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1.4. Il ruolo dei rivestimenti in facciata
1.4.1. I rivestimenti ceramic
1.4.1.5. Fissaggi meccanic
Una volta definito il materiale più idoneo dello strato di adesione si deve scegliere quello della sigillatura dei giunti, che deve essere molto elastico (per assecondare i movimenti del rivestimento ceramico), resistente all’attacco degli agenti chimici e impermeabile. Non ultimo, accanto all’importante funzione protettiva deve essere valutato l’aspetto estetico in quanto partecipa, insieme al rivestimento ceramico, all’estetica dell’intero sistema di facciata. Anche per quanto riguarda i sigillanti per le fughe di accosto tra gli elementi ceramici si può fare distinzione tra malte cementizie a base di inerti a granulometria variabile in considerazione dell’ampiezza delle fughe, o con resine sintetiche (poliuretaniche ed epossidiche) ed additivi idrofobizzanti miscelati in lattice di gomma sintetica. Naturalmente la scelta sia del materiale di rivestimento e del suo sistema di posa che dei collanti deve essere compiuta in base alle caratteristiche della struttura da rivestire. La definizione del corretto spessore delle fughe, degli stucchi e dei sigillanti deve essere frutto di valutazioni relative al formato da posare, al prodotto impiegato e alle sollecitazioni cui sarà sottoposto il rivestimento. La fuga, infatti, assorbe la dilatazione del materiale in seguito alle variazioni di temperatura ed eventuali movimenti del supporto. In ogni caso non deve mai essere inferiore ai 3 mm e superiore ai 10 mm.
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1.4.1.5. Fissaggi meccanici
Attualmente, si trovano in commercio malte adesive che permettono di migliorare l’incollaggio del rivestimento sulla facciata, ma che da sole non sono in grado di garantire durabilitá nel tempo. Di fronte a questa problematica, diversi sistemi di fissaggio meccanico vengono associati, ancoraggi nascosti o a vista, che permettono il posizionamento di piastrelle di ceramica quando i formati superano i 30 cm di lato evitandone il loro distacco. Si descrivono di seguito i due sistemi piu comuni:
1) Fissaggi nascosti:
Il sistema di fissaggio nascosto garantisce l’aderenza alla parete attraverso un gancio meccanico a scomparsa, che, prima della posa, viene inserito nelle lastre in grés porcellanato. Una volta installata la lastra, dopo averla ricoperta di colla, il gancio viene assicurato alla parete sottostante per mezzo di tasselli. Questi sistemi possono essere in grado di garantire una resistenza allo strappo superiore ai 2500 N, massimizzando quindi la sicurezza nel caso di distacco del collante tra la parete e le lastre in ceramica. Un’alternativa prevede l’ancoraggio di tali ganci all’interno di piccole tacche presenti negli elementi in grés porcellanato e fissati al supporto tramite un’apposita vite in acciaio inox. Una volta riempiti i giunti di posa, tali agganci risultano invisibili e, quindi, non alterano l’estetica della facciata (figura 1.16).
2) Fissaggi a vista:
sono sistemi composti da agganci ancorati al supporto con una vite di acciaio inox. Una volta riempite le fughe, i fissaggi rimangono a vista con una bordo sottile di 5 mm (figura 1.17).
Di norma, tali ancoraggi sono raccomandati a partire dall’altezza del primo estradosso ovvero in corrispondenza della prima soletta. Figura 1.16. (Fonte: porcelanosa) – Sistema di fissaggio meccanico nascosto. Figura 1.17. (Fonte: porcelanosa) – Sistema di fissaggio meccanico a vista.
1.4.1.6. Classificazione secondo le normative vigenti
La qualità e le caratteristiche delle diverse tipologie di piastrelle ceramiche vengono definite sulla base di regole ben precise, che fanno riferimento a specifiche norme tecniche e che rappresentano un riferimento ufficiale.
Le norme tecniche messe a punto per le piastrelle di ceramica sono strumenti volontari, non cogenti. Esse perseguono l’obiettivo di avere un linguaggio comune, di definire una carta di identità del prodotto, cioè le caratteristiche tecniche del prodotto, attraverso modalità univoche e rappresentano un fondamentale riferimento sia per il produttore (o venditore) che per il consumatore.
Attraverso il rispetto di tali norme, il produttore è in grado di attestare le qualità tecniche e prestazionali del materiale proposto; d’altra parte, il consumatore è tutelato ed in grado di verificare che il prodotto sia conforme a quanto da lui richiesto. Questo obiettivo è raggiunto attraverso controlli standardizzati, eseguiti cioè con le stesse modalità tecniche, secondo quanto previsto dalle norme esistenti.
Per le piastrelle di ceramica, in sede internazionale ISO (International Organization for Standardization) sono state pubblicate due norme, una generale e l’altra riguardante i metodi di prova:
ISO 13006: la norma contiene definizioni, criteri di classificazione e requisiti delle piastrelle ceramiche;
ISO 10545: la norma riporta i metodi di prova previsti per la misura delle caratteristiche qualificanti le piastrelle di ceramica, in funzione dell’impiego cui sono destinate. Tale norma si articola in 16 parti, sotto il generico titolo “Ceramic tiles”, ognuna delle quali descrive un metodo di prova, ad eccezione della parte 1, la quale definisce i criteri per il campionamento e l’accettazione o il rifiuto delle piastrelle ceramiche. In sede europea CEN (Comité Européen de Normalisation), le norme ISO per le piastrelle ceramiche sono state completamente recepite:
la norma ISO 13006 è confluita nella norma EN 14411: essa contiene una parte normativa, ossia volontaria, rappresentata integralmente dalla ISO 13006, ed una parte informativa degli aspetti cogenti, contenuta nell’allegato ZA, che informa riguardo le modalità operative relative all’applicazione della marcatura CE per le piastrelle ceramiche; la norma ISO 10545 è stata recepita e pubblicata come EN ISO 10545 nelle sue 16 parti. In Italia, l’UNI ha recepito le norme ISO: la norma EN 14411, quindi anche la ISO 13006 in essa contenuta, è stata pubblicata come UNI EN 14411;
la norma EN ISO 10545 è stata pubblicata come UNI EN ISO 10545, articolata anch’essa in 16 parti.
La UNI EN ISO 10545‐1 “Campionamento e criteri di accettazione” definisce la “dimensione del campione di prova” per ogni proprietà considerata e i criteri di accettazione o rifiuto del lotto di prova.