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Programma di riferimento Iniziativa Comunitaria Leader+ Tipologia di cooperazione Transnazionale

Settore di intervento Diversifi cazione economica e qualità della vita Gal Capofi la GAL Prealpi e Dolomiti

Costo complessivo € 1.900.000

Il progetto è di estremo interesse per l’argomento affrontato: lo sviluppo della filiera delle biomasse per uso energetico, che rappresenta una delle priorità a livello europeo condivisa da molte regioni italiane. La sua peculiarità è dettata anche dall’approccio adottato, estremamente attento alle esigenze locali del mercato e degli utilizzatori. Il particolare carattere innovativo del progetto scaturisce dall’affiancamento degli scambi di esperienze dei diversi partners, con azioni di sperimentazione e dimostrazione che hanno, a loro volta, avuto effetti immediati e diretti sull’adozione di particolari tecniche di sfruttamento delle risorse forestali, consentendo così un utilizzo a fini energetici delle biomasse che in precedenza venivano considerate prodotti di scarto1.

SINTESI DEL PROGETTO

Lo sviluppo della filiera foresta-legno-energia è il principale obiettivo del progetto di cooperazione coordinato dal GAL veneto “Prealpi e Dolomiti”. Si tratta di un progetto di cooperazione transnazionale nel quale sono coinvolti, oltre al coordinatore, 7 Gruppi di azione locale (GAL), di cui 6 italiani e uno del Galles.

Il progetto si è realizzato attraverso l’analisi e la valutazione della filiera foresta-legno-energia con il rafforzamento della base imprenditoriale, la diffusione delle conoscenze e la realizzazione di azioni dimostrative.

Le azioni di cooperazione hanno riguardato tutta la filiera produttiva, a partire dallo studio dei vincoli strutturali che ne limitano lo sviluppo in molte aree montane italiane, in particolare quelli legati alla frammentazione e parcellizzazione della proprietà forestale privata. Gli approfondimenti si sono quindi indirizzati su tematiche più tecniche, in particolare, l’analisi dei costi di utilizzazione della biomassa forestale in diverse condizioni di accessibilità. Sono stati costruititi impianti pilota per il teleriscaldamento a biomassa, sviluppando anche ipotesi contrattuali per la gestione e l’approvvigionamento delle stesse.

La ripartizione dei compiti tra i soggetti partecipanti ha previsto che ogni singolo GAL realizzasse progetti pilota su singoli settori della filiera produttiva, con una chiara ripartizione dei compiti finalizzata a dare una copertura territoriale più ampia possibile, rappresentando le diverse situazioni produttive, e a coprire tutti gli anelli della filiera. In questo senso le azioni hanno riguardato le fasi di produzione in bosco delle biomasse forestali, concentrandosi sulle modalità di aggregazione dell’offerta, in particolare su quelle di tipo associativo, quindi gli aspetti tecnici ed economici delle utilizzazioni forestali, con particolare riferimento alla innovativa tecnica della produzione di cippato direttamente nel cantiere di utilizzazione, e infine la creazione di domanda finale attraverso la valorizzazione del prodotto in centrali di teleriscaldamento e cogenerazione.

IL PARTENARIATO

Partner italiani GAL Prealpi e Dolomiti (Veneto), Eurochianti, Leader Siena (Toscana), Appennino Aretino (Toscana) Garfagnana (Toscana), GAL Val d’Aosta (Valle d’Aosta) Gal Appennino Bolognese (Emilia Romagna)

Partner stranieri Galles: GAL Rural Conwy

TRANSNAZIONALE

LE ATTIVITÀ SVOLTE: LE BUONE PRASSI ADOTTATE

L’iniziativa di cooperazione transnazionale ha previsto tre obiettivi di dettaglio, in particolare:

 aumentare le conoscenze sull’utilizzo delle risorse forestali attraverso la cooperazione transnazionale e infraterritoriale  valutare la sostenibilità tecnica ed economica delle filiere forestali “brevi” dei territori rurali aderenti al progetto  sperimentare e introdurre tecnologie innovative per le imprese del settore.

Il progetto si è articolato in una serie di “azioni “condivise”, che vanno dal coordinamento nella rilevazione e raccolta dei dati alla condivisione dei progetti grafici e del materiale divulgativo fino alla creazione di un sito web (www.galenergy.com) per la messa in rete dei risultati, infine alla organizzazione di seminari tecnici e di un convegno finale con il coinvolgimento di altri soggetti e la presentazione di progetti di cooperazione realizzati da altri partenariati sul medesimo tema. Alle azioni condivise si aggiungono alcune attività (sperimentazione, divulgazione e analisi tecnico-economiche) svolte dai singoli GAL.

