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HEGEL A FRANCOFORTE ESIGENZA DI SUPERARE LA SCISSIONE DELLA REALTà: LA GENESI DELLA

DIALETTICA

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3.1 Il nuovo contesto culturale e l’amicizia con Hörderlin

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Dopo gli anni di isolamento a Berna, Hegel torna finalmente in Germania e agli inizi del 1797 si stabilisce a Francoforte, dove lo aspettava il suo vecchio amico Hörderlin.

Il trasferimento del Nostro dalla svizzera era stato caldeggiato anche da Schelling, che in una lettera del 20 Giugno 1796 scriveva a Hegel di volerlo aiutare a

198 trovare una sistemazione diversa affinchè egli si staccasse dalla sua condizione; gli diceva inoltre di essere in attesa del suo beneplacito per poter informarsi in sua vece per un posto a Jena:363

consentimi di apprestare con te un piano per trarti dalla tua attuale situazione. Per te deve esserci dappertutto un mezzo sufficiente. Come vedi, per esprimersi in questi termini, vuol dire che conto molto sulla nostra amicizia. Gli amici devono avere questo diritto reciproco. Ancora una volta, la tua attuale situazione è indegna delle tue forze e aspirazioni!364

Tuttavia anche Hörderlin si era mosso in tal senso e con più successo. I due, anche per via della questione del trasferimento, avevano ripreso proprio di recente una più assidua frequentazione epistolare, dalla quale era scaturita la famosa poesia

Eleusi365 che Hegel aveva dedicato a Hörderlin nell’agosto del 1796. Nella poesia il Nostro descrive il suo profondo sentimento d’amicizia nei confronti dell’amico:

Mi si dipinge già la scena così a lungo desiata, dell’ardente abbraccio, e poi la scena

delle domande , del segreto, del mutuo scrutare in ciò che ora nel contegno,

nell’espressione, nel modo di sentire,

l’amico ha mutato col tempo – infine la gioia della certezza di trovare ancor più salda e matura

la fedeltà dell’antico patto,

al patto che nessun giuramento sigillò, di vivere unicamente per la verità e mai, proprio mai tener pace col dogma che governa opinione e sentimento366.

Il passo è una chiara testimonianza del rapporto intimo di amicizia tra i due e del desiderio che questo rapporto potesse durare immutato, ma soprattutto vuole riportare la discussione ai temi tubingesi che avevano consolidato questo legame: «l’antico

363 G.W.F. Hegel, Epistolario, cit., p. 132. 364 Ivi, p. 133.

365 Ivi, p. 134-137. La poesia, per i suoi motivi “panteistici” è stata vista da più parti come un importante momento di transizione nella vita di Hegel. Essa sancirebbe il passaggio dal periodo pratico moralistico di Berna a quello romantico e mistico di Francoforte. Sulla questione specifica della crisi di Francoforte cfr. infra nota 367.

199 patto»367 di «vivere unicamente per la verità e mai proprio mai tener pace col dogma»368

Dopo un paio di mesi Hegel riceveva una lettera da Hörderlin, nella quale l’amico lo informava di una visita inaspettata del Signor Gogel, il quale avrebbe avuto piacere di assumerlo come precettore, se egli ne fosse stato ancora contento369 E nei passi successivi della lettera Hörderlin prosegue descrivendo le condizioni familiari, quelle economiche e soprattutto rassicurando l’amico sulla piacevolezza della famiglia dalla quale sarebbe stato ospitato; si trattava di persone che tendevano a fare vita di società «per la loro giovialità e ricchezza»370, ma che al momento opportuno sapevano anche ritirarsi perché non amavano «mischiarsi e sporcarsi con la gente della buona società francofortese, con la loro rigidezza di spirito e povertà di cuore, e così perdere la loro pace domestica»371. Inoltre ad aspettarlo c’era lui, il suo amico che gli era « sempre rimasto fedele con il cuore, la memoria e lo spirito»372

La situazione che si prospettava a Hegel era quindi totalmente diversa rispetto a quella che aveva vissuto a Berna e che lo aveva reso «molto chiuso in se stesso, quasi triste»373. La futura sistemazione non sembrava manchevole di nulla: una famiglia 367 Ibid.. 368 Ibid.. 369 Ivi, p. 137. 370 Ibid.. 371 Ivi, p. 138. 372 Ibid.. 373

