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I testi nel testo, Texte im Text di Gerda Haßler

1 Contaminazioni di lingua e immagini

3.3 La linguistica del testo

3.3.4 Intertestualità e dialogicità

3.3.4.1 I testi nel testo, Texte im Text di Gerda Haßler

Nella monografia del 1997 Texte im Text: Untersuchungen zur Intertextualität und ihren

sprachlichen Formen Gerda Haßler affronta la questione delle diverse forme linguistiche

dell’intertestualità.46 Secondo Haßler (1997a, 7) l’intertestualità costituisce un punto fermo di cui

ormai sia la cultura artistico letteraria che la ricerca linguistica non possono più fare a meno nell’intento di mettere a fuoco con nitidezza i modi di leggere e le funzioni dei testi nel testo, con l’intento di giungere alla formulazione di un approccio teorico unitario. La presenza delle citazioni, dei testi nel testo, non può che generare problemi di coerenza e di linearità nel testo. Nel suo contributo Texte im Text: Überlegungen zu einem textlinguistischen Problem (1997b) Gerda Haßler affronta il problema della ripetizione e della coerenza nei testi. Analizzando il caso del Nouveau Roman, per esempio, Haßler nota come l’uso della réécriture turbi la tradizionale sequenzialità lineare dell’uso della lingua e ne metta in crisi la coerenza. Le condizioni che si creano con la ripetizione e il riutilizzo di testi, o di parti di essi, nello stesso testo o come parte di nuove composizioni testuali, non possono infatti essere spiegate semplicemente con la linearità che è tipica dell’uso della lingua (1997b, 11-14).

Das Phänomen der Texte im Text verweis auf Abhängigkeiten uns Kohärenzbrüche, deren Markiertheit ebenso problematisch ist wie ihr Beitrag zur Verstehensvorgabe des Textes und damit zur Konstituierung des Textsinns. (Haßler 1997b, 11).

Haßler osserva che nell’abitudine a ricorrere alle citazioni, tipica del mondo moderno, è implicito un atto di deferenza nei confronti dell’autore da cui si cita.47 La citazione genera dunque al tempo stesso autorità e autorialità. Chi scrive citando altri autori si ricollega infatti a una tradizione secolare, e questo suggerisce che sia proprio la citazione, il continuo ripetere testi a produrre cultura. La consapevolezza teorica legata all’intertestualità tuttavia ha richiesto tempo.

Le riflessioni nate nell’ambito della linguistica del testo non hanno dato subito un impulso alla ricerca incentrata sul problema dei testi nel testo. Sebbene l'intertestualità ormai da tempo sia una

46 Un dato del resto evidente già in tutta la produzione artistica del novecento che ha fatto largo uso della

compresenza di diversi piani testuali; così come anche nel caso del Nouveau Roman francese del XX secolo, che fa uso della tecnica di citazione intesa come réécriture, introducendo la consuetudine di trasformare i testi letterari preesistenti (Haßler 1997b, 14).

47 Come ricorda Haßler il termine francese medievale respit sentenza è la continuazione del latino respectus, secondo

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delle caratteristiche testuali normalmente menzionate nelle introduzioni alla linguistica del testo (Beaugrande/Dressler 1981: 13 e 188 e ss.; Adam 1990: 61-68; Vater 1994: 58-64), di solito si tratta di poco più che un riflesso della discussione post-strutturalista generale, e andrebbe annoverata insieme a fenomeni linguistici che vanno dalla citazione letterale al riferimento generico dei testi. Anche il riferimento al discorso ripetuto di Coseriu indica chiaramente la loro alterità, ma allo stesso tempo ne esclude la strutturabilità (Coseriu 1977: 113). La consapevolezza teorica del problema del riuso dei testi presuppone ovviamente lo sviluppo della linguistica strutturale, ma al tempo stesso va oltre. (Haßler in stampa).

Questa lettura è di centrale importanza per il nostro discorso perché con l’avvento del digitale l’uso della citazione testuale si svincola definitivamente dall’uso letterario o artistico per diventare una delle abitudini comunicative più diffuse fra gli utenti della rete. Citare è infatti una strategia molto compatibile con alcuni degli aspetti che caratterizzano la comunicazione in rete; consente di richiamare in modo veloce e trasparente i diversi contesti di riferimento, in molti casi nella lingua originale, facendo dunque leva sull’intercomprensione linguistica (5.1.4) che consente di includere testi di varia natura, spesso multilingui, e di essere immediatamente fruita da parlanti di lingue diverse.

