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2.1 ASPETTI TECNICI DELLE EPIGRAF

2.3.28 GIROLAMO VIELM

EDIZIONE

M(agister) Hieronim(us) Vielmus, huius co¯(n)vent(us) memorabilis filius, S(ancti) Caroli Prâeceptor/ in Universitate Patavina, et Romana publicus Sacrâe Doctrinâe Interpres:/

Litterar(um) divinar(um) et Humanar(um) ac Scholasticâe theologiâe intelligentissim(us)/ multi habit(us) scriptor, et co¯(n)sessor in Conc(ilio) Trident(ino). Ob(iit) Ep¯(iscop)us Eumonten 1582

97 G. PAOLIN, I processi del vescovo di Capodistria Tommaso Stella, successore di Pier Paolo Vergerio in Acta Histriae, vol. VIII, Trieste, pp. 231-79.

53 EDIZIONE DEL 1683 TRATTA DA Bibliotheca almi conuentus S.S. Ioannis et Pavli: Venetiarum

Ordinis Prædicatorum DI GIACOMO MARIA GIANVIZIO

Magister Hieronymus Vielmus, huius Conventus memorabilis Filius, Sancti Caroli Praeceptor, in Universitate Patavina, & Romana, publicu Sacrae Doctrinae Interpres: Litterarum Divinarum, & Humanarum, ac Scholasticae Theologiae intelligentissimus, multì habitus Scriptor, & Consessor in Concilio Tridentino. Obiit Episcopus Eumoniensis Anno 1582.

Iscrizione in onore del maestro Girolamo Vielmi, professore alla Sapienza di Roma e pubblico interprete in merito alle Sacre dottrine. Fu presente al Concilio di Trento e venne eletto vescovo di Cittanova nel 1570. Morì nel 158298.

56 3 LA VITA DEI 28 DOMENICANI

In questo capitolo verranno descritte, in maniera più o meno sintetica e in base al riferimento delle fonti, le vite dei 28 domenicani che hanno interessato l’analisi epigrafica dei testi delle iscrizioni presenti nella Sala San Domenico dell’ospedale di Venezia. In questa maniera, oltre a riprendere i contenuti più o meno veritieri dei suddetti testi, si potrà avere un profilo più dettagliato di ogni singolo personaggio, degli eventi a cui ha partecipato e del periodo storico in cui è vissuto. Per i domenicani meno conosciuti, i tratti biografici verranno definiti dalla sola opera di Jaques Quetif e Jaques Echard del 1719-21, Scriptores ordinis praedicatorum recensiti, notisque historicis et criticis

illustrati, poiché personalmente reputo che non esistano opere biografiche altrettanto rilevanti atte a

dare un profilo appropriato sulla vita di questi predicatori.

3.1 SAN DOMENICO

Domenico di Guzmán, o come gli storici odierni preferiscono chiamarlo Domenico di Caleruega, nacque il 24 giugno 1170 dai nobili Felice de Guzmán e Giovanna de Aza, in Caleruega nella Vecchia Castiglia. Secondo le fonti la nascita di Domenico fu preceduta da una visione della madre, a cui sembrò di dover partorire un cane e alla nutrice parve vedere una stella sopra la fronte di lui mentre era portato al battesimo. A 7 anni la sua educazione fu affidata all'arciprete di Gumiel de Izán, suo zio, e a 15 cominciò a frequentare le celebri scuole di Palencia99. Domenico venne nominato membro del capitolo di canonici regolari presso la cattedrale di Osma che da poco stabilì la vita comune secondo la regola di S. Agostino, e presto ne fu sottopriore dopo esser stato ordinato sacerdote. Nel 1203 durante una delicata missione diplomatica Domenico si rese conto, mentre passava per la Linguadoca, dei tristi effetti che l'eresia degli Albigesi stava causando in quelle regioni. Domenico sentì di dover agire per migliorare la situazione sociale e spirituale della zona e vi lavorò con ardore incredibile. Sebbene non gli mancassero aiuti, quali in Tolosa il conte di Montfort, e Folco, già lieto trovatore poi monaco cistercense e infine vescovo di Tolosa, pure i nemici erano mordaci e sembravano imbattibili. L'eresia albigese si era diffusa soprattutto presso le donne; dunque per controbattere la pericolosa propaganda Domenico raccolse sotto buona guida attorno al santuario di S. M. di Prouille le ragazze, specialmente nobili, molte delle quali si consacrarono a Cristo. Così sorse un primo convento di suore domenicane, che professarono la regola di S. Agostino. Ma Domenico puntò a corroborare la sua azione facendola ufficializzare a

