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1 Contaminazioni di lingua e immagini

3.3 La linguistica del testo

3.3.10 Politolinguistica e comunicazione politica

3.3.10.5 Le scelte lessicali del discorso politico legato ai flussi di migrazione

3.3.10.5.3 Occasionalismi

Vogliamo riflettere sulle scelte lessicali perché sono proprio le parole a darci la misura della situazione politica in cui viviamo: come scrive Gustavo Zagrebelsky (2010, 5), «non solo pensiamo in una lingua ma la lingua pensa con noi o, per essere ancora più espliciti, per noi». E le parole usate dalle politiche e amplificate dai mezzi di comunicazione di massa diventano anche senso comune. Insomma, come dice Carofiglio (2010, 22), «il parlare scorretto, la progressiva perdita di aderenza delle parole ai concetti e alle cose fa male anche alle anime».

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D’altra parte il linguaggio della politica è il linguaggio del potere, il linguaggio della decisione ma anche ciò che modifica la decisione (Lasswell 1979, 36), un esercizio di persuasione e di negoziazione verbale (Cedroni 2014, 18). Nella comunicazione politica il carattere illocutivo e performativo del linguaggio non è una prerogativa delle campagne elettorali, ma rappresenta un flusso sempre attivo, per esempio anche a livello di campagne sociali. Lorella Cedroni (2014, 63) parla a questo proposito di “comunicazione politica permanente”: quando un “soggetto pertinente alla comunicazione politica” parla, compie non solo un atto linguistico, ma un atto propriamente politico. Il processo d’interazione è il prodotto di fattori linguistici ed extralinguistici legati alla situazione in cui esso si realizza. Il linguaggio politico è una pratica sociale che ha una funzione non solo interpretativa e persuasiva ma anche rituale, evocativa, simbolica e legittimante.

Si tratta di formule performative diverse che fanno emergere i contenuti per effetto di “criptomnesia”, cioè grazie a opportuni riferimenti iconici e linguistici che richiamano sentimenti sopiti. La “criptomnesia” implica che “venga identificato come “nuovo” qualcosa che già si conosceva e si era visto e sentito da qualche parte, ma che si era dimenticato: questo elemento agisce a livello di archetipi preesistenti. (Cedroni 1998, 68).

L’attività politica è fatta di parole o – meglio – di atti linguistici che, come dice Cedroni, sono innanzitutto atti politici (Cedroni 2014, 14-18). Dunque il linguaggio politico non deve essere considerato un epifenomeno, anzi, l’approccio politolinguistico proposto da Cedroni offre un quadro più articolato rispetto agli ambiti monodisciplinari, soprattutto se letto in chiave pragmatica.

Una degli aspetti linguistici peculiari alla dimesione digitale riguarda la diffusione degli occasionalismi. Analizzando il lessico legato al dramma dei flussi di migrazione verso l’Europa degli ultimi anni diffuso a livello internazionale nella stampa, è possibile rintracciare la costruzione di alcune metafore portanti che sono al centro di questa ricerca: la prima rappresenta gli italiani come ‘vittime impotenti’ degli eventi (‘prima gli italiani’, ‘campo profughi d’Europa’, ‘con qualche no’, ‘penso e spero’); la seconda metafora, quasi a completamento logico della prima, descrive il ‘viaggio dei migranti’ come un viaggio di piacere di carattere abusivo e, in quanto tale, destinato a finire per intervento di un potere forte (‘taxi del mare’, ‘crociera’, ‘pacchia stra-finita’) .

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La diffusione della locuzione ‘taxi del mare’ è facilmente rintracciabile nella produzione giornalistica europea a ridosso della sua creazione da parte di Di Maio nell’aprile del 2017.93 Essa ha avuto una veloce diffusione nelle altre lingue europee con le seguenti varianti:

taxi del mare/taxi del mediterraneo/taxi dei migranti (italiano) taxis de la mer (francese)

taxis de inmigrantes/taxis para inmigrantes (spagnolo) free taxi service (inglese)

taxidienst (olandese)

Migrantentaxi/Wasser-Taxis/Taxi nach Europa/Taxi-Dieste von Lybien/NGO-Schlepper/NGO- Taxi-Schwund (tedesco).

Lo stesso è avvenuto per un’altra metafora tristemente famosa,94 la locuzione ‘la più grande fossa

comune del mondo’ riferita al Mare Mediterraneo:95

la più grande fossa comune del mondo (italiano) la plus grande fosse commune du monde (francese) la fosa común más grande del mundo (spagnolo) the largest mass grave in the world (inglese) het grootste massagraf ter wereld (olandese) das größte Massengrab der Welt (tedesco).

