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3. GLI ARCHIVI DEL GOVERNATORATO E I FONDI UFFICIO CERIMONIALE E

3.2 Dal fondo unitario ai due fondi autonomi: origine del complesso e criteri di ordinamento precedenti

3.2.2 Il fondo Ufficio studi

Diversa invece la situazione del fondo intitolato all’Ufficio studi, che copre un lungo arco cronologico (1932 – 1944) ma si presenta privo di ulteriori strutturazioni al suo interno. Le diverse tipologie documentarie conservate nei fascicoli – da una parte carteggio e relazioni riguardanti indagini, dall’altra pubblicazioni raccolte per finalità di aggiornamento – evidenziano sia la pluralità degli interventi che una chiara disomogeneità di sedimentazione. Il criterio di ordinamento originale, risultante dall’opera di classificazione indicata da regole interne di archiviazione e dall’attribuzione delle posizioni sulle copertine, sembra seguire una divisione per aree di approfondimento e campi di indagine. Tale ordinamento, uniforme per tutto il fondo, ha sconsigliato la suddivisione in serie legate alla tipologia o alla funzione nel riordinamento del cartaceo. Anche una suddivisione solamente logica sembrerebbe scorporare forzatamente l’attività dell’Ufficio, tutta invece riconducibile al concetto di studio in senso lato, e quindi agli obiettivi cui l’organo era preposto. Preso nella sua interezza invece, a livello concettuale l’archivio dello Studi può essere presentato come un sub-fondo del corpus documentario del Gabinetto del sindaco, quest’ultimo costituitosi in un fondo complesso, anche in relazione al fatto che spesso in tale

18 Nessuno specifico riferimento in tal senso compare infatti nelle deliberazioni governatoriali nn. 5479/1935,

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archivio confluivano fondi diversi, prodotti da strutture temporanee presiedute dal sindaco stesso19. Dato il rapporto giuridico di subordinazione che intercorreva con il Gabinetto, l’Ufficio studi ne rappresentò un’articolazione amministrativa, determinando una relazione gerarchica a livello di descrizione archivistica20.

I fascicoli, di consistenza varia (dal singolo ritaglio di giornale all’insieme di atti preparatori, relazioni e verbali relativi alla partecipazione a una determinata commissione, passando per riviste e monografie), sono organizzati secondo un ordine rispondente a diverse materie, raffiguranti una commistione di competenze specifiche proprie attribuite dalla normativa e di argomenti generali imputabili all’attività di ricerca in vari campi. È presente sulle camicie un oggetto esplicitato (il titolo di un articolo o il nome di un servizio o di una ripartizione). Sugli angoli superiori destri dei fascicoli vi è poi una segnatura alfanumerica originale, caratterizzata da un numero romano con un trattino a separare una lettera e un numero arabo (es. «I-C11 Riforma Rip.ne II», «III-C9 Accertamento imposte e tasse municipali», «V-T1 P. M. Bardi, Documentario sulla casa del fascio di Como»). Ciò consente di evidenziare varie lacune: i fascicoli partono da I-B1 fino ad arrivare a X-L1, ma mancano ad esempio tutti quelli che dovrebbero avere il numero romano II, inoltre molte lettere saltano o non ripartono necessariamente dalla A. Pur non avendo alcun indice di classificazione come confronto, la segnatura permette, ad ogni modo, di circoscrivere i riferimenti sommari, partendo dal particolare per arrivare a ricavare a grandi linee gli argomenti generali. Ad esempio, i fascicoli da IX-A1 a IX-A3 contengono carte relative ai lavori della Commissione quartieri periferici, quelli da IX-B1 a IX-B11 articoli sulle periferie, quelli da IX-C1 a IX-C5 promemoria e scritti sugli orti urbani, quelli da IX-L1 a IX-L4 relazioni e pubblicazioni sulle opere di bonifica: il numero romano IX sembra quindi raccogliere documentazione concernente periferie, borgate, borgate rurali e bonifica, che potrebbero essere riassunte in un ipotetico titolo «Periferie e

