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Una formazione che mobilita energie e aiuta a trasformare anche l’insuc-

2. la formazione

2.2. Una formazione che mobilita energie e aiuta a trasformare anche l’insuc-

Gli ex-allievi che abbiamo intervistato ci hanno regalato storie che mostrano

come l’esperienza formativa che hanno vissuto non li abbia rinchiusi nelle loro bio-

grafie, che spesso al loro arrivo erano cariche di profezie negative, ma li abbia fatti

andare più in là, più lontano. Abbiamo già sottolineato come l’educazione al gusto

di un lavoro ben fatto abbia alimentato in loro energie. qui vogliamo riportare al-

cune testimonianze che ci aiutano a vedere come tali energie siano state spesso

orientate a trasformare anche le esperienze negative in occasioni di apprendimento.

2.2.1. Dall’insuccesso scolastico

Spesso il successo formativo di cui le storie raccolte danno testimonianza si è

costruito sulle macerie di un precedente insuccesso scolastico

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. Per quanto in altre

occasioni abbiamo avuto modo di argomentare sull’esigenza di ripensare a fondo la

questione culturale che sta alla base della Formazione Professionale, sostenendo le

ragioni di un canale dell’ieFP come percorso di pari dignità rispetto a quello scola-

stico (Tacconi, 2010;2006), nella situazione in cui si trova il nostro Paese, il fatto

stesso di capitare al cFP è indicatore di uno status di debolezza, spesso sancito da

dolorose attestazioni di “non capacità”. Ma la non riuscita scolastica non si tra-

sforma necessariamente in insuccesso formativo. questo almeno è ciò che emerge

con chiarezza dalle testimonianze raccolte:

ho finito il cFP nel 1966; avevo diciotto anni, perché avevo perso due anni di scuola, uno alle elementari e l’altro all’inizio delle superiori; eppure nella formazione tutto è an- dato bene (intFoss5);

all’epoca non ero riuscito a superare gli esami, però non mi sono arreso e ho frequentato un altro corso, quello di elettropneumatica, che poi mi ha orientato al mio lavoro di oggi; […] se non avessi frequentato il corso serale di elettropneumatica, sarebbe stato per me molto più difficile apprendere il mestiere (intct17).

i percorsi di accesso alla Formazione Professionale sono stati spesso accidentati

eppure nei cFP i partecipanti alla nostra ricerca affermano di aver trovato persone

che li hanno aiutati a scoprire potenzialità inespresse. R. (intVr2), nella storia che ri-

portiamo nella prossima sezione di questo lavoro (cfr. la storia n. 12), ricorda, ad

esempio, che i suoi genitori si erano spesso sentiti dire dai professori della scuola

media che “il ragazzo doveva andare a lavorare”. oggi, R. è un affermato ingegnere.

2.2.2. Al successo formativo

nelle storie di questi ex-allievi della Formazione Professionale, il successo è

stato importante, ma altrettanto importante è stato l’insuccesso. Per molti di loro è

stato decisivo incontrare adulti disponibili ad aiutarli a trasformare l’insuccesso in

occasione di apprendimento, a sviluppare una cultura dell’errore in cui ogni sbaglio

veniva visto come occasione opportuna per imparare. come vedremo anche in se-

guito, decisiva, in molte storie, è stata la presa in carico che li ha accompagnati

nella formazione

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e nell’inserimento lavorativo. Alcuni ex-allievi sono diventati a

12Di una vera e propria “saga dei vinti della scuola” parla Mario Giacomo Dutto, in un suo re-

cente lavoro nel quale possiamo ritrovare l’eco di tante delle esperienze raccontate dai partecipanti alla nostra ricerca: «l’istruzione che, per sua natura, unisce, socializza e alfabetizza, non di rado di- vide, separa e contrappone. Gli studenti sono spesso più diversi tra di loro alla fine che non all’inizio del percorso scolastico: i voti, le pagelle e i diplomi sanciscono queste distinzioni, come anche la scelta, dopo la scuola di base, tra licei, istituti tecnici o professionali. Dietro la nobiltà delle inten- zioni, la scuola nasconde contraddizioni inattese: forma cittadini, sviluppa talenti e genera intelli- genze, ma anche crea sconfitti, produce indifferenza e induce emarginazione» (DUTTo, 2013, p. 8).

13l’impegno dei formatori a contrastare il rischio di abbandono della formazione è ben descritto

loro volta formatori e molti ex-allievi imprenditori hanno scelto di impiegare ex-al-

lievi nelle loro aziende. Ma a segnare una svolta nella biografia dei soggetti intervi-

stati, una sorta di discontinuità che ha fatto scattare in loro la “voglia di apprendere

sempre”, è stata proprio l’esperienza della Formazione Professionale:

al cFP ho imparato a confrontarmi con gli altri e ad alimentare la voglia di andare sempre avanti. nel periodo in cui frequentavo il corso, le tecnologie del mio settore sta- vano cambiando molto velocemente, quindi una prima lezione è stata aver capito che, se non stavo al passo, rimanevo indietro. oggi sono dove sono anche grazie a questa voglia di apprendere sempre che ho ricevuto al cFP. l’esperienza ha influito tanto nello svez- zarmi rispetto alla vita che conducevo a casa. Mi ha aiutato a socializzare con i ragazzi che frequentavano i vari corsi e a dare un significato al mio futuro personale e lavora- tivo. Mi hanno fatto capire anche che niente è regalato e che si deve sudare per raggiun- gere un obiettivo. questo l’ho imparato mano a mano che proseguivo negli studi (intct21);

al cFP ho imparato soprattutto a non tirarmi mai indietro, grazie ai professori, perché non mi hanno insegnato solo come si usa un cacciavite o come si passa un cavo elettrico, ma mi hanno insegnato a mettermi sempre in gioco. Prima di iniziare a lavorare per conto mio, ho fatto di tutto, l’elettricista, l’imbianchino, perché dai salesiani avevo impa- rato a non tirarmi indietro e a non fermarmi davanti al primo ostacolo. Mi hanno inse- gnato ad essere tenace e a completare sempre un lavoro (intct17);

sicuramente i professori ci spronavano, ma ci faceva riflettere anche il confronto con gli ex allievi che già avevano delle ditte per conto loro e venivano a raccontare il loro per- corso formativo. il ricordo che ti lascia un ex allievo è indelebile e, anche grazie alla loro testimonianza, cercavamo anche noi di andare sempre avanti. Vedendo queste persone che si erano realizzate, ci veniva spontaneo pensare che fosse una buona cosa proseguire in quel senso e provarci anche noi. nelle altre scuole, questo aspetto non c’era, soprat- tutto non c’era una meta precisa. qui invece è nato tra noi qualcosa che ci ha legato pro- fondamente. i nostri insegnanti invitavano gli ex allievi a venire a parlarci del loro per- corso e adesso anche noi lo facciamo, come segno di amicizia e riconoscimento verso i nostri professori; entriamo nelle classi e portiamo la nostra esperienza, per inculcare in questi ragazzi la convinzione che il sogno è realizzabile (intct19).

quella descritta dai brani riportati sopra è una formazione che libera potenzia-

lità o rimuove ciò che può rallentare la messa in moto delle potenzialità, una for-

mazione che mobilita energie, mette in moto, aiuta a superare le difficoltà che via

via si incontrano. nell’esperienza narrata da A. (intct19), a mobilitare energie è

stato l’incontro con la testimonianza di altri ex-allievi che ha consentito di svilup-

pare “la convinzione che il sogno sia realizzabile”. Proprio A. si sente oggi tenuto a

fare ad offrire a sua volta questo genere di testimonianze.