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IV,1 DA GIULIA MESA A GIULIA SOEMIADE: L’ASCESA AL POTERE DI VARIO AVITO BASSIANO

La morte di Domna lasciava il campo libero a Macrino, ma solo apparentemente, perché iniziava a tramare alla spalle del princeps Giulia Mesa, la sorella della defunta imperatrice. Ben presto essa riuscì dove Domna aveva fallito, riportando la dinastia Severiana al potere. Possedeva molte delle caratterische della sorella, tra cui la tenacia, l'astuzia, ma sopratutto uno spiccato interesse per il potere e la politica; tuttavia vi differiva per formazione, attitudini e inclinazioni, prevalendo in lei quel lato semita, che in Giulia si era attenuato a seguito del matrimonio con Settimio Severo, dopo il quale si era dovuta allontanare giovanissima dalla sua terra natale.

Mesa decise di far leva sull'affezione dell'esercito nei confronti della dinastia Severiana, motivo per cui mise in giro la voce che le sue due figlie, Giulia Soemiade e Giulia Mamea, avevano avuto dei rapporti carnali con Caracalla, e che i nipoti, Vario Avito Bassiano, il sommo sacerdote di

Elagabalus, e Marco Bassiano Alessiano, erano di conseguenza i figli

dell'imperatore525.

In realtà Vario Avito Bassiano era nato da Soemiade e da Sesto Vario Marcello526, un cavaliere proveniente dalla vicina Apamea, mentre Mamea

525

HDN V, 3, 11; CASS.DIO LXXIX, 31; SHA Heliog. 2, 3. 526

Conosciamo la carriera di Sesto Vario Marcello dall’iscrizione bilingue (greco-latino) incisa sul suo sarcofago. Il monumento fu eretto dalla moglie Giulia Soemiade a Velitrae (Velletri) tra il 211 e il 217 d.C. CIL X, 6569 = IG XIV, 911 = ILS 478: Sex(to) Vario Marcello / proc(uratori) aquar(um) c(entenario) proc(uratori) prov(inciae) Brit(anniae) CC proc(uratori) rationis / privat(ae) CCC vice praeff(ectis) pr(aetorio) et urbi functo / c(larissimo) v(iro) praef(ecto) aerari(i) militaris leg(ato) leg(ionis) III Aug(ustae) / praesidi provinc(iae) Numidiae / Iulia Soaemias Bassiana c(larissima) f(emina) cum fili(i)s / marito et patri amantissimo.

Σέξτῳ Οὐαρίῳ Μαρκέλλῳ ἐπιτροπεύσαντι ὑδάτων ἐπιτροπεύσαντι ἐπαρχείου Βριταννείας ἐπιτροπεύσαντι λόγων πρειβάτης πιστευθέντι τὰ μέρη τῶν ἐπάρχων τοῦ πραιτωρίου καὶ Ῥώμης λαμπροτάτῳ ἀνδρί,

aveva avuto Alessiano da Gessio Marciano527, un membro del ceto equestre nativo di Ptolemais-Aké, da lei sposato in seconde nozze.

I soldati della legio III Gallica, stanziata a Raphaneae in Siria, furono i primi ad appoggiare il golpe di Mesa. Molti di loro frequentavano il tempio di

Elagabalus528, alcuni inoltre, secondo Erodiano529, erano in contatto diretto con la nonna di Eliogabalo, essendo suoi clienti o persino familiari.

La principessa siriana non incontrò comunque troppe difficoltà a portare dalla sua parte la legione, grazie ai generosi donativi elargiti ai soldati; disponeva infatti di un ingente patrimonio, accumulato negli anni in cui era al potere la sorella Domna530. Si aggiunga infine il profondo malcontento dell’esercito nei confronti di Macrino, che minacciava di togliere alle truppe parte di quei privilegi che erano stati concessi dai Severi.

Mesa e la sua famiglia vennero quindi accolti dai legionari nell'accampamento di Raphaneae, e grazie al ruolo di intermediario svolto da uno dei loro clienti, P. Valerio Comazone Eutichiano531, Vario Avito Bassiano venne acclamato imperatore dalle truppe col nome di Marco Aurelio Antonino; correva il 16 maggio del 218 d.C.

