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16 L’attività a cui il predicatore fa riferimento è sempre la predicazione

(spesso è presente anche un accenno al pubblico che partecipa alla predica). Ad esempio: Marc. It. XI 111, 0.6: «el nostro breve sermone»; Magl. 1, c. 82v: «questa nostra predicha»; De Canti P.5: «in nel presente nostro sermo- ne»; Salve Regina, Pr. 45-46: «Faremo, se ’l vi piace / tre parte a ’sto sermo- ne»; Verde Lauro 1, 39: ;«Acciò che non sia oscuro – il mio sermone» ecc.

17 Spesso il thema viene ripreso e presentato come tale anche prima della

partium declaratio, nella thematis repetitio, come avviene nella predicazione

sacra: Magl. 3: «Unde replicharemo il tema prealegato nel prinzipio dela no- stra predicha»; De Canti Pr. 4: «el nostro thema preposto, qual replicando a vostre benignità dice…».

interpreta il loro uso nel contesto straniato proprio come volontà di imitazione. Negli snodi del discorso (inizio e conclusione di parte, presentazione delle parti, ecc.) i riferimenti alla struttura sono quasi obbligati e il predicatore non vi si sofferma più di tanto, ma tutti i rinvii alla pratica sacra contribuiscono a richia- mare il genere modello.18

In molti casi la dichiarazione della divisione e la sua descri- zione sono del tutto esplicite (e talvolta molto simili tra loro); 19

così in Rosiglia, Pr. 31-33:

unde, per far migliore – et più saldo processo, divideremo expresso – in quatro parte, la qual con nobil arte – provaremo.

E in Baldacchini, Nox T.19:

Sopra de le qual sacratissime parole vere et inexpugnabili, ipso faven-

te Cupidine, in tripartiti articuli principali il parlar mio dividerò

L’attenzione che ogni predica dedica alla divisio e alle partes lascia pensare che i riferimenti alla tecnica non siano casuali e che debbano essere intesi in senso non generico, ma specialisti-

18 Ad esempio Marc. It. XI 111, 0.6: «concludendo el nostro thema, quello

[= il sermone] in tre parte principale divideremo»; Marc. It. XI 111, 2.11: «concludendo adonqua questa nostra seconda parte, col nostro thema dire- mo…»; «et chusì faremo fine ala prima parte»; Magl. 1, 85r: «faremo fine ala terza et ultima parte de questa nostra predicha»; Magl. 3, 101v: «divideremo adoncha la nostra predicha in tre parte»; De Canti Pr. 4: «el nostro thema preposto, qual replicando» ecc.

19 Marc. It. cl. IX 111, 0.4: «Sopra de le quale dignissime parole produ-

cendo el nostro breve sermone, quello in tre parte principale divideremo»; De’ Canti, Pr. 5: «Volendo, adunque, in nel presente nostro sermone ordina- tamente procedere, poneremo in mezo questa dubitatione […] Dove dimostra- remo che lo amore è laudabile cosa; et questo sarà quanto alla prima parte»; Casella-Pozzi 2: «Ma zio ché vitiamo la confuxione, la qual hè madre de ogni herore, divideremo la predicha nostra in 3 brievisime partizele»; Magdoli I, 9- 13: «et però partirotti / per non tenerti ad tedio, / i[n] primo, ultimo et medio / el mio sermone»; Già rilucente 46-49: «sopra le quai parole, / gratiose perso- ne, / faren nostro sermone, / del qual farò tre parte»; Salve regina Pr. 45-46: «Faremo, se ’l vi piace, / tre parte a ’sto sermone».

co, come divisione del thema e sviluppo dei suoi membri, che formano ciascuno una sezione del sermone, conclusa in sé, ma organica al tutto.

I riferimenti alla divisione in parti compaiono con più fre- quenza in quei luoghi del testo che, tradizionalmente, offrono spazio a richiami metaletterari, a riflessioni e a interventi del- l’autore, quali sono i punti estremi del testo o delle sue sezioni (inizio e fine). Nella predica, inoltre, la più alta incidenza di ri- ferimenti espliciti alla divisione si ha all’inizio e alla fine di ogni parte anche in ragione delle funzioni che svolgono nella predica: incipit e explicit di parte hanno anche il compito di fa- vorire il passaggio di argomento, riassumono i motivi appena trattati, annunciano i contenuti della sezione ventura, ripetono la ripartizione come era stata annunciata all’inizio della predica. Questi riferimenti al passaggio di parte suonano talvolta mecca- nici e ripetitivi, e se, per certi versi, possono essere intesi come presa di distanza da una prassi che viene satireggiata, d’altro canto possono anche denunciare un supino adeguamento a for- mule tipiche: in ogni caso, dimostrano un intento parodico, e ri- velano l’imitazione e la ripresa consapevole di una forma. Inol- tre, questi luoghi di passaggio sono anche i le sedi privilegiate per stabilire un più diretto contatto con il pubblico: i punti di collegamento tra parti, pensati per aiutare gli ascoltatori ad orientarsi nel testo, promuovono una sorta di complicità tra au- tore e destinatario, che facilita l’instaurarsi del dialogo. Gli esempi sono molti numerosi;20 ad es. Rosiglia 1, 103-104: «Così

