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INTER

TERRITORIALE

Il GAL capofila (Colli Esini) ha garantito il coordinamento, la collaborazione e il trasferimento delle conoscenze tra le due strutture e all’interno del gruppo di esperti locali.

In particolare la consulenza esterna ha garantito:

 il coordinamento scientifico del progetto e l’impostazione metodologica

 la consulenza per gli aspetti urbanistici ed economico-giuridici attinenti, in particolare per quelli normativi, giuridici, urbanistici, espropriativi, contrattualistici, l’applicabilità di strumenti attuativi e finanziari innovativi (project financing)

 la predisposizione di un “manuale di intervento” come supporto alle amministrazioni locali per il controllo sull’attività urbanistica ed edile, sia nell’azione diretta di riqualificazione urbana (infrastrutture, arredo urbano, spazi pubblici ecc.) corredato di schede tipologiche di tutti gli elementi caratterizzanti l’edificio censito (particolari costruttivi, delle tessiture murarie ecc.)

 la messa a punto dei casi studio sui 10 borghi campione, comprendenti sia le modalità di intervento (a una scala definibile quale piano particolareggiato di massima) sia le analisi di fattibilità tecnica ed economica, con l’uso degli strumenti giuridici e finanziari idonei

 l’elaborazione dell’output del progetto raccolto in una pubblicazione, cartacea e informatizzata, che comprenderà tutti gli elaborati di progetto.

Il gruppo di lavoro locale è stato invece responsabile :

 delle indagini in campo, della raccolta e della catalogazione del materiale utile al progetto;

 della redazione (congiuntamente agli esperti esterni) delle schede tipologiche, del Manuale di intervento, del rapporto finale

 dell’esecuzione dei casi di studio, della redazione dei piani particolareggiati di massima e degli studi di fattibilità giuridico- economica

 del coinvolgimento delle amministrazioni locali (comuni, comunità montane, province), dei tecnici del settore e delle altre istituzioni coinvolte (Soprintendenza BB.AA.) nella fase di indagine per la raccolta della documentazione utile al progetto e nella fase di predisposizione degli elaborati

 della divulgazione dei risultati del progetto e della sensibilizzazione, mediante seminari informativi, dei comuni coinvolti con l’obiettivo di giungere all’adozione delle linee guida di intervento elaborate nell’ambito del progetto, illustrando le possibili ricadute in termini di maggior controllo dell’attività edile e di valorizzazione del patrimonio.

Il progetto costituisce una buona pratica per la rilevanza del tema della conservazione/valorizzazione in forma “sistemica” del “capitale locale diffuso” nella Regione e per la strategicità dell’obiettivo nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale nel territorio marchigiano. L’iniziativa condotta infatti ha posto le basi per l’avvio di un’azione concreta di recupero di borghi rurali, a scala regionale, che costituisce un elemento strategico della programmazione 2007/2013 sia in ambito Leader, sia di altri strumenti regionali e comunitari di sostegno.

Il progetto mostra un solido approccio territoriale: l’aver realizzato un intervento sui numerosissimi nuclei rurali in abbandono nel territorio marchigiano che contestualmente ha censito i centri rurali, ha fornito uno strumento per rendere omogenei gli interventi di recupero (Manuale) e ha proposto strumenti di pianificazione per la loro valorizzazione, ha dimostrato la conoscenza e la sensibilità del partenariato verso la tutela e la promozione delle risorse endogene del territorio.

Particolare è risultata anche l’applicazione dell’approccio bottom-up: sebbene la fase di costruzione dell’iniziativa (dalle scelte tematiche alla impostazione del progetto), sia stata condotta esclusivamente a livello di partenariato-GAL durante la fase attuativa, l’iniziativa ha visto il coinvolgimento delle amministrazioni locali.

I BORGHI STORICI MINORI DELL’ENTROTERRA

MARCHIGIANO

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Il coinvolgimento degli Enti locali nella elaborazione dei casi di studio ha contribuito al miglioramento della capacità di governance locale: gli amministratori hanno avuto un ruolo attivo nell’attuazione dell’iniziativa e saranno beneficiari di strumenti di intervento condivisi e comuni.

Importante è stata anche la condivisione dell’iniziativa con il territorio attraverso l’attività svolta dal gruppo di lavoro locale; i professionisti, nello svolgere le attività in campo, in collaborazione con la società esterna, hanno permesso di “calare” lo studio nella realtà locale. In sostanza, come già anticipato, la qualità dell’impianto progettuale si è concretizza nella scelta operata dai GAL di farsi orientare e supportare da un soggetto esterno, esperto nelle materie oggetto di studio, la cui attività è stata però costantemente condivisa, filtrata e plasmata dagli attori locali (Enti pubblici coinvolti e gruppo di lavoro).

Infatti se da un lato non si può prescindere, per questa tipologia di progetto, da un supporto scientifico garante della corretta impostazione metodologica, dall’altro sarebbe impensabile predisporre una pianificazione per il riuso dei borghi senza la consultazione e la partecipazione attiva degli attori locali nella raccolta delle progettualità e nell’individuazione delle vocazioni locali.

Questa impostazione acquista ancor più valore in considerazione del fatto che lo studio condotto ha portato alla realizzazione di elaborati (il manuale di indirizzo, i piani particolareggiati e i progetti di massima) “prontamente” utilizzabili dagli enti coinvolti.

L’iniziativa si mostra anche potenzialmente trasferibile: i piani particolareggiati e i progetti di massima realizzati per i 10 borghi campione potranno essere trasferiti ad altri nuclei rurali con le medesime caratteristiche architettoniche e vocazionali.

Anche la metodologia utilizzata per lo studio può essere applicata per censire a predisporre piani particolareggiati per il riuso e valorizzazione di contesti rurali di altre regioni.

In particolare la messa a punto di modelli economico-giuridici di intervento per assicurare la fattibilità giuridica delle azioni di valorizzazione economica e di riuso, con particolare riferimento alle problematiche relative alla proprietà, estremamente frazionata e alla difficoltà, dovuta all’emigrazione, a reperire i titolari dei diritti, affronta problematiche comuni a gran parte del patrimonio minore e rurale italiano.

Il progetto è sostenibile anche dopo la sua conclusione: già in fase di approvazione l’Autorità di Gestione marchigiana aveva chiesto ai Gruppi di sottoscrivere l’impegno formale di proseguire l’iniziativa nella programmazione 2007-2013. In tal senso i GAL sono orientati a dare seguito al progetto attivando le risorse previste dal PSR Marche - Misura 3.2.3 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” che finanzia interventi strutturali di recupero, restauro e riqualificazione del patrimonio architettonico dei borghi rurali. Inoltre l’iniziativa, proprio per la tipologia e le finalità degli interventi proposti, si muove nella direzione del miglioramento della governance locale che, come è noto, rappresenta uno degli obiettivi dell’asse IV Leader nell’ambito della programmazione 2007-2013.

VALORE AGGIUNTO DETTATO DALLA COOPERAZIONE

Il principale valore aggiunto dell’iniziativa, come progetto di cooperazione interterritoriale, è dato dall’opportunità che hanno avuto i GAL di svilupparla a livello regionale. In tal senso si ricorda che uno degli obiettivi principali del progetto è quello di “regolamentare” gli interventi di recupero e restauro dei borghi al fine di garantire un’immagine omogenea del territorio.

Non trascurabile inoltre è la possibilità che offre un progetto di cooperazione relativamente alla condivisione delle spese che in questo caso ha consentito di condurre uno studio impegnativo, dal punto di vista economico e delle risorse umane, ma realizzabile in quanto ripartito tra più soggetti attuatori.

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