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Focus sugli infortuni nel Settore del Legno nel Pesarese

Nel documento La rete della Prevenzione: verifica e (pagine 63-104)

Infortuni definiti positivamente per tipo definizione

INFORTUNI GRAVI

2.3.2 Focus sugli infortuni nel Settore del Legno nel Pesarese

In questo lavoro sono stati analizzati gli infortuni occorsi nel comparto Legno, nella provincia di Pesaro Urbino, dal 2000 al 2006 con particolare rilievo a quelli gravi.

L’analisi è stata effettuata utilizzando Epiwork e in parte il programma di analisi libera di Epi-info.

DENUNCIATI E DEFINITI

Gli infortuni sul lavoro del comparto Legno, denunciati nella provincia di Pesaro Urbino dal 2000 al 2006, sono stati 5509 e nella tabella sottostante (Tab.1) sono distinti per anno e tipo di definizione. Si nota una lieve ma costante tendenza alla diminuzione che va dai 958 infortuni del 2000 ai 547 del 2006 (graf. 1).

La stragrande maggioranza degli infortuni sono definiti in Temporanea (85,48%), seguiti da Negativi (7,01%) e dai Permanenti (4,56%).

La composizione annua però cambia; a fronte di un sostanziale mantenimento del livello annuo delle franchigie, vi è una netta diminuzione dei negativi soprattutto del 2004 (graf.

2) e nel complesso diminuiscono gli infortuni riconosciuti in temporanea (graf. 3).

Tab. 1 – infortuni denunciati e definiti nel periodo 2000-2006

Tipo Definizione 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

FR 18 13 14 20 12 18 9 104 1,89

MC 0 0 0 2 1 0 0 3 0,05

MS 0 0 0 0 1 0 0 1 0,02

ND 0 0 0 1 1 4 6 12 0,22

NE 56 51 55 64 67 55 38 386 7,01

PE 45 33 42 35 37 35 24 251 4,56

RS 9 5 5 6 6 9 3 43 0,78

TE 830 881 731 701 598 501 467 4709 85,48

TOTALE 958 983 847 829 723 622 547 5509 100,00

Legenda: FR=franchigia, MC= morti con superstiti, MS=morti senza superstiti; ND=non determinati; NE=negativi, PE=permanenti, RS=regolari senza indennizzo, TE=temporanea.

Graf. 1 – andamento infortuni denunciati nel periodo 2000-2006

denunciati per anno

0 200 400 600 800 1000 1200

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Graf. 2 – andamento infortuni in franchigia e negativi

franchigia e negativi

0 10 20 30 40 50 60 70 80

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

FR NE

Graf. 3 - andamento infortuni in temporanea

Temporanei

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

In crescita gli infortuni in itinere fino al 2004 per poi rimanere quasi stabili e scendere negli ultimi anni; questi rappresentano il 12,22% di tutti gli infortuni denunciati (tab. 2 e graf. 4) e il loro peso sul totale cresce per stabilizzarsi nella media del periodo.

Tab.2 - infortuni in itinere e non nel periodo 2000-2006, per singolo anno e % sul totale infortuni

tipi infortunio 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE

non in itinere 874 867 744 715 611 547 478 4836

in itinere 84 116 103 114 112 75 69 673

TOTALE 958 983 847 829 723 622 547 5509

% itinere sul totale 8,77 11,80 12,16 13,75 15,49 12,06 12,61 12,22

Graf. 4 – andamento della % infortuni in itinere sul totale

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Dalla lettura degli indicatori statistici presenti nel programma Epiwork, si può valutare l’incidenza degli infortuni del comparto legno costruiti attraverso le definizioni Ateco02, del codice Ateco DN 36 che comprende non solo la fabbricazione di mobili (sedie e divani, mobili per uffici e negozi, mobili per cucina, altri mobili) ma altre attività (strumenti musicali, giochi, ecc.). Tali attività non pesano molto, o almeno non quanto la fabbricazione di mobili, sulla realtà produttiva pesarese, ma sono presenti prevalentemente in altre aree della regione.

Comunque l’incidenza degli infortuni indennizzati, nelle attività Ateco DN36, nella regione Marche, dal 2000 al 2005, è quella presentata nella tabella seguente.