da parte mio – primo parlar porremo / et l’altro pigliaremo – senza far posa, / onde vedrem che cosa – è questo Amore» e

20 Baldacchini, Nox 2, 14: «concedete le orecchie al mio ultimo parlare»;

De’ Canti, Pr. 4: «prestandome le vostre benigne orecchie et mandando ad executione le mie parole»; Marc. It. IX 111, 1.10: «Et questo ti basta quanto a la prima parte»; Magdoli I 1, 133-136: «Lassami riposare / et vedren l’altro punto, / che con questo è congiunto, / et mandotene ad casa»; Verde Lauro 1, 95-96: «quell’altra parte, / che già promessi sopra dechiararte»; Verde Lauro 2, 128-129: «Piglia senza tardare, - e vanne a casa, / l’ultima parte sol che m’è rimasa»; Rosiglia 2, 79-80, Rosiglia 3, 59-60 ecc.

Baldacchini, Nox 1, 21: «Et questo basti quanto al primo et principale articulo. Hor prestami audientia al secondo».

2.3. Thema e divisione in partes

Organizza la predica a livello morfologico anche l’adozione delle tecniche omiletiche: la divisione di un thema, che struttura la predica in partes; la presenza di sezioni costanti come il pro-

thema o la preghiera; l’inserimento nel discorso dei mezzi di

prova più tipici (auctoritates, rationes, exempla).

Thema

Tutte le prediche d’Amore sono costruite sulla base di una citazione tematica, che imposta il motivo di fondo della predica. Quando il thema è a carattere dichiaratamente erotico, la sua applicazione allo svolgimento richiesto dalla predica parodica è immediato e facilmente intuibile; ma anche nei casi in cui il

thema è sacro o neutro, viene facilmente interpretato in chiave

amorosa, come avverrà, del resto, anche per le citazioni nel cor- po del testo.

Il thema è spesso derivato da testi classici e di argomento di- chiaratamente amoroso:21

Marc. It. cl. IX

111 Omnia vincit Amor et nos cedamus Amori (Virg., Buc. X 69) Magl. 3 Vere prius volucres etc. (Ov., Ars 1, 271-sgg.)

De Canti Quid vos perdiderit, dicam: nescitis amare (Ov., Ars 3, 41)

Salve Regina Omnes humanos sanat medicina doloris ;

solus Amor morbi non amat artificem (Prop., El. II 1, 57-

58)

Rosiglia Omnia vincit amor et nos cedamus Amori (Virg., Buc. X

69)

Colombina Concordia parvae res crescunt, discordiae maxime dilabun- tur (Sall., Bellum

Iugurthinum 10, 6)

21

Magdoli II Intollerabilius nihil est quam femina dives (Iuv, Sat. VI 460;

verso interpolato)

In due casi di thema estratto dai testi sacri, è significativa la coincidenza, anche lessicale, con il motivo del diligere, che si presta facilmente, come è evidente, a un’interpretazione distorta, orientata sull’amore carnale.22

Magl. 2 Diligite fratres vestros ut salvemini (Math. 5, 44; con varia-

zioni)

Verde Lauro Diliges proximum tuum sicut te ipsum (Math. 22, 39; citato

nel paratesto)

Quindi, nei casi di derivazione classica, il thema appartiene alla tradizione elegiaca (Ovidio, Properzio) o erotica (Virgilio delle egloghe) ed è del tutto coerente con lo spirito della predi-

ca. Ma anche nei themata non direttamente erotici si trovano

elementi che possono essere facilmente reinterpretati in prospet- tiva amorosa: così l’imperativo evangelico, in due forme simili in due prediche diverse, si declina in un diligere carnale; il son- no dei Proverbi è la pigrizia di chi non ama; la concordia politi- ca di Sallustio diventa concordia tra amanti.

