CAPITOLO III Amartya Sen, l’approccio delle capacità
3.4 La questione dell’ordinamento
Se per funzionamento si intende qualunque genere di attività possa voler svolgere un individuo, è necessario, al fine di compilare un elenco di funzionamenti e capacità prioritarie, operare una selezione e quindi domandarsi se esista un benessere “oggettivo”. Per Sen è importante sia che gli individui siano considerati arbitri del proprio benessere sia che vengano individuati dei valori morali oggettivi, per l’autore una vita degna di essere vissuta è una vita di esercizio delle libertà. Lo scegliere è perciò considerato un funzionamento importante tanto quanto lo è l’essere felici. Questi due funzionamenti potrebbero però entrare in conflitto, e tale contrasto oltre a riguardare diversi individui, potrebbe essere anche intraindividuale. Una delle grandi ragioni per cui si è criticata la morale monistica del liberalismo è proprio l’incapacità di affrontare l’incompletezza degli ordinamenti dovuta all’incommensurabilità delle intuizioni morali o all’incompatibilità dei fini che si vogliono tutelare (come nel caso del liberale paretiano). Un tentativo di trattare l’incompletezza di un sistema di valori è quello di esporre le alternative disponibili in modo da formare degli ordinamenti parziali in cui non sia possibile decidere su determinate opzioni, tali ordinamenti saranno quindi “incompleti”. La soluzione dell’autore richiede che vengano prodotti degli ordinamenti di preferenza fino al punto in cui queste non diventino incompatibili: poniamo il caso di dover ordinare in tre modi
diversi due oggetti di valore. Secondo il primo ordinamento la proporzione da preferire tra i due oggetti è di 1:2, per il secondo è di 1:3, per il terzo è di 1:4, quale dei tre ordinamenti si deve preferire? Tutti gli ordinamenti ritengono che il rapporto tra i due oggetti non debba superare il rapporto tra 1:2 e 1:4, ma non si riesce ad indicare quale tra i tre ordinamenti tra i valori si debba preferire. Questo risultato esprime per Sen84 la circostanza che concetti come diseguaglianza e benessere sono ambigui, esprimono, cioè, differenti significati in quanto possono servirsi di diverse variabili, come l’utilità, il reddito o le libertà individuali. L’utilizzo dell’ordinamento parziale nei confronti interpersonali e nella valutazione della diseguaglianza ha due differenti tipi di giustificazione:
prima di tutto[…] le idee di star bene e di diseguaglianza possono avere abbastanza ambiguità e sfumature da rendere sbagliata la ricerca di un ordinamento completo in entrambi i casi. Questa può esser detta la motivazione fondamentale dell’incompletezza. In secondo luogo, pur non essendo sbagliato mettersi in cerca di un ordinamento completo, potremmo in pratica non essere capaci di identificarlo. Anche se possono esserci disaccordi su certe parti dell’ordinamento e dispute su come tali parti dovrebbero essere affrontate, vi potrebbe tuttavia essere accordo su altre parti. La motivazione pragmatica dell’incompletezza dovrebbe essere invocata per quelle parti dell’ordinamento che si riescono a delineare senza ambiguità, evitando la tentazione di tacere finchè tutto non sia delineato e il mondo brilli di abbagliante chiarezza.85
Sen distingue tra due tipi di incompletezza: incompletezza completabile e non (open and closed incompleteness). Il primo
