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RIDUCENDO LA BOHÈME

4. Largo ai giovani.

Nulla della complessa e travagliata gestazione dell’impianto drammatico tra- spare nella musica di Puccini. Nel suo capolavoro tutto scorre in un lampo e passa in fretta, come la giovinezza dei protagonisti, un gruppo di amici che vi- ve in stretta simbiosi. Per questo, alla prima assoluta (Teatro Regio di Torino, 1 febbraio 1896), 22 egli non volle divi, ma professionisti tali da formare sulla scena un complesso omogeneo, da Cesira Ferrani (Mimì) a Camilla Pasini (Musetta), Evan Gorga (Rodolfo), Tieste Wilmant (Marcello), Michele Mazza- ra (Colline), Antonio Pini-Corsi (Schaunard).67

Ed anche nella scelta del cast, Macchi si trova concorde con le scelte di Puccini per la prima assoluta della sua riduzione. Tra i punti cardine del progetto di massima di OPERA NOVA, infatti, vi è la scelta di

un cast giovanissimo, di interpreti e di musicisti per il piccolo golfo mistico previsto. Una scelta di questo tipo comporta, come di sempli- ce intuizione, un taglio considerevole ai costi di produzione conside- rata la scelta di voci inedite a discapito di interpreti di nota fama, e al-

lo stesso offre un trampolino di lancio rilevante alle giovani promesse. Un’ulteriore motivazione, per la quale OPERA NOVA predilige un cast

giovanissimo, avrebbe a che fare per lo più con ragioni interpretative, in più frangenti Macchi precisa che la scelta di giovani interpreti sa- rebbe motivata dal fatto che le loro voci risulterebbero libere da vizi interpretativi, caratteristiche che spesso si ritrovano in interpreti af- fermati avendoli consolidati in anni di carriera.

Una versione così innovativa di La bohème avrebbe richiesto possi- bilmente una formazione degli interpreti e degli esecutori ad hoc, poi- ché i primi si sarebbero dovuti confrontare, ad esempio, con una rivo- luzionaria architettura scenica in sintesi e per di più itinerante, e avrebbero dovuto altresì, a livello interpretativo, interagire con perso- naggi evocati dai nastri. E si potrebbe anche immaginare che anche per i sedici esecutori reali si presentava una grande sfida nella previ-

sione di un’interazione sonora con i sintetizzatori i nastri e gli inter- preti. L’esigenza di OPERA NOVA di formare e modellare artisti, oltre

ad essere un nobile intento, non sembra per niente fuori luogo, una classe di giovani artisti “modellabili” alle esigenze della riduzione avrebbe garantito un precedente non da poco nella carriera di tali gio- vani promesse, assicurandogli competenze altre dai classici interpreti di canto lirico.

D’altra parte, la giovane età è materia peculiare e insita nell’anima di Bohème, tali artisti avrebbero avuto la possibilità di “crescere” arti- sticamente con OPERA NOVA. Tali nobili intenti condizionano inevi-

tabilmente anche i costi di produzione come acutamente rilevato dal compositore.

A tal proposito, tra le bozze dei preventivi relativi alle recite di bo-

hème, nonostante vi siano alcune discrepanze nella descrizione

dell’organico orchestrale previsto rispetto a quello scelto poi in via de- finitiva, vi sono alcune indicazioni interessanti sulla scelta degli inter- preti e sulla loro previsione della retribuzione.

Senza datazione e senza autore il documento è intestato come una: Proposta di trascrizione per voci e 15 strumenti e di riduzione in un solo

grande atto delle opere “La bohème” e “Tosca” di Giacomo Puccini68. Tale bi-

lancio presumibilmente deve essere stato stilato prima del completa- mento della partitura, potrebbe essere collocato in una fase di elabo- razione preliminare, dove però erano già ben chiari i punti cardine del progetto tra i quali un cast giovanissimo.

Tra le discrepanze con il progetto finale ad esempio, vi è la ridu- zione ad un solo atto, non vi è menzione dell’uso dei sintetizzatori o dei nastri, al contrario sono previsti tra i quindici strumenti un flauto (anche ottavino), un oboe (anche corno inglese) clarinetto (anche cla- rinetto basso), fagotto, tromba, corno, trombone, pianoforte, timpani, batteria, due violini, viola, violoncello e contrabasso.