K. Rosenkranz, Vita di Hegel, cit., p100. Secondo molti critici, soprattutto del primo Novecento, questa sua tristezza durò per molto tempo e si estese quasi per tutti gli anni del soggiorno francofortese. Molte voci, anche ideologicamente eterogenee tra loro, additano questo periodo della vita di Hegel, come una fase di crisi profonda, che avrebbe come correlato la sua visione mistica e panteistica della vita. E se Dilthey si occuperà maggiormente di descrivere i fondamenti del panteismo mistico di Hegel (cfr. W. Dilthey, Storia della giovinezza di Hegel, cit. pp. 88-95), Rosenzweig si impegnerà più che altro in una puntuale analisi psicologica del Nostro, (F. Rosenzweig, Hegel e lo Stato, cit., pp. 88-99), la cui crisi profonda sarebbe testimoniata dallo scambio epistolare con Nanette Endel ( ivi, p. 88). Allo stesso modo Wahl riferisce di un Hegel romantico e mistico a Francoforte che all’incirca verso i trent’anni avrebbe vissuto uno stato di profonda lacerazione, (J. Wahl, La coscienza infelice nella filosofia di Hegel, Milano, Ili, 1972, p. 28). Ciò che maggiormente sorprende, tuttavia, da un punto di vista storiografico è il fatto che anche Lukàcs, promotore solo di un’interpretazione politica del pensiero del Nostro, parlerà di crisi a Francoforte: « cresce[…] l’oscurità mistica delle sue concezioni; la religione resta per tutto il periodo di Francoforte, la sfera autentica della vera vita, della vitalità reale, della vera abolizione del morto e del positivo», G. Lukàcs, Il giovane Hegel e i problemi della società capitalistica, cit. p. 174. Fra gli autori più recenti tuttavia, tra cui ad esempio l’Harris, si parlerà di crisi associata per lo più ad un momento generalmente trasformativo della vita e del pensiero del filosofo. La crisi non sarebbe fine a sé stessa, ma associabile ad una più generale

200 sensibile alla vita di società, ma mite nel carattere, una città movimentata e interessante da un punto di vista polito, il tanto agognato ritorno in Germania vicino ai centri culturali dell’epoca e, non ultimo, la certezza del rispetto e della stima più profonda di un amico fidato, che tanto avrebbe influenzato in quegli anni l’andatura delle sue riflessioni filosofiche. Il suo trasferimento, quindi, «significava sotto molti riguardi una via alla libertà»374

Nel Gennaio del 1797, all’età di 26 anni, Hegel torna dunque in Germania e giunge a Francoforte. Egli doveva essere il precettore dei due ragazzi della famiglia Gogel. Come ci riferisce Dilthey:

i suoi rapporti con i membri della famiglia erano eccellenti, la situazione finanziaria favorevole e la bella e gaia città a quel tempo era interessante anche dal punto di vista politico375

Francoforte era l'osservatorio ideale per chi si interessava alla politica nazionale, quindi diventa da un certo punto di vista, la città perfetta per Hegel, che dopo l’isolamento di Berna tornava al centro della scena culturale e dei dibattiti politici del tempo, Proprio in questo periodo il suo interesse per l'attualità e la politica, nonostante la presunta crisi interiore, aumentano376. Egli già a Berna aveva studiato a fondo la storia, leggendo Montesquieu, Gibbon, Tucidide e Hume, nonché le pubblicazioni storiche di Schelling. La sua concezione pratica della storia, che lo porta, ad esempio, a studiare la legislazione fiscale svizzera, riceve qui un nuovo impulso, poiché egli può vedere da vicino la situazione politica del suo paese. Sarà questo uno dei principali motivi di sofferenza per Hegel. Lo stato di scissione politica che vive la Germania di quel tempo, associato alle sue riflessioni circa il dispotismo politico operato dalla chiesa e dallo stato, di certo erano per lui uno dei motivi principali per rimpiangere il passato, l’armonia e la giustizia in cui vivevano stato e

trasformazione del pensiero di Hegel, che intercettando nel suo orizzonte nuovi stimoli provenienti dalla situazione politica e culturale li inserirebbe in una nuova visione della realtà. Questa interpretazione fu inaugurata da Asveld che parla semplicemente di una profonda trasformazione, sottolineando che nella vita dell’uomo non ci sono fratture, ma dei periodi in cui l’idividuo pur restando se stesso si evolve quasi fino a cambiare aspetto, P. Asveld, La Philosophie réligieuse du jeune Hegel, Lovanio, Publ. Univ., 1953, p. 123.

374

F. Nicolin, Hegel 1770-1970. Leben- Werk- Wirkung. Register, cit., p. 112 ( traduzione mia). 375 W. Dilthey, Storia della giovinezza di Hegel, cit., p. 72.