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In questo paragrafo si illustrerà la storia di Friuli nel Mondo, un ente che promuove la cultura friulana e la sua lingua nelle aree del Pianeta interessate dall’emigrazione di ingenti masse di persone dalla regione del Friuli storico, in particolare dalle province di Gorizia e Udine. Dopo il secondo conflitto mondiale l’importanza di mantenere un contatto tra gli emigrati

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friulani e la terra d’origine assunse una rilevanza sempre più sentita, anche sul piano istituzionale. Il 12 ottobre 1948 vennero convocati l’Amministrazione Provinciale di Udine e il Comitato provinciale per i problemi della disoccupazione con l’obbiettivo di occuparsi del tema dell’emigrazione che permettesse una fruttuosa collaborazione tra Stato ed Enti locali. Il 16 settembre 1951, durante un congresso della Società Filologica Friulana venne espresso il desiderio che le istituzioni creassero un organismo in grado di garantire un costante collegamento tra il Friuli e i suoi emigrati. Dalla fine di marzo 1952 la Società Filologica Friulana appoggiò la creazione della nuova organizzazione, la quale vide impegnati in prima linea Chino Ermacora e Alfredo Bearzati, il quale iniziò a elaborare uno statuto. Venne allo stesso tempo creato un comitato provvisorio presieduto da Ottavio Valerio. Il 25 ottobre dello stesso anno il Consiglio provinciale di Udine dichiarò la propria intenzione di sostenere la nuova organizzazione. Nel novembre uscì il primo “Friuli nel Mondo” rivista bilingue in italiano/friulano, che costituisce ancora oggi un importante mezzo di comunicazione tra i friulani nei cinque continenti e la terra d’origine. Il 25 dicembre di quell’anno andò in onda la prima trasmissione radio diretta in modo particolare ai friulani nelle Americhe. Il 17 marzo 1953 Enrico Morpurgo, presidente della Camera di Commercio di Udine sottopose lo schema statutario approvato dal Comitato agli enti promotori, che diedero il loro riscontro positivo nelle settimane seguenti. Il 16 maggio successivo il Consiglio Provinciale di Udine aderì formalmente al progetto in costituzione “Ente Friuli nel Mondo” impegnandosi a versare 200 quote sociali come previsto dallo Statuto. Il 20 giugno dello stesso anno nel Castello di Udine avvenne la formale costituzione del nuovo organismo. Il 13 luglio venne formalmente approvato lo Statuto da parte dell’Assemblea Costitutiva. Il 15 settembre venne rivolto l’invito a tutti i Comuni friulani ad associarsi all’Ente per far sì che quest’ultimo si radicasse in modo capillare nel territorio. Dal novembre del 1952 esce mensilmente “Friuli nel Mondo” il giornale ufficiale dell’organizzazione251.

L’Ente Friuli nel Mondo ha colto l’importanza di mantenere un forte legame, affettivo e culturale, tra la propria diaspora e la terra d’origine. Inizialmente nei primi anni Cinquanta l’obbiettivo era quello di rivolgersi agli emigrati friulani nel Mondo. Attualmente dopo quasi 65 anni dalla sua fondazione l’Ente si occupa di far crescere e promuovere la relazione tra il Friuli e i discendenti degli emigrati e ha 23.000 soci in tutto il mondo. In Europa sono attivi i Fogolârs, centri di ritrovo dei friulani, in 18 Paesi. Sono presenti in 10 Paesi del continente

