1. Capitolo primo Il giuramento e i rapporti sociali ─
1.1 Il rituale in Lisistrata 181-234 ─
1.1.7 Il giuramento di Lisistrata: una συνωμοσία di carattere cospiratorio? ─
In precedenza ho lasciato in sospeso un delicato tema costituito dal particolare effetto che questa alleanza fra donne produce nei cittadini ateniesi che fanno la propria comparsa sulla scena della Lisistrata. E' ora opportuno riprendere le linee essenziali di questo aspetto affermando subito, in continuità con quanto sostenuto da Sommerstein,69 che il termine συνομωσία (con cui l'alleanza fra Lisistrata e compagne è definita in Lys. 181-2, 1007-8) assume in età classica un valore più negativo di quello con cui questo vocabolo era inteso nel periodo arcaico.
Con συνομωσία, infatti, si deve innanzitutto intendere un giuramento collettivo con cui le diverse componenti della collettività giurante si uniscono per soddisfare un comune obiettivo, quasi sempre costituito dalla neutralizzazione di un nemico esterno.70 Si pensi, a titolo esemplificativo, al racconto offertoci da Erodoto riguardo all'alleanza stipulata fra le varie città della Grecia e avente come fine la repressione dell'avanzata dell'esercito persiano (7.148.1): οἱ δὲ συνωμόται Ἑλλήνων ἐπὶ τῷ Πέρσῃ μετὰ τὴν ἀπόπεμψις τῶν
κατασκόπων δεύτερα ἔπεμπον ἐς Ἄργος ἀγγέλους.
Coloro che fra i Greci giurarono insieme contro la Persia, dopo l'invio degli esploratori, successivamente inviarono messaggeri alla volta di Argo.
In questo passo è interessante il termine usato dallo storico (συνωμόται), con il quale egli indica che vi era stato precedentemente un giuramento collettivo le cui condizioni, benché facilmente intuibili, sono tuttavia omesse.71 Quello che ci interessa sottolineare è che un giuramento avente come finalità la costituzione di un'alleanza risulta tanto più necessario quanto più i contraenti appartengono a realtà sociali diverse, e non sono uniti gli uni agli altri da un vincolo di φιλία.72 Poco prima, infatti, Erodoto aveva definito con precisione la natura dell'alleanza interstatale: una riunione dei Greci d' Ellade in uno stesso luogo (7.145.1: συλλεγομένων δὲ ἐς τὠυτὸ τῶν περὶ τὴν Ἑλλάδα Ἑλλήνων), fra uomini dotati di nobili aspirazioni (τῶν τὰ ἀμείνω φρονεόντων) e che si accordano reciprocamente libertà di parola e fiducia (καὶ διδόντων σφίσι λόγον καὶ πίστιν). Ciò che spinge Erodoto a sottolineare questo aspetto dell'alleanza è proprio il fatto che essa venga suggellata da un gruppo misto che decide, tuttavia, di unirsi a fronte di un pericolo che minaccia il bene comune: la libertà della terra greca. Considerazioni non dissimili valgono anche per il giuramento della Lisistrata, in quanto vi è un gruppo di donne provenienti da regioni diverse della Grecia (le quali, nella realtà storica in
69 Sommerstein/Bayliss 2013, pp. 122-3.
70 Cfr. Sommerstein/Bayliss 2013, p. 121: ‟It was the ordinary word for joining in an oath of any kind taken by two
or more people for any purpose”.
71 In Sommerstein/Bayliss 2013 (p. 185) si legge che: ‟For Herodotus making an alliance and swearing the oaths
are one and the same”.