19 Il concetto di fondo complesso – o superfondo – non attiene alla quantità di documentazione conservata ma al tipo di

gestione documentaria, essendo il risultato di precise relazioni giuridiche o di riordinamenti successivi. Quale fondo composto da una pluralità di fondi, esso è utile a rappresentare le articolazioni di un organo complesso, intese non come semplici suddivisioni di una entità maggiore ma come «parti organicamente strutturate attraverso le quali quell’ente esiste e opera». Paola Carucci, L’ordinamento, in Archivistica. Teorie, metodi, pratiche, a cura di Linda Giuva – Maria Guercio, Roma, Carocci, 2014, p. 137-177, in particolare p. 164. Diversi sono i fondi già inventariati del Gabinetto del sindaco conservati nell’Archivio storico capitolino: Comitato Centrale Nazionale di Soccorso ai Danneggiati dal Terremoto nella Liguria (1887-1889); Comitato Centrale Nazionale di Soccorso nell’Epidemia Cholerica (1886-1901); Comitato Centrale Pro Sicilia (1902-1903); Comitato Centrale Romano di Soccorso ai Danneggiati dal Cholera (1884- 1887); Comitato di Soccorso per gl'Inondati (1882-1888); Comitato Generale Romano di Soccorso Pro Calabria e Sicilia (1908-1910); Medaglia ai Benemeriti della Liberazione di Roma (1849-1879); Ordinanze del Governatore e del Sindaco (1937-1945; 1948); Sezione speciale (per l'inaugurazione del Monumento a Vittorio Emanuele II, 1911); Sottocommissione Rione Trastevere (1871-1872); Terremoto 1915 (1915-1918).

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Sarà quindi opportuno creare un rimando virtuale fra l’Ufficio studi e l’archivio del Gabinetto del sindaco. Anche per l’Ufficio cerimoniale e propaganda, deve essere fatto un rimando alle carte del Gabinetto, dove almeno fino al 1941 rimase comunque utilizzata la classe riservata alle funzioni di rappresentanza. Gli argomenti ricavati dalle intestazioni sui fascicoli del Gabinetto del governatore e su quelli del Cerimoniale e propaganda sembrano sovrapporsi tra il 1938 e 1940: le carte conservate all’interno dei fascicoli dell’archivio del Gabinetto rivelano come però il carteggio, di sempre minore importanza con il trascorrere degli anni, riguardasse documentazione interlocutoria e personale del governatore piuttosto che propriamente operativa, quale invece si ritrova fra le carte del Cerimoniale.

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opere del regime». È stato possibile quindi ricostruire il seguente prospetto, con alcune inevitabili incertezze e difformità (segnalate in corsivo) dovute a ripetizioni e sovrapposizioni di argomenti. Le denominazioni delle categorie sono tutte attribuite:

I II III IV V VI VII VIII Governatorato [Non presente] Finanze e tributi Nettezza urbana Infrastrutture Cultura, istruzione e sport Assistenza, sanità e igiene Annona e corporativismo I-C I-D III-A III-B III-C III-E III-F IV-L IV-M IV-N V-S V-T V-V V-Z VI-A VI-B VI-C VI-D VI-E VI-F VI-H VI-I VI-L VII-A VII-B VII-D VII-E VII-F VII-G VII-H VII-I VII-M VIII-A VIII-B VIII-C VIII-F

Riforme/riorganizzazione uffici governatoriali Consulta

Finanze, contabilità, bilancio Patrimonio

Tributi, imposte Imposte di consumo

Cooperative edilizie a contributo statale Ponti

Fognature

Nettezza urbana, decoro Stazioni, porti, aeroporti Opere pubbliche, appalti Strade

Edilizia, lavori

Cittadinanza romana, romanità? Scuole, insegnamento

Monumenti, antichità, musei? Teatro, cinema

Chiese Zoo

Sport, Gioventù italiana del littorio Difesa della razza, trasporti a gas/metano Roma, romanità?

Bagni pubblici, igiene Dispensario del Quadraro

Assistenza, Ente assistenziale di Roma/Ente governatoriale di assistenza

Colonie, servizi sanitari, «Assistenza sociale. Atti» Onmi

Assistenza sociale, vigilanza sanitaria Ospedali

Mattatoio, fauna cittadina Assistenza sociale in Ungheria

Annona Mercati

Approvvigionamento bestiame bovino Latte

115 IX X Periferie e opere del regime Propaganda, turismo, studi VIII-G IX-A IX-B IX-C IX-D IX-F IX-I IX-L X-C X-E X-F X-G X-H X-I X-L Corporativismo

Commissione quartieri periferici Borgate, periferie

Orti urbani

Laboratori femminili aperti dal Governatorato Padiglioni per aule/palestre forniti dal Governatorato Poli industriali

Bonifica

Pubblicazioni (Piccola guida, Bollettino della capitale, «Capitolium»), abbonamenti

Turismo

Esposizioni, fiere, mostre

Governatori, N. Sauro, C. Battisti

Scambi, studi comparati e collaborazioni con altre città

Fotografia Atti Ufficio studi

Una differente segnatura di classificazione compare invece sui singoli documenti. Ad essi l’Ufficio studi abbinava un sistema di schede contrassegnate da colori, lettere e numeri, elaborate al fine di predisporre uno schedario e verosimilmente un repertorio – o, meglio, un catalogo – pratico soprattutto nel rintracciare normativa e pubblicistica utile. Il tipo di classificazione era infatti di tipo bibliografico piuttosto che propriamente archivistico, circostanza dovuta al fatto che gran parte della documentazione derivava da una apposita selezione di scritti di interesse dell’Ufficio più che dalla tipica sedimentazione, pur regolamentata, di un carteggio. I documenti alimentavano poi categorie precedentemente individuate di argomenti. Le carte prodotte, o acquisite, si formavano invece nell’attività di indagine e ricerca interna, andando a ingrossare i fascicoli intitolati ai vari organi e servizi dell’amministrazione oggetto di osservazione, che rappresentano infatti le unità più corpose del fondo.