Nel dettaglio, il GAL Prealpi e Dolomiti ha attuato un progetto che punta sul coinvolgimento delle nuove realtà associative forestali che si sono costituite in zona (in particolare un’associazione di proprietari boschivi) proponendo una serie di interventi dimostrativi che coinvolgono le realtà locali a diversi livelli. Sono stati coinvolti gli operatori economici attraverso la realizzazione di cantieri forestali sperimentali che hanno verificato la fattibilità tecnica ed economica dei processi di utilizzo della biomassa.

Il progetto si è sviluppato attraverso specifiche attività di sperimentazione, gestite dalla Comunità Montana Feltrina, nell’ambito delle quali viene verificata la fattibilità tecnica ed economica della cippatura della materia prima legnosa in bosco. Il coordinamento scientifico è stato affidato al CNR e l’attività di sperimentazione ha condotto alla formulazione di un modello di cantiere forestale gestibile dagli operatori e una serie di strumenti operativi che possano supportare gli operatori stessi nelle scelte imprenditoriali. Va detto che il progetto è particolarmente innovativo in quanto a tutt’oggi le esperienze di cippatura diretta (in bosco) della materia prima legnosa si limitano ai cantieri di utilizzazione di impianti di Short Rotation Forestry, esclusivamente in zone di pianura.

Il GAL Valle d’Aosta ha invece affrontato il tema del recupero della biomassa dagli interventi di miglioramento e manutenzione dei boschi di montagna sperimentando anche cantieri e tecniche di utilizzazione su boschi golenali e su boschi percorsi da incendi o altri eventi calamitosi. Le attività del GAL Rural Conwy si differenziano leggermente rispetto a quelle svolte dai partners italiani, concretizzandosi fondamentalmente in un’analisi delle possibilità di integrazione a livello locale tra l’operato dell’Agenzia Energetica e i potenziali sviluppi della filiera di fornitura e infrastruttura del legname. È stato inoltre analizzato e quantificato il potenziale produttivo delle foreste esistenti nel territorio del GAL, evidenziando problemi di fatto molto simili a quelli riscontrati nel contesto italiano: frammentazione e polverizzazione della proprietà, mancanza di adeguati sistemi di gestione, scarsa qualità delle produzioni forestali.

Per quanto riguarda i livelli “a valle” della filiera, i GAL Toscani (Garfagnana ambiente e sviluppo, Eurochianti, Leader Siena e Appennino Aretino) oltre ad aver realizzato azioni che riguardano tematiche complementari, quali le attività di ricerca e sperimentazione sulla produzione di biomasse da parte degli impianti forestali a turno breve e la messa a punto di iniziative per la raccolta di biomasse forestali e non forestali (potature stradali, manutenzione dei corsi d’acqua, etc.), si sono concentrati sullo sfruttamento della materia prima forestale. In particolare hanno realizzato 5 sistemi di teleriscaldamento che utilizzano la biomassa forestale prodotta a livello locale. L’obiettivo principale è che gli impianti realizzati (che attualmente servono quasi esclusivamente utenze pubbliche) possano svolgere una funzione pilota e dimostrativa, stimolando anche i privati a investire in sistemi collettivi di teleriscaldamento a biomasse.

Per la diffusione delle conoscenze acquisite è stato realizzato un manuale tecnico e un CD rom (linee guida) che presentano le iniziative

SVILUPPO DELLA FILIERA FORESTA-LEGNO-ENERGIA

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Tutte le schede sono corredate da un’analisi economica degli interventi. Per favorire la diffusione dei risultati delle analisi a un pubblico più vasto e con competenze meno tecniche è stata realizzata una pubblicazione divulgativa. Infine, per promuovere i risultati delle analisi condotte e sensibilizzare amministratori e tecnici locali, le associazioni forestali sono stati realizzati seminari, convegni e workshop. Maggiore visibilità alle attività realizzate dal progetto è permessa anche attraverso il sito web www.galenergy.com.