Nella dimensione digitale le citazioni non si limitano ai testi scritti ma possono includere qualsiasi elemento visuale, o più generalmente multimediale, sembri utile alla trasmissione di un contenuto di senso. Il focus è qui nella ripetizione di immagini cariche di senso che sono particolarmente pregnanti per il parlante. Questa prassi non esclude tuttavia che talvolta si generino problemi di coerenza e linearità del senso, con l’aggravante di una forte codificazione legata a quella che adottando un termine di Juri Lotman possiamo definire semiosfera48 di

riferimento. La forte caratterizzazione del contesto di provenienza culturale dei comunicati in alcuni casi può rendere infatti non completamente trasparenti i conglomerati finali per gli utenti che provengano da realtà culturali e linguistiche diverse.

Se la comunicazione multimodale può dunque – in un certo senso da sempre – essere considerata la dimensione più naturale della comunicazione, con i media moderni la sua versatilità emerge ancor più chiaramente, estendendo a tutti gli utenti del web una sorta di dignità autoriale che prima era assente o riservata a una ristretta élite di artisti o intellettuali (4). In questa prospettiva possiamo parlare di “gesto semantico dei testi”, semantischer Gestus von Texten (Lachmann 1990, 7; Haßler 1997b, 21), dal momento che la citazione di un testo è assimilabile a

48 «Since all the levels of the semiosphere — ranging from a human individual or an individual text to global semiotic

unities — are all like semiospheres inserted into each other, then each and one of them is both a participant in the dialogue (a part of the semiosphere) as well as the space of the dialogue (an entire semiosphere). (Lotman 1984, 22; Torop 2005, 164). Cfr. anche Lotman 2005, [1984]; Torop 2005; Nöth 2015; Kimminich 2018a e b; Leone 2019.

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un gesto deittico e consente all’emittente di enfatizzare le strategie di economia linguistica nel testo verbale:49 il senso dell’enunciato risulta infatti trasparente grazie all’ancoraggio a immagini particolarmente pregnanti che accompagnano il testo stesso (4.2.1).

Come Gerda Haßler ha ricordato in diverse occasioni l’intertestualità è una caratteristica fondamentale della produzione linguistica, una sorta di «iperonimo descrittivo che esprime diverse forme di riferimento a testi che si collocano al confine con le “implicazioni epistemologiche, linguistico-filosofiche e teorico-testuali” (Pfister 1985: 15) delle categorie post- strutturaliste o decostruttiviste» (Haßler in stampa). La relazione fra testo e contesto fa sì che si riprendano i testi di altri autori citandone direttamente le parole o anche solo alludendo al loro nome o al titolo di qualche loro opera, ed è appunto questo continuo ripetere testi che determina la tradizione culturale. Secondo Haßler il concetto di intertestualità, elaborato in ambito letterario, ha avuto finora un riscontro limitato in linguistica, l’intertestualità sembra infatti soprattutto riferibile al gesto semantico di testi che «inclinano in modo preoccupante alla complessità o alla dispersione del senso e non sembrano consentire la formazione di un solido nucleo di senso, facilmente leggibile» (Lachmann 1990: 7; Haßler in stampa). Nell’era digitale della comunicazione questo processo di inferenzialità implicita, nella sua versione linguistica o multimodale, non è più limitato all’autorialità colta ma per le caratteristiche stesse assunte dal medium è esteso ad ogni livello di comunicazione.

3.3.4.1.1 Testi nei testi, paradigmi intertestuali e serie di testi

Secondo Gerda Haßler ci troviamo di fronte a un testo nel testo ogni volta che un elemento citato è già stato precedentemente parte di una unità di senso. Per descriverne la modalità di citazione, Haßler introduce il concetto di paradigma intertestuale.