Sulle carte, fatta eccezione per la segnatura apposta a matita, non sono presenti timbri, numeri progressivi o registrazioni riferibili a una attività di protocollazione. Di fatto, era la segnatura a certificare l’ingresso dei documenti fra gli atti dell’Ufficio studi. Proprio per garantire la corretta applicazione ai documenti dello schema di classificazione, l’Ufficio si dotò di uno scritto chiarificatore, che esponeva le regole con le quali doveva essere gestita la documentazione. Il dattiloscritto (rinvenuto all’interno del fondo), intitolato Norme per la documentazione, è formato da undici pagine suddivise in paragrafi, che descrivono puntualmente le modalità con cui dovevano essere raccolte, classificate, schedate e archiviate le carte21.

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In primo luogo veniva definito il sistema di classificazione, a partire da una primaria distinzione a seconda della tipologia e della materia. Le tipologie, coincidenti in questo caso con le fonti normative o con le modalità di redazione, erano suddivise nel seguente modo:

D.1 D.2 D.3 D.4 D.5 D.6

Atti ufficiali (schede blu)

Rapporti di uffici o aziende dell’amministrazione (schede arancione)

Relazioni di lavori comuni, congressi, visite, viaggi, scambi d’esperienza pervenute da altri enti ecc. (schede verdino)

Libri (schede nocciola chiaro)

Periodici (schede grigio) Proposte, segnalazioni, desiderata, osservazioni (da uffici dipendenti o da terzi) (schede giallo crema)

D.1-1 Atti legislativi D.1-2 Atti corporativi D.1-3 Atti governatoriali

D.1-4 Segnalazioni del dott. Montemaggiori a S.E.22

Come si vede nell’indicazione accanto alla tipologia, nella successiva fase di redazione delle schede a ciascuna fonte doveva corrispondere un diverso colore di cartoncino. Le materia cui attenevano i documenti era poi inquadrata in classi contraddistinte con le diverse lettere dell’alfabeto, a loro volta sciolte in argomenti più specifici indicati con numeri arabi. Di seguito le materie determinate dal documento, con alcune esemplificazioni delle specificazioni ulteriori:

A

B C D

Leggi istitutive del Governatorato e sue riforme

Organizzazione

Finanza pubblica, tributi Servizi civici

A.1 Generale, legislazione comparata, precedenti, dottrina

A.2 Legge istitutiva A.3 Progetti di riforma A.4 Consulta

D.1 Polizia urbana

117 E F G H I K L M N O P Q R S T U V W X Y Z Urbanistica Opere pubbliche Viabilità e traffico Educazione, arte, cultura Igiene

Economia e annona Servizi amministrativi Agro romano e territorio Delegazioni

Servizi a bilancio (in economia)

Propaganda e stampa Assistenza, opere pie Ragioneria

Statistica Trasporti urbani Acqua, gas, elettricità

Aziende governatoriali e servizi pubblici urbani

Aziende pubbliche e municipalizzate Corporativismo

Esposizioni, mostre, fiere, congressi

Generale e varie

D.2 Vigili del fuoco

D.3 Gas, elettricità, illuminazione pubblica D.4 Anagrafe

D.5 Emigrazione, immigrazione, limiti D.6 Acquedotti

O.1 Generale O.2 Giardini

O.3 Nettezza urbana O.4 Cimitero Verano

Alcune aggiunte manoscritte lasciano pensare che in un secondo momento sia stato necessario aggiornare le categorie inizialmente individuate, secondo le effettive esigenze di ordinamento. Si può notare una certa corrispondenza fra le materie elencate nel documento e quelle riportate sui fascicoli, sia come accorpamento di argomenti sia nell’ordine stesso dell’elenco, probabile prova del fatto che i titoli vergati sui fascicoli siano stati apposti successivamente all’opera di raccolta, seguendo semplicemente l’ordine trovato.

