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5. Conclusioni

5.3 Il futuro dell’accoglienza a Bassano

Al termine di questa ricerca la comunità Alibandus sembra caratterizzarsi nel contesto territoriale per l’attenzione che dedica alla rete esterna, al lavoro con le famiglie sia d’origine che del territorio affinché tutto il villaggio contribuisca alla crescita dei bambini.

L’Alibandus, in particolare attraverso La Casa sull’Albero, è molto conosciuta e radicata nel territorio, basti pensare che la ristrutturazione della comunità è avvenuta grazie al contributo dei cittadini; è inoltre una finestra sulla realtà per il mondo universitario e della ricerca sociale perché esistono molte collaborazioni con l’Università di Padova.

“Aprire le porte e coinvolgere la città” sembra essere il motto che spinge chi lavora in comunità, non essere soli ma coinvolgere la comunità.

In questi mesi l’equipe educativa della comunità Alibandus ha lavorato ad un nuovo progetto chiamato “Mismar” e che vuole essere il futuro, finora abbiamo descritto il passato e il presente dell’Alibandus ora lasciamo a Mismar raccontare il futuro dell’accoglienza a Bassano del Grappa.

“Nei secoli, i naviganti erano soliti scrutare il cielo notturno alla ricerca di un punto di riferimento in grado di indicare la rotta. Quel riferimento era rappresentato dalla Stella Polare, chiamata “Mismar” nel mondo arabo. In realtà Mismar non è un’unica stella, ma un “sistema stellare” triplo di cui essa è la stella più luminosa. Nell’ambito di questo progetto, Mismar vuole rappresentare la centralità del legame tra la famiglia d’origine e i ragazzi accolti. In tal senso, i percorsi educativi previsti mirano a costituire una sorta di sistema a supporto della stella principale. […] È tempo che la comunità educativa sia una tra le capanne del villaggio, non l’unica.”

196 RINGRAZIAMENTI

Questa ricerca oltre ad aver permesso di ricostruire un pezzo di storia che spero potrà essere utile sia al mondo delle comunità d’accoglienza che alle singole comunità analizzate, è stata molto importante per la mia crescita professionale. Conoscere meglio le storie mi ha aiutato a capire il senso del mio lavoro. Il percorso di interviste e ricostruzione non è stato semplice perché spesso una frase o una testimonianza smuoveva emozioni e pensieri rispetto alla mia professione. Molte volte i racconti sono stati spunto di riflessione e di crescita per poter svolgere meglio il mio lavoro. In questi mesi “star dentro e guardare con un occhio esterno”, mi ha permesso di osservare e conoscere più a fondo il mio luogo di lavoro, individuando risorse e criticità.

Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato a conoscere la comunità e a crescere professionalmente attraverso le loro testimonianze: Don Beppe, Marta, Riccardo, Salvatore, Silvia, Simone, Stefano, Alessandro, Oscar, Claudia, Alberto, Stefania, Barbara, Manola, Silvia, Paola e Teresiana.

Ringrazio il professor Ferrari che mi ha guidato e sostenuto durante la stesura della ricerca con le sue competenze e la sua disponibilità.

Ringrazio Elisa Carraro per la sua preziosa collaborazione, in questi mesi lo scambio di conoscenze e il lavoro reciproco è stato davvero prezioso, il valore aggiunto di questa ricerca. Infine sento di dover ringraziare mio marito che mi ha sostenuto in tutti questi mesi in particolare nei momenti più difficili e critici.

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