che prima dell’Unione Monetaria la Germania aveva uno spread elevato, ai livelli dell’Italia, e un deficit di bilancia dei pagamenti elevato.
Con l’adozione effettiva di una moneta unica si è visto subito che la bilancia dei pagamenti è risultata positiva. Il paese ha iniziato a crescere in maniera costante nel tempo.
L’Italia che con la Lira era scossa da cambi con il dollaro poco convenienti, era capace di applicare delle politiche monetarie e contrastare eventi negativi. Con l’uso dell’Euro la bilancia dei pagamenti ha subito un peggioramento.
Gli investimenti operati dopo l’ingresso nell’Euro da parte dello stato tedesco hanno spinto la crescita del PIL. La situazione italiana invece visto una crescita sempre minore fino ad arrivare alla recessione. Dopo l’Euro l’Italia ha combattuto contro la bassa crescita, ma con scarso successo.
La strategia della Germania dal 2002 è stata quella di ridurre sempre più le esportazioni verso i paesi del sud dell’Europa, colpiti dalla crisi del debito, per spostarle verso paesi emergenti ed economicamente più convenienti. La produzione si è spostata verso la Cina e la Polonia e ha abbandonato i paesi meridionali. Sfruttando la diminuzione degli export verso Italia e Spagna, la Germania ha fatto in modo che i prodotti in vendita ai paesi emergenti siano più vantaggiosi.
L’austerity praticata dal governo di Berlino, dopo l’ingresso nell’Euro, ha permesso di
investire all’interno del proprio paese ed evitare che altri paesi cercassero di investire nella Germania. Molti stati hanno pensato di investire, e quindi aiutare, la Germania che si è evoluta molto dal 2002.
La recessione incontrata dai paesi meridionali dell’Europa sta diminuendo le esportazioni della Germania. Questa è una delle ragioni per cui Berlino ha deciso di
spingere la domanda interna, facendo in modo che si continui a consumare e ad investire, migliorando ancora i propri fondamentali.
Figura 77: Risposte agli shock.
I controlli effettuati per comprendere se questo tipo di processo VAR sia stabile o meno sono riportati di seguito.
Figura 78: LM test
Dai test effettuati si vede chiaramente che i residui sono all’interno del cerchio unitario. Non sono correlati, il test LM permette di accettare l’ipotesi nulla di non correlazione.
Il test di ARCH denota l’assenza di questo tipo di effetti, facendo capire che i dati sono tra loro Figura 79: Radici inverse
omoschedastici. Figura 80: Test ARCH 4.4.5 Conclusioni sui modelli VAR I modelli fin qui condotti mostrano che esiste la possibilità che la Germania sia stata colpita dalla debolezza dell’Italia degli ultimi tempi. I tre ultimi modelli VAR sono esplicativi della situazione di debolezza dell’Italia e del rallentamento della Germania degli ultimi tempi. In particolare, si mostra che il PIL della Germania influenza quello dell’Italia nel periodo 1991‐2001. L’analisi economica delle differenze tra questi due paesi prima dell’ingresso dell’Euro è stata valutata nel sample.
Nel sotto‐campione successivo ovvero dal 2002 al 2013 si vede che esiste una relazione significativa solo tra il PIL italiano e quello tedesco ritardato. L’Italia riesce a fatica a tornare alla normalità in seguito ad uno shock della Germania. L’analisi permette di comprendere come l’entrata nell’Unione Monetaria da parte del nostro paese sia stata poco soddisfacente, nel periodo precedente l’Italia stampava moneta e imponeva la propria politica monetaria e fiscale per evitare diminuzioni di competitività. Con l’uso dell’Euro si è accentrato il potere della politica monetaria in
mano alla Banca Centrale Europea, che influenza la quantità di moneta in circolo. È questo organismo che decide se e quando immettere o drenare moneta e a quale prezzo. È questo ente che definisce l’inflazione massima accettabile e controlla che tutti i paesi aderenti alla moneta unica rispettino i parametri fissati da Francoforte. Per diversi economisti l’Euro è stato creato per la Germania, per permettere a questo stato di migliorare i suoi fondamentali nel tempo a scapito degli stati dell’Europa meridionale. Ritengo che la Germania abbia un ruolo fondamentale all’interno dell’Unione, senza di essa probabilmente l’Europa non avrebbe dei dati stagnati, ma solo dei dati che evidenziano una recessione. La scelta del rigore tedesco sembra aver premiato i governi teutonici che si sono succeduti dal 2002 e hanno visto periodi floridi.
Analizzando il sample per intero, le influenze tra i PIL delle due nazioni sono molto significativi. Un aumento del PIL tedesco incorpora benefici e influenza anche quello italiano, soprattutto dal lato delle esportazioni che aumentano. Lo stessa sembra valere per l’Italia. Lo scambio tra i paesi dell’Unione avviene da tempi lunghi grazie alla vicinanza e alla cultura comuni.
I dati permettono di comprendere che le relazioni tra i paesi, sia esse di tipo strettamente economico, come gli scambi di merci e di servizi, sia essi finanziari influenzano l’andamento della ricchezza dello stato.
Conclusione
Attraverso un percorso teorico, la tesi ha cercato di dimostrare la crisi attuale. Si è partiti con la spiegazione di un fenomeno a noi lontano come la crisi del 1929, che ha colpito gli Stati Uniti e si è propagata nel mondo attraverso shock delle Borse. La crisi del 2008 è per certi versi simile a quella del Ventinove, la principale differenza è che si è diffusa attraverso il canale finanziario e la sua finanzia innovativa. Il modello della cartolarizzazione dei mutui subprime ha diffuso il rischio sistemico nel mondo.
La crisi finanziaria si è evoluta in crisi economica e in Europa si è trasformata in crisi del debito sovrano, trascinando con sé numerosi dubbi sulla continuazione futura dell’Europa.
Si è fatto leva sulle principali tematiche riguardanti la crisi, come la liquidità e il patrimonio di vigilanza. Il contagio avvenuto tra USA e Europa e internamente l’Europa è valutabile attraverso diversi modelli. Quello che si è cercato di scoprire, con il modello VAR realizzato, è se effettivamente i PIL di Italia e Germania possono essersi vicendevolmente influenzati.
Si è deciso di svolgere la tesi cercando di analizzare i segni delle variabili, le loro significatività anche alla luce degli eventi economici avvenuti nel corso degli anni. Il primo modello VAR creato è un pot‐pourri di variabili che permettono la comprensione del fenomeno del contagio attraverso le esportazioni. Le relazioni importanti che sono emerse danno una chiara evidenza del fenomeno migratorio in atto all’interno dell’Unione Europea. Da diversi anni ormai, molti italiani si mettono in marcia alla ricerca di un futuro migliore per sé e la propria famiglia e decidono di andare nel paese trainante l’Europa. Questo fenomeno porta con sé delle conseguenze devastanti per il nostro paese, oltre alla ricchezza che si perde, anche dal lato umano difettiamo di menti brillanti che sarebbero capaci di innovare e portare il nostro paese alla crescita. Peccato che lo stato italiano abbia praticato tagli su tutto, anche su ciò che ci permetterebbe di uscire dal periodo di recessione. Il secondo modello, calcolato solo sul GDP, permette di comprendere come la situazione dei due paesi sia variata notevolmente con l’adozione della moneta unica e con essa si è persa la centralità della politica monetaria all’interno dei paesi. Questi