Divisio

L’adozione del versetto tematico, con tutte le possibilità di interpretazione, era centrale nella tecnica del sermo modernus perché il tema imposta sia il contenuto, sia la costruzione della predica. Nelle Prediche d’Amore la relazione tra tema e parti non è sempre la stessa: in alcuni casi si assiste a una vera e pro- pria divisio del tema, che viene scisso in più sintagmi, ognuno dei quali serve come base di sviluppo per una pars della predi-

22 Meno evidente, invece, l’applicazione amorosa per una citazione scrit-

turale dai Proverbi 6, 9 in Magl. 1 («usquequo piger dormis? quando consur- ges ex somno tuo?») che per altro non è esplicitamente definita come thema: tuttavia, le domande retoriche rivolte ad Amore orientano verso un’inter- pretazione erotica.

ca;23 in altri casi, invece, la relazione della struttura con le parti

è più debole e le parti sono organizzate sulla distinctio del con- cetto di Amore, o in generale su un’esposizione più o meno or- dinata del motivo erotico.24 Una divisio abbastanza coerente si

trova in Marc. It. IX 111, Pr. 6;25 un esempio di distinctio (sulla

nozione di Amore) si trova in Magl. 1, in cui, posto un thema piuttosto generico, o uno pseudo-tema, dai Proverbia, la predica è costruita in tre parti, tutte e tre concentrate su Amore.26

In ogni caso, anche quando la struttura non è del tutto so- vrapponibile al thema, gli snodi principali dell’articolazione so- no ripresi alla fine delle parti: segno che un’intenzione di co-

23 Tra XV e XVI secolo si afferma, come si ricordava sopra (cap. I 2, 3)

una predicazione che guarda alla retorica classica e costruisce testi elaborati sulla ripartizione oratoria latina: queste nuove tendenze possono aver contri- buito a indebolire la struttura rigida del sermo modernus, ma la persistenza della tradizione medievale (la più facile da parodiare, anche perché in crisi) è chiara nel ricorso a lessico e concetti come thema, divisio, ecc.

24 In Verde Lauro il tema è enunciato solo in paratesto, mentre nel corpo

della predica, quando l’autore procede alla divisione, dopo due parti generi- che (Ex. 5: «El stato degli amanti – dichiarare»; Ex. 8-9: «E prima io voglio dire – che cosa è Amore, / e quanto il suo valore – sia duro e forte»; Ex. 12- 13: «E secundariamente – io voglio dire / che per Amor seguire – el ciel s’acquista»), segue la terza che più si avvicina al motivo del diligere (annun- ciato nel thema): «vorrò con bon ragione – che l’amor cieco / abbraccin tutti meco» (Ex. 22-23).

25 «Et imperò el preallegato Virgilio nel dicto luocho refferisse le prealle-

gate parole, cioè Omnia vincit amor .etc. sopra de le quale dignissime parole producendo, el nostro breve sermone, quello in tre parte principale dividere- mo. Et prima dove dice Omnia vincit amor, vederemo quale è l’habito de questo Amore, et cum quale arme sia sì victorioso. Secundo, vederemo quan- to e quale sia la sua forza. Tertio, vederemo la cagione per la quale dovemo a lui acostarse, concludendo el nostro thema et nos cedamus amori». La prima parte del thema (Omnia vincit Amor) è distribuita tra le due prime parti: la prima, che descrive Amor, la seconda che, descrivendone le armi, spiega in che modo Amore omnia vincit.

26 «Divideremo adoncha questa nostra predicha in tre parte. Sula prima

parte vederemo che chosa hè amor; in la segonda parte da che chosa nase et in che parte de la umana natura abia el suo locho; in la terza et ultima parte a che modo s’aquista e se chonserva». Anche Magl. 2 la Predica, divisa in “due par- te prinzipal” non segue fedelmente il thema: «In la prima parte vederemo che chosa hè amore; in la segonda, perché siamo inzitati in questo amore».

struire il testo in forme chiuse e riconoscibili è sempre presen- te.27

2.4. Forme di attualizzazione

Alcuni aspetti tipici della predicazione, assunti omogenea- mente in tutte le Prediche d’Amore, per evidente volontà di fe- deltà al modello, confermano la percezione unitaria che si può avere del corpus.

Innanzitutto servono alla caratterizzazione del genere alcune forme di attualizzazione, già in parte viste: le allusioni alla tec- nica, l’individuazione del pubblico, i riferimenti alla realtà cit- tadina, la ricostruzione mimetica del contesto.