Tab.3 – incidenza infortuni nel periodo 2000-2005

incidenza x 1000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 n. addetti 20784,7 21750 22557,5 22421,9 23263,8 22628,1 n. infortuni indenn. 1.088 1099 977 956 883 798

Tasso 52,35 50,53 43,31 42,64 37,96 35,27

Graf. 5 – andamento incidenza infortuni indennizzati nel periodo 2000-2005 (Ateco DN36, Marche)

2000 2001 2002 2003 2004 2005

A fronte della diminuzione dell’incidenza su scala regionale, si nota l’aumento di altri due indicatori: il rapporto Inf. Permanenti e mortali sul totale degli indennizzati (che passa dal 4,1 del 2000 al 5,6 del 2005, graf. 6) e la durata media degli infortuni indennizzati che varia da 27 a 30 giorni nei 6 anni (graf. 7). Anche in questo comparto quindi si assiste alla diminuzione degli infortuni ma al contestuale aumento della loro gravità.

Graf. 6 – andamento indicatore ‘Inf. Permanenti e mortali sul totale degli indennizzati’ nel periodo 2000-2005

Rapporti

infortuni permanenti e mortali / tot indennizzati

0,00

2000 2001 2002 2003 2004 2005

Graf. 7 – andamento della durata media degli infortuni indennizzati nel periodo 2000-2005

durata media infortuni indennizzati

2000 2001 2002 2003 2004 2005

DEFINITI POSITIVAMENTE

Prendendo in esame soltanto gli infortuni definiti positivamente (escludendo pertanto le definizioni FR-franchigia, ND-non determinati e NE-negativi) si nota che hanno un andamento sovrapponibile a quello dei denunciati in tutta la regione con una diminuzione di tutte le definizioni (tab. 4, graf. 8 e 9).

Tab. 4 - infortuni definiti positivamente nel periodo 2000-2006

Tipo

Definizione 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE

MC 0 0 0 2 1 0 0 3

MS 0 0 0 0 1 0 0 1

PE 45 33 42 35 37 35 24 251

RS 9 5 5 6 6 9 3 43

TE 830 881 731 701 598 501 467 4709

TOTALE 884 919 778 744 643 545 494 5007

Graf. 8 – andamento infortuni totali definiti positivamente nel periodo 2000-2006

Infortuni definiti positivamente

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Graf. 9 – andamento infortuni definiti positivamente nel periodo 2000-2006, per definizione

*

1 10 100 1000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

PE RS TE

* scala logaritmica

La distribuzione per genere mostra come gli infortuni avvengano più frequentemente nel sesso maschile (85% circa) e la fascia d’età maggiormente coinvolta è quella compresa tra i 30 e 40 anni seguita dai 18 –29 che insieme rappresentano circa il 62% di tutti gli infortunati (vedere grafico e tabelle) (tab. 5 e graf. 10, tab. 6 e graf. 11).

Tab. 5 – infortuni per genere nel periodo 2000-2006, per anno

Sesso 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

F 130 137 119 108 93 72 69 728 14,54

M 754 782 659 636 550 473 425 4279 85,46

TOTALE 884 919 778 744 643 545 494 5007 100,00

Graf. 10– andamento infortuni per genere nel periodo 2000-2006

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

F M

Tab.6 - infortuni per classi di età nel periodo 2000-2006, per anno

Classi di Età 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

0) Indeterminata 1 0 4 1 0 4 0 10 0,20

TOTALE 884 919 778 744 643 545 494 5007 100,00

Graf. 11 – andamento infortuni per classi di età nel periodo 2000-2006

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

0) Indeterminata

Il paese di origine degli infortunati è per l’88% l’Italia e per gli stranieri al primo posto si trovano il Marocco con il 7,13% seguito da Albania e Macedonia, nazioni queste molto rappresentate sul territorio marchigiano (tab. 7 e graf. 12).

Tab. 7 – infortuni per paese di origine infortunati nel periodo 2000-2006

Nazione di Nascita 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

Marocco 43 54 79 41 50 49 41 357 7,13

Albania 18 20 29 21 20 11 14 133 2,66

Macedonia 5 8 17 8 22 7 12 79 1,58

altri 818 837 653 674 551 478 427 4438 88,64 TOTALE 884 919 778 744 643 545 494 5007 100,00

Graf. 12 – andamento infortuni per paese di origine infortunati nel periodo 2000-2006

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Marocco Albania Macedonia

Nella maggior parte degli infortuni (50%) le giornate perse di lavoro vanno dagli 8 ai 30 giorni mentre gli incidenti lievi (al di sotto degli 8 giorni persi) costituiscono il 20% circa del totale assieme a quelli gravi (oltre 40 gg.) (tab. 8 e graf. 13).