68 Proposta di trascrizione per voci e 15 strumenti e di riduzione in un solo grande atto delle opere

“La bohème” e “Tosca” di Giacomo Puccini , tale documento è composto di due pagine, si

tratta di una bozza che descrive sommariamente le riduzioni pensate da Macchi; a tale descrizione segue in allegato un preventivo denominato: Bilancio di previsione teatro, suddi- viso in quattro macroaree come segue: 1) compagnia artistica; 2) palcoscenico; 3) tecnici; 4)spese di mantenimento; 5) compositori; e in relative microaree a cui sono assegnati i costi sommariamente attribuiti in lordo. Documento DS, senza data né autore, in I-fgc, in FEM , cartella «Preventivi Bohème».

Viene ribadita la volontà di lasciare immutate le parti vocali, così come le indicazioni sulle scenografie che «devono essere ridotte a puri elementi decorativi»69 , nella proposta viene esplicitata tra le varie la

richiesta di un regista di un costumista, un datore luci, un direttore di palcoscenico e ben tre direttori d’orchestra. Le voci sarebbero state selezionate mediante audizioni su tutto il territorio nazionale, rivolto esclusivamente a candidati sotto i trent’anni di modo che la selezione potesse rimpolpare le fila dei cantanti italiani e non di poco conto, contenere fortemente i costi. A questo documento segue in allegato un Bilancio di Previsione Teatro, presumibilmente incompleto, ma il dato interessante rilevabile da tale documento è la composizione della

compagnia artistica inizialmente prevista.

La compagnia artistica, descritta in questo preventivo, avrebbe previsto: quindici esecutori, un direttore d’orchestra, un pianista, sei cantanti principali e tre secondari. In breve, questa proposta può esse- re considerata una versione embrionale di quella che poi divenne la versione definitiva del progetto di OPERA NOVA, in cui alcuni criteri

iniziali fossero già ben consolidati tra i quali la scelta del giovanissimo cast.

Un documento direttamente attribuibile alla scelta del cast è data- to 15 luglio 1991, qualche mese prima del termine ufficiale della scrit- tura della partitura rivisitata di Bohème.70 Questo testimonierebbe un

presunto inizio delle selezioni per il cast vocale fissato per i mesi di ottobre e settembre 1991 a Roma, in una sede che si sarebbe dovuta stabilire. La direzione di OPERA NOVA,in questo documento annuncia

che avrebbe indetto le selezioni per il cast, presentando entrambi i progetti ridotti sia Tosca che La bohème. Da una lettura di questo do- cumento si evince che l’associazione fosse pronta a selezionare la sua nuova compagnia che, però avrebbe dato un volto esclusivamente al progetto di Macchi, dunque gli interpreti sarebbero stati selezionati esclusivamente gli interpreti per La bohème.

Il documento, distribuito da Duetto 2000, descrive in breve il progetto di massima dell’associazione, e le competenze richieste ai/alle candidati/e, e anche da chi sarebbe stata composta la commis-

69 Ibidem.

70 Informazioni tratte da una lettera su carta intestata Duetto 2000, indirizzata ai can-

didati, datata 15 luglio 1991, composta di due pagine. DS,due pagine, I-fgc, in FEM, car-

sione esaminatrice: Egisto Macchi, Franco Mannino, Francesco Mira- cle, Ennio Morricone, e dai registi Mauro Bolognini e Giuliano Mon- taldo. Alle selezioni i potenziali candidati oltre i due registi e i due compositori si sarebbero ritrovati Francesco Miracle, designato in qualità di direttore artistico dell’associazione e Franco Mannino quale direttore d’orchestra71.

Un’ulteriore indicazione interessante fornita dal documento è un’indicazione sul periodo in cui si sarebbero tenute eventualmente le prove dello spettacolo, ossia dopo la chiusura delle audizioni, tra no- vembre 1991 e gennaio 1992.

Da questo si potrebbe azzardare che vi fosse una pianificazione interna all’organizzazione di OPERA NOVA, e che i lavori sullo spetta-

colo sarebbero cominciati dal termine delle audizioni fino al gennaio 1992, termine plausibile per una presentazione ufficiale della sola ri- duzione di La bohème.

Gli interessati dovranno attenersi a quanto di seguito prescritto:

1) I candidati di qualsiasi ruolo dell’opera “La bohème” dovranno dimostrare la perfetta conoscenza dello spartito in tutte le sue parti;

2) Le candidate al ruolo di Mimì potranno, se lo ritengono, presentarsi anche nel ruolo di Musetta;

3) I cantanti nel ruolo di Marcello hanno l’obbligo di conoscere perfetta- mente anche la parte di Schaunard;

4) I candidati al ruolo di Colline hanno l’obbligo di conoscere perfettamente anche le parti di Benoit e Alcidoro;

5) I candidati al ruolo di Rodolfo hanno l’obbligo di conoscere anche la par- te di Parpignol.

