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Governance urbana tradizionale e governance urbana moderna

Capitolo 4 – La governance del cambiamento climatico

4.4. Governance urbana tradizionale e governance urbana moderna

L’introduzione di nuovi attori nella governance climatica ha permesso lo sviluppo di nuovi tipi di governance oltre alla “vecchia” governance basata sull’autorità tradizionale esercitata tramite l’introduzione di leggi e sanzioni. Il risultato dell’idea di New Public Management sviluppatasi negli anni Ottanta, ha portato alla privatizzazione dei servizi prima offerti dal settore pubblico, come l’energia, i trasporti, l’acqua. Oppure si sono formate forme ibride di partnership tra pubblico e privati. Di conseguenza, le autorità locali hanno in molti casi meno poteri e devono quindi trovare nuove modalità di governance per inserire il tema dei cambiamenti climatici nella propria agenda. Un esempio di governance locale tradizionale è rappresentato dalla Solar Hot Water Ordinance redatta dalla città di Barcellona nel 1998 ed entrata in vigore nel 2000. L’ordinanza prevede che tutti i nuovi edifici e quelli sottoposti a rinnovamento, riescano a soddisfare almeno il 60% dell’energia necessaria per il riscaldamento attraverso l’energia solare. L’ordinanza è stata poi rinnovata nel 2006 ed ha portate altre città spagnole, come Madrid e Siviglia, ad applicare una legislazione simile. L’idea di Barcellona ha anche ispirato il governo nazionale ad introdurre questi obblighi su tutto il territorio. Anche in questa forma tradizionale, si nota come il governo locale abbia dovuto tenere conto degli attori privati nella fornitura di servizi che prima era pubblici. Kern e Alber (2009) hanno individuato altre tre modalità di governo che compongono la governance climatica e che si concentrano su quella dimensione urbana all’interno della quale opera oggi una moltitudine di attori. Per esprimere il concetto delle nuove modalità di governo locale che la governance richiede utilizzerò i termini inglesi perché un tentativo di tradurre il loro significato in italiano non permette sempre di dare loro un senso accurato.

Self-governing: si basa sulla capacità di un governo locale di amministrare le proprie attività come, per esempio, il miglioramento dell’efficienza energetica dei propri edifici pubblici. Laddove l’amministrazione locale ha il potere di decidere e controllare i propri consumi, le azioni di mitigazione sono più semplici da attuare e, di conseguenza, anche più efficaci. Affianco ad una valutazione ambientale, queste decisioni sono guidate da valutazioni economiche in termini di risparmio; ma ciò non significa che non sia un approccio positivo al problema, considerando che il risparmio economico contribuisce

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all’inserimento del tema del cambiamento climatico nell’agenda politica. Bisogna però considerare che, nella stragrande maggioranza delle città, il consumo di energia direttamente collegato alle funzioni dell’amministrazione locale rappresenta una minima percentuale delle emissioni urbane totali. È per quest’ultimo motivo che la governance urbana si deve porre l’obiettivo di “creare” dei cittadini che si autogovernino cambiando i comportamenti e spostando su di loro la responsabilità di ridurre le emissioni. All’interno della governance urbana, il cambiamento climatico deve essere dunque riformulato ed inteso come risolvibile (anche) attraverso le scelte di consumo dei cittadini. Tuttavia, nelle città più vulnerabili, relegare la responsabilità sui cittadini può significare che coloro che hanno meno accesso all’informazione saranno anche quelli che più soffriranno dei cambiamenti climatici (Castán Broto, 2017).

Governing through enabling: si riferisce al ruolo che il governo ha nell’attivare ed incoraggiare la partecipazione del privato e della comunità locale. Con soggetti privati non si intendono solamente le attività economiche, ma anche attori come scienziati, studiosi ed esperti. Le partnership tra le autorità locali ed attori non statali si sono dimostrate molto efficaci per lo sviluppo delle capacità dell’amministrazione e per il recupero di risorse. Oltre a promuovere il contributo dei privati, le città devono anche coinvolgere le proprie comunità di cittadini nelle proprie scelte. Ciò può avvenire in due modi: tramite l’educazione pubblica, che permette di influire sul comportamento degli individui affinché essi seguano le strategie dell’amministrazione locale, e attraverso la concessione di incentivi e la creazione di progetti che richiedano un certo livello di collaborazione dei cittadini. Questa modalità di governare localmente prevede dunque un’attiva partecipazione da parte del livello più basso, ovvero dei cittadini. Il discorso è simile a quello fatto sui finanziamenti: se fino ad ora c’è stato un modello top-down governo nazionale-governo locale, ora l’amministrazione cittadina deve promuovere la partecipazione dei cittadini. I sistemi educativi nelle scuole e le campagne d’informazione e sensibilizzazione (che prevedano, per esempio, un collegamento tra l’inquinamento e la saluta umana) sono fondamentali, così come lo sono i sistemi di incentivi economici. Questi incentivi possono sia riguardare aiuti economici per l’installazione di pannelli solari, o un trasferimento di soldi da parte dell’amministrazione locale verso quelle aziende ed istituzioni che riducono il consumo di energia. Per

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esempio, il programma “Fifty-Fifty” intrapreso da diverse municipalità giapponesi prevede la concessione di un sussidio pari al 50% dei soldi risparmiati grazie alla riduzione dei consumi energetici a quelle scuole ed ospedali che mettono in campo tali sforzi.

Governing by provision: ovvero una modalità di governo che prevede la fornitura di servizi da parte dei governi locali. Infatti, se un ente locale ha il controllo diretto della fornitura dei servizi energetici, di trasporto e di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ha la possibilità di gestire in modo più efficiente la fornitura di tali servizi. Questo può avvenire in svariati modi, come privilegiando la scelta di sistemi di riscaldamento centralizzati o investendo in nuove tecnologie. Tuttavia, l’internazionalizzazione del mercato energetico rende queste scelte più difficili ed improbabili, specialmente in Europa dove la liberalizzazione dei servizi energetici è stata imposta da direttive. Il discorso è soprattutto valido per quanto riguarda l’importante (in termini di emissioni) settore dei trasporti: l’influenza che un governo locale può avere su un’azienda dei trasporti privata non può dunque essere esercitata by provision, ma by enabling e attraverso forme di autorità tradizionale.