72 Bederman 2001, p. 67: ‟We do know that oaths served to solidify the institution of friendship between individuals
in different clans and localities”. Si rammenti l'efficace considerazione di Vernant 1981, p. 25: “La procedura di
philόtēs riposa sullo scambio solenne di giuramenti. Hórkoi, spondaí stabiliscono come una parentela fittizia fra
cui la commedia si colloca, risultano essere in contrasto le une contro le altre), e che è tenuto unito dalla formulazione di un giuramento avente come scopo quello di garantire la sospensione della guerra del Peloponneso.73
A ben vedere, tuttavia, Lisistrata e Mirrina sono poste a capo di un rituale giuratorio che si colloca in posizione intermedia fra un giuramento di alleanza ed un giuramento cospiratorio (con un'accezione, perlopiù, antidemocratica). E' questo infatti il valore con cui nel V e IV secolo viene inteso il termine ‟cospirazione”, a fronte di un significato originario che, come evidente dal significante della parola, indicava sic et simpliciter una ‟prestazione giuratoria collettiva”. Come Sommerstein ha dimostrato, un incremento nell'uso del termine con il valore di cospirazione è avvertito nella decade 420-10 a.C., ed un sintomo di questa trasformazione (da intendersi, come si vedrà subito, in senso storico) è il fatto che questo termine compaia tredici volte nel corpus aristofaneo con una distribuzione che comprende le tre commedie dai contenuti politici più marcati: Vespe, Cavalieri (entrambe rappresentate nel 414 a.C.), e Lisistrata (rappresentata, come sappiamo, nel 411 a.C.).
In questa sede è opportuno focalizzare l'attenzione su quest'ultima commedia. Per intuire successivamente quale impatto questo termine provocasse nel pubblico ateniese, bisogna ripercorrere gli eventi determinatisi sulla scena politica ateniese nell'anno 411 a.C. e che culminarono con il colpo di stato oligarchico impostosi ad Atene nel medesimo anno.
Si pensi all'alleanza fra Samo, Tissaferne ed il Gran Re persiano, incoraggiata da Alcibiade e che sarebbe stata suggellata solo a condizione che i cittadini di Samo non avessero istituito un regime democratico.74 Nel medesimo anno, l'arrivo in Atene di Pisandro, uno dei più insigni cittadini di Samo, è raccontato dallo storico per sottolineare come il colpo di stato oligarchico (che di lì a poco avrebbe portato alla capitolazione temporanea del regime democratico) sia stato agevolato dalla formazione di gruppi oligarchici (ἑταρίαι) che erano già in atto in seno alle istituzioni della città (8.54.4: τάς τε ξυνωμοσίας, αἵπερ ἐτύγχανον πρότερον ἐν τῇ πόλει οὖσαι ἐπὶ δίκαις καὶ ἀρχαῖς).75
Il fatto che nei dieci anni compresi fra il 420 ed il 410 a.C. la stabilità del potere democratico sia stata costantemente messa a repentaglio dagli attacchi oligarchici, è testimoniato dal giuramento di Demofanto76 (410 a.C.), il cui testo è conservato nell'orazione Contro Timarco di Andocide (1.97):
ὁ δὲ ὅρκος ἔστω ὅδε∙ «κτενῶ καὶ λόγῳ καὶ ἔργῳ καὶ ψήφῳ καὶ τῇ ἐμαυτοῦ χειρί, ἂν δυνατὸς ὧ, ὃς ἂν καταλύσῃ τὴν δημοκρατίαν τὴν
73 Da un punto di vista generale, si legga la seguente distinzione fra symmachia ed epimachia (Bederman 2001, p. 161): ‟(...) symmachiai were considered to be alliances which committed States to support each other in battle, while an epimachia required only that the parties render assistance if one suffered an invasion”.
74 Thuc.8.48.1-2: ὑποτείνοντος αὐτοῦ Τισσαφέρνεν μὲν πρῶτον, ἔπειτα δὲ καὶ βασιλέα φίλον ποιήσειν, εἰ μὴ
δημοκραῖντο. In seguito alla formulazione di questa promessa, i cittadini più autorevoli di Samo di ritorno in patria ‟riunirono i cittadini più fidati per costituire una cospirazione e proclamarono chiaramente che il re sarebbe stato loro alleato e avrebbe donato del denaro una volta che Alcibiade fosse rimpatriato e loro avessero abbattuto la democrazia” (ξυνίστασάν τε τῶν ἀνθρώπων τοὺς ἐπιτηδείους ἐς ξυνωμοσίαν καὶ ἐς τοὺς πολλοὺς φανερῶς ἔλεγον ὅτι βασιλεὺς σφίσι φίλος ἔσοιτο καὶ χρήματα παρέξοι Ἀλκιβιάδου τε κατελθόντος καὶ μὴ δεμοκρατουμένων).
