CAPITOLO 2: L’INNOVAZIONE AMBIENTALE
2.5 La cooperazione per l’introduzione all’innovazione ambientale
Un aspetto importante da valutare è la relazione tra l’innovazione ambientale e la cooperazione fra le imprese, cioè come il legame orizzontale o verticale all’interno delle filiere, incide nella propensione verso l’innovazione ambientale.
E’ evidente l’importanza della collaborazione verticale e orizzontale e dei diversi accordi di cooperazione per contribuire allo sviluppo dell’innovazione ambientale; ci riferiamo quindi sia alle cooperazione con i fornitori, che potranno apportare novità a livello di fonti e input introdotti nel processo produttivo, introdurre nuovi materiali, oppure contribuire con sistemi di servizi eco-sostenibili; sia alle relazioni con i clienti che contribuiscono a sostenere ed ampliare le tipologie di innovazione ambientale, perché hanno come risultato la soddisfazione delle esigenze del cliente stesso.
La sensibilizzazione verso le tematiche legate alla sostenibilità ambientale è in aumento soprattutto nei confronti dei consumatori, e questo apporta sicuramente nuove opportunità di mercato per le imprese. Anche le politiche sempre più restrittive incoraggiano le imprese a controllare gli effetti delle loro attività sull’ambiente, al fine di ridurre i rischi ambientali, migliorare la loro reputazione ed evitare costi aggiuntivi.
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E’ stato provato che le attività di networking tra le imprese sono un fattore importante per l’innovazione ambientale e soprattutto che una forte partnership con i fornitori di rete, può fungere da stimolo per l’applicazione di tecnologie ambientali innovative (Horbach, 2008).
Attraverso la collaborazione con i partner esterni, le imprese possono realmente sfruttare know-how complementari, che possono essere combinati con le conoscenze interne per entrare poi in nuovi mercati o sviluppare nuove tecnologie.
Infatti, raramente imprese innovative hanno sviluppato competenze autonomamente, senza l’affidamento dello scambio di conoscenze con aziende partner della filiera. Le conoscenze di base delle aziende potrebbero rapidamente diventare obsolete o insufficienti per essere competitive, perciò la cooperazione con altri attori di una rete diventerebbero un fattore fondamentale, aprendo le possibilità di accesso a nuove competenze e risorse.
Queste strategie collaborative sono ancora più importanti, nel caso di industrie emergenti o in fase di start up, le quali necessitano della cooperazione di tutte le imprese della filiera, sia nel caso si parli di innovazioni radicali che implicano conoscenze e competenze che vanno al di sopra della singola azienda. (Schoonhoven, 1996).
La cooperazione può essere quindi un sostituto importante in caso di mancanza di capacità o risorse interne, migliorando il rendimento dell’impresa proprio grazie all’interazione con partner esterni.
2.5.1 La cooperazione all’interno della catena del valore.
Le determinanti della cooperazione, possono dipendere, oltre che dal tipo di innovazione da introdurre, anche dalla tipologia di settori coinvolti, ma soprattutto un ruolo fondamentale è svolto dai consumatori.
Individuando le esigenze del mercato si possono infatti sostenere attività di R&S specifiche, ad esempio migliorando le caratteristiche tecniche del prodotto. Diventano così fondamentali le informazioni, costose da ottenere, ma fondamentali per permettere alle imprese di creare quel sistema di relazioni che attiva poi una serie continua di collaborazioni.
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Le strutture reticolari e distrettuali, dapprima all’interno dei sistemi giapponesi e ritrovati poi anche all’interno dei distretti italiani, hanno evidenziato il ruolo fondamentale dei fornitori come co-innovatori.
La collaborazione con i fornitori ha dimostrato di migliorare l'efficienza, ridurre i rischi ed essere un complemento necessario per le tecnologie di base delle imprese in condizioni di incertezza tecnologica. Un coinvolgimento dei fornitori nel processo di innovazione è un importante complemento agli sforzi interni dell'impresa, oltre che fonte di migliorie reciproche per nuovi prodotti e processi.
Non meno importanti, naturalmente, sono gli accordi di cooperazione con società di consulenza, enti, centri di ricerca e poli tecnologici privati o pubblici e Università che svolgono un’intensa attività di servizi per le imprese, implementando quell’attività di R&S che spesso è costosa e più complicata da attuare all’interno di un impresa, soprattutto se di piccole o medie dimensioni.
La Cooperazione con i partner esterni diventa ancora più importante nella gestione delle innovazioni ambientali, a causa delle caratteristiche dei miglioramenti di prodotto e di processo, come ad esempio le variazioni sulle materie prime o i componenti utilizzati, l'integrazione logistica e tecnica con i partner esterni, il re-design del prodotto.
Gli ingressi verso le funzioni ecologiche non sono sempre facilmente disponibili sul mercato, con la conseguente necessità per l'impresa di impegnarsi in attività di cooperazione con i fornitori nuovi o preesistenti per realizzare questo tipo di innovazioni.
Interdipendenze tecniche e organizzative tra le imprese sono in aumento, per consentire di chiudere i cicli di produzione eco sostenibili, soprattutto quando si parla di utilizzare prodotti riciclati o per consentire la riciclabilità dei propri prodotti.
Le imprese potrebbero essere costrette ad impegnarsi in meccanismi di coordinamento più stretti con partner industriali, vale a dire i fornitori e i clienti stessi, anche perchè la caratteristica ambientale di un prodotto o di processo è spesso un attributo nascosto che perdura anche dopo l'acquisto.
Per evitare forti asimmetrie informative, le imprese sono costrette ad aumentare il grado di controllo sulle attività dei propri fornitori, che è spesso raggiunto attraverso una più stretta relazioni con i partner della supply chain
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Le Certificazioni ambientali volontarie sono sempre più utilizzate come strumento per mitigare il problema delle asimmetrie informative, soprattutto se parliamo di certificazioni di sistema che richiedono appunto la necessità di una più stretta relazione con i partner interni ed esterni alla catena del valore.
Anche molti dei marchi di qualità ecologica, in realtà, impongono alle imprese di essere responsabile per le prestazioni ambientali di tutte le componenti dei loro prodotti, rinforzando le interdipendenze tra i partner, ad esempio il marchio Ecolabel.
Realizzare un prodotto che riduce l'impatto sull'ambiente è un compito piuttosto complesso e spesso richiede informazioni e competenze distanti dalle conoscenze tradizionali del settore.
Gli scambi di informazioni su base continuativa, gli sviluppi e le capacità di apprendimento reciproco tra clienti e fornitori, hanno dimostrato di essere la chiave per raggiungere gli obiettivi ambientali. In sintesi, le specificità delle innovazioni ambientali comportano un aumento delle interdipendenze con i soggetti esterni. Naturalmente le cooperazioni tra imprese e clienti o imprese e fornitori partner o tra imprese e centri di ricerca, variano notevolmente a seconda della dimensione d’impresa, della tipologia di prodotto o servizio offerto e a seconda della tipologia di innovazione ambientale che si decide di attuare.
La figura 2.2 riassume, da una personale elaborazione, le relazioni tra innovazione e rapporti collaborativi, necessari ad aumentare la competitività d’impresa:
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L’azienda che dialoga con gli attori del territorio L’azienda che opera in modo isolato enti società fornitori clienti Altre imprese Capacità di percepire i mutamenti in atto a livello economico e sociale
Capacità di rispondere il modo efficace
Maggiore capacità di innovazione e competitività
Limitata conoscenza del contesto in cui opera
Difficoltà di gestione e innovazione
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