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Da numerose ricerche fatte negli Stati Uniti è emerso che il fenomeno della genitorialità antisociale e dei genitori detenuti in carcere è un fenomeno diffuso. Solitamente per i padri si tratta di crimini violenti (omicidi, rapina a mano armata, crimini sessuali...)e e per le madri di crimini legati a uso e spaccio di sostanze.

L'incarcerazione dei genitori, le condotte devianti, possono ripercuotersi sui figli determinando gravi carenze educative e a lungo termine fino alla trasmissione intergenerazionale del comportamento criminale.59

Il comportamento antisociale, la mancanza di altruismo, incapacità di apprendere dalle esperienze passate e superficialità dei rapporti interpersonali sono i tratti della “personalità antisociale”, caratterizzata da un insieme di tratti individuali e dall'influenza del contesto di appartenenza.

Se il padre è in carcere è frequente che i figli siano affidati solo alla madre, mentre se è la madre a essere detenuta vi sono contesti (ad esempio comunitari) che accolgono anche i bambini se molto piccoli, o invece vengono affidati a nonni o ad altri parenti qualora presenti e tutelanti.

Ferrario G. e Galliena E. nel loro volume studiano “il pensiero criminale” del detenuto, in rapporto ai legami familiari, al suo rapporto con la società, con l'istituzione carceraria. La tesi delineata è che l'adulto che commette reato organizza il suo rapporto con gli altri e con la comunità rendendo possibile e giustificabile la commissione di reati. Un tipo di pensiero basato sulla sua pretesa di far valere come prioritario il proprio interesse a discapito dell'interesse comune o del bisogno altrui. Vi è spesso anche un forte senso di rivincita e rivalsa:

“Chi si vendica di un torto subito è giustificato. Se poi la vittima della vendetta coincide con l'ingiustizia, tanto meglio. Se è la società a farti un torto è la società a risponderne.”60

La violazione delle norme sociali spesso deriva da una prima violazione delle norme in famiglia, spesso infatti è possibile rintracciare nel passato di chi ha commesso crimini esperienze infantili negative. Quando si ha a che fare con genitori che entrano ed escano dal carcere e recidivi viene indagato il fallimento genitoriale, il rapporto con i figli laddove c'è ed è stato mantenuto (molti detenuti hanno figli piccoli che non hanno mai conosciuto o con cui dopo non è stato mantenuto alcun legame e che non sanno che il proprio genitore è in carcere, vi è spesso in questi casi un fronte istinto di protezione dell'altro genitore o dei parenti a cui il minore è affidato che non sanno come affrontare questo tema con il bambino e non vogliono portarlo in carcere per il trauma che subirebbe. Sono momenti molto difficili e che vanno affrontati con l'adeguata cautela ma dando al

59 Ibidem

bambino che cresce gli strumenti per conoscere e comprendere. Vi sono inoltre casi in cui il genitore ha un problema di tossicodipendenza o abuso di sostanze alcoliche, anche in questo caso come nel trattamento delle psicopatologie la situazione può essere sensibilmente migliorata o aggravata in base al comportamento del genitore, alla volontà e forza di farsi seguire e accettare di essere in carico al SerT o invece alla mancanza di questo contatto e in questi casi può accadere che il genitore coinvolga i figli in comportamenti a rischio. Si presenta un caso ad esempio.

CASO 16

Il nucleo è residente in un Comune del Centro Nord (18.000 ab. Circa) ed è composto da: - Madre di tutti i minori, 42 anni nata in Italia

- Compagno della madre (Padre di F2), 46 anni nato in Italia - Figlia F1, 15 anni nata in Italia

- Figlio M2, 6 anni nato in Italia - Figlia F2, 3 anni nata in Italia

Il caso viene preso in carico dal Servizio di tutela minorile per una segnalazione della scuola di F1. Il nucleo è conosciuto al Comune di residenza attuale per un passaggio di caso avvenuto dal Servizio sociale del quartiere di precedente residenza della famiglia. Dalle informazioni ricevute si evince quanto segue.

La madre e il padre dei primi figli viveva con il marito in un quartiere noto per essere una zona degradata della città, il padre dei minori da quando F1, M2 e il fratello maggiore M1 (ora maggiorenne) è entrato e uscito dal carcere diverse volte fin da quando erano molto piccoli. La coppia genitoriale si è separata legalmente quando F1 aveva circa 8 anni ma ha continuato a vivere separata in casa finchè F1 non ha avuto circa 10 anni. M2 è nato quando la coppia era già separata ma i genitori avevano ancora rapporti occasionali. Quando M2 aveva circa 8 mesi, il padre è stato incarcerato ed è tuttora detenuto presso una Casa Circondariale di altra città. Precedentemente era stato alcuni anni in una comunità di recupero per tossicodipendenti.

