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Il Centro Specialistico il “Faro” si è sviluppato a partire dal 2002 grazie a una convenzione tra le Aziende Sanitarie dell’area provinciale di Bologna, l’Azienda Ospedaliera S.Orsola-Malpighi, il Comune di Bologna, il Consorzio dei Servizi Sociali di Imola e l’Amministrazione Provinciale, il Centro di Giustizia Minorile, Azienda Servizi Consortili “Insieme”, Azienda Servizi alla Persona “Seneca”, Azienda Servizi alla Persona “Circondario Imolese”, Comuni capofila dei Piani di Zona della Provincia di Bologna.

All’interno del Centro operano un neuropsichiatra infantile, due psicologi con competenze psicoterapeutiche, due pediatri, due assistenti sociali e un consulente legale. Il Faro attua interventi di consulenza agli operatori che lavorano a contatto con i minori (insegnanti, operatori dei servizi sociali e sanitari territoriali e ospedalieri) e della presa in carico delle situazioni di maltrattamento e abuso. Obiettivo del progetto è stato fin dall’inizio supportare gli operatori nella gestione della complessità del fenomeno, individuare azioni adeguate nell’ambito della rilevazione degli indicatori di disagio del minore d’età, della segnalazione, della protezione e della cura nelle situazioni di maltrattamento.61

La scelta di collaborare con operatori su territorio e sviluppare la ricerca di strumenti utili alla valutazione delle capacità genitoriali è emersa dalla necessità di darsi delle linee guida, come professionisti. Ne è nato un manuale di strumenti e indirizzi teorici per la valutazione delle cure parentali. E’ risaputo che la possibilità di avvalersi di equipe costituita da diversi professionisti: psicologo, assistente sociale, educatore e altri permette una presa in carico multidimensionale nei casi di protezione dell’infanzia e nelle fasi di rilevazione, valutazione, diagnosi. Va effettuata una valutazione della situazione nelle sue diverse caratteristiche e analizzando i fattori di rischio e protezione indicati nel capitolo secondo.

In equipe i diversi operatori sono chiamati a espletare il loro ruolo in collaborazione e sinergia con le altre figure professionali. Il progetto che ha portato alla prima stesura del manuale e in seguito, di recente alla pubblicazione di una versione successiva alla sperimentazione, è nato da una collaborazione tra Assistenti Sociali che lavorano nell’ambito dei Servizi Sociali Minori del territorio provinciale bolognese. Partendo da un evento formativo che si è tenuto a Bologna nel

2009 “La valutazione dello stile di funzionamento genitoriale: strumenti e metodi d’intervento del lavoro sociale” organizzato dal Centro Specialistico “Il Faro” Tra il 2010 e il

2011 si è costituito un gruppo di pilotaggio che ha elaborato il modello e gli strumenti, poi presentato nel tavolo di coordinamento provinciale infanzia e adolescenza approvato nel 2011. nel marzo 2012 presentazione del progetto a un seminario e condivisone degli obiettivi-raccolta di adesioni alla fase di sperimentazione. Formazione all’uso degli strumenti tra maggio e dicembre 2012. fase di sperimentazione gennaio 2013- dicembre 2014 ha visto coinvolti 32 operatori e 67 nuclei familiari che hanno aderito volontariamente alla sperimentazione concreta.

La metodologia di lavoro scelta è stata la suddivisione degli operatori interessati al progetto in tre sottogruppi che hanno svolto approfondimenti su:

- Scheda multidimensionale, aree da esplorare nel percorso di valutazione.

- Strumenti di screening volti a esplorare il rischio psicosociale correlato a condizioni particolarmente sfavorevoli, come i maltrattamenti sui minori.

- Strumenti utili alla visita domiciliare e la conoscenza del figlio/i minore/i.

In seguito è stata avviata una fase di sperimentazione durante la quale il modello è stato applicato alla gestione di casi sul territorio al termine della quale è stato modificato il manuale alla luce delle evidenze emerse e pubblicato a marzo 2015.

Del gruppo di lavoro hanno fatto parte diversi assistenti sociali e specialisti di vari territori del territorio Bolognese.

Il progetto si è articolato in quattro fasi:

• Fase conoscitivo/descrittiva

• Fase valutativo decisionale

• Fase attuativa

• Fase di verifica e conclusione PRIMA FASE

L’assistente sociale può intervenire in una situazione in diversi casi, può essere per un mandato preciso dell’Autorità Giudiziaria, oppure per segnalazione di altro Servizio o Soggetto pubblico, per richiesta dell’utente. Inizialmente, vi è un periodo di raccolta informazioni fondamentale, che consiste nell’ambito della tutela minorile nell’ascolto delle persone significative coinvolte, nel contatto con la scuola, con i medici di base o pediatri o specialisti coinvolti, rapporto con altri

servizi che eventualmente hanno in carico la situazione. SECONDA FASE

Questa è la fase su cui voglio soffermarmi maggiormente. Scopo della valutazione è una volta approfondita la conoscenza della situazione concentrarsi sull’analisi dei fattori chiave e della loro relazione, analizzare nel caso della tutela minorile i fattori di rischio e protezione e la situazione che producono. E’ il momento di formazione della Diagnosi Sociale sul caso:

“un parere professionale sulle capacità genitoriali del nucleo in carico , una valutazione delle

stesse nelle loro positività e fragilità orientata al recupero delle stesse, attraverso la delineazione di un progetto”.

