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L’Associazione studentesca Giovane Italia

Gli altri neofascism

4.4 L’Associazione studentesca Giovane Italia

La Giovane Italia fu forse una delle più importanti associazioni studentesche legate al Movimento Sociale Italiano, nata nella prima metà degli anni ‘50 e confluita nel 1971 nel Fronte della Gioventù258.

Costituitasi ufficialmente a Roma con un convegno nazionale di studenti medi, tenutosi nei giorni 13 e 14 novembre 1954 nei locali dell’Associazione Artistica Internazionale259, l’associazione si proponeva,

principalmente, di attuare «un’energica azione di difesa e di valorizzazione della cultura nazionale; il promovimento del benessere materiale e morale degli studenti medi»260. Le origini della Giovane Italia però, sono da

ricercarsi altrove e in un altro tempo. Secondo un rapporto del prefetto di Gorizia datato 14 agosto 1952, l’Associazione Giovanile Studentesca “Giovane Italia” sarebbe nata a Trieste261 nell’aprile del 1951, con sede in

via Diaz n. 12 e composta da studenti triestini262. Questa associazione, dopo

le manifestazioni per l’italianità di Trieste e per il ritorno della città sotto la

258 Il Fronte della Gioventù fu un'organizzazione politica giovanile prima del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale e successivamente del Movimento Patria. Nacque nel settembre 1971 dalla fusione dell'organizzazione studentesca Giovane Italia con il Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori del MSI.

259 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1952-1966, 21 giugno 1955. 260 Ivi, 12 aprile 1955.

261 La città di Trieste sarebbe ritornata sotto la sovranità dello Stato italiano solo nel 1954. 262 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1952-1966, 14 agosto 1952.

giurisdizione italiana svoltesi il 20 marzo 1951, decise di estendere l’iscrizione anche agli studenti delle scuole medie inferiori, raggiungendo così in breve tempo i 3000 iscritti, quasi tutti iscritti o simpatizzanti missini263. La particolarità di questa prima versione della Giovane Italia, così

come emerge dalla relazione del prefetto goriziano, riguardava le condizioni necessarie per l’ammissione al sodalizio, «subordinata alla condizione, previ accertamenti da parte della direzione, che non solo il richiedente, ma anche i familiari dello stesso, nutrano spiccati sentimenti italiani e nazionalisti»264.

Evidentemente il modello sperimentato a Trieste si rivelò uno strumento di propaganda tanto efficace da indurre il MSI a estenderlo, come già detto, all’intero territorio nazionale. Dell’organismo nato nel 1954 potevano farne parte tutti gli studenti medi e i diplomati non frequentanti un corso universitario. Nel 1955, la Giovane Italia aveva come presidente il deputato missino Fabio De Felice e Franco Gialdroni come segretario nazionale mentre Luciano Ghirlanda ricopriva il ruolo di segretario generale; il comitato esecutivo era formato da Adalberto Baldoni, Fausto Belfiori, Francesco Colavelli, Gino Ragno, Carmelo La Malfa, Pietro Perretta, Massimo Anderson, Sergio Baronci, Salvatore Curatolo, Giovanni

Maccaroni, Mario Gionfrida265. E, quasi immediatamente, alcuni di essi si

263 Ibidem. 264 Ibidem.

fecero immediatamente notare quando, il 15 marzo 1955 con l’accusa di «danneggiamento aggravato in danno della libreria “Rinascita”, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, radunata sediziosa e aggravata, uso pubblico di uniforme, manifestazione neofascista innanzi alla sede del PCI in Via delle Botteghe Oscure» furono denunziati e arrestati Baldoni, Anderson e Gionfrida e, denunziato ma irreperibile, il segretario nazionale Gialdroni266.

Tuttavia, a parte questa vandalica azione e l’avvio – a fine giugno - di un corso di preparazione culturale e politica per i dirigenti scolastici per opporre un’adeguata azione politica a quella svolta dagli organismi studenteschi comunisti267, l’attività della Giovane Italia fu generalmente

scarsa così come quasi nullo, tranne poche eccezioni, il radicamento nelle varie provincie italiane. La situazione cambia nel 1956 con l’arrivo alla presidenza nazionale del deputato del MSI Angelo Nicosia il quale, allo scopo di riordinare l’attività dei quadri centrali dell’organizzazione, provvide alla soppressione dell’esecutivo e allo scioglimento della direzione nazionale provvedendo a nominarne una nuova, composta da Raffaele Aita, Arnaldo Bello, Germana Borgia, Gianfranco Cagnazzo, Vittorio Castellani, Arnaldo Colombani, Raffaele Della Bona, Aldo Diamanti, Luciano Ghirlanda, Desio Grisanti, Guido Maceratini, Gennaro Mattioli, Giovanni Mazzamuto, Antonino Pantano, Franco Pelù, Gino Ragno, Rosario

266 Ivi, 1 giugno 1955. 267 Ivi, 4 luglio 1955.

Giuseppe Rinaldi, Giuseppe Rubinacci, Giovanni Veneziani268. Un anno

dopo, il nuovo presidente nazionale Paolo Gianfranceschi, in seguito all’aggressione di Giuseppe Bottai ad opera di Gino Ragno, avrebbe provveduto ad un ulteriore rinnovamento degli organi dirigenziali della Giovane Italia eliminando molti degli elementi estremisti, facenti capo alla corrente interna del MSI capeggiata da Almirante e fautrice di una politica autonomista basata sul nazionalismo oltranzista, e dando ampio spazio ai moderati appartenenti alla corrente di Michelini269. L’unica particolarità

degna di nota di questa ennesima nuova “classe” dirigente dell’associazione Giovane Italia, è l’inclusione nell’esecutivo nazionale, con delega all’iniziativa nazionale e rapporti con l’estero, dell’allora ventisettenne Guido Giannettini, un nome destinato a ricorrere spesso nelle future trame oscure della Repubblica.

