CAPITOLO 3: STRUMENTI DI FINANZIAMENTO PER LE SMART CITIES
3.2 Finanziamenti Europei per la Smart City
Il percorso alla base della Smart City richiede un’innovazione continua e investimenti anche di natura infrastrutturale, il cui livello non può essere soddisfatto solamente dalla finanza pubblica. Nonostante le numerose questioni aperte che individuano interessanti spunti di ricerca, il dibattito associato a questa tematica è sicuramente molto acceso e sono in molti che credono nelle potenzialità di questo modello di città (Pagani, 2010). L’interesse per la Smart City, esteso ormai a livello mondiale, è dimostrato anche in Europa grazie agli ingenti fondi di finanziamento che sono stati concessi dall’Unione Europea con la Smart City and
Communities Initiative e in Italia dal Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca con
il bando Smart Cities and Communities and Social Innovation.
Per poter competere a livello internazionale risulta necessario adeguare il panorama della globalizzazione alle realtà locali, così da studiarne meglio le loro relazioni con gli ambienti internazionali.
Figura 9 – Bando Commissione Europea27 Figura 10 – I diversi significati della città intelligente
27 Fonte: le immagini presenti nel paragrafo sono state estrapolate dalla ricerca del Termine Smart Cities dalla sezione immagini del sito www.google.it/search
63 Il termine include le strategie messe a punto dalla Commissione Europea sull’organizzazione dei governi locali che dovrebbero cercare di collaborare per condividere diversi problemi quali inquinamento, risparmio energetico e indirizzi delle strategie strategiche.
L’Unione Europea (UE) dalla Strategia di Lisbona 2000 alla Strategia Europea 2020, ha investito nella promozione di una crescita:
• Intelligente, da realizzare attraverso lo sviluppo di un’economia che si basa sulla conoscenza e sull’innovazione;
• Sostenibile, da raggiungere attraverso la promozione di un’economia sempre più efficiente, sotto il profilo delle risorse, più green e più competitiva;
• Inclusiva, che si può ottenere con la promozione di un’economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione sociale e territoriale.
L’obiettivo dell’Unione Europea è arrivare, in meno di dieci anni, ad avere città più efficienti, che producono energia pulita e a prezzi accessibili, e che consumano meno, rendendo sempre più facile la vita dei cittadini e il loro rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Per favorire la ricerca e lo sviluppo delle Smart Cities essa ha stanziato circa 12 miliardi di euro fino al 2020. Il progetto si chiama Smart Cities and Communities Initiative ed ha l’obiettivo di mettere a punto nei paesi membri delle iniziative ad hoc per migliorare l’impatto ambientale delle città e tagliare del 40% le emissioni di CO2. Attraverso una serie di bandi, ognuno legato a specifici settori, l’UE finanzierà i progetti più meritevoli selezionando 30 città modello e concentrandosi su tre direttrici fondamentali: le reti elettriche, i trasporti e l’efficienza energetica nell’edilizia. Questa dovrebbe essere una grande spinta verso la riconversione degli spazi urbani in un’ottica sostenibile che dovrebbe favorire anche investimenti “green” da parte di privati, creando nuove opportunità economiche e nuovi mercati.
Tra le dotazioni finanziarie della UE utilizzabili per la promozione delle Smart City non vanno considerati solo i fondi destinati allo sviluppo urbano, ma anche quelli relativi al sostegno delle PMI o alla valorizzazione del capitale umano, che rappresentano una parte integrante del tema.
64 I vari strumenti in base alle loro caratteristiche, possono essere suddivise in tre gruppi distinti:
➢ Programmi a gestione diretta (Horizon 2020, COSME, LIFE+); ➢ Fondi strutturali;
➢ Strumenti BEI.
In linea generale, nonostante nella programmazione 2014-2020 non sono state riscontrate modifiche sostanziali nella struttura del budget UE, il modo in cui le dotazioni finanziarie potranno essere utilizzate ha subito importanti cambiamenti, atti a permettere una combinazione delle stesse.
3.2.1 Programmi a gestione diretta
• Horizon 2020
Horizon 2020 è il nome del nuovo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo della UE per gli anni 2014-2020. Esso ha come obiettivo quello di creare uno spazio europeo della ricerca, mobilitando investimenti privati in alcuni settori considerati decisivi per la competitività. Rispetto ai precedenti programmi, tuttavia, Horizon 2020 intende adottare un approccio multidisciplinare, che, attraverso un focus sul valore aggiunto dell’innovazione, possa dare risposte alle sfide sociali. Precedentemente il Programma Quadro si focalizzava solo su capi ben definiti di R&S, mentre con l’innovazione spinta dal CIP (Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione) e dall’EIT (Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia), Horizon 2020 punta a mettere assieme i tre elementi della catena del valore, Ricerca, Sviluppo e Innovazione. L’obiettivo è quello di cercare di colmare il gap con USA o Corea e Giappone in termini di ricerca tradotta in innovazione industriale.