Il termine Diagnosi sociale è maggiormente legato ai modelli diffusi negli anni 80 e 90 , ad oggi è correntemente più utilizzato il termine “Valutazione”. Nello specifico si effettua:

• Valutazione psicologica delle relazioni familiari finalizzata all’accertamento delle disfunzioni e delle eventuali risorse (effettuata dallo psicologo dell’equipe anche in compresenza con l’A.S.)

• Valutazione del minore: sul disagio del bambino finalizzata a individuare l’entità della sofferenza psicologica, la presenza di patologia conclamata, il funzionamento adattivo e il tipo di attaccamento alle figure parentali.

• Valutazione sociale delle relazioni familiari, finalizzato all’analisi e valutazione del funzionamento sociale del nucleo.

• Indagine sul contesto di vita socio relazionale del minore.62

A questo punto, analizzati questi diversi aspetti e giunti a un comune punto di vista tra gli operatori coinvolti nel caso, si procederà a elaborare un progetto assieme alla famiglia per quanto è possibile. Ad esempio, laddove il rapporto utente-servizio è denotato da un’ottica esclusivamente di supporto sostegno questo è più facile che si realizzi, maggiormente difficoltoso è il caso di situazioni dove vi è un preciso mandato dell’Autorità Giudiziaria per cui la collaborazione con il servizio è formalmente sancita come prescrizione nel Decreto del Tribunale. Anche in questo caso tuttavia il

progetto ha maggiori possibilità di riuscita tanto più si riesce a individuare obiettivi condivisi tra il servizio e il nucleo familiare.

Le ipotesi su quali obiettivi raggiungere, quali risorse possono essere attivate e i tempi devono confrontarsi con quanto disponibile. Vanno individuati obiettivi a breve-medio e lungo periodo, stabiliti gli attori e il cosa va realizzato, verifiche intermedie e analisi degli eventuali cambiamenti intercorsi.

TERZA FASE

Attivazione delle risorse, avvio del progetto e previsione di momenti di monitoraggio e verifica condivisi con gli utenti e altri operatori coinvolti.

QUARTA FASE

Al termine di un progetto è importante analizzare i fattori di cambiamento qualora ci siano stati, i risultati ottenuti, il cambiamento nelle persone coinvolte, nella loro relazione ,anche piccoli risultati possono essere importanti punti di forza per una ripresa verso obiettivi maggiori e vanno riconosciuti e restituiti all’utente.

E’ ovvio che nel lavoro dell’Assistente Sociale le fasi del modello presentato non sono così lineari e non si sviluppano per forza di cose in quest’ordine, è un lavoro dinamico, in cui spesso è necessario fare, disfare, rendersi conto di quanto non valutato in precedenza o di un elemento nuovo e ricominciare.

Gli orientamenti teorici prevalenti ad oggi sono volti a darsi modelli di valutazione sperimentati, condivisi, confrontabili, approfondire la fase di valutazione con focus alla conoscenza della famiglia coinvolta nelle sue peculiarità e nella sua storia.

Privilegiare la conoscenza del minore e l' ascolto dello stesso, lo studio delle conseguenze degli allontanamenti da contesto familiare in termini di costi (emotivi, relazionali, economici) e benefici sapendo che è un trauma ed è da valutare attentamente la presenza di rischio evolutivo e invece di possibili danni iatrogeni. Necessaria infine è l' esplicitazione chiara del mandato e del contesto. Scopo dello studio è stato verificare l’efficacia degli strumenti professionali adottati nella prima fase del progetto.

Il progetto d'individuazione degli strumenti basati sull'evidenza empirica ha preso avvio da riferimenti teorici parte di ricerche sul rischio psicosociale con attenzione al maltrattamento all'infanzia e opere successive che hanno tentato di riadattare esiti clinici al servizio sociale e strumenti utilizzati da psicologi e psichiatri e neuropsichiatri a poter essere utilizzati da educatori e assistenti sociali. E' ormai stato evidenziato in numerose ricerche che vi è uno stretto legame tra

eventi particolarmente stressanti a livello individuale, familiare e sociale (per fare degli esempi: lutti, maltrattamenti subiti in infanzia, esposizione a violenze, separazioni..) e cosiddetti fattori di protezione che possono in ambiti favorevoli contrastare la traiettoria di rischio e portare a esiti favorevoli.

La valutazione delle competenze genitoriali è un ambito molto complesso del lavoro sociale. E' positiva e auspicabile la possibilità che venga effettuata da più figure professionali assieme in modo che ogni professionista possa approfondire la sua area di competenza per poi giungere a un esito congiunto.

Nel manuale viene presentato un modello63 composto da più focus d'attenzione che vale la pena prendere in considerazione come mappa quando ci si appresta a effettuare tale valutazione.

In base a questo modello sono stati elaborati una serie di strumenti tra cui ne ho selezionati 3 che a mio parere sono i più significativi. Per una trattazione più completa e per una descrizione dettagliata di tutti gli strumenti utilizzati nella ricerca si rimanda al Manuale rintracciabile nel sito internet dell' Azienda USL di Bologna.64

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