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Il Movimento Sociale Italiano

3.1 La fondazione del MS

La nascita del MSI fu il risultato di un lungo processo, a tratti contorto, fatto di analisi più o meno sofferte su tutta la precedente esperienza del fascismo, su quello che era stato, sulle motivazioni economiche e sociali che ne avevano causato la nascita e su quello che, infine, era diventato.

Fondamentalmente, tra la massa dei neofascisti il contrasto strategico maggiore verteva sulla modalità di prosecuzione della lotta, modalità che prevedevano tre diverse opzioni: la continuazione della lotta clandestina, l'inserimento nella vita politica attraverso formazioni partitiche già esistenti o, infine, la creazione di un partito autonomo che, nella legalità e nel rispetto – almeno apparenti - delle leggi vigenti continuasse a portare

avanti le idee e la dottrina fascista172. Tralasciando l'ipotesi della

clandestinità ad oltranza, poco praticabile, in una primissima fase databile tra l'inizio e l'autunno del 1946 l'inserimento presso le forze politiche già esistenti sembrò a molti l'ipotesi migliore. Si guardò all'Uomo Qualunque, considerando giuste le polemiche che il movimento di Giannini scagliava contro i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, lamentandone però il vuoto ideologico e le scarse capacità costruttive173. Vi fu anche chi,

nell'ambiente fascista, cercò contatti con i socialisti appellandosi ad una continuità ideale tra il primo Mussolini e l'ultimo fascismo, quello salotino; qualcuno, poi, andò anche oltre, così come ricorda Nino Tripodi in una testimonianza resa a Giuliana De' Medici: «in quegli stessi mesi alcuni – Giorgio Pini e Stanis Ruinas, fra tutti – superavano l'accostamento ai socialisti e giungevano a trovare interessi ideologici nello stesso comunismo, al fine di marcare il carattere sociale e populista di un movimento secondo loro destinato a raccogliere l'eredità morale della RSI»174. Azzardo al quale neanche il duce, nel primo periodo della

Repubblica sociale, si era mai spinto, facendo le “serenate” anche ai socialisti, ma continuando a considerare i comunisti il male assoluto.

La strategia dell'inserimento nei partiti politici già esistenti si

172 G. DE' MEDICI, Le origini del M.S.I. Dal clandestinismo al primo congresso (1943 –

1948), Edizioni ISC, Roma 1986, p. 49.

173 Ivi, p. 50. 174 Ivi, pp. 51-52.

rivelò però infruttuosa, rendendo così necessario un cambio di prospettiva in vista di un'organizzazione autonoma degli ex fascisti. Il primo momento organizzativo, all'indomani del referendum del 2 giugno, fu il Fronte Nazionale, poi divenuto Fronte dell'Italiano e quindi trasformatosi nell’effimero e inconsistente Movimento artistico nazionale.

Il processo di aggregazione politica, culminato il 26 dicembre 1946 con la nascita dell'agognato contenitore unico (unico nelle intenzioni) neofascista, è difficilmente traducibile in una cronologia chiara e lineare poiché è una storia fatta di improvvise accelerazioni, di arretramenti e di iniziative parallele che a volte si intrecciavano e a volte si scontravano. Tuttavia, è possibile individuare un po' più chiaramente la strada che avrebbe condotto al movimento missino a partire dall'autunno del 1946. Infatti, secondo una testimonianza di Carlo Pace, figlio dell'archeologo Biagio Pace, fu verso la fine di quell’anno che i futuri capi missini ebbero molti contatti con ambienti democristiani, in particolare con Gonella,

Marazza e Caronia175; contatti che probabilmente culminarono in un «vertice

segreto» della DC che avrebbe formalizzato l'autorizzazione alla nascita del MSI176. Dal mese di ottobre alla fine di novembre, poi, vi erano state diverse

riunioni informali sia nella zona extraterritoriale vaticana - dove abitavano i

175 G. PARLATO, op. cit., p. 361.

Pignatelli - sia presso l'Università Gregoriana177. Altri incontri seguirono poi

il 30 novembre ed il 2 dicembre, presso l'abitazione dei principi ed il 3 presso lo studio di Arturo Michelini, durante i quali, per la prima volta, si fece esplicito riferimento all’imminente costituzione del MSI178. La riunione

del 3 dicembre fu più importante delle precedenti in quanto produsse un

documento con il quale gli esponenti più rappresentativi del neofascismo179

dichiaravano, di fatto, la nascita del Movimento Sociale Italiano (con il poco

177 Secondo una testimonianza raccolta da Giuseppe Parlato, alcune riunioni preparatorie del MSI si tennero presso l'Università Gregoriana, altre presso l'IMCA, un'associazione di giovani cattolici americani che operava in Italia come tramite per i fondi statunitensi destinati al nostro paese. (G. PARLATO, OP. cit., pp. 360-361).

178 Tuttavia, il primo riferimento al costituendo MSI potrebbe trovarsi all'interno di questo appunto della Divisione SIS datato 23 ottobre 1946: «È stato infine recentemente segnalato che il movimento fascista clandestino avrebbe raggiunto una vera e propria organizzazione, con la distribuzione di cariche ed incarichi, con la creazione di un Ispettorato nazionale, centri federali, ispettorati e comitati di zona, sezioni, cellule e organi di osservazioni ed informazione. Vengono fatti nomi di noti ex gerarchi, tra i quali Augusto Turati, quale capo del partito, Olo Nunzi, quale segretario, il generale Griffini, Carlo Scorza, E.M. Gray ecc. e vengono indicati molti altri nominativi con le rispettive cariche loro affidate. Sarebbero organi politici del movimento: il partito fusionista italiano, la frazione Patrissi dell'U.Q., “il Fronte dell'italiano”, la cui costituzione è stata annunziata recentemente dal settimanale “Rivolta Ideale” e sul quale non si hanno ancora notizie ufficiali, nonché taluni nuclei e gruppi di reduci». (ACS, Div. SIS – sez. II, b. 45, f. “Movimenti politici clandestini”, 1946-1947).