Reggio Calabria

Nella città dello Stretto l’Associazione Giovane Italia si costituì nel dicembre 1953 presso la sede del MSI locale. Vi aderirono soltanto studenti delle scuole medie e ne fu dirigente responsabile lo studente universitario Francesco Attinà, segretario provinciale della federazione giovanile missina270. Il numero degli aderenti, però, era irrilevante tanto che,

268 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1951-1966, 14 agosto 1956. 269 Ivi, 26 febbraio 1957.

allo scopo di incrementare l’efficienza e la presenza dell’organizzazione, nell’aprile 1954 Attinà Francesco fu sostituito da Francesco Franco, il futuro capopopolo della rivolta di Reggio meglio conosciuto come “Ciccio” Franco. Tuttavia, fino al 1957, la Giovane Italia reggina – cui aderivano circa 50 studenti – non svolse attività di rilievo e, sempre nel 1957, ne divenne presidente lo studente universitario Antonio Pezzano271.

l’associazione continuò a svolgere attività di scarso rilievo fino al 1959,

quando venne eletto presidente il ventiduenne sidernese Renato Meduri272,

un quadro dirigente sicuramente preparato e promettente che aveva frequentato a Collagna (Reggio Emilia) un corso di aggiornamento per i

presidenti delle associazioni studentesche273. Sotto la direzione di Renato

Meduri aumentò sensibilmente il numero degli aderenti ma pochi mesi dopo, investito della carica di ispettore regionale per la Calabria della Giovane Italia, lasciò la presidenza dell’associazione a Carlo Felice Rafanelli che, proseguendo nell’opera di rafforzamento organizzativo e propagandistico intrapreso da Meduri, portò, nell’aprile 1960, gli iscritti presenti nella provincia a 400, con fiduciari presso gli istituti scolastici medi e la stampa di un periodico quindicinale – L’Audacia – supplemento del

271 Ibidem.

272 Ivi, 18 maggio 1959. 273 Ivi, 7 aprile 1960.

settimanale Sport di Reggio274. Inoltre, sempre nei primi mesi del 1960, in

seno alla Giovane Italia reggina fu costituito il cosiddetto settore “Volontariato” composto da numerosi aderenti con il compito di disturbare le manifestazioni indette dal PCI e dalla FGCI275. Una delle azioni di

disturbo messe in atto dal settore “Volontariato” avvenne la mattina del 25 aprile 1960 quando 25 studenti appartenenti alla Giovane Italia si diressero presso la piazza Municipio di Messina dove si svolgeva una cerimonia celebrativa dell’anniversario della Liberazione scatenando disordini e incidenti duramente criticati dagli stessi esponenti locali del MSI276. Proprio

questo episodio, giudicato compromissorio della linea politica missina, causò un serio raffreddamento nei rapporti tra l'organizzazione giovanile e il partito che giunse a rifiutare alla Giovane Italia un contributo che era stato richiesto per la celebrazione di una messa in memoria di Benito Mussolini277; si incrinò definitivamente il rapporto tra MSI e Giovane Italia,

tanto da indurre, nel 1961, i vertici reggini missini a imporre d’autorità la sostituzione dalla carica di presidente di Rafanelli per insediare Giuseppe Marcianò. La mossa suscitò un così vivo malcontento tra gli aderenti

274 Ibidem.

275 Inoltre, per meglio conseguire i loro scopi, uno dei giovani missini era riuscito ad inserirsi all’interno della FGCI ottenendone l’iscrizione, e così riuscendo a riferire ogni notizia alla Giovane Italia. Però, dopo qualche tempo, la manovra fu scoperta dai comunisti. (ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1951-1966, 27 aprile 1960).

276 Ivi, 2 maggio 1960. 277 Ibidem.

all’associazione giovanile che la federazione provinciale MSI, allo scopo di tutelare la dignità del partito contro ogni intemperanza da parte dei giovani della Giovane Italia, si vide costretta a deferire al consiglio provinciale di disciplina Francesco Franco, Renato Meduri, Fortunato Borruto, Francesco Amadeo, Antonio Galati, Camillo Pisani, Carlo Felice Rafanelli, Domenico Amadeo e Achille Salinunte278. Nel settembre dello stesso anno il

commissario straordinario della federazione provinciale del MSI Saverio D’Aquino dispose lo scioglimento del comitato provinciale dell’associazione e affidò a due commissari – Giuseppe Marcianò e Antonio Stilo - il mandato di provvedere alla riorganizzazione della stessa279.