La madre ha cresciuto pressoché da sola i tre figli (M1, M2 e F1) aiutata dai nonni materni residenti anch’essi nella periferia fintanto che la madre non ha incontrato un amico di infanzia che non vedeva da molti anni che è divenuto il suo compagno. Anch’egli ha un passato turbolento. Ha commesso reati gravi che lo hanno portato in carcere a vent’anni appena compiuti, è stato rimesso in libertà vigilata da pochi anni. Lo stesso ha una figlia avuta da precedente relazione che non ha

mai conosciuto, nata quando lui era da poco in carcere. La madre e il compagno circa 3 anni fa sono hanno deciso di convivere in seguito alla gravidanza da cui è nata F2 e di trasferirsi nel territorio del Servizio di tutela minorile attuale. Anche la madre ha precedenti penali per concorso di spaccio di sostanze stupefacenti con il marito. La segnalazione della scuola riporta che F1 ha comportamenti prevaricatori e aggressivi, sia con i pari che con gli insegnanti. Usa termini ed espressioni volgari e provocatori, è stata vista all’esterno della scuola con compagnie maschili molto più grandi di lei e fuma tabacco e hasish. Oltre a questo, ha una frequenza scolastica irregolare e voti pessimi, l’anno scorso è stata bocciata quindi è la seconda volta che ripete la terza media. F1 non è stata spostata di scuola quando la famiglia si è trasferita ed è quindi rimasta in un ambiente molto difficile e in classe con ragazzi più grandi e già devianti.

In seguito alla segnalazione l’assistente sociale ha provveduto a effettuare una verifica scolastica da cui son ostati raccolti dettagli in merito alla situazione e ha provveduto a convocare la madre per un primo colloquio.

La madre si è presentata all’incontro accompagnata da F1.

Dal colloquio è emersa la storia familiare. F1 fino al primo anno di scuola media non ha manifestato particolari motivi di disagio. Durante il secondo anno, è venuta a scoprire eventi del suo passato e della storia familiare che lei ignorava. Questo è avvenuto nel periodo in cui il padre è entrato in carcere per l’ultima volta. Negli ultimi tre anni F1 ha visto il padre in carcere solo due volte poiché il carcere in cui è detenuto è lontano e la madre, impegnata tra lavoro e gli altri figli non è riuscita a portarla più spesso. La madre in merito a questo spiega di avere forti difficoltà ad affrontare il discorso con il figlio minore M2. Lui comincia a fare domande sul padre e la madre dice di non avere gli strumenti per parlare con lui di quanto accaduto. M2 non ha mai incontrato suo padre, ne ha visto solo fotografie, la madre non vuole portarlo in carcere perché non se la sente di esporlo a un’esperienza così traumatica. F1 ha avuto inoltre un pesante conflitto con il compagno della madre nel momento in cui hanno cominciato la convivenza, ad oggi riferisce che il loro rapporto è migliorato, lei ha capito che lui non vuole sostituirsi al padre naturale, ma che può essere un sostegno per lei. F1 inoltre ritiene che per M2 sia importante avere una figura di riferimento maschile laddove il padre naturale probabilmente sarà detenuto ancora per diversi anni. F1 vuole bene a F2 e la considera come una sorella anche e all’inizio per lei è stato difficile accettare che la madre potesse avere un’altra figlia femmina. M1, il figlio maggiorenne della madre e fratello dei minori vive in un appartamento nel vecchio quartiere di residenza del nucleo. E’ tossicodipendente e ha un ritardo cognitivo lieve. Fa uso di psicofarmaci ma non è in carico ad alcun servizio attualmente. F1 non lo vede più da quando durante una litigata molto pesante lui sotto effetto di stupefacenti le disse che lei non doveva nascere poichè la madre aveva pensato di abortire e che il

padre era “un tossico” (F1 al tempo non sapeva che il padre fosse tossicodipendente).

Al momento la storia del nucleo denota certamente molti fattori di rischio per i minori. La madre però si è mostrata collaborante e interessata a ricevere un sostegno e indicazioni su come crescere i figli minori in maniera adeguata. A F1 è stato proposto un percorso di sostegno psicologico mirante a recuperare un rapporto con il padre poiché questa è stata la richiesta esplicitata al Servizio dalla ragazza. L’educatrice del Servizio la seguirà per la parte scolastica e nel frattempo gli operatori effettueranno una valutazione delle competenze genitoriali della madre e del compagno. Sono stati presi contatti con gli operatori della Casa Circondariale presso cui è detenuto il padre per organizzare un incontro di conoscenza e poter di seguito valutare il sostegno di F1 nella volontà di rivedere il padre. Lo stesso ha attualmente una pena mista in quanto si stanno svolgendo tre diversi procedimenti penali, tutti afferenti al traffico di cocaina da cui l'uomo è dipendente da circa 15 anni a quanto da lui raccontato all'educatrice del carcere. Non si hanno notizie certe di quando riotterrà la libertà.

CAPITOLO 4

GLI STRUMENTI: IL MANUALE DEL CENTRO SPECIALISTICO

MULTIPROFESSIONALE PROVINCIALE CONTRO GLI ABUSI ALL' INFANZIA “IL FARO”

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