Il particolare carattere innovativo del progetto consiste nell’affiancare gli scambi di esperienze dei diversi partners, con azioni di sperimentazione e dimostrazione che possano avere effetti immediati e diretti sull’adozione di particolari tecniche di sfruttamento delle risorse forestali che consentano di utilizzare a fini energetici biomasse che in precedenza venivano considerate prodotti di scarto. Il progetto è sicuramente di estremo interesse sia per l’argomento affrontato, lo sviluppo della filiera delle biomasse per uso energetico rappresenta infatti una delle priorità a livello europeo condivisa da molte regioni italiane, che per l’approccio adottato, estremamente attento alle esigenze locali del mercato e degli utilizzatori. Infatti uno dei principali vincoli allo sviluppo della filiera biomasse è rappresentato dagli elevati costi del trasporto della materia prima. Il successo delle iniziative di valorizzazione economica delle filiere energetiche forestali è pertanto strettamente collegato con la valorizzazione locale della materia prima e necessita di un approccio strategico che coinvolga a livello locale sia i produttori (o potenziali produttori) di materia prima che i trasformatori (gestori di impianti di termovalorizzazione, e piccoli medi impianti di teleriscaldamento).

VALORE AGGIUNTO DETTATO DALLA COOPERAZIONE

Il fatto che la produzione di materia prima forestale, negli ultimi anni, segni il passo, è una questione ben nota agli addetti ai lavori. Le tradizionali produzioni forestali sono fortemente ostacolate dalla concorrenza (soprattutto di prezzo) dei paesi extraeuropei, in particolare Russia e paesi dell’Est, che riescono a immettere sul mercato materia prima a prezzi estremamente bassi, mettendo di conseguenza in forte crisi le produzioni interne. A ciò si aggiungono i problemi strutturali della produzione forestale italiana, caratterizzata da una fortissima frammentazione della proprietà privata, da caratteristiche qualitative del prodotto scarsamente apprezzate dal mercato, da una non sufficiente continuità della produzione immessa sul mercato.

La valorizzazione delle biomasse di origine forestale rappresenta, in questo contesto di particolare crisi, una delle strategie europee e nazionali per la riattivazione delle filiere forestali. Nel contesto

italiano, dove la produzione è spesso di bassa qualità, l’utilizzo energetico è una delle possibili soluzioni per la creazione di filiere locali. L’approccio adottato dal progetto di cooperazione consente di tenere in considerazione le diverse situazioni produttive locali individuando soluzioni tecniche ed economiche facilmente adattabili anche ad altri contesti territoriali. La predisposizione di schede tecniche ed economiche e la realizzazione di cantieri dimostrativi rendono immediatamente utilizzabili le esperienze del progetto di cooperazione dagli operatori forestali locali. Inoltre tutto il progetto è organizzato con una chiara visione di filiera, interessando sia la parte a monte della catena produttiva (cantieri forestali) che la parte a valle, spesso dimenticata nei progetti di sviluppo rurale, vale a dire la creazione di impianti di termovalorizzazione a biomassa.

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Allo stato attuale, a livello nazionale, la produzione di energia elettrica a da fonti rinnovabili rappresenta il 16% circa del consumo interno di energia. Fatto 100 il totale delle fonti rinnovabili, le biomasse agricole e forestali rappresentano solamente il 4%. C’è chiaramente un’ampia parte del mercato delle biomasse che sfugge alle rilevazioni statistiche, si pensi, solo a titolo di esempio, all’uso di legna da ardere per il riscaldamento domestico, in ogni caso, anche solo basandosi sui dati statistici ufficiali, risulta chiaramente che il fenomeno è in rapida crescita, anche grazie alla normativa che, con l’introduzione del conto energia e con gli sgravi fiscali per gli investimenti energetici, incentiva fortemente l’utilizzo, sia a livello domestico che industriale, di fonti rinnovabili.

Il progetto di cooperazione si inserisce quindi in un settore produttivo “strategico” e adotta soluzioni particolarmente interessanti, e in linea con le misure che negli ultimi anni le Regioni stanno fortemente incentivando (ad esempio tramite lo sviluppo rurale). Le attività di progetto si riferiscono infatti soprattutto alla produzione di cippato, che pur essendo un prodotto meno “avanzato” dal punto di vista tecnologico rispetto ad altre soluzioni quali il pellet, sembra essere il prodotto più indicato per la creazione di “filiere corte” vale a dire catene di produzione che, attraverso la valorizzazione economica del prodotto locale, consentano il recupero produttivo di terreni forestali altrimenti non utilizzati dal punto di vista economico.

Le modalità di realizzazione del progetto (prevalentemente di tipo dimostrativo) generano una forte ricaduta nel territorio e potranno essere il motore per una più ampia attivazione delle filiere locali nell’ambito dei progetti di filiera previsti nell’ambito della nuova programmazione (2007-2013) dello sviluppo rurale.

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CAPACITÀ E TRADIZIONI RURALI.