57 Roma dal papa. Tre furono i viaggi importanti in cui valicò le Alpi: durante il primo viaggio che fece con Diego d’Acevedo, vescovo di Osma a Roma gli fu conosciuta e incoraggiata l'opera nella Linguadoca da papa Innocenzo III; il secondo viaggio lo compì nel 1215 col vescovo Folco, che si recò per il Concilio lateranense IV. In questa circostanza Domenico parlò a papa Innocenzo III ed ottenne da lui favori per la casa di Prouille, ma per la fondazione di un nuovo ordine di religiosi non ottenne per allora l'assenso100. Tuttavia celesti segni riferiti dagli storici, fra i quali l'avere il papa

visto il Laterano cadente che veniva sorretto da Domenico, indussero il sommo pontefice ad accordare ai nuovi religiosi un periodo d'esperimento. In questa circostanza lo stesso papa diede loro il nome di "frati predicatori". A questo secondo viaggio assegnano gli storici l'incontro di Domenico con S. Francesco d'Assisi; infine durante il terzo viaggio andò dal successore di Innocenzo III, Onorio III, il quale approvò il nuovo ordine il 22 dicembre 1216. Fu questo papa che diede a Domenico l'ufficio di "maestro del sacro Palazzo", occupato fino ad oggi sempre da un religioso domenicano (anche se abbiamo visto nel capitolo 2 che la carica di Maestro del Sacro Palazzo fu chiaramente definita nel XIV secolo e trae le sue origini dall'istituzione dell'università della Curia pontificia, il cui lettore di teologia era scelto tra gli uomini di fiducia del pontefice. Il primo a fregiarsi del titolo fu Raimondo Durando, cistercense francese (1343), ma la consuetudine impostasi in seguito fece sì che il Maestro del Sacro Palazzo fosse sempre membro dell'ordine domenicano. Per di più la sua figura ebbe sempre più peso nelle questioni dottrinali e nella definizione dell'ortodossia cattolica). Il nuovo ordine si stabilì in Roma prima a S. Sisto, poi a S. Sabina presso al palazzo del papa (Savelli), e a S. Sisto fu aperta la prima comunità di suore sotto la guida di alcune venute da Prouille. Intanto l'ordine si estendeva grandemente in Francia, Spagna e Germania; l'Italia, dopo il convento di Bologna fondato nel 1218, ebbe case di domenicani in tutte le città che possedevano università o erano centri fiorenti di studi. Nei capitoli generali, di cui i primi due, nel 1220 e nel 1221, furono tenuti a Bologna, furono date ai conventi, che già vivevano sotto la regola di S. Agostino adottata fin da principio, nuove norme o "costituzioni", e stabilite osservanze per gli studi e la regolare disciplina vigenti ancora ai giorni nostri101.

Domenico morì a Bologna, appena cinquantenne, il 6 agosto 1221; la sua tomba, nella chiesa di S. Domenico è conservata nella suddetta città ed è uno dei tesori più belli dell'arte italiana. Fu elevato agli onori degli altari in Rieti da Gregorio IX il 3 luglio del 1234102.

100 I. TAURISANO, Catalogus agiographicus O. P., Roma 1918, pp. 8-9.

101 P. LIPPINI, S. Domenico visto dai suoi contemporanei. I più antichi documenti relativi al santo e alle origini dell'Ordine domenicano, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1998.

58 3.2 UGO DI SANTO CARO

Ugo di San Caro o di Saint-Cher nacque a Vienne nel Delfinato sul finire del XII secolo; dottore in filosofia e teologia a Parigi, entrò a far parte dell’Ordine dei Predicatori il 22 febbraio 1225. Venne eletto provinciale del suo ordine in Francia nel 1227 e fondò parecchi conventi. Primo fra i domenicani a esser creato cardinale di S. Sabina da Innocenzo IV il 28 maggio 1244. Dopo la morte di Federico II fu inviato in Germania per sostenere la candidatura di Guglielmo d'Olanda e in questa circostanza nel 1252 a Liegì appoggiò l'istituzione della festa del Corpus Domini. Favorì la modificazione della regola dei carmelitani e partecipò al processo di Anagni (luglio 1255) che condannò l'Introductorium in Evangelium aeternum di Gherardo da Borgo San Donnino.

