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I meccanismi neuropsicologici dell’apprendimento linguistico

A: Atti, atti di comunicazione, di parola, quelle funzioni linguistiche che sono appunto “funzionali” a comunicare in modo efficace.

3.6 I meccanismi neuropsicologici dell’apprendimento linguistico

Ognuno di noi nasce con una predisposizione innata, genetica per il linguagguio verbale, ogni bambino ha in sè la facoltà della parola, il nostro corpo da un punto di vista

evoluzionistico si è progressivamente specializzato per l’uso della voce a fini comunicativi. La posizione eretta ha permesso lo sviluppo dell’apparato fonatore con la laringe in

posizione ottimale per l’eloquio. Da una fonazione in posizione prona, massiva e gutturale si è passati, durante i secoli, ad un controllo “fine” della voce, per arrivare ad uno strumento fortemente specializzato, volto alla comunicazione.

Anche l’apparato bucco-facciale si è via via ingentilito, creando le proporzioni ottimali per la lingua parlata.

Ma anche la mente dell’uomo è evoluta passando da un livello “primitivo” di mera

soddisfazione dei bisogni primari alla costruzione degli arte-fatti e manu-fatti che gli hanno permesso il progressivo controllo sull’ambiente di vita, innescando fenomeni di creatività, astrazione, all’inizio impensabili. Attraverso lo sviluppo delle arti e delle scienze si è oggi pervenuti nell’era delle società complesse e delle diversità.

Le lingue del mondo sono un esempio vivente della complessità comunicativa del mondo attuale, in quanto portatrici di linguaggi, culture e weltanschauung diverse.

Tuttavia le lingue non sono un contenitore rigido e immutabile, subiscono variazioni e modifiche in stretta relazione alla storia dei popoli che le parlano.

Freddi (2010) scrive:

La lingua materna non ha nulla di deterministico e pertanto di irreversibile, tant’è vero che il gruppo potrebbe in ogni momento adottare una lingua diversa, così come è avvenuto in Israele paese che ha recuperato e rilanciato l’antica lingua dei padri, come si è verificato anche in tanti paesi dell’Africa e del Sud-Est Asiatico ove si è di fatto bandita la lingua dei colonizzatori, come è ancora avvenuto in Turchia dove l’alfabeto arabo è stato sostituito, con qualche adattamento, da quello latino senza che la corrispondente lingua ne risultasse scomvolta e così via.

La psicolinguistica e la neurolinguistica oggi concordano nel ritenere che la facoltà del linguaggio sia peculiare della specie umana e che si trasmetta geneticamente, poichè innata.

Balboni (2012) su questo tema specifica che ci sono tre osservazioni a sostegno di tale idea: -Lo sviluppo del linguaggio in un bambino segue percorsi simili indipendentemente dall’ambiente socio-culturale in cui cresce: esistono per ogni lingua delle “mappe” che, almeno per i primi 36 mesi, l’acquisizione linguistica segue tappe prevedibili; -la linguistica acquisizionale mostra che tale “ordine naturale” vale non solo per l’acquisizione della/e madrelingua/e ma anche nell’acquisizione spontanea di altre lingue, indipendentemente dall’età;

-lo studio delle lingue esistenti oggi nel mondo, o almeno di quelle che è stato possibile analizzare, mostra l’esistenza di una “grammatica universale,” cioè di meccanismi comuni sottostanti a tutte le lingue: ciò è possibile solo ipotizzando una facoltà di linguaggio geneticamente preordinata.

Consideriamo ora i meccanismi neuropsicologici che permettono ad un bambino di acquisire la sua lingua materna.

Secondo Noam Chomsky ogni persona nasce dotata di uno specifico meccanismo di

acquisizione della lingua : il Language Acquisition Device (LAD) che gli permette in tempi rapidi di assimilare la L1 in modo particolare riferendosi alla sintassi.

Balboni (2012) schematizza il funzionamento del LAD nel modo seguente:

-osservazione dell’imput linguistico-comunicativo che ci circonda, individuando

correlazioni pragmatiche;

-creazione di ipotesi sul funzionamento di quel dato meccanismo; -verifica dell’ipotesi

-fissazione attraverso attività di rehearsal -riflessione

Tuttavia secondo Bruner tale meccanismo non è di per sè sufficiente per assicurare il pieno possesso della lingua, ma è necessario un sistema di supporto: il Language Acquisition

Support System (LASS) che è rappresentato dal contesto sociale nel quale l’apprendente è

inserito: la famiglia, gli adulti, l’insegnante.

Secondo questa visione il contributo del contesto di vita risulta determinante per

l’assimilazione della lingua, in tal modo recuperando il contributo della Psicologia culturale di Vygotskij in materia di sociogenesi del pensiero e sul ruolo di mediatore della conoscenza attribuito al linguaggio, socialmente condiviso.

Krashen, partendo dal LAD di Chomsky postula una teoria dell’apprendimento linguistico, la Second Language Acquisitio Theoty (SLAT) mettendo in opposizione i concetti di

acquisizione (acquisition) e apprendimento (learning), riprendendo così la dicotomia

La distinzione implica che nell’acquisizione della lingua i processi siano perlopiù inconsci e naturali. Krashen conia il termine rule of forgetting, riferendosi al fatto che una lingua si impara maggiormente quando ci si dimentica che la stiamo usando.

L’apprendimento, al contrario sarebbe un’operazione più conscia, razionale, di converso meno “naturale.” In un’ottica glottodidattica compito dell’insegnante sarebbe quello di cercare di produrre il più possibile acquisizione, di passare cioè i materiali didattici nel modo più “ecologico” e spontaneo possibile.

Lo studioso americano indica tre principi che rendono possibile l’apprendimento linguistico:

-Imput comprensibile: nel momento in cui all’apprendente viene fornito un imput

comprensibile, attraverso la mediazione dell’adulto (LASS) il LAD del soggetto si attiva e opera in modo efficace e si verifica acquisizione;

-Ordine Naturale e i+1: Si impara seguendo un preciso ordine naturale: è necessario

infatti che il nuovo dato sia collocato in modo prossimale ad un livello

immediatamente successivo a quello acquisito. Si tratta del recupero del costrutto della zona di sviluppo prossimale (cfr. Vygotskij “area di sviluppo potenziale”) che in Bruner recita: Zone of Proximal Development. La distanza esistente tra le competenze acquisite di una persona e il dato nuovo non deve essere eccessiva, a scapito della perdita del dato.Nella formula i è rappresentato dal dato acquisito, mentre 1 l’area di sviluppo potenziale.

-Filtro Affettivo: se durante l’acquisizione insorgono meccanismi psicoaffettivi di

contrasto, meccanismi di difesa, o atteggiamenti consci o inconsci di rifiuto il filtro affettivo tende ad alzarsi e quindi a compromettere tutto il processo.

Secondo la linguistica acquisizionale quando un soggetto sta studiando una lingua si appoggia su un sistema definito interlingua (interlanguage), un sistema parziale, imperfetto ma efficace per incamerare il nuovo idioma. Avrebbe sede nella grammatica universale, quindi innata, sia nella lingua materna, sia nella lingua che si sta apprendendo e fornisce un supporto acquisizionale scarno ma sufficiente ad apprendere.