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3.H Distretti industriali (Di) - Regioni

Nel documento digeografiastatisticaeamministrativa Atlante (pagine 122-126)

Istituzioni, Enti di riferimento Regione

Anno di riferimento dei dati contenuti nella scheda 2006

Definizione

I criteri adottati dalle regioni per la definizione dei distretti industriali sono fissati nelle leggi 317/91 e 140/99.

La legge 5 ottobre 1991, n. 317, in materia di “Interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese”, ha dato per la prima volta un riconoscimento giuridico ai distretti industriali. Al comma 1 del-l’articolo 36 di questa legge i distretti sono definiti come “le aree territoriali caratterizzate da elevata con-centrazione di piccole e medie imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle impre-se e la popolazione residente, nonché alla specializzazione produttiva dell’insieme dell’impreimpre-se”.

La determinazione dei requisiti da rispettare sono stati fissati dal decreto ministeriale 21 aprile 1993. Tali requisiti fanno riferimento a vari indicatori: 1) un indice di industrializzazione manifatturiera, 2) un indi-ce di densità imprenditoriale dell’industria manifatturiera, 3) un indiindi-ce di specializzazione produttiva, 4) il livello di occupazione nell’attività manifatturiera di specializzazione, 5) la quota di occupazione nelle picco-le imprese operanti nell’attività manifatturiera di specializzazione.

In una fase successiva la legge 11 maggio 1999, n. 140 ha parzialmente modificato tali requisiti. Essa defi-nisce in primo luogo i cosiddetti sistemi produttivi locali, in base a contesti produttivi omogenei, caratte-rizzati da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni. Quindi passa a definire i distretti industriali come i sistemi produttivi locali, caratterizzati da una elevata concentra-zione di imprese industriali nonché dalla specializzaconcentra-zione produttiva di sistemi di imprese.

Al 1° luglio 2006 le regioni che, sulla base degli indirizzi contenuti nelle normative nazionali di riferimen-to hanno individuariferimen-to i distretti industriali, sono complessivamente 13, di cui otriferimen-to del Centro-nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli - Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Lazio) e cinque del Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Basilicata, Sardegna e Calabria).1In complesso sono stati riconosciuti, alla data del 1° luglio 2006, 168 distretti industriali.

Dei 168 distretti individuati,2145 sono localizzati nel Centro-nord e 23 nel Mezzogiorno. Le principali spe-cializzazioni produttive sono, nell’ordine: Tessile e Abbigliamento (41), Meccanica (34), Prodotti per l’arre-damento e Lavorazione di minerali non metalliferi (29), Pelli, cuoio e calzature (20).

La Regione Veneto ha ridefinito la mappa regionale dei distretti industriali sulla base delle leggi regionali 4 aprile 2003, n. 8 e 15 marzo 2006,3n. 5. Viene prevista una nuova tipologia di distretti, i distretti produt-tivi concepiti in una ottica di filiera di produzione in ambito regionale e non strettamente territoriale. Per l’identificazione spaziale la nuova normativa prevede solo l’indicazione della provincia di appartenenza della Camera di commercio competente.

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Delle 13 regioni che hanno provveduto all’individuazione dei Di, 6 hanno operato solo in base alla legge 317/91, utilizzando gli indicatori statistici definiti nel d.m. del 21 aprile 1993 (Liguria, Marche, Abruzzo, Campania, Sardegna, Calabria); due hanno ope-rato solo in base alla l.140/99 (Lazio e Basilicata); quattro, dopo aver inizialmente opeope-rato in base alla vecchia normativa (l.317/91),

loro istituzione consente alle regioni di attuare in queste aree interventi di politica industriale per le picco-le imprese e per l’incremento e il sostegno dell’occupazione. La materia dei distretti industriali, loro defini-zione e finalità appaiano quindi connesse all’autonomia regionale in materia di politica industriale e alla definizione di criteri di razionalizzazione, consolidamento e innovazione in campo industriale, per attrez-zarsi all’accentuata competitività che si dispiega a livello internazionale.

Il territorio può ospitare più sistemi produttivi, ognuno con le proprie specificità e, magari, con un certo livello di integrazione reciproca, che può contribuire ad elevare le prestazioni funzionali degli stessi sistemi. In questa seconda prospettiva, il distretto industriale può diventare, oltre ad un fertile concetto della teoria economica, anche un utile e più generale strumento della politica industriale.

Principali riferimenti normativi

O Legge 11 maggio 1999, n. 140, in materia di “Norme in materia di attività produttive”

O Decreto ministeriale 21 aprile 1993, in materia di “Determinazione degli indirizzi e dei parametri di rife-rimento per l’individuazione, da parte delle regioni, dei distretti industriali”

O Legge 5 ottobre 1991, n. 317, in materia di “Interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese”

O Leggi regionali

Avvertenze all’utilizzo

Nella tavola con i valori medi per distretto industriale, come nel cartogramma si fa riferimento ai soli 122 su 168 distretti industriali di cui risulta disponibile la composizione univoca in termini di comuni. Per i rimanenti 46 distretti della Regione Veneto non risulta disponibile la copertura territoriale.

Numero di distretti industriali 53 51 41 23 168

Numero medio di comuni per distretto industriale (a) 18 8 8 11 13

Superficie media per distretto industriale (in kmq) (a) 314,1 240,2 380,5 501,3 368,7

Popolazione media per distretto industriale (a) 96.621 38.014 69.478 97.161 83.461

Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Totale Italia

Alcuni numeri relativi al 2007

(a) I valori medi riportati in tabella fanno riferimento a 122 Distretti industriali definiti dalle regioni. Si è dovuto escludere da tale calcolo i 46 distretti del Veneto di cui non si dispone di una configurazione territoriali univoca in termini di comuni.

Siti internet http://www.ipi.it/inside.asp?id=977&id_madrP=68&id_modu=365&id_serv=64

P

er saperne di più

di rendere immediatamente operativa la legge, ha istituito contestualmente il distretto agroalimentare di Sibari. Tuttavia la Regione Calabria prevede di reintervenire ad integrazione di tale normativa poiché il distretto, di fatto, ancora oggi non è operativo. Per la Regione Veneto si può fare riferimento al testo successivo.

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Per la Regione Lombardia si considerano in questo contesto solo i distretti industriali “tradizionali”, mentre, non sono stati con-teggiati i “Metadistretti” individuati dalla Regione con DGR n. 7/3839 del 16/03/01. Si tratta di aree con rilevante presenza di atti-vità produttive ad elevato potenziale tecnologico afferenti a diversi settori, costituenti poli di sviluppo multisettoriali; essendo più rile-vanti i rapporti di rete, l’aggregazione dei comuni selezionati per la loro delimitazione spaziale è stata operata senza tenere necessaria-mente conto della contiguità territoriale, per cui taluni comuni risultano presenti in più metadistretti.

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Regioni e province autonome

Pelli, cuoio, calzature Alimentari

Carta

Prodotti per l'arredamento e lavorazione Tessile, abbigliamento

Chimica, gomma, plastica

Oreficeria Meccanica

Altre attività non industriali

Fonte: Elaborazione Istat su dati Ipi

Per la Regione Veneto non è disponibile la copertura territoriale.

Nel documento digeografiastatisticaeamministrativa Atlante (pagine 122-126)

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