CAPITOLO 1: DALLA SOSTENIBILITA’ REATTIVA ALLA SOSTENIBILITA’
1.5 Le grandi opportunità della sfida ambientale come motore dell’innovazione
Nel corso degli ultimi anni è andata emergendo, negli ambienti economici ed imprenditoriali, una crescente consapevolezza dello stretto rapporto esistente fra economia ed ambiente e della conseguente necessità di preservare la qualità e la consistenza del patrimonio naturale ed ambientale e di riformulare su nuove basi i modelli di sviluppo basati sull’uso di risorse ritenute erroneamente illimitate.
La questione centrale è infatti quella di stabilire se il rispetto e la conservazione dell’ambiente debbano tradursi nel rallentamento dello sviluppo economico e sociale, o piuttosto nella ricerca di nuovi e più avanzati modelli di sviluppo sostenibile.
Secondo gli studiosi e gli esperti che in numero crescente si stanno occupando di questo tema, la difesa dell’ambiente e del patrimonio naturale non costituisce solo una necessità e dunque un costo, ma anche e soprattutto una straordinaria opportunità per il sistema delle imprese.
In altri termini, la questione ambientale non dovrebbe essere considerata esclusivamente come una fonte di minacce per il sistema produttivo, ma anche e soprattutto come una fonte di opportunità (Scott 2010).
E’ infatti questo il tema principale di questo elaborato, ci spostiamo dall’analisi più generale della Responsabilità Sociale d’Impresa, all’analisi più specifica della sostenibilità ambientale, nel dettaglio, l’innovazione ambientale quale fonte di vantaggio competitivo, che sarà analizzato nel capitolo successivo.
Un’impresa può quindi individuare nuove opportunità per modificare i propri processi produttivi, al fine di renderli maggiormente conformi alle nuove realtà ambientali, per innovare i prodotti esistenti o per crearne di nuovi, per introdurre nuovi sistemi di distribuzione e di assistenza alla clientela, o per procedere al recupero, al riuso ed al riciclo sia dei prodotti che degli imballaggi.
L’interesse per le prospettive di sviluppo aperte al tema ambientale non si limita peraltro alle imprese di grandi dimensioni operanti nei settori critici dell’energia, della
29
chimica o dell’auto, ma sta rapidamente estendendosi a tutti i settori e a tutte le classi dimensionali d’impresa.
La green economy è un filo conduttore che lega tutto il made in Italy, toccando diversi settori di punta. E’ strettamente legata al concetto di qualità, collegata allo stile italiano. La produzione ed export di green economy hanno senz’altro retto meglio all’attuale crisi, visto che generalmente i consumatori di queste nicchie di mercato hanno disponibilità economiche maggiori.
Si sta manifestando un orientamento di fondo di una parte consistente del sistema imprenditoriale italiano, impegnato al pari degli analoghi sistemi dei maggiori paesi industrializzati, nel ricercare nuove prospettive e nuovi stimoli per lo sviluppo in uno scenario di economia sostenibile, vale a dire, un’economia in grado di assicurare una risposta integrata sia alla conservazione dell’ambiente che allo sviluppo del benessere dell’umanità nel suo complesso (Scott 2010).
E’ importante rilevare che il numero crescente di imprese che iniziano ad operare secondo i principi della green economy trova una risposta positiva nella società ed in particolare fra i consumatori.
Infatti, secondo una recente indagine condotta da Eurisko2 per Assocomunicazione ed UPA (Utenti Pubblicità Associati), gli italiani appaiono sempre più convinti della necessità di comportamenti e di atteggiamenti ispirati alla responsabilità ambientale. Il tema dell’ambiente preoccupa la popolazione italiana quasi quanto quello della crisi economica e della conseguente prospettiva di riduzione dei posti di lavoro.
Continua infatti a crescere il numero delle persone che manifestano una preoccupazione crescente per l’impatto sulla propria vita quotidiana dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
L’accresciuta sensibilità della popolazione italiana nei confronti del tema ambientale, determina effetti concreti sui comportamenti quotidiani, dallo spegnere le luci quando non servono, al rispettare la raccolta differenziata dei rifiuti, al riuso ed al recupero di capi di abbigliamento, di mobili e di altri oggetti domestici.
30
In altri termini, si stanno configurando quelle dinamiche di mercato fondate sulla reciproca interazione fra i fattori di domanda ed i fattori di offerta in uno scenario generale di sviluppo sostenibile.
Da questo graduale mutamento dello scenario deriva che le imprese dovranno ripensare le proprie strategie, secondo principi sempre più basati sul rispetto dell’ambiente e sulla conservazione delle sue risorse, da considerare come una condizione indispensabile per il benessere dell’umanità.
In particolare, le strategie di base che le imprese dovranno via via sviluppare possono essere essenzialmente individuate nelle seguenti (Scott 2010):
progettazione e sviluppo di prodotti e servizi ecosostenibili;
sviluppo di imballaggi in grado di essere riutilizzati o riclicati;
realizzazione di sistemi di green purchasing in grado di orientare le decisioni di acquisto dei fattori produttivi secondo logiche di sostenibilità;
realizzazione di sistemi di risparmio energetico;
realizzazione di sistemi di risparmio o di recupero delle risorse idriche;
realizzazione di facilities – edifici, impianti, sistemi logistici, ecc. – sempre più rispondenti ai principi della sostenibilità;
sviluppo di sistemi di comunicazione e di customer relationship orientati alla sostenibilità.
La realizzazione diffusa di queste strategie, sostiene Scott, potrebbe costituire la premessa di un nuovo ciclio di sviluppo economico, capace di alimentarsi da se negli anni successivi e dare quindi luogo a quello che potrebbe essere definito come il ciclo dell’economica sostenibile. Non vi è dubbio che non sarà facile, ma come ci insegna la storia passata, è nei periodi di turbolenza e di trasformazione dei sistemi economici che nascono e si sviluppano imprese innovatrici.
La sostenibilità ambientale diverrebbe così fonte strategica, un’importante fattore competitivo per nuove opportunità di business.
Dalla sostenibilità reattiva sarebbe auspicabile il passaggio verso una sostenibilità strategica (De Marchi 2011).
31
Il mercato dimostra che il consumatore è sempre più evoluto e attento agli impatti ambientali, la pressione dei media, degli enti locali e l’etica sostengono quindi una nuova domanda, che dovrebbe essere colta dalle imprese rispondendo con diverse forme di innovazione collegate alla sostenibilità ambientale.
32