In alcune prediche si trova la descrizione delle circostanze esterne al testo; il predicatore, cioè, descrive il contesto in cui immagina si svolga, concretamente, la sua predicazione. Il pre- dicatore spiega, ad esempio, cosa lo spinge a predicare: in quan- to frate sottomesso a un’autorità, il predicatore deve obbedire a un’ingiunzione dei superiori;28 ma in una dimensione più perso-

27 Anche in De Canti il thema non è sviluppato in modo trasparente: tutta-

via, l’autore dichiara esplicitamente a chi quel tema si rivolge (Proemio 4: «altri che per amore periclitarono, a li quali fu adrizato el nostro thema prepo- sto»). Posto il tema per cui (nella traduzione del predicatore) «lo essere male acapitato per amore, solo ne è stato causa el non sapere amare», la predica si articola in due parti (Proemio 5-6), una prima dedicata alla necessità di ama- re, e una seconda all’abilità in amore (che si lega al tema del “non sapere amare”): «Volendo, adunque, in nel presente nostro sermone ordinatamente procedere, poneremo in mezo questa dubitatione, cioè: se una donna nobilis- sima amata da uno giovene a sé equale, debba respondere in amore o non. Dove dimostraremo che lo amore è laudabile cosa; et questo sarà quanto alla prima parte. In la seconda parte dimostraremo se la ditta zovene, a casu ritro- vata in una camera secreta dal suo amante, non gli essendo licito a fugire, debba consentire o non. Dove dimostraremo come il se debbe amare per fug- gire li scandali e pericoli».

28 Si tratta di un’evidente imitazione della situazione comune della predi-

cazione. Ad esempio in Magl. 3, 101r: «nui siamo peregrini sotoposti ala reli- gione del dio d’Amore, et avemo per chomissione del nostro superiore de an- dare per il mondo predichando et exortando che hogni persona, quale sia apta a lo amore, voglia amare et hobservare le sue lege».

nale, la predica può essere collocata in un percorso individuale di devozione ad Amore.29

Oltre alla presentazione del sé, il predicatore può proiettare il suo interesse sul pubblico e spiegare, con una tipica tecnica di richiamo alla realtà, e quindi di attualizzazione, perché si sia de- ciso a predicare nella città in cui si trova (di solito perché è una città di peccatori: vale a dire, una città in cui è stato dimenticato Amore);30 o può descrivere e alludere a comportamenti degli

ascoltatori che assistono alla predica, che si muovono, ridono, sputano per terra.31

Ricostruisce fittiziamente le circostanze omiletiche anche l’invito rivolto al pubblico a tornare alle prediche: ad es. Mag- doli pone le sue prediche in un ciclo, come avveniva effettiva- mente in particolari periodi liturgici, quali l’Avvento o la Qua- resima: «per domattina invito / ciascuna creatura, / perch’io vo’ de l’usura / predicare» (II 3, 5-8).32

Tutti i riferimenti alla situazione (sia la presenza del predica- tore, sia la presenza del pubblico) descrivono una circostanza predicatoria concreta, rappresentata non in modi occasionali, ma fedeli alla realtà. Sono indizi di mimesi della pratica omiletica

29 Di solito nei modi del pellegrinaggio: Magl. 1, c. 82r: «ho vogluto venir

in queste parte a predichar del mio nobelisimo signor davanti al chonspeto dele vostre zentileze, sperandone rezever grandisimo premio de la divina eh superna inteligienzia». Finge un pellegrinaggio al tempio di Venere, passando per Ancona Marc. It. XI 111, 3.10: «e sono venuto in questa nobelissima cità per haver passagio in Cypri, dove è la Residentia de epsa Madonna Venere».

30 Magl. 3, 101r: «ma intendando nui regnare magiore chrudelità in queste

chontrade che altrove, semo venuti»; Verde Lauro, Ex. 24-27: : «Ma non se maraviglie - alcun di voi, / se de l’amor qui noi - parlar vorremo, / perché ’gli è tanto scemo - dentro in Siena / l’amor, che ogni gran pena - l’huom ci vive».

31 Verde Lauro 1, 15: «Sta fermo, malcontento – e disgraziato»; Verde

Lauro 1, 20-21: «Horsù, tacete? / Perché tanto ridete? »; Verde Lauro 3, 42: «Perché ridi? Sta’ queto – pecoraccia!»; Salve Regina Pr. 59: «Sputate che anco sputo».