Macrino non tardò a reagire, incaricando il prefetto del pretorio, Ulpio Giuliano, di stroncare la ribellione. Non riuscendo però a prendere possesso dell'accampamento nemico, il prefetto si trovò presto isolato, fra i suoi uomini iniziava a serpeggiare il malcontento, motivo per cui molti iniziarono a defezionare532.

Dall'altra parte della barricata, i soldati della legio III Gallica conducevano il quattordicenne Vario Avito Bassiano sulle mura, per mostrare le ἐπάρχῳ ἐραρίου στρατιωτικοῦ ἡγεμόνι λεγειῶνος γʹ Αὐγούστης, ἄρξαντι ἐπαρχείου Νουμιδίας, Ἰουλία Σοαιμιὰς Βασσιανὴ σὺν τοῖς τέκνοις τῷ προσ φιλεστάτῳ ἀνδρὶ καὶ γλυκυτάτῳ πατρί. 527 PIR2 G 171. 528 H DN. V, 3, 9. 529 HDN. V, 3, 10. 530 HDN. V, 3, 11. 531 C ASS.DIO LXXIX, 31, 1-2. 532 HDN. V, 4, 3.

somiglianze con Caracalla, di cui veniva appositamente esposto per l'occasione un ritratto giovanile. I nemici vedendo in lui il figlio del tanto amato princeps, non esitarono a decapitare Giuliano e a inviare la sua testa a Macrino533. Mesa e le sue figlie, forti ormai di un nutrito numero di uomini, avanzarono contro il nemico: lo scontro si tenne ventiquattro miglia a sud di Antiochia, il mese successivo, precisamente l'8 di giugno.

Il combattimento fu incerto sino alla fine: secondo il racconto di Cassio Dione, Macrino, nonostante si trovasse in una situazione di svantaggio, dato che le truppe di Mesa avevano occupato le posizioni migliori sul campo di battaglia534, era riuscito comunque a prevalere sui propri avversari, tuttavia l'intervento tempestivo della stessa Mesa e di sua figlia Soemiade, che erano scese dai loro carri e con grida e lamenti avevano trattenuto i soldati dalla fuga, non solo salvò l'esercito dalla disfatta ma lo condusse persino alla vittoria535. Il comportamento tenuto dalle principesse siriane durante la battaglia rientrava nel costume arabo: nei momenti decisivi di uno scontro, le donne si sostituivano alle immagini divine, e come fossero delle insegne viventi venivano portate nel cuore della mischia; qui, con canti , gesti e insulti e, se necessario denudando il proprio corpo, trascinavano con sé i soldati536.

Macrino, vedendosi sconfitto, non potè far altro che fuggire, ma non andò lontano: gli uomini di Mesa lo raggiunsero e lo uccisero. L'Impero tornava finalmente ad avere un unico imperatore, il più giovane della sua storia: Eliogabalo.

Dopo la battaglia, la famiglia si era stabilita per un breve periodo ad Antiochia, dove la nonna del giovane Antonino ebbe modo di sistemare gli affari più urgenti, visto che il nipote era ancora troppo giovane per

533

CASS.DIO LXXIX, 32, 2-3; HDN. V, 4, 4.

534 Le legioni erano guidate da Gannys, su di lui sappiamo solo quanto ci dice Cassio Dione (LXXIX, 6, 1-2). Dopo aver condotto una vita dedita al lusso si era ritrovato alle dipendenze della dinastia emesena. Lo storico greco lo presenta come l’amante di Giulia Soemiade.

535 C

ASS.DIO LXXIX, 38, 3-4. 536

governare537. Risolte le incombenze, Mesa non volle commettere lo stesso errore del suo avversario, il quale si sarebbe attardato eccessivamente in Oriente, mentre sarebbe dovuto andare a Roma per essere riconosciuto imperatore dal Senato. La principessa siriana invece non tardò ad organizzare il viaggio di ritorno della famiglia nell'Urbe, impaziente di riprendere il suo posto nella capitale538.

537 C

ASS.DIO. LXXX, 3, 1-2. 538

IV,2 IL VIAGGIO DELLA FAMIGLIA IMPERIALE: DA ANTIOCHIA