Il programma dovrebbe prevedere un budget totale di circa € 78-80 mld, per poter finanziare con contributi a fondo perduto fino al 100% le attività di ricerca e sviluppo tecnologico e fino al 70% le attività più vicine al mercato. Sarà inoltre introdotto un solo metodo di calcolo dei costi indiretti, che dovrebbe essere compreso tra il 20% e il 25% dei costi diretti totali. Il programma presenta una struttura fondata su tre pilastri:
65 Figura 11 – Struttura del programma horizon 202028
Dalla tabella si possono notare alcune considerazioni relative al programma:
✓ Forte trasversalità negli ambiti, rendendo Horizon 2020 in linea con la tematica Smart City;
✓ Presenza di strumenti finanziari che insieme alla BEI sono studiati per favorire l’accesso al credito e stimolare l’innovazione;
✓ Focus sulle PMI, con l’obiettivo di facilitare il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca, fornendo loro supporto per l’intero ciclo. Anche questo è in linea con l’idea di
Smart City, secondo cui il tessuto industriale locale assume una dimensione importante
al suo sviluppo.
3.2.2 Fondi strutturali
I fondi strutturali sono fondi a gestione indiretta della UE e sono parte del bilancio UE, ma le loro modalità di spesa coinvolgono sia la Commissione Europea, che negozia e approva i programmi di sviluppo proposti dagli Stati, concede i contributi finanziari, quindi partecipa alla sorveglianza dei programmi, sia le Regioni che gestiscono i programmi, li attuano selezionando i progetti e successivamente li controllano e valutano. Tali fondi includono quindi:
28 Fonte: Politecnico di Torino
66 • Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), con l’obiettivo di ridurre gli squilibri tra le varie regioni della UE. Gli argomenti principali definiti dal Fondo riguardano: ✓ La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione;
✓ Il sostegno alle PMI; il miglioramento dell’accesso e della qualità delle ICT; ✓ La PA efficiente;
✓ Lo sviluppo urbano sostenibile.
Quest’ultimo punto sottolinea il ruolo centrale che le città hanno assunto nei nuovi FESR, che avranno la funzione di supportare maggiormente lo sviluppo urbano sostenibile attraverso strategie integrate in grado di affrontare sfide economiche, ambientali, climatiche e sociali.
• Fondo Sociale Europeo (FSE), finalizzato a sostenere la strategia europea per l’occupazione e l’integrazione sociale. Tale fondo si pone 4 obiettivi:
✓ Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori; ✓ Promuovere l’inclusione sociale e la lotta alla povertà;
✓ Investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente; ✓ Migliorare la capacità istituzionale e efficientare la PA.
3.2.3 Strumenti BEI
La Banca Europea degli Investimenti è un’istituzione finanziaria di proprietà dei 28 Paesi della UE che finanzia progetti prevalentemente all’interno della stessa UE, perseguendo cinque obiettivi prioritari:
✓ Coesione e convergenza; ✓ Sostegno alle PMI; ✓ Sostenibilità ambientale;
✓ Energia sostenibile, competitiva e sicura;
67 La BEI può agire in diversi modi, ovvero, erogando credito, assistenza tecnica, garanzie o capitale di rischio. La Commissione Europea insieme alla Banca degli Investimenti (BEI), ha ideato attraverso il programma Intelligent Energy-Europe, dei fondi con l’obiettivo di aiutare le città dell’Unione Europea ad implementare i loro progetti in energia sostenibile. Tra i diversi strumenti finanziari, quelli utilizzabili per il finanziamento di iniziative Smart City sono:
• ELENA (European Local Energy Assistance), ovvero una joint venture varata nel 2009 tra BEI e CE per supportare le Autorità locali e regionali nella stesura di progetti di efficienza energetica o energie rinnovabili allo scopo di raggiungere gli obiettivi di Europa2020. I fondi legati ad ELENA, veicolati attraverso la BEI, provengono dal programma Energia Intelligente per l’Europa (EIE), per uno stanziamento iniziale di circa € 49 mld.
• JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) è uno strumento finanziario nato da un’iniziativa tra BEI e CE nel 2006, ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo dei Fondi Strutturali in progetti urbani. Tale strumento mira a finanziare i progetti economicamente sostenibili, i cui ritorni degli investimenti possano finanziare in futuro nuovi progetti. Facendo così si cerca di attirare investitori privati e/o pubblici in pini di sviluppo urbano integrato.
3.3 Perché modelli pubblico - privato per il finanziamento dei progetti per le Smart