CAPITOLO IV L’approccio delle capacità e la politica sociale.
4.3 Funzionamento e capacità nella versione Nussbaum
Il funzionamento in sé non può considerarsi come meta dell’attività politica: se si obbligassero i cittadini a funzionare in un unico determinato modo si contravverrebbe al liberalismo rawlsiano che Nussbaum deve invece integrare alla sua visione. Per ragioni religiose una persona può decidere di non essere ben nutrita scegliendo il digiuno come esercizio spirituale. Quando si ha a che fare con cittadini adulti, sostiene Nussbaum, la capacità e non il funzionamento è la meta politica appropriata. Il nucleo di questa idea è l’essenzialità che l’approccio riconosce alla ragion pratica, come un bene che pervadendo tutte le altre funzioni le rende umane piuttosto che animali. Certamente sono i funzionamenti ad esprimere con la loro realizzazione la pienezza di una vita umanamente degna, ma dal punto di vista politico e della libertà è appropriato mirare alle capacità e solo a quelle: su questa base sociale i cittadini saranno liberi di fare le loro scelte. Il caso dibattuto e moralmente controverso dell’usanza della mutilazione genitale femminile in alcune tribù africane, ad esempio, può essere considerato come la negazione del funzionamento sessuale (e quindi anche della capacità di scegliere il celibato). Inoltre si deve considerare che le azioni frutto di costrizione non hanno lo stesso valore di quelle fatte liberamente, e possono di fatto corrispondere a funzioni diverse. Questo argomento, utilizzato spesso da chi sostiene la tolleranza religiosa è valido per tutte le altre capacità. Il gioco non è tale se forzato, l’amore non può esistere sotto imposizione, la ricerca di sé e della propria identità non conosce imperativi. Per cui, anche sostenendo una certa idea universalistica di bene è sempre
conveniente preferire come obiettivo politico le capacità ai funzionamenti: altrimenti anche lo stesso funzionamento desiderato, slegato dalla libertà di scelta, non sarà ugualmente raggiungibile.
L’approccio delle capacità così elaborato si richiama alla nozione di beni primari di Rawls. L’elenco delle capacità deve essere letto come una lunga serie di opportunità di funzionamento tale che sia ragionevole desiderarle tutte indipendentemente da ciò che si vuole ottenere.
La differenza tra l’elenco di Rawls e quello di Nussbaum, è che quest’ultimo ardisce ad essere più completo e più concreto. Il reddito e la ricchezza, ad esempio non sono inseriti nella lista come obiettivi fini a se stessi, perché di fatto essi sono solo dei mezzi relativi alla persona che ne fa uso. Mentre le basi sociali dei beni che Rawls ha definito come naturali, ossia la salute e la forza, l’intelligenza e la fantasia,105
vengono inserite a pieno diritto nell’elenco della filosofa americana. Si deve considerare la possibile obiezione di Rawls, rispetto al fatto che questi beni siano distribuiti dalla fortuna e quindi non governabili, ma attraverso queste voci la società può sperare di garantire la base sociale di beni naturali, e che elencarli come un insieme di fini politici significa aspirare ad elevare le condizioni di vita generali.
Questo approccio delle capacità, che considera ogni persona come un fine, è, dunque, incentrato sulla scelta o libertà considerando il bene fondamentale delle società essere la promozione di un insieme di opportunità, o libertà sostanziali,
che le persone possono poi mettere in pratica o meno. Esso è pluralista rispetto al valore, ritenendo che le acquisizioni di capacità centrali delle persone siano differenti per qualità e non soltanto per quantità e che non sia possibile ridurle a un’unica scala numerica. La preoccupazione principale dell’approccio è rivolta all’ingiustizia sociale e alle disuguaglianze più radicate, in particolare ai casi in cui la discriminazione e l’emarginazione impediscono lo sviluppo delle capacità. L’approccio chiede ai governi e alle amministrazioni pubbliche di adempiere ad un compito urgente: migliorare la qualità della vita di ciascuno, definita in base alle sue capacità. Ma l’aspetto caratterizzante proprio dell’approccio Nussbaum è la sua aspirazione ad essere fondamento di una teoria della giustizia sociale di base. Perciò l’approccio deve poggiare anche su altri concetti, precisamente quelli di liberalismo politico (si è visto perché), di soglia (o una specifica lista di capacità centrali), e di dignità umana.
La dignità è certamente un’area di difficile valutazione. Pur non potendo intervenire sulle scelte volontarie che i cittadini possono compiere sottomettendosi o scegliendo relazioni che ne umiliano la vita personale, la salvaguardia della capacità individuale rimane il punto cardine che la politica deve legittimamente tutelare. Non sarà possibile tollerare politiche che estendano ai cittadini la semplice scelta di essere trattati con dignità,magari acquistando quel diritto a basso prezzo, ma permettano loro l’alternativa di essere trattati con umiliazione, rifiutando, ad esempio, di comprare quel diritto.
Al concetto di dignità si legano indissolubilmente la
ragione pratica e l’appartenenza: esse rendono pienamente umane tutte le altre capacità. Difficilmente una vita privata di queste due capacità potrà essere descritta come veramente dignitosa. Non sembra possibile immaginare una vita che non contenga funzionamenti di appartenenza di alcun genere: persino un eremita – nota Nussbaum – non rinuncia veramente agli altri, scegliendo semplicemente un modo diverso di averne cura: la preghiera. Per quanto riguarda la ragion pratica, un esempio di rinuncia potrebbe essere considerato l’adesione ad un’associazione autoritaria come l’esercito. La capacità non sarà, nemmeno in questi casi, del tutto estinta in quanto la persona potrà ancora prendere delle decisioni, seppur marginali (quando lavarsi, quanto mangiare a tavola, ecc.). In questo caso però una giusta politica dovrà incentivare lo sviluppo delle competenze:
vogliamo soldati che non si limitino solo ad obbedire, quando si dà un ordine, ma che siano in grado di valutare quando un comando è giusto o sbagliato. Vogliamo che ubbidiscano spesso ma non sempre.106
L’autrice ricorda come negli Stati Uniti, in seguito agli scandali per le molestie sessuali di Talihook e ai diffusi scandali dovuti alla corruzione, nelle accademie militari di Annapolis è stato istituito un programma di etica a cui sono sottoposti i soldati, sotto la direzione della filosofa Nancy Sherman.107
Questo tipo di intervento politico, che mira a creare le basi sociali per lo sviluppo delle capacità centrali, nel rispetto delle
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Nussbaum, Diventare persone, op. cit. p.109
libertà e allo stesso tempo della dignità umana, è quanto auspica l’approccio Nussbaum.