Un paradigma intertestuale è una struttura di relazioni costruita a livello testuale, che attraverso la ripetizione può diventare una norma per un certo tipo di testo, per una tematica, per un soggetto, per la determinazione del punto di vista. Attraverso un uso ricorrente è possibile costruire uno schema di aspettative socialmente normalizzato che renda le relazioni di invarianza e opposizione un fattore costitutivo del significato che alcuni elementi linguistici presenti nel testo portano già da soli con sé. (Haßler in corso di stampa)

I paradigmi intertestuali costituiscono una catena di relazioni fisse ricostruibile all’interno del testo e presenti anche nelle successive produzioni; Haßler annovera fra gli esempi anche le

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metafore tipiche di una determinata posizione scientifica, politica o filosofica. Il riuso dei paradigmi intertestuali può in alcuni casi porsi in discontinuità rispetto al testo di partenza e assumere una dimensione ludica o ironica, come avviene nella campagna NO BAN, NO WALL di

Amnesty International Italia (Fig. 10). In tutte queste situazioni, come evidenzia Haßler, il

problema di fondo sembra essere che l’intertesto/contesto non sono più reperibili nel testo stesso ma nella referenza a contenuti presenti in altri testi che sono rintracciabili nella cultura dell’individuo. I paradigmi intertestuali possono determinare una serie di testi fra loro interdipendenti. Le serie di testi che derivano da un particolare intertesto hanno la funzione di preparare sul piano concettuale, argomentativo e terminologico i testi successivi, di diffondere ma anche di rielaborare il testo di riferimento della serie (Haßler, Neis 2009, 106-114), infatti «l'uso di paradigmi intertestuali consente di classificare un testo in una serie di testi o di istituire la relazione con un testo di riferimento di primo piano, senza che sia necessario richiamarlo» (Haßler in stampa).

La validità di questo modello (Fig. 9) è evidente non solo in riferimento alle opere letterarie, ma anche a molte produzioni artistiche, ai testi della propaganda politica e sociale e alla comunicazione politica in rete. Un caso emblematico è la campagna NO BAN, NO WALL50 di

Amnesty International Italia (5.3.1.2). Nella pagina d’apertura dell’azione (Fig. 10) il referente

fondamentale è Donald Trump, evocato nella foto attraverso il travestimento dei cinque personaggi – riconoscibili qui solo grazie alla cultura dell’individuo. Lo slogan si colloca in una precisa tradizione che ha le sue origini in ambito pubblicitario, richiama infatti il noto slogan della Martini NO MARTINI, NO PARTY!(Fig.68).

Modello delle serie di testi, Haßler (in stampa)

50https://www.amnesty.it/usa-reazione-amnesty-international-alla-decisione-della-corte-suprema-sul-muslim-ban.

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Esso diviene un paradigma intertestuale e determina la formazione di una serie di testi: le ripetute citazioni e parodizzazioni di uno spot pubblicitario ne garantiscono infatti l’efficacia a livello internazionale anche al di fuori del suo ambito comune d’uso e costituiscono dunque un campo di riattivazione di contenuti sedimentati estremamente interessante per la propaganda politica.

Petizione di Amnesty International Italia del 26 giugno 2018. USA: REAZIONE DI AMNESTY

INTERNATIONAL ALLA DECISIONE DELLA CORTE SUPREMA SUL “MUSLIM BAN”. © Foto: Philippe

Lionnet.

In questo testo di Amnesty le relazioni sintagmatiche espresse dal referente visuale sono stabilizzate e fanno ormai parte della tradizione culturale condivisa dei parlanti attribuendo così un grande potenziale di significato al testo. Il riferimento esplicito a Donald Trump e alla pubblicità della Martini nella loro iconicità, da un lato delimitano l’orizzonte di lettura dell’intero comunicato, dall’altro ne anticipano la struttura illocutiva. La presenza all’interno dell’immagine di un enunciato che è coerente con la struttura testuale della petizione sia sul piano semantico che su quello grammaticale suggerisce qui che la ricezione dei diversi piani di questo testo avvenga in modo integrato, secondo delle strategie di ancoraggio51 che superano la bipartizione fra parola e immagine e mettono in atto una complessa logica allusiva che in sostanza sovrappone due ambiti discorsivi fra loro distanti e diversi tipi e generi testuali (testo scritto, foto, grafica, reportage giornalistico, testo pubblicitario, satira politica, social advertising). Vedremo nel capitolo 5.3.1.2 in che modo sia possibile giungere alla descrizione di un testo multimediale e multimodale tanto complesso.

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