[…]. Ove possibile, sarà gradita l’esecuzione di uno o più brani da “Tosca”. La commissione selezionerà tre cantanti per ogni ruolo (Mimì, Musetta, Rodolfo, Marcello, Colline) al fine di formare tre compagnie complete.72

Tali indicazioni su questo documento lasciano facilmente ipotizzare che la volontà di OPERA NOVA fosse quella di realizzare almeno tre

compagnie differenti composte principalmente da quattro interpreti principali, nei rispettivi ruoli di Mìmi, Musetta e Marcello Rodolfo, e

71 Il dépliant di presentazione delle due opere Tosca e Bohème vede il nome di Franco

Mannino alla direzione orchestrale di entrambe le opere.

due ruoli secondari rispettivamente Schaunard e Colline. Interpreti di cui presumibilmente, si sarebbe potuto servire anche Morricone per la sua riduzione, per le audizioni infatti, la commissione richiede ai suoi candidati anche l’esecuzione di alcuni brani tratti da Tosca. 73 Non è possibile affermare con certezza se quelle audizioni ebbero luogo, ciò che lascia pensare ad un esito positivo, però sono alcuni appunti ma- noscritti, che somigliano a bozze di cast possibili sia per ciò che ri- guarda i ruoli per La bohème sia per Tosca.

Da una lettura di questi appunti sembrerebbe che alcuni interpreti pensati per il progetto di Macchi, fossero stati ritenuti idonei anche per i ruoli della Tosca di Morricone.74 Secondo queste bozze, le previ- sioni sul cast de La bohème designano: due interpreti per i ruoli di Ro- dolfo e Parpignol, tre per quello di Mimì e Musetta, e altri tre per il ruolo di Marcello e Schaunard. Secondo tale schema, inoltre, due in- terpreti avrebbero interpretato i ruoli di Colline, Alcindoro, Beinot e Sergente.

Non è possibile desumere da queste poche informazioni se questo fosse un cast bilanciato e definito, ciò che lascia sperare, però e che le audizioni ebbero luogo. Questi appunti suggeriscono alcune informa- zioni anche su Tosca: lo schema suggerisce: due interpreti per il ruolo di Cavaradossi, due interpreti per Scarpia, quattro interpreti per il ruo- lo di Floria Tosca75, ed un singolo interprete per i ruoli del Sagrestano, Angelotti e il Carceriere.76 Per ciò che riguarda invece la scelta dei se- dici esecutori è consultabile una lettera di referenze inviata diretta- mente dalla direzione dell’ Opéra national de Paris corredata da un curriculum vitae di un giovane musicista, che rappresenterebbe l’unica traccia di una selezione di giovani esecutori per il piccolo golfo misti-

74 Informazioni tratte da fogli manoscritti che schematizzano il cast pensato sia per

Bohème sia per Tosca: a fianco ai ruoli sono trascritti nome e cognome del candidato sele-

zionato, con una differente indicazione sui direttori d’orchestra, non figura infatti il nome di Franco Mannino, sovente segnalato per tale ruolo nei documenti afferenti al progetto.

MS ,senza data e autore, la grafia sembrerebbe non corrispondere a quella di Macchi. In

I-fgc, in FEM,cartella «vario materiale e preventivi Bohème».

75 Dagli appunti inoltre viene scelta la stessa interprete, già selezionata per il ruolo di

Mimì e Musetta, per il ruolo di Floria Tosca.

76 Dallo schema risulta che l’interprete per questi ruoli di Tosca è il medesimo sele-

co.77 Le versioni fornite dai familiari e dai suoi collaboratori sono unanimi a tal proposito, riferiscono che presumibilmente tali prove musicali, con l’ausilio del pianoforte per la selezione del cast vocale si fossero verificate, ma che non si fosse mai realizzata una prova gene- rale dello spettacolo.78 Ciò che sembra chiaro dall’analisi di questi do- cumenti è che la competenza primaria richiesta a tali giovani promes- se fosse la purezza da vizi interpretativi, una buona conoscenza della partitura di entrambe le opere, il ruolo cruciale nella selezione, sem- brerebbe essere interpretato dalle sole potenzialità vocali degli inter- preti.

5. La regia: da Peter Brook a Giuliano Montaldo.