32 Le due prediche carnascialesche di Magdoli sono stampate insieme, a

formare un abbozzo di ciclo omiletico, o quanto meno una sequenza continua. Cfr. ad es. Bernardino, Prediche volgari 1427, XXXVI 59: «Donne, fate che voi ci veniate domane, ch’io vi vorrò dire un poco del fatto de’ vostri vestiri».

che vanno oltre il mero dato testuale, perchè alludono alla per-

formance del predicatore e presuppongono l’adesione del pub-

blico a una situazione familiare. In questi accenni attualizzanti alla realtà della predica emergono alcuni aspetti propri della predicazione sacra, come la dimensione didattica (la predica agisce dove c’è bisogno: ad esempio per convertire una città senza amore), e la dimensione pubblica (il riferimento alla città e ai partecipanti).

2.5. Identificazione del pubblico

Le prediche sacre si proponevano un pubblico ben definito. Anche quando non si tratta di sermoni ad status, il predicatore tende a rivolgersi a una categoria sociale individuata, alla quale può indirizzare la sua predicazione in modi mirati. Di solito le classi di pubblico si possono ricondurre a alcune categorie di ri- ferimento: il pubblico può essere articolato per – e quindi il pre- dicatore fare riferimento a – gruppi di potere (civile, religioso, economico: come mercanti, banchieri), professioni, stato civile e sessuale. E tuttavia, anche se presenti alla mente del predicato- re al momento della composizione del sermone, non è detto che i destinatari compaiano esplicitamente nel testo della predica.33

Quando le prediche d’Amore definiscono il loro pubblico, i riferimenti restano a volte generici, nei toni formulari della cap-

tatio benevolentiae. In alcuni casi però ci sono indizi di una se-

lezione di pubblico, almeno per le diverse sezioni della predi- ca.34 Ma sia quando il predicatore indica espressamente una ca-

33 Esempi di individuazione di una parte di ascoltatori come pubblico pri-

vilegiato nel corpus di Antonino: cfr. Howard 1995, 146, 169.

34 Cfr. Magl. 1: «chusì dovete far vui, done mie amantisime», «done mie,

non vogliate eser avare» (il passo è nella terza parte, con un rudimentale ap- pello alla categoria delle donne: appello che è la punta esplicita di un discorso pensato tutto al femminile, come indicano i richiami finali, senza vocativo espresso: «vi troverete pentite e doloroxe»); Magdoli II, 1, 22-25: «marito mal condocto / tenetele di socto! / Et voi, donne, menate / vostre fanciulle…» (con ripartizione di ruoli marito / moglie, a proposito dell’educazione delle figlie).

tegoria, sia quando si rivolge indistintamente a un pubblico am- pio, i veri destinatari, uomini o donne35, restano gli amanti

(Magl. 3: «amantisime persone»; De Canti Pr. 1: «chadauno che de giovenile amore se retrova rescaldato»), o i potenziali aman- ti, cioè uomini, e più spesso donne, da convertire perché non conoscono o non sono esperti in Amore, ma adatti in ogni caso a recepire i contenuti della predicazione.36

Il pubblico individuato dalle prediche d’Amore non è quindi tanto una categoria sociale reale, quanto l’insieme degli uomini e delle donne amanti, da confortare nelle loro convinzioni, o de- gli uomini, ma soprattutto delle donne refrattarie all’amore, che devono essere convinte a concedersi agli amanti. Nella dimen- sione giocosa della predica d’Amore tutti gli ascoltatori che la predica può raggiungere sono accomunati dalla dimensione ero- tica, dall’esperienza di Amore, che è più importante, dal punto di vista della costruzione del testo, di altri possibili criteri di ri- partizione. Quale che sia il reale destinatario delle prediche, e il

35 Che possono anche essere interpellati alternativamente nel corso della

predica. Cfr. Marc. It. IX 111, nella Thematis repetitio: «sacratissime nimphe, c’ha l’Amor in questo luocho congregate», ripreso in chiusura, con la men- zione esplicita degli uomini: «voi nimphe sacratissime e voi devotissimi amanti» (3.10). Nel caso della predica di De Canti i casi discussi riguardano il comportamento che deve tenere una giovane amata o amante: e esplicitamen- te il predicatore si rivolge alla metà femminile (1.11: «Notate, fanciulle»), o alla metà maschile del pubblico, in base al discorso che sta tenendo (2.1: «giovani mei inamorati»).

36

Ad es.: Magl. 1: «al chonspeto dele vostre zentileze»; Magl. 2: «davanti le vostre charitade», «li vostri alti et sublimi inteleti con vostri dolzi vagi et grazioxi aspeti» (ma si noti che sia in Magl. 1, sia in Magl. 2 il predicatore interpella direttamente la donna amata e si inserisce personalmente come amante: «Però, nobelisima madona, unicha e chara dea, singularisima impera- trize e rezina del mio chore»; «ho, dolze signora, unicha speranza»); Verde

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