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I principi strutturanti della linguistica cognitiva

1 Contaminazioni di lingua e immagini

1.5 L’iconolinguistica

3.1.2 I principi strutturanti della linguistica cognitiva

Il significato linguistico si avvale dunque di un sistema cognitivo esteso dotato di diverse funzioni e fa leva a vari livelli sulla percezione, sulla memoria, sulle emozioni, sui processi di astrazione e di ragionamento. Ne emergono il radicamento nella dimensione fisica e la centralità dell’esperienza, impliciti nel concetto di embodiment, lo sfondo esperienziale e culturale dell’uso della lingua, in cui sarebbero inclusi contesto discorsivo, ambiente, aspetti pragmatici e interazionali. Oltre a questo Bazzanella sottolinea però anche l’importanza dell’interazione con gli altri agenti del sistema cognitivo e dei processi di conoscenza, in base alla quale la cognizione risulterà embodied ma al tempo stesso anche grounded.

Anche se il principio dell’embodiment riveste un ruolo basilare nei processi percettivi e cognitivi,

non può essere considerato l’unico fondamento per l’insieme di rapporti di pensiero e linguaggio,

né il solo fattore sottostante allo sviluppo della cognizione umana, come sottolinea più volte lo stesso Gibbs (2005). (Bazzanella 2014, 37)

Il sistema concettuale procede infatti attraverso processi senso-motori ma anche attraverso processi astratti, usando la categorizzazione e generando inferenze anticipatorie. La non autonomia della lingua rispetto agli altri processi cognitivi si configura dunque come dimensione assoluta della comunicazione. Inquadrate in questa prospettiva le strutture linguistiche non sono spiegabili semplicemente a partire dalla facoltà del linguaggio intesa in senso stretto, come voleva la tradizione strutturalista, ma arrivano a includere meccanismi cognitivi che non sono specifici della lingua, principi pragmatici e funzionali come quello di economia e di minimo sforzo (Bazzanella 2014, 15): questi principi assumono un ruolo funzionale molto importante nel caso dell’analisi della comunicazione multimodale digitale (3.3.8, 3.3.13). Avremo modo di verificarne la portata analizzando la lista di “principi strutturanti” enucleata da Carla Bazzanella (2014, 20) in riferimento a Dirven e Verspoor (1999, 7-18, con modifiche) che comprende:

- principio di indessicalità: significa che possiamo ‘indicare’ e riferirci agli oggetti presenti alla nostra attenzione,

- principio di iconicità: con cui si intende la possibilità di riflettere schemi anche corporei. L’iconicità può manifestarsi in espressioni linguistiche (Haiman 1985) relative a un ordine sequenziale, di distanza o di quantità:

• principio di ordine sequenziale è un fenomeno che riguarda sia gli eventi temporali sia la disposizione lineare degli elementi in una costruzione linguistica che può incidere anche sul significato complessivo,

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• principio di distanza spiega il fatto che cose concettualmente collegate tendono a essere linguisticamente ravvicinate, mentre cose che non lo sono vengono distanziate,

• principio di quantità spiega la nostra tendenza ad associare più forma con più significato, come nel prolungamento vocalico in una luuuunga storia per significare una storia estremamente lunga. Frequente anche nelle strategie di cortesia, in quanto spesso essere cortesi è dire un po’ di cose in più, ad esempio, motivando la richiesta, o chiedendo per favore, e non imponendosi direttamente con un imperativo,

- principio di simbolicità: si riferisce all’associazione convenzionale di forma e significato, fenomeno normalmente riscontrabile nel repertorio di parole di una lingua (infra 2.3). (Bazzanella 2014, 20)

I principi formulati da Dirven e Verspoor (1999, 7-18) possono essere riletti in riferimento ai testi ibridi della comunicazione in rete. Il primo punto, il principio di indessicalità, richiama i segni indessicali, diffusi a tutti i livelli nella comunicazione umana. Dirven e Verspoor (1999, 4) li considerano “primitivi” e “limitati” in quanto fanno riferimento al “qui e ora”: l’esempio addotto in questo caso è che la maggior parte dei prodotti in vendita vengono normalmente commercializzati mettendo in atto strategie indessicali con il mondo esterno, più o meno attraente e fittizio. Quello dell’indessicalità, il principio in base al quale possiamo indicare le cose su cui si sofferma la nostra attenzione, è anche uno dei principi portanti della comunicazione digitale, esso è legato alla presenza all’interno dei comunicati di materiale multimediale che costituisce la situazione contestuale “virtuale”, una dimensione affiancata ma ben distinta dalla situazione contestuale “reale” del “qui e ora” in cui si colloca la conversazione (3.3.13). L’interazione online si costruisce infatti intorno a un nuovo centro deittico, in sostanza i referenti del discorso che si sviluppa in ambiente digitale non sono solo quelli del “contesto reale” in cui la situazione comunicativa si realizza, ma anche quelli “virtuali”, evocati dalla nuova dimensione in cui si colloca la nostra visione egocentrica del mondo e dai materiali multimediali citati nel messaggio dai parlanti, il ‘contesto visuale’, Konbild, secondo la nota definizione di Ulrich Schmitz (2003, 257) (4.2.3).

Come sappiamo, la struttura linguistica tende in alcuni casi a riprodurre a vari livelli le sequenze in base a cui viene organizzata mentalmente l’informazione da trasmettere (Bazzanella 2008, 85), possiamo parlare a questo proposito di iconicità o di “linguaggio che imita il mondo” (Ungerer, Schmid 2006, 300); il mondo può però essere “evocato” anche con strategie non esclusivamente linguistiche. Nella comunicazione digitale le strategie selezionate dall’emittente non solo risultano potenziate dalla natura del mezzo di trasmissione, ma sostanzialmente ricodificate (5.1). Come ricordano Dirven e Verspoor (1999, 11), il principio dell’”ordine sequenziale” viene normalmente riferito agli eventi ma si riflette anche sulla disposizione lineare

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delle costruzioni linguistiche – «Veni, vidi, vici» – questo principio in rete lascia il posto all’”ordine libero” delle produzioni linguistiche; ad esso seguono strategie di “distanza” e “quantità” che invece sono state amplificate dall’uso online arrivando a comprendere elaboratissime forme “iconografetiche” di comunicazione (Siever 2015, 281).

Un altro aspetto emergente nella comunicazione online è il continuum esistente fra sintassi, semantica e lessico e soprattutto 1’attenzione al linguaggio figurato che viene qui articolato con l’aiuto di un apparato iconografico molto raffinato (4.2.3). La simbolicità, ovvero l’associazione convenzionale e arbitraria di forma e significato, così come è stata definita da Dirven, Verspoor (1999, 20) sembra nella comunicazione in rete coinvolgere in modo produttivo anche elementi multimodali ormai consolidati nell’enciclopedia dei parlanti (4.3).