Come abbiamo visto l’azione politica è un’azione innanzitutto discorsiva alla quale, si affianca di norma una componente eventiva (Santulli 2005, 13). La dimensione multimodale in cui un evento politico si colloca ai tempi della comunicazione mediata dai computer ci consente di parlare di una vera e propria catena di eventi, che ha diverse interessanti ripercussioni anche sugli usi strettamente linguistici. Le metafore che abbiamo qui introdotto generano una rete di

93 Cfr il capitolo 5.4.2. Cfr. anche: https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2018/02/23/taxi-mare-

non-esistono; https://www.huffingtonpost.it/2018/01/30/quando-luigi-di-maio-disse-che-le-ong-sono-taxi-del-mare-la-polemica- con-saviano_a_23347869/;https://www.youtube.com/watch?v=lsk5ncDpRwk; https://www.nrc.nl/nieuws/2017/06/23/een-omstreden-taxidienst-voor-migranten-11237075-a1564279; https://www.bento.de/politik/taxi-nach-europa-gehen-die-fluechtlings-retter-auf-dem-mittelmeer-zu-weit-a- 00000000-0003-0001-0000-000001396004; https://www.deutschland-kurier.org/die-ngo-schlepper-2/; https://www.lesechos.fr/2018/06/italie-salvini-reaffirme-sa-ligne-dure-sur-limmigration-991785 [1.10.2019] 94 Cfr. il capitolo 5.3.2.1. 95https://www.repubblica.it/solidarieta/dirittiumani/2013/11/22/news/da_mare_nostrum_a_mare_mostrum_il_medite rraneo_ormai_una_fossa_comune-71651666/; https://www.francetvinfo.fr/monde/europe/migrants/mediterranee-le- destin-tragique-des-migrants-libyens_3533379.html; https://www.elobservador.com.uy/nota/mediterraneo-la-fosa- comun-mas-grande-del-mundo-201542116540; http://www.defenddemocracy.press/mediterranean-sea-mass-grave/; https://www.nieuwsblad.be/cnt/dmf20150417_01634485; https://www.zeit.de/2013/42/lampedusa-fluechtlinge- europa-politik [1.10.2019]

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occasionalismi che emergono nel discorso delle Ong, come avremo modo di vedere nella sezione 5 di questa ricerca.

3.3.11 Citazione e intertestualità nella dimensione digitale. Il riferimento come atto

iconico-linguistico

Con l’avvento del digitale l’uso della citazione testuale si è dunque definitivamente svincolato dai domini artistico letterari in cui era nato, per diventare una delle abitudini più diffuse fra gli utenti della rete. Citare è infatti una strategia comunicativa molto compatibile con la velocità di cui la comunicazione in rete si nutre, consente di includere testi di varia natura, spesso multilingui e può quindi essere fruita contemporaneamente da utenti di lingue diverse. Nell’interazione in rete l’uso delle citazioni non riguarda più solo i testi scritti, ma anche quelli visuali e sonori: il focus è nella ripetizione di elementi multimediali pregnanti per il tema della conversazione. Nel riferirsi a testi di altra natura semica talvolta si generano nel testo scritto problemi di coerenza e linearità di senso, con l’aggravante di una forte codificazione legata al contesto di provenienza culturale, fatto questo che rende i comunicati finali non completamente trasparenti, nel caso li si consideri autonomamente dagli elementi multimediali che li accompagnano.

La comunicazione multimodale può essere considerata da sempre la dimensione normale della comunicazione, nella dimensione digitale tuttavia la sua versatilità emerge ancor più chiaramente, estendendo a tutti gli utenti del web una sorta di dignità autoriale che prima era assente o riservata a una élite chiaramente individuata. Essa ha preso una direzione che potremmo definire di ibridizzazione delle strategie espressive, sul piano diamesico assistiamo infatti alla sovrapposizione di sistemi iconici diversi, in una dimensione crossmediale che fa perno sulla dialogicità.96

I tratti tipici di questa nuova, complessa modalità di interazione si realizzano nella produzione di messaggi ibridi, cioè di comunicati in cui sono presenti contemporaneamente brevi messaggi verbali, immagini e altri codici non esclusivamente linguistici. L’effetto di questi Text-

Bild-Konglomerate,97 ‘conglomerati di lingua, immagini’, va colto proprio nel passaggio dalla lingua agli elementi multimediali, nella sinergia su cui questo tipo di comunicazione può contare. Questi messaggi ibridi hanno infatti la capacità di sintetizzare concetti complessi e di rimanere impressi nella memoria dei recipienti grazie al codice misto a cui fanno riferimento, alla loro

96 Cfr. Bonomi, Piotti, 2017; Fiorentino, 2018. 97 La locuzione è stata introdotta da Stöckl, 2011, 30.

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natura sinestetica. In questa prospettiva è possibile dunque parlare di «gesto semantico dei testi» (Haßler 1997, 21), perché i testi scritti in ambiente digitale hanno innanzitutto la peculiarità di essere simili a un gesto deittico, che consente all’emittente di spingere all’estremo l’uso delle ellissi all’interno del testo verbale e di introdurre alcune modifiche funzionali sul piano prettamente linguistico. Il senso da attribuire a un enunciato risulta infatti trasparente solo grazie all’«ancoraggio» alle immagini che lo accompagnano (4.2.1.1). Ed è solo attraverso le conoscenze condivise che il lettore può giungere a una co-comprensione (joint-understanding) con i suoi interlocutori (Wood, 2015, 11).

Letta in questa prospettiva l’analisi del discorso non può non tener conto della dimensione intertestuale che nel caso della comunicazione digitale va collocata in una prospettiva prettamente multimodale (3.3.13). A emergere come protagonista è dunque il ruolo indicale del linguaggio verbale usato nei social network, e di conseguenza l’archivio di riferimento di conoscenze del mondo che i partecipanti alla conversazione condividono. Il materiale multimediale diventa così oggetto di scambio, al tempo stesso modalità espressiva, focus del discorso e linguaggio metaforico condiviso.98