Ugo di Santo Caro rimane celebre per l'impulso che dette agli studi biblici. Nel 1236 egli attendeva al Correctorium bibliae o Correctorium praedicatorum. Dopo dodici anni di lavoro, quest'opera che doveva rimediare agli errori che correvano nelle Bibbie del tempo, apparve insufficiente; allora Ugo volle che se ne preparasse un nuovo che sostituisse il precedente. Diede principio anche alla compilazione delle Concordantiae Sacrorum Librorum e questo lavoro l'obbligò a dividere in capitoli i libri biblici103. Queste Concordantiae furono il modello di quelle che si compilarono poi in seguito. Fra le altre opere sue più celebri sono le Postillae in universam Bibliam iuxta quadruplicem sensum (Basilea 1482), e i Sermones super epistolas et evangelia de tempore. Fu pure giudice nelle controversie suscitate da Guglielmo di Saint-Amour a proposito degli ordini mendicanti.

Morì in Orvieto il 19 marzo 1263104.

3.3 INNOCENZO V

Papa Innocenzo V nacque intorno al 1225 ed entrò giovanissimo nell'Ordine domenicano, col nome di Pietro da Tarantasia. Fu studente dal 1234 e dottore in teologia dal 1259 a Parigi. Collega ed amico d'Alberto Magno e di Tommaso d'Aquino, venne definito doctor famosissimus e alternò l'ufficio di maestro con quello di provinciale dell'ordine per la Francia. Divenne arcivescovo di Lione nel 1272, cardinale e vescovo di Ostia e Velletri nel 1273, fu il braccio destro di Gregorio X ed ebbe larghissima parte nel concilio di Lione nel 1274, dove pronunziò l'orazione funebre di san Bonaventura105. Alla morte di papa Gregorio, fu eletto papa a pieni voti, in primo scrutinio il 21 gennaio 1276. Si adoperò a rimettere pace in Italia e nella cristianità per preparare la crociata e

103 G. ANDRES, Dell'origine, progressi e stato attuale di ogni letteratura, vol. 8, Parma, 1830, pp. 29-30.

104 J. QUETIF e J. ÉCHARD, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Parigi 1719, pp. 194-217;

59 riuscì a stabilire l'accordo tra Genova e Carlo d'Angiò. Si dimostrò favorevole a Carlo e gli confermò la dignità di senatore di Roma e di vicario di Toscana, ma allo stesso tempo ne determinò strettamente gli obblighi. Insistette perché Rodolfo d'Asburgo ritirasse i suoi ufficiali dalla Romagna e ne ostacolò la discesa in Italia. Provvide alla difesa dei cristiani di Spagna e pensò a rendere effettiva l'unione della Chiesa greca e quella latina deliberata a Lione.

Morì il 22 giugno 1276 a Roma e venne proclamato beato106.

3.4 BERENGARIO DI LANDORRA

Berengario di Landorra nacque a Rhodez nel 1262 da una nobile famiglia tolosana. Entrò a far parte dell’Ordine dei Predicatori all’età di vent’anni nel 1282. Maestro a Parigi e poi a St. Jaques, Berengario diffuse una regola molto severa per far fronte all’ignoranza e agli abusi nei conventi. Nel Capitolo di Carcassonne del 1312 venne eletto come Maestro Generale dell’Ordine domenicano e diffuse ancor di più la dottrina di S. Tommaso d’Aquino107. Partecipò al Concilio di Vienne

sempre in quell’anno e diede talmente tanta importanza all’azione missionaria domenicana in Europa e in Oriente che il papa Giovanni XXII elevò a vescovi molti domenicani in missione in Terra Santa. Nel 1317 lo stesso sommo pontefice, a seguito dei servigi diplomatici che Berengario attuò in Francia col re Filippo V, gli assegnò il vescovado di Compostella che tenne fino alla sua morte che probabilmente è da far risalire al 1330. I suoi resti vennero sepolti in parte a Siviglia e in parte a Rhodez108.