Tab. 8 - giornate perse di lavoro per infortuni nel periodo 2000-2006

Classi Giornate 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

da 01 a 07 199 169 147 145 129 116 92 997 19,91

da 08 a 30 421 502 389 382 340 266 225 2525 50,43

da 31 a 40 85 74 69 66 49 42 46 431 8,61

Più di 40 174 169 168 143 117 111 128 1010 20,17

Sconosciuto 5 5 5 8 8 10 3 44 0,88

TOTALE 884 919 778 744 643 545 494 5007 100,00

Graf. 13 – andamento giornate perse di lavoro per infortuni nel periodo 2000-2006, per anno

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

da 01 a 07

Restringendo ulteriormente il campo ed andando ad analizzare soltanto gli infortuni gravi (escludendo pertanto anche i RS-regolari senza indennizzo e i mortali che sono 4 nel periodo considerato) per confrontarli con le caratteristiche di quelli definiti positivamente si riscontrano le proprietà che di seguito si illustreranno (per gravi si considerano le definizioni nella tabella successiva e per i TE sono stati considerati soltanto quelli con giornate di assenza maggiori di 40).

Contrariamente a quanto succede per gli infortuni definiti positivamente, c’ è una diminuzione fino al 2004 e un lieve aumento, solo dei temporanei, negli anni successivi (tab. 9 e graf. 14).

Tab. 9 – infortuni gravi nel periodo 2000-2006

Tipo

Definizione 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE %

PE 45 33 42 35 37 35 24 251 22,35

TE 156 163 145 122 85 90 111 872 77,65

TOTALE 201 196 187 157 122 125 135 1123 100

Graf. 14 – andamento infortuni gravi permanenti e temporanei nel periodo 2000-2006

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

PE TE

Escludendo i casi mortali la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella compresa tra i 30 e i 40 anni seguita, diversamente da quello che avviene per gli infortuni definiti positivamente, dai “41-50” che insieme costituiscono circa il 60% di tutti gli infortuni gravi.

Tab. 10- infortuni gravi per classi di età nel periodo 2000-2006

Classi di Età Frequenza %

0) Indeterminata 3 0,30%

b) da 15 a 17 9 0,80%

Graf. 15 - infortuni gravi per classi di età nel periodo 2000-2006

0

L’andamento di questi infortuni presenta picchi nei mesi di marzo e giugno (assieme al primo posto con più del 20% di tutti gli infortuni).

CONCLUSIONI

Concludendo si ha la seguente situazione:

x dal 2000 al 2006 gli infortuni sui luoghi di lavoro accaduti nella regione Marche sono diminuiti per tutti i tipi di definizione anche se sono aumentati quelli gravi (Temporanei con più di 40 giornate di assenza dal lavoro) dal 2004 al 2006;

x sono in aumento gli infortuni in itinere e il loro peso sugli infortuni totali;

x l’infortunato tipo è uomo di media età, italiano e, se straniero, nato in Marocco o in Albania.

x l’infortunio grave avviene principalmente nei mesi di marzo e giugno.

“La mia esperienza a contatto con l’INAIL”. Contributo di Daniele Malavolta

Mi è stato chiesto, con mio gran piacere, di parlare dell’Inail, di rendere pubblica la mia esperienza di grave infortunio sul lavoro, quindi di assistito Inail.

Voglio però evidenziare, da piccolo ed umile imprenditore che ero, cosa sapevo e pensavo dell’Inail prima dell’incidente e cosa invece ho trovato dentro quest’importante Ente in conseguenza di quel maledetto incidente.

Da lavoratore e da proprietario di una ditta artigianale l’Inail si conosce prima per i tanti, e non belli, corposi bollettini postali da pagare ogni 3 o 4 mesi (non ricordo di preciso).

Sentire parlare dell’Inail, degli Ispettori o di eventuali controlli faceva gelare il sangue.

“Tanto qualcosa fuori posto trovano sempre”, “Chissà che vogliono questi”, “Se stai a pensare a loro non si può più lavorare”, ecc. ecc.

L’Inail, parlo sempre della mia esperienza che comunque era simile ai miei colleghi (parliamo di 12-15 anni fa), già solo questa parola faceva paura.

Poi un giorno, il 9 ottobre 1995, un attimo, un gran rumore poi… il buio.

Per colpa di una attrezzatura edile costruita male, ho subito un gravissimo incidente riportando una lesione al midollo spinale. La diagnosi che lasciava poche speranze…

tetraplegia spastica. Non avevo mai sentito prima di allora quel termine, ne sono venuto a conoscenza provandolo direttamente sul mio corpo. La mia vita futura in carrozzina con molteplici conseguenze devastanti per il fisico e per la mente.

Già pochi giorni dopo l’incidente l’Inail di Fermo si era messa in contatto con la mia famiglia.

Ricordo la prima volta che ho incontrato Mariangela, l’assistente sociale dell’Inail di Fermo.

