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IL PARENTING NEI DIFFERENTI MODELLI TEORICI

Una definizione del termine parenting viene spesso indicata come la capacità di un genitore di soddisfare i bisogni fondamentali del proprio figlio, da un punto di vista sia fisico sia psicologico. (Sponchiado). È quindi un insieme di competenze e comportamenti genitoriali che operano nel definire i comportamenti infantili del minore. Ogni genitore ha un modo particolare e proprio di prendersi cura del figlio, modalità che deriva da conoscenze, opinioni, caratteristiche personali e dell'ambiente, cultura. Il parenting può essere definito in termini di comportamento, stile e credenze.

Numerosi autori si sono occupati si sono interessati alla definizione di stili educativi e genitoriali come modalità tipiche di risposta alle richieste educative e di accudimento del bambino (Coplan 2002). I primi studi, risalenti agli anni 50-70 erano diretti a individuare “il genitore ideale” giungendo a indicare un continuum tra modalità idonee e non di essere genitori. Questi modelli implicavano l'unidirezionalità, ovvero una logica causa-effetto e l'idea che lo stile del genitore potesse predire l'adattamento futuro del bambino.

Il Parenting secondo il modello di Diana Baumrind viene ancorato a due elementi in particolare. La capacità del genitore di rispondere ai bisogni del figlio, ovvero la responsività (calore affettivo, capacità di supportare il minore, di promuoverne l'individualità e autoregolazione) e capacità di porre dei limiti (richieste di maturità, controllo e autocontrollo, volontà).49

in base a questo ha individuato tre stili genitoriali:

• AUTORITARIO: alta richiestività e bassa permissività • PERMISSIVO: bassa richiestività e alta permissività • AUTOREVOLE: adeguata richiestività e permissività

Nel 1983 Maccoby e Martin pubblicarono una ricerca riprendendo i concetti della Baumrind arrivando ad affiancare ai tre stili già indicati dalla stessa lo stile NEGLIGENTE caratterizzato da Bassa permissività e bassa richiestività che portano alla trascuratezza del bambino.

Hofman individua invece quattro stili educativi, due basati sulla costrizione, gli altri due sulla persuasione:

• COSTRITTIVO BASATO SU POTERE FISICO

• COSTRITTIVO PER SOTTRAZIONE D'AFFETTO

• PERSUASIVO BASATO SUL RAGIONAMENTO

• PERSUASIVO BASATO SULL'EMPATIA

E' importante considerare che gli stili di parenting evolvono in base alle influenze esterne e all'età del bambino, il quale è soggetto attivo della relazione e influenza le competenze genitoriali. Il parenting viene influenzato anche da altri fattori quali l'ordine di nascita (molti genitori adottano stili diversi tra il primo figlio e i successivi), il contesto sociale in cui si vive, il funzionamento della coppia e il partner.

Negli anni Settanta iniziò a diffondersi l'idea che nella diade genitore – bambino fosse essenziale considerare anche il comportamento infantile e come questo incidesse nella relazione con l'adulto, Belsky iniziò quindi a spiegare il parenting come processo e relazione in cui vanno a incidere:

• Le caratteristiche individuali dei genitori • Le caratteristiche individuali del bambino • Il contesto con i suoi limiti e opportunità50

Bornstein e altri Autori distinguono quattro livelli nel parenting: 51

a. Nurturant caregiving: comprensione e accoglimento delle esigenze di base: alimentari, fisiche, di pulizia;

b. Material caregiving: la modalità con cui i genitori organizzano e strutturano il mondo fisico del bambino, le situazioni e stimolazioni cui il minore è sottoposto, le esperienze che fa;

c. Social caregiving: include tutti i comportamenti che i genitori attuano per coinvolgere il bambino in contatti emotivi, visivi, affettivi negli scambi interpersonali;

d. Didactic caregiving: riferito alle modalità che i genitori mettono in atto per stimolare il figlio a capire e conoscere il mondo circostante. I genitori hanno il dovere di mostrare, far conoscere, spiegare l' ambiente al figlio fintanto che lui non acquisisce strumenti propri.

Visentini individua otto funzioni genitoriali che vanno a costituire nel complesso lo stile genitoriale:52

- La funzione protettiva: é la funzione che determina più delle altre il legame di attaccamento. Laddove è vissuto come fonte di sicurezza contribuisce alla formazione di una personalità futura sana, laddove invece vi è la minaccia di una perdita si ha ansietà, collera, dolore.

50 http://dip38.psi.uniroma1.it

51 www.researchgate.net

Bowlby definisce un'esperienza fondamentale come “base sicura” ovvero spiega che la personalità sana non si rivela assolutamente indipendente. Gli elementi essenziali sono dati da una capacità di fare fiduciosamente conto sugli altri quando l'occasione lo richiede e sapere su chi è giusto fare conto.

- La funzione affettiva: essenzialmente è il desiderio di vivere emozioni positive con il proprio figlio.

- La funzione regolativa genitoriale: strategie che il genitore fornisce al bambino per supportarlo nell'acquisire la capacità fin dalla nascita di “regolare” i propri stati emotivi e organizzare l’esperienza e le risposte comportamentali adeguate che ne conseguono.

- La funzione normativa: capacità di dare dei limiti, una struttura di riferimento, una cornice che corrisponde a quel bisogno fondamentale del bambino che è il bisogno di avere dei limiti, di vivere dentro una struttura di comportamenti coerenti. Sono fondamentali le aspettative e la consapevolezza da parte del genitore dei compiti evolutivi di quella determinata età.

- La funzione predittiva: è la capacità del genitore di prevedere, intuire e facilitare il raggiungimento della tappa evolutiva imminente. I genitori adeguati sanno percepire in modo realistico l’attuale stadio evolutivo del bambino e sanno però nel contempo intuire quei comportamenti che promuovono e sviluppano il nuovo comportamento. Fa parte di questa competenza la capacità di modificare le modalità relazionali conseguentemente con il crescere del bambino.

- La funzione significante: capacità di dare un contenuto pensabile, utilizzabile dall’apparato psichico, alle percezioni, alle sensazioni e agli agiti del neonato che sono ancora prive di spessore psichico. Dare un senso al bambino.

- La funzione rappresentativa e comunicativa: comunicare e interagire con il bambino.

- La funzione triadica: la capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, capacità di lasciare spazio all’altro o di entrare in una relazione empatica con il partner e con il bambino. 53

Il Dott. G. B. Camerini stabilisce quattro criteri prioritari riferiti alla genitorialità “sana”:

• la capacità di favorire “l’accesso” all’altro genitore, collaborando e cooperando insieme;

• la competenza genitoriale dei due coniugi nei termini della qualità della relazione di attaccamento in base al concetto di “genitore psicologico”

• l’attenzione ai bisogni reali dei figli;

• un’adeguata “funzione riflessiva”.54

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