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Gestione economica

Nel documento Innovazione nel rifugio alpino (pagine 96-100)

comparazione delle resistenze meccaniche

6.7 Gestione economica

descrizione

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a gestione economica del progetto basato sull’approccio definito nei capitoli precedente fa riferimento d alcuni punti fondamentali.

Nonostante i costi di questi macchinari non siano elevati, indubbiamente va spiegata la ragione per cui è necessario il loro acquisto.

Innanzitutto possiamo dichiarare che la scelta di adottare l’utilizzo di questa tecnologia avviene più che altro una convenienza decisionale più che economica questo per avere meno tempo perso, più semplicità di azione e più sicurezza nelle azioni del rifugio.

Questa scelta avviene grazie al bilanciamento di costi / opportunità ovvero ciò che vado a spendere per il mio macchinario deve essere uguale o maggiore a ciò che vado a risparmiare qualora debba lasciare la struttura prendere il mio mezzo privato raggiungere il punto vendita più vicino recuperare il materiale.

Considerando il rifugio alpino una struttura in ambiente impervio ed isolato il tempo perso potrebbe essere oltre alle due ore di cammino più dalla mezz’ora all’ora di automobile per raggiungere il più vicino negozio dove acquistare l’occorrente, e lo stesso tempo per ritornare al rifugio.

Oltre ai consumi di carburante si deve considerare anche il costo effettivo del prodotto che si va ad acquistare. Esso può essere un componente semplice con un costo base di 5 € fino a 20-30 € per i componenti dalle dimensioni maggiori o dagli utilizzi specifici che troviamo in ambiente domestico.

Il costo che può creare andare a reperire materiale per la manutenzione in momento immediato può essere calcolato attraverso il consumo di carburante normalmente su una Land Rover 4×4 per circa 20 km di strada montana fino a raggiungere con altri 10 km di strada il paese o centro commerciale più vicino.

Nei casi peggiori, come accade per la maggior

parte dei rifugi alpini raggiungere la propria vettura richiede un’ulteriore tempo che può variare dall’ora alle tre ore di cammino.

Per questo motivo quando si necessita di componenti molto importanti è necessario richiedere il rifornimento con elicottero anticipato, quindi una volta previsto per una determinata data si richiede di anticiparlo per questo tipo di motivi gestionali. Come detto il costo di un rifornimento in elicottero è molto elevato insieme al fatto di dover movimentare un grosso carico di rifornimenti alimentari può questo compromettere molte fasi della gestione rifugio.

A questi prezzi si deve aggiungere il tempo impiegato per il viaggio fino a valle e ritorno del gestore del rifugio, ad aggiungersi anche il tempo per l’effettiva lavorazione del pezzo la sua sostituzione e suo smaltimento.Nei casi di manutenzione di prodotti in legno si deve infatti trattare il materiale e sistemarlo prima di poterlo raccordare con l’eventuale sostituzione.

I casi di manutenzione in rifugio possono venire in qualsiasi momento, non ci sono dati statistici nè quantomeno puntuali su un numero effettivo di rotture e malfunzionamenti. Parlando con i rifugisti questo può accadere dalle due alle cinque volte a stagione per apparecchiature non critiche per il rifugio, si rende comunque necessario un provvidenziale viaggio per recuperare l’elemento necessario per poter conferire al rifugio l’intero servizio che deve garantire. Allo stesso modo, recandosi in rifugio senza intoppi, i clienti del rifugio potranno essere soddisfatti del servizio ricevuto tornando in seguito al rifugio.

Rimane il fatto che questa tipologia di

approccio non riesce ancora ad includere tutti quei componenti ed impianti non riproducibili con la stampante 3D, in quanto complessi e dal grande formato come possono essere impianto di riscaldamento impianto elettrico, che a proposito devono anche sottostare a determinate leggi e certificazioni europee per la sanità e per la sicurezza.

Il progetto vuole quindi apportare un tipo di innovazione negli approvvigionamenti, come lo definiva Schumpeter, portando nuove materie prime e nuova organizzazione della supply chain, grazie a dell’innovazione di processo.

Questo processo è partito come nuovo metodo di produzione technology-push, con l’intervento del progettista in prima persona ad analizzare e trovare possibili campi applicativi per una tecnologia che in quell’ambiente ancora non era stata utilizzata.

A supporto del metodo, come descritto precedentemente, sarà creato un apposito gruppo di persone altamente specializzate in determinati settori, questo per poter creare un team di ricerca e sviluppo in grado di

L

Land Rover, uno dei fuoristrada più utilizzati dai rifugisti per le sue caratteristiche

« la scelta di adottare l’utilizzo di questa tecnologia

avviene più che altro una convenienza decisionale più

che economica questo per

avere meno tempo perso »

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apportare miglioramenti a problematiche in continuo mutamento.