251 Le informazioni sono state prese dal sito internet dell’Ente Friuli nel Mondo,

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americano, in 6 Paesi dell’Asia, in 4 Paesi africani e in Australia, per quanto riguarda l’Oceania. Il mensile dell’organizzazione è un giornale che tratta di argomenti legati all’attualità del Friuli e alla sua storia, ma riporta le novità e gli aggiornamenti relativi alle molteplici realtà friulane in giro per il mondo. Molto frequenti sono gli inserti culturali dedicati alla descrizione di paesi e borghi del Friuli, sono presenti poi spazi destinati alla promozione di eventi culturali nei diversi Fogolârs presenti nei cinque continenti. Il mensile è redatto in lingua italiana e in lingua friulana, riconosciuta lingua minoritaria dallo Stato italiano e per questo tutelata252. L’Ente Friuli nel Mondo dispone di un sito internet

frequentemente aggiornato, che costituisce il punto di riferimento online dell’organizzazione e nel quale convergono tutte le informazioni che la riguardano. Ci sono spazi dedicati alle pubblicazioni dell’Ente, ai suoi archivi. È presente una mappa con l’ubicazione delle società friulane (Fogolârs o Fameis253) nel mondo, e relativi indirizzi e

contatti. Uno spazio viene dedicato alla raccolta di foto, video e contributi multimediali. Inoltre è presente una sezione dedicata a bandi e progetti, in Italia e all’estero. L’Ente Friuli nel Mondo è presente nei social media, disponendo di una pagina Facebook e di due pagine su You Tube. La pagina Facebook di Friuli nel mondo viene seguita da oltre 10.000 persone, viene aggiornata giornalmente mediante la pubblicazione di materiale proveniente dal sito dell’Ente. Su You Tube sono presenti due pagine: Ente Friuli nel Mondo e BLECS Ente Friuli nel Mondo254. La prima pagina ha 33 iscritti e 31 video, prevalentemente di interviste e

incontri. La seconda pagina BLECS Ente Friuli nel Mondo ha 361 iscritti e 75 video. Questa pagina si occupa della promozione e dell’insegnamento della lingua friulana. Sono stati realizzati 75 video in inglese, spagnolo e italiano in cui vengono insegnate brevi e semplici parole e frasi di uso comune in friulano.

Organizzazioni come questa potrebbero avere un ruolo centrale nella promozione del turismo genealogico. Data la presenza numerosa dei Fogolârs furlans nel mondo è

252 Alla lingua friulana è stata riconosciuta la valenza di lingua minoritaria, e per questo tutelata. Questo

importante riconoscimento si basa su tre leggi. La prima è la Legge Regionale 22 marzo 1996, n.15, con la quale venne riconosciuto il friulano come lingua, e venne data la possibilità del suo uso in contesti ufficiali e nei rapporti tra Enti locali e cittadini e nella toponomastica. Molti cartelli stradali infatti sono bilingui, se non addirittura trilingui in certe aree dove ci sono minoranze di lingua slovena. Con questa legge si è costituito anche un organismo di politica linguistica: l’Osservatori pe lenghe e pe culture furlanis, poi sostituito da un altro ente, l’Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane (ARLeF). Il secondo passo fu la Legge statale n.482 del 15 dicembre 1999 che prevede l’insegnamento della lingua minoritaria nelle scuole e il diritto di utilizzare la lingua nelle pubbliche amministrazioni del territorio in cui si parla la lingua minoritaria. La terza, Legge Regionale del 18 dicembre 2007, n.29 è stata promulgata in seguito all’ampliamento nella Costituzione delle competenze relative alle Regioni.

253 Questo termine è il plurale di “famee” che in lingua friulana significa “famiglia”. 254https://www.youtube.com/user/canaleblecs

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auspicabile una continuità del legame con il Friuli e con l’Italia. Queste società hanno il pregio di catalizzare l’attenzione di persone legate al Friuli e desiderose di tornare, anche solo per una vacanza, per rivedere amici e parenti e per visitare luoghi mai visti. Gli operatori del turismo genealogico dovranno quindi tenere in considerazione associazioni come questa che si presentano come potenziali utenti di questo turismo. Molti sono legati affettivamente alla terra d’origine, anche se ne hanno solamente sentito parlare nei racconti di genitori e nonni. Il turismo delle radici offrirebbe ai luoghi visitati la possibilità di farsi conoscere, di far conoscere le proprie bellezze naturali, storiche, il suo patrimonio materiale e immateriale, e le sue eccellenze agro-alimentari ed enologiche.