1.7 Financial Economics
1.7.2 Gli indici di concentrazione
Una volta che l’operazione di fusione o acquisizione si è conclusa, l’elemento a cui gli economisti dedicano maggiore attenzione è il livello di concentrazione del mercato di riferimento. Gli indici a disposizione sono numerosi e ognuno di essi offre un contributo interpretativo significativo e fondamentale in sede di analisi empirica.
Gli indici di bancabilità, che misurano la densità della presenza e l’intensità della con- correnza bancaria in un determinato territorio35, si ottengono dal rapporto tra la superfi- cie dell’area geografica considerata e il numero degli sportelli, ovvero dal quoziente tra il numero delle persone residenti nell’area e il numero degli sportelli36
. A valori bassi dell’indice viene associato un livello di concorrenza elevato: la collettività ha, quindi, a disposizione un numero di alternative maggiori.
Gli indicatori di concentrazione sono stati elaborati a fini di controllo dei mercati e dei progetti di integrazione da parte delle autorità di vigilanza e degli analisti. Innanzitutto è opportuno specificare che, data l’impossibilità di attribuire una definizione univoca al
35 In sede di analisi empirica si pone il problema di definizione dello spazio concorrenziale, cioè dello spazio fisico da prendere in considerazione per il calcolo dell’indice di bancabilità e degli altri indici di concorrenza. La Banca d’Italia (La tutela della concorrenza nel settore del credito, Roma, settembre 1992) ha fornito i parametri per la sua individuazione:
- Soddisfacimento prevalente della domanda di prodotti/servizi bancari di una data area geografica da parte di intermediari operanti nell’area geografica stessa;
- Conseguente scarsa sostituibilità per la clientela tra prodotti/servizi offerti nell’area e gli stessi offerti nelle altre aree più o meno limitrofe;
- Correlata bassa elasticità incrociata della domanda per i prodotti/servizi dell’area in questione ri- spetto al prezzo dei prodotti/servizi extra area.
È comunque da precisare che le indicazioni sovraesposte hanno caratteristiche teoriche: non esistendo una definizione univoca di mercato e di area geografica di riferimento, l’analista dovrà specificare volta per volta i parametri utilizzati.
36 Si veda A. Carretta, P. Schwizer, Le fusioni in banca. Gestire l’integrazione per creare valore. Espe-
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concetto di concentrazione, si è rivelato necessario l’utilizzo di differenti parametri per misurarne il livello. Il grado di concentrazione può essere analizzato da un punto di vi- sta:
- Assoluto: considerando il numero di imprese operanti nel mercato di riferimento (studiato attraverso rapporti di concentrazione);
- Relativo: considerando il livello di dispersione delle quote di mercato delle ban- che (studiato attraverso metodologie che si sono concentrate sulla distribuzione dimensionale delle imprese, come l’indice di Gini).
Alcuni particolari fattori indeboliscono però la significatività della misurazione. Indici di natura differente possono, infatti, originare risultati contrastanti: ad esempio nel caso di duopolio in cui le imprese detengono quote di mercato simili, se si considerano gli indici che misurano il numero di imprese, il mercato risulta altamente concentrato; se si considerano gli indici che misurano la concentrazione relativa, si rileva un basso livello di concentrazione. Proprio per porre rimedio a questa distorsione sono stati introdotti al- tri indici che tengono in considerazione entrambi gli elementi.
La struttura di un mercato è generalmente misurata dal numero e dalla dimensione delle imprese del mercato, dall’estensione della differenziazione produttiva e dalla presenza di barriere all’entrata. Esistono due principali indicatori di concentrazione:
- Concentration ratio (CRx);
- Herfindahl-Hirschman Index (HHI).
Il primo indice, che rappresenta il metodo più semplice, viene usato per misurare la quo- ta di mercato delle principali imprese di un settore (tipicamente cinque). Esso è indicato con ∑ , dove con si intende la quota di mercato della i-esima azienda (le aziende sono classificate in ordine decrescente) e x indica la quota di mercato delle aziende più importanti del settore. Questo indicatore dà la possibilità di comprendere se il mercato è dominato da poche e grandi imprese oppure da molte e piccole imprese: a valori elevati corrisponde un livello di concentrazione più alto. Si deve tenere presente che, per il suo calcolo, nel mercato bancario vengono utilizzati i total asset delle banche analizzate oppure il volume dei prestiti o dei depositi totali. È opportuno, inoltre, pren- dere in considerazione i gruppi bancari in modo da evitare errori di misurazione (singole
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banche potrebbero non risultare in concorrenza tra loro perché appartenenti al medesi- mo gruppo).
L’indice di Herfindahl-Hirschman (HHI), al contrario, è uguale alla sommatoria dei quadrati delle quote di mercato di ogni singolo operatore ed è dato da ∑ , dove N indica il numero totale delle imprese del settore. Esso è funzione crescente degli scostamenti dalla media delle quote di mercato di ciascuna banca e funzione decrescente della loro numerosità: un aumento dell’indice indica una diminuzione del livello di con- correnza e un aumento del potere di mercato delle imprese più grandi. Può variare da zero ad uno, dove il valore più basso rappresenta le situazioni di concorrenza e i valori più elevati rappresentano situazioni di monopolio. Confrontandolo con il CRx, quest’ultimo indice ha due importanti vantaggi:
- Prende in considerazione la composizione delle quote di mercato di tutto il setto- re bancario non solamente delle principali imprese;
- Non è influenzato da fattori arbitrari (il valore finale ottenuto dal calcolo del
concentration ratio, invece, varia a seconda del numero di imprese prese in
esame).
Anche in questo caso il concetto di quota di mercato è direttamente definito dall’ammontare di depositi o di impieghi o di capitale, parametri però non semplice- mente e precisamente individuabili. Inoltre, esso non può essere utilizzato per il calcolo comparato dei livelli di concentrazione tra i differenti Stati perché è funzione del nume- ro di banche presenti. Per questi motivi l’indice è stato soggetto a forti critiche.
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