84 Cfr. Sen, La disuguaglianza, op. cit., 85 Ibi, p75.
tipo d’incompletezza permette di decidere sul conflitto tra due istanze di valore servendosi di nuove informazioni rilevanti al caso che possano semplificare la scelta, qui però il conflitto tra valori non è risolto, sono le condizioni ad essere state modificate grazie a nuove acquisizioni. Un esempio potrebbe essere il conflitto tra salute e libertà di scelta nel caso delle vaccinazioni pediatriche obbligatorie. La recente scoperta della relazione tra le vaccinazioni nei primi tre mesi di vita e la comparsa di gravi malattie del sistema nervoso ha dissolto il conflitto, rendendo legalmente praticabile l’obiezione alle vaccinazioni obbligatorie. L’incompletezza dell’ordinamento è completabile in quanto la decisione di rendere obbligatori i vaccini anche contro la libertà di scelta dei genitori non è più sostenibile in seguito alle nuove informazioni. Quando invece non è possibile modificare gli ordinamenti si ha a che fare con un caso di incompletabilità. Il conflitto tra chi è a favore e tra chi è contrario all’eutanasia, ad esempio, resta uno scontro tra valori che neanche l’artificio del quasi ordering riesce a risolvere. La funzione di questi ordinamenti incompleti non è quindi di arricchire la riflessione di nuove alternative ma semplicemente di mostrare gli ambiti all’interno dei quali è possibile un accordo.
Un esempio di closed incompleteness in cui gli ordinamenti sono immodificabili ma si raggiunge comunque un accordo, potrebbe essere il caso in cui tutte le forze politiche cedono il potere ad un governo tecnico per superare un momento di grave crisi economica. I diversi partiti politici potrebbero essere d’accordo tra loro nell’affermare che un governo non ispirato da ideologie politiche e con le competenze tecniche
necessarie sia la soluzione migliore, rispetto ad un governo che non riesca a superare le proprie divergenze interne. Queste posizioni sono prese sulla base di differenti ragioni. Alcuni accettano lo stato di cose perché lo ritengono giusto, altri perché non sono abbastanza forti da rifiutarlo, perché sono una minoranza. Tale accordo viene stretto da tutti solo in modo contingente per un equilibrio delle forze di potere e non perché si condivide il principio unanime che le questioni economiche debbano essere risolte da tecnici esperti anziché dalla politica. Tale accordo è mutabile secondo i differenti rapporti di potere, l’intersezione di ordinamenti è possibile soltanto per la coincidenza di questi, senza tenere conto del fatto che le motivazioni di fondo sono incompatibili.
Il caso di incompatibilità tra ordinamenti di funzionamenti o capacità non è risolto dalle due strategie (incompletezza aperta a nuove informazioni, o incompletezza tra ordinamenti chiusi che trovano un punto di intersezione contingente) presentate fin qui.
La prima strategia enuncia la possibilità che le nostre convinzioni morali possano cambiare, per maggiore disponibilità di informazioni o per l’individuazione di altri principi morali, la seconda considera gli ordinamenti di valore come dati indiscutibili. Sen non precisa meglio che cosa si debba fare in caso di incompatibilità tra ordinamenti di funzionamenti o capacità, considerati come immodificabili.
La versione dell’approccio delle capacità di Martha Nussbaum, con cui sarà messo a confronto l’approccio di Sen, considera il consenso per intersezione come il metodo più adatto
a fissare i principi politici basilari. La sua concezione si ispira al liberalismo politico, e per tanto tenta di presentarsi come rispettosa della pluralità di concezioni laiche e religiose che si ritrovano nelle società. Lo spazio di intersezione, secondo l’autrice:
deve mettere a disposizione un nucleo di valori articolati - scrive l’autrice - in maniera volutamente “sottile”, senza l’appesantimento di controverse nozioni metafisiche (come l’idea dell’immortalità dell’anima), di nozioni epistemologiche (come l’idea di verità autoevidenti), o di più complesse dottrine etiche (come il kantismo o l’aristotelismo) […] Ciò che si chiede loro (ai cittadini NDA) è di aderire alle idee di base dell’approccio delle capacità soltanto a fini politici, non come una guida comprensiva alla vita, e che essi li vedano operativi entro un particolare ambito, cioè quello politico. Adesione significa che la persona fa davvero sue queste idee – come una parte della propria concezione generale della vita.86
L’autrice si richiama apertamente a Rawls e al patto precostituzionale della società, se Rawls pone a fondamento un nucleo di principi di giustizia, Nussbaum propone un nucleo di dieci capacità considerate fondamentali. Il consenso per intersezione non si pretende come già presente nella società, questa deve essere orientata a raggiungere quell’adesione e, secondo l’autrice, è ragionevole pensare che nel corso del tempo ciò potrà avvenire.