75 Cfr. Sommerstein/Bayliss 2013, p. 125. Per la realtà politica riscontrata da Pisandro al suo arrivo in Atene, si
vedano Aristot.Ath. 34.3 e Lys.12.55.
76 Per una trattazione aggiornata del giuramento di Demofanto in rapporto all'identità della collettività ateniese, si
Ἀθήνησι, καὶ ἐάν τις ἄρξῃ τιν᾽ ἀρχὴν καταλελυμένης τῆς δημοκρατίας τὸ λοιπόν, καὶ ἐάν τις τυραννεῖν ἐπαναστῇ ἢ τὸν τύραννον συγκαταστήσῃ∙ καὶ ἐάν τις ἄλλος ἀποκτείνῃ, ὅσιον αὐτὸν νομιῶ εἶναι καὶ πρὸς θεῶν καὶ δαιμόνων, ὡς πολέμιον κτείναντα τὸν Ἀθηναίων, καὶ τὰ κτήματα τοῦ ἀποθανόντος πάντα ἀποδόμενος ἀποδώσω τὰ ἡμίσεα τῷ ἀποκτείναντι, καὶ οὐκ ἀποστερήσω οὐδέν.»
Il giuramento sia questo: ‟Ucciderò con la parola, l'azione, il voto e con la mia stessa mano, quando mi sia possibile, chi abbatta la democrazia in Atene, chi nel futuro instauri un regime dopo che la democrazia sia stata rovesciata, chi insorga per istituire la tirannide o aiuti il tiranno ad insediarsi. Se sarà un altro ad uccidere, considererò costui santo sia davanti agli dei che davanti ai δαίμονες, poiché ha ucciso un nemico degli Ateniesi, e vendendo tutti i beni del defunto cederò metà della somma all'uccisore e non ne tratterrò niente”.
Sulla base di questa documentazione storica, è legittima la paura di una cospirazione con cui tanto i personaggi maschili della commedia aristofanea quanto il pubblico ateniese presente alla rappresentazione scenica della stessa interpretavano l'alleanza di Lisistrata e compagne. Ciò che a noi interessa maggiormente è, come ovvio, il fatto che quella messa in scena dal commediografo costituisca un esempio di συνωμοσία, ovvero un giuramento collettivo il cui fine può essere la salvezza della terra greca oppure, a seconda che questa alleanza venga presa in considerazione dai personaggi maschili, una unione di rivoluzionari aventi lo scopo di sovvertire l'ordine democratico in vigore ad Atene.
Lasciamo da parte le considerazioni di natura storica, per proseguire la trattazione sul valore della espressione giuratoria nello specifico contesto di patti e alleanze, rinviando al paragrafo successivo lo sviluppo di un ulteriore aspetto. Come ho sottolineato nelle precedenti pagine, infatti, le fonti storiche hanno fornito agli interpreti numerose prove del fatto che nella Grecia antica l'infrazione dei patti stipulati attraverso la prestazione di un giuramento non fosse un fenomeno isolato. Alla luce di questo, dunque, è legittimo ipotizzare che vi siano stati altri mezzi, oltre alla conduzione di un sacrificio e alla stipulazione dei trattati in forma scritta, con i quali gli antichi Greci potevano assicurarsi la φιλία degli alleati. E' proprio questo lo scopo specifico al quale dobbiamo subordinare le cosiddette clausole anti-inganno (o anti-deceit clauses): come vedremo nel paragrafo seguente, infatti, esse svolgono la doppia funzione di supporto della verbalizzazione del giuramento e di deterrente contro spergiuri ed infrazioni ai trattati.