179 Pino Romualdi, Arturo Michelini, Giorgio Pini, Biagio Pace, Nino Buttazzoni, Giorgio Bacchi, Valerio Pignatelli, Ezio Maria Gray, Italo Carbone ed Emilio Profeta Trigone (Partito nazionale italiano), Cesco Giulio Baghino (prigionieri non cooperatori), Giovanni Tonelli (Rivolta Ideale e Fronte dell'Italiano), Ernesto De Marzio (Fracassa), Costantino Patrizi (Rataplan), Giacinto Trevisonno (Reduci indipendenti).

elegante acronimo Mo.S. It.). Bisognerà però attendere altre tre settimane perché anche gli ultimi dissidi interni ai vari gruppuscoli componenti la nascente formazione venissero, se non eliminati, quantomeno smussati. Alla fine, il fatidico 26 dicembre, nello studio romano dell'avvocato Arturo Michelini, si giunse alla conclusione, forzata, del travagliato percorso con la costituzione ufficiale del Movimento Sociale Italiano180. I firmatari di questo

ultimo e conclusivo atto di nascita erano le stesse personalità che avevano maggiormente operato nell'ambiente neofascista dal 1945 in poi: Pino Romualdi, Arturo Michelini, Giorgio Pini, Biagio Pace, Giovanni Tonelli, Bruno Puccioni, Gianluigi Gatti, Cesco Giulio Baghino, Valerio Pignatelli, Nino Buttazzoni, Roberto Mieville, Francesco Galanti, Nicola Foschini; come responsabile della segreteria venne designato Giacinto Trevisonno e la prima giunta esecutiva risultò essere formata da Raffaele Di Lauro, Giovanni Tonelli, Mauro Cassiano e, come responsabile giovanile, Carlo Guidoboni181.

Lo stesso 26 dicembre 1946 Arturo Michelini provvide ad informare la questura e, con l'affissione di manifesti, la città di Roma della

180 Forzata in quanto alcuni partecipanti, prendendo a pretesto una posizione vista come poco chiara di un gruppo neofascista milanese, proposero di rinviare ulteriormente ogni decisione ed ufficializzazione. Ma Arturo Michelini si oppose a questo ennesimo rinvio, comunicando ai presenti di aver già informato la questura dell'avvenuta costituzione del partito e di aver già dato ordine agli attacchini di affiggere per le strade di Roma il manifesto che ne annunciava la nascita. (G. PARLATO, OP. cit., p. 248).

nascita del nuovo movimento politico ma, evidentemente, tali e tante erano le sigle e le iniziative che affollavano lo schieramento di destra della politica nazionale che, ancora nelle prime settimane del 1947, la II sezione della Divisione SIS produceva una lunga nota all'interno della quale si dava conto di un movimento tendente alla costituzione, a Roma e più in generale in Italia, di un non meglio identificato “Fronte Sociale di Unità Nazionale”182,

orientato, in funzione anticomunista intorno alle direttive dei giornali “Rivolta Ideale”, “Rataplan” e “Manifesto”, all'A.I.L. ed al P.F.D.

Ovviamente le notizie riportate dal suddetto documento potrebbero anche riferirsi al già menzionato Fronte dell'Italiano183; tuttavia

alla data del 17 gennaio 1947 il Fronte era presente sulla scena nazionale già da quasi un anno e appare pertanto poco credibile che si potesse fare ancora tanta confusione. Proseguendo nella lettura del documento leggiamo che il fantomatico movimento detto “Fronte Sociale di Unità Nazionale” sarebbe stato diretto da vecchi uomini del regime fascista i quali, però, avrebbero lasciato il comando ad uomini nuovi, al fine di non screditarlo presso l'opinione pubblica e che quanto prima sarebbe stato pubblicato un manifesto programmatico con il quale sarebbero state gettate le basi di un nuovo partito. Gli uomini appartenenti al movimento inoltre non avrebbero escluso l'azione diretta, che si sarebbe dovuta concretizzare con la

182 ACS, SIS - sez. II, b. 45, f. “Fronte Sociale di Unità Nazionale”, 1947. 183 Si veda capitolo 3, paragrafo 1.2.

costituzione di gruppi formati da 20 uomini ciascuno, decisi a tutto pur di arginare l'eventualità di un colpo di mano da parte degli avversari. Si affermava, poi, che la strutturazione dell’organizzazione, che non avrebbe avuto problemi di armi, era a buon punto, anche nell'Italia settentrionale e che si aveva piena fiducia nella eventuale collaborazione, in caso di bisogno, del Fronte dell'Uomo Qualunque e di altri partiti appartenenti alla destra. Non sarebbero stati estranei a tale attività sovversiva ex ufficiali dell'Esercito, ex combattenti, compresi quelli di Spagna, mutilati ed ex appartenenti alle varie formazioni militari (brigate nere, X Mas, Marina, Divisione Julia e Divisione Osoppo). Tra i dirigenti più attivi veniva individuato il generale Antonio Sorice184.

Il lungo documento terminava poi affermando che «[...] per Natale è stato diramato clandestinamente un messaggio agli Italiani [...]. Esso è stato inviato ai quotidiani e alle personalità dei diversi partiti. In questi giorni sarebbero anche stati distribuiti sussidi per l'assistenza ai detenuti politici e per il pagamento degli onorari ai legali che li assistono»185

184 ACS, Divisione SIS - sez. II, b. 45, f. “Fronte Sociale di Unità Nazionale”, 1947. 185 Ibidem.