Il codice alfanumerico risultante da tale attività, coniugando fonti e materia, doveva essere poi riportato per intero sui documenti e sulle schede da questi derivate: «ad esempio, la sigla D.5 O.2 indicherà un articolo di periodico interessante il Servizio giardini». Solamente poche schede di questo tipo, rimaste a testimonianza di tale opera, sono state però reperite nel fondo al momento del

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riordino. Tenendo presente che la scheda doveva anche riportare una breve sintesi del contenuto del documento, con un intuibile aggravio del lavoro di compilazione, allo stato attuale non è possibile affermare con certezza il motivo di tale mancanza. La compilazione delle schede potrebbe non essere mai sistematicamente iniziata, o potrebbe non essere stata portata a termine. Altra ipotesi è che le schede, effettivamente redatte e raccolte, siano poi andate realmente a formare uno schedario, che per qualche ragione non è pervenuto insieme al resto del fondo al momento del versamento. Ulteriore complicazione doveva essere rappresentata dallo spazio occupato. Le schede, rigidamente standardizzate nel formato e nei contenuti, risultano a volte essere materialmente più grandi e paradossalmente più dettagliate del medesimo documento cui si riferiscono. Ad esempio, a un breve trafiletto ricavato da un ritaglio di giornale non più largo di cinque centimetri, il cui asciutto testo è poco più lungo del titolo, corrisponde un cartoncino rigido di quindici centimetri di lato con l’intestazione dell’Ufficio studi, su cui sono riportati il nome del quotidiano, il luogo e la data di edizione, il titolo dell’articolo e un suo riassunto che, dovendosi per forza di cose utilizzare giri di parole, finiva per essere più prolisso dell’articolo stesso. In più, era anche prevista la redazione di schede parallele classificate per autore, per garantire una seconda chiave di accesso ai documenti.

Le Norme passavano poi a descrivere le modalità di raccolta della documentazione. Il passaggio è particolarmente importante perché, oltre ad essere esplicativo delle fattive dinamiche di collezione e destinazione, ci consente di avere notizia dei complessi documentari di cui l’Ufficio era in possesso – o che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto possedere –, dandoci anche un’idea della tipologia di carte che erano ritenute di necessaria conservazione, della loro consistenza e conseguentemente degli spazi necessari alla custodia. Gli «Atti ufficiali», ovvero i testi normativi, dovevano finire nella relativa raccolta, «di cui l’Ufficio [era] provvisto». Compito dello Studi era poi la ricezione di tutti i «Rapporti» preparati dagli uffici e dalle aziende del Governatorato, considerando in questa tipologia anche i rendiconti, i bilanci, gli elenchi e le descrizioni di opere pubbliche. Una specifica sezione era riservata alle «Relazioni», riferite in questo caso al complesso dell’attività svolta dei funzionari dell’Ufficio studi: lavori preparatori e atti relativi a congressi e convegni; resoconti su scambi d’esperienza, visite e viaggi di studio intrapresi.

Anche se non ordinata con queste modalità, data la successiva fascicolazione per materia che ha deformato l’iniziale progetto di ordinamento per tipologia, la documentazione fin qui descritta è effettivamente rappresentata nel fondo. Diverso il caso delle raccolte di libri e di riviste, di cui era previsto un progressivo aumento tramite accordi con librerie specializzate e abbonamenti. Dell’esistenza di questo materiale bibliografico – presente nel fondo solamente in qualche sporadico esempio, sotto forma di opuscolo o rivista – e della biblioteca ed emeroteca relative, abbiamo notizia essenzialmente grazie a riferimenti ricavati delle contemporanee comunicazioni interne all’amministrazione. La conservazione del complesso librario, infatti, era spesso citata come

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esempio di criticità in varie note rivolte ai vertici amministrativi, nelle quali i funzionari dell’Ufficio lamentavano i cronici problemi di spazio23

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Il documento che riassume le Norme non è datato, anche se l’intestazione «Gabinetto del governatore. Ufficio studi» lo colloca a livello cronologico già alle dipendenze del Gabinetto, successivamente quindi al luglio 1935. La presenza di segnature desunte dalle Norme su relazioni e appunti di anni precedenti non contraddice tale ipotesi: viste le modalità di collezione delle carte infatti, che spesso pervenivano all’Ufficio in un secondo momento, la classificazione veniva apposta anche retroattivamente.

Tra la documentazione di maggior interesse del fondo, è da segnalare quella relativa alle indagini statistiche interne, risorse utili alla raccolta di dati sul funzionamento degli uffici e sui progetti di riorganizzazione degli stessi, portati avanti in quegli anni e in particolare sotto la guida di Pacces. Di particolare interesse sono anche i verbali e le relazioni riguardanti la partecipazione dell’Ufficio alla Commissione quartieri periferici, che contengono spunti di approfondimento circa le dinamiche assistenziali cittadine.