Ero da qualche mese al Centro di Riabilitazione, avevo finito di fare pranzo e ci siamo messi a parlare in un lungo corridoio. Io seduto in carrozzina e lei su una panchina. In quei momenti, lo capisci dopo, l’assistente sociale si trova a dover “incassare” malumori e situazioni devastanti legati allo stress psico-fisico a cui l’assistito, io, è sottoposto.

Sicuramente il primo incontro non sarò risultato tanto simpatico a Mariangela, spero che poi negli anni a seguire sono riuscito a farmi stimare per quello che sono.

Quindi dopo l’incidente entro in contatto diretto con l’Inail, l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Entro a far parte di quelle persone che, a seguito di incidenti sul lavoro, vengono “presi in carico” dall’Ente Inail.

Conosci tanta gente che, ricordo ancora le parole che mi ha detto Miranda del Centro Protesi di Budrio, “devono cercare di aiutarti per migliorare la tua vita quotidiana”.

L’incidente quello non si può cancellare, indietro non si può tornare, l’Inail sarà ed è un ente che deve assistere, deve supportare, deve aiutare l’infortunato ad avere una vita futura quanto più dignitosa possibile.

Importante è stato e lo è tuttora il team dell’Inail sia di Fermo (città dove risiedo) e di Budrio sempre attento e pronto con un’equipe di assistenti e ingegneri a studiare soluzioni per facilitare e risolvere i problemi che una persona come me si trova a vivere nel quotidiano (carrozzine, modifiche auto, presidi, limitazioni all’interno e fuori dell’abitazione).

Tanta brava gente.

Quattro anni fa, dopo aver a malincuore dovuto chiudere la ditta che, con il sacrificio ed il silenzioso lavoro di mio padre, avevamo creato, mi sono inscritto ad un corso di formazione professionale che l’Inail mi aveva proposto. Avevo l’opportunità di scegliere il campo su cui mi volevo specializzare. Sin da piccolo mi piaceva disegnare e così ho deciso di specializzarmi nel disegno tecnico tridimensionale con ausilio di computer.

Sicuramente le lungaggini burocratiche per l’inizio dei corsi non hanno giocato a favore,

stavo per ritirarmi, poi una volta partiti ho avuto la possibilità di entrare in quel mondo lavorativo che sognavo da piccolo.

Cosa positiva che alla fine del corso di formazione presso la Ritech di Monteprandone i titolari mi hanno chiesto se volevo lavorare per loro. Ho accettato quell’incarico ed oggi, dopo due anni, lavoro ancora lì.

Però, c’è un però!

In questi due anni e soprattutto all’inizio del corso, considerate che la ditta dove lavoro è distante 45km da casa, ho messo a duro prova il mio fisico. Forse ho chiesto e chiedo troppo al mio fisico e penso se tutto questo sacrificio ne valga la pena.

Il lavoro è importante, deve piacere ma a volte dico tra di me: “Io una volta ho già dato tantissimo, chi me lo fa fare a tornare a casa con le caviglie gonfie e la schiena dolorante dopo 6 ore davanti ad un terminale”.

Al momento dell’assunzione c’era in previsione il telelavoro, un obiettivo che anche con il supporto tecnico dell’Inail, spero si riuscirà a concretizzare.

Da assistito Inail quindi ora conosco l’Inail dal di dentro, i suoi ritmi, i suoi lati positivi, le sue lacune, e riallacciandomi al discorso iniziale credo che sia molto importante che l’Inail abbia un rapporto molto più diretto e collaborativo con le Aziende, con i datori di lavoro, perché è ancora forte la “paura” e il distacco delle ditte che hanno con l’Istituto.

Oggi qualsiasi ditta sia piccola o di grandi dimensioni dovrebbe avere sia con l’Inail sia con le Asur di Competenza territoriale uno scambio di vedute, un vagliare insieme gli eventuali rischi degli ambienti di lavoro.

Prevenire, insieme è meglio che da soli, evitare il possibile distaccamento da “paura” che dicevo all’inizio potrà senz’altro contribuire ad evitare degli incidenti più o meno gravi.

Ogni giorno si hanno notizie di morti sul lavoro, di gravissimi incidenti sul lavoro, sarebbe bello che da un giorno all’altro non succedessero più disgrazie nei luoghi del lavoro. Ma questa non potrà mai essere la realtà, quello che tutti insieme dobbiamo fare è prevenire, fare attenzione e soprattutto ora che il lavoro richiede la dinamica del tutto e subito, dovremmo un attimo fermarci e riflettere su dove si vuole andare.

Daniele Malavolta Grande Invalido del Lavoro

Appendice

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Nel documento La rete della Prevenzione: verifica e (pagine 63-104)

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