Con questo nuovo processo si punta quindi a gestire il flusso di ricerca e lavoro fino ad arrivare al prodotto finale nel seguente modo: 1. ricerca di base, studio di libri e paper; 2. ricerca applicata, comparazione dei dati e riscontri con l’applicabilità effettiva;

3. sviluppo del progetto in maniera completa, esaustiva e chiara; 4. prototipazione dei modelli da stampare in rifugio; 5.

condivisione dei file come passaggio finale al consumatore.

Per l’innovazione servono anche delle interazioni sistemiche costanti tra ricerca, produzione e marketing, per avere scambi di informazioni tra le aziende e l’ambiente esterno, per considerare novità tecnologiche e nuovi spunti progettuali per le aziende.

Le fasi del project management vengono modificate ed allargate ad un numero maggiore di persone per poter raggiungere un grado elevato del servizio, con la condivisione delle informazione e l’outsourcing di parte del lavoro.

L’intero approccio alla progettazione avviene in maniera di Open Innovation, in cui le conoscenze e le competenze non stanno solamente all’interno dell’azienda ma provengono anche dall’esterno, come avviene con la collaborazione dei makers.

L’organizzazione aziendale comprende a questo punto un gruppo di persone specializzate, le tecnologie utilizzate e una buona quantità di conoscenze riguardo ai processi produttivi, ai materiali, ai decreti sulla sicurezza e riguardanti il sistema montano in sè, considerando e dando valore anche a collaborazioni con, e per gli enti che hanno base sulle montagne come CAI e CNSAS.

La produzione di manufatti con questo processo, in questo particolare luogo, da una svolta al modello produttivo passando dal paradigma fordista e un modello tayloristico di un’organizzazione scientifica del flusso di lavoro ad una lean production, attraverso i 6 zeri con cui raggiungere risultati di alto livello (efficienza, flessibilità, prezzi) con un livello

minimo di scorte, tecnologie e risorse umane, portando la just in time production ad un livello di delocalizzazione e dematerializzazione,si passa dalla produzione materiale ad un’economia di “beni intangibili”, per tornare a produrre effettivamente in un luogo lontano al posto di progettazione.

Un altro fattore molto importante di questo processo progettuale è la volontà di trasmettere la conoscenza: il valore aggiunto è generato principalmente dall’innovazione, dal nuovo processo che stiamo dando all’utente, non l’introduzione della tecnologia in sè.

Si deve lavorare in stretta collaborazione con gli enti che già lavorano da anni in questo ambiente, questo per poter creare il giusto network e i legami solidi per una comunicazione costante e corretta. Il processo di diffusione dell’innovazione presuppone resistenze o impossibilità di cambiamento dati dalle decisioni e dalla mentalità di altri attori coinvolti, bisogna quindi agire con strategie di disseminazione di vantaggio promesso. Si promette un cambiamento in rapporto a significati culturali e linguistici, a condizioni sociali, culturali ed economiche, a modelli e a mezzi di comunicazione. La diffusione dell’innovazione si configura come un processo sociale, in cui entrano in gioco le valutazioni soggettive degli imprenditori, ovvero del gestore del rifugio.

Vediamo adesso quali sono i punti di forza e di debolezza di questo ambiente e processo, insieme ai valori che vogliamo trasmettere mettendo in opera il progetto.

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Channels Value PropositionKey ActivitiesKey Partners

Key Resources Customer RelationsMarket & CustomerSegments

Cost StructureRevenue Streams & Pricing Model The missionThings that cost moneyThings that make money

1. Sicurezzafacilità di gestione delle situazioni di manutenzione

2. Tempestivitàimmediatezza di intervento, senza dover impiegare tempo nella ricerca del materiale

3. Autoproduzionepossibilità di produrre ciò che serve, nel luogo in cui serve - Enti principali dell’ambiente alpino- Enti territoriali (regione, provincia)- Associazioni territoriali affini- Investitori privati- Provider per servizi tecnologici (database, software, hardware) - Gestori di rifugi alpini che utilizzano questa tecnologia

- Azienda di tecnologie e materiali legati alla stampa 3D che si interessa al fine del progetto

- - Team multidisciplinare- Problem solving per il rifugio alpino- Istruzioni sul processo- Modellazione e preparazione file per la condivisione online- Test stampe e materiali- Utilizzo canali di comunicazione- Costruzione e mantenimento Brand - Headquarter e sede- Database e sito web- Tecnologie e materiali per RE e AM- Collaboratori, esperti esterni, comunità makers- Finanziamenti iniziali - Newsletter tramite sito- Informazioni attraverso Operatori territoriali- Condivisione informazioni sugli sviluppi- Partecipazione come supporter- Supporto clienti post-vendita

Gestori strutture- Ritiro in loco- Online

Informazioni via- Sito web- Pagina Facebook- Forum- Rete FabLab

Costo fisso:Macchinari: stampante 3D, trituratore, estrusoreEsperti esterni: collaboratori esperti di parte del processoCosto variabile:Materiale: bobine di filamento e pellet di plastica - Finanziamenti da parte di enti, associazioni, privati

- Vendita del